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Autore: rotinpieces    02/06/2014    0 recensioni
Us and them
and after all we're only ordinary men

("Us and them", Pink Floyd)
Cadere nel vortice dei ricordi e riemergere.
E quando ti chiedono se c'è qualcosa che non va, rispondere: "Niente".
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Us and them

Us and them

 

Infili una giacca leggera ed imbracci la chitarra: alcuni amici ti aspettano nella solita sala prove all’angolo della strada, ma non hai nessuna fretta di raggiungerli.

Maggio sta finendo e appena esci di casa è la tiepida aria d’inizio estate ad accoglierti. Nonostante l’ora di cena sia passata già da un po’, il sole non è ancora tramontato del tutto e sono i suoi flebili, ultimi raggi ad accompagnare i tuoi passi.

Vivi in un paese piuttosto piccolo, che ancora si sta espandendo e che in parte confina con la campagna. Quando hai un po’ di tempo allunghi sempre il giro e cerchi di passare in mezzo alle bianche stradine piene di ciottoli che attraversano quelle verdi distese d’erba; trovi piacevole allontanarti dall’asfalto e dall’afa che esso trasuda, così come ti piace passeggiare in completa solitudine, lontano da incontri fortuiti, o dal rumore dei motori di qualche macchina di passaggio, o dell’ultimo autobus.

È una bella serata e sei in largo anticipo, puoi goderti il panorama.

Ti guardi intorno, in cerca di ispirazione per la nuova canzone su cui stai lavorando con la collaborazione dei tuoi amici. La musica è stata composta e piace a tutti, ma sono le parole a mancare. Niente di quanto avete scritto finora è stato soddisfacente, avete l’impressione che ogni frase stoni da morire con le note e sminuisca la bellezza della melodia.

Eppure tu sai che quella canzone è destinata ad avere dei versi.

Alzi gli occhi al cielo e osservi le sfumature calde, interrotte da stracci di nuvole più scure e sono sufficienti poche, brevi associazioni di pensieri perché lei torni a fare capolino nella tua mente.

Ti sembra quasi di vederla materializzarsi accanto a te, con i lunghi capelli castani appena mossi dal vento e la sua parlantina infinita. Se ti concentri un po’, puoi avvertire anche il suo profumo inebriarti le narici e percepire chiaramente la sensazione della pelle calda della sua spalla sul palmo della tua mano destra.

Pare che ogni cosa nel tuo mondo sia impregnata di lei - di quei suoi occhi scuri, della sua voce di seta e di quel suo sorriso timido.

Naturalmente hai già accarezzato l'idea di renderla la protagonista di quel testo che non vuole saperne di prendere forma, ma non è possibile metterla in pratica.

Lei è lontana.

E fintantoché lo rimane, nessuna poesia uscirà dalla tua penna e forse anche il pezzo rimarrà incompiuto.

 

***

 

Non ne puoi più di restare chiusa in quell'aula: il caldo è soffocante e l'unica cosa su cui riesci a concentrarti è la spiacevole sensazione della camicetta appiccicata alla schiena. Ti chiedi quanto senso abbia rimanere a lezione in condizioni del genere e guardi l'orologio, scoprendo che mancano ancora quindici, dolorosissimi, minuti alla fine di quella tortura. Senza pensarci due volte recuperi il cellulare dalla tasca e ti ritrovi a navigare su internet, finendo con l'andare a visitare sempre le stesse pagine.

Leggi ancora di lui - ormai più per abitudine che per altro, anche se ogni tanto si riaccende una piccola scintilla di interesse. Quel che provi nei suoi confronti è un sentimento stantio, che vorresti solo scrollarti di dosso, ma che ostinatamente permane e qualche volta torna a sorprenderti, soprattutto nelle notti in cui la solitudine ti attanaglia lo stomaco e non ci sono le sue braccia a lenirla.

Scorri le sue parole distrattamente, fino a che quelli che sembrano dei versi di una canzone non stimolano la tua curiosità:

"Il mare nero s'alzò minaccioso,

onde maestose ad infrangersi sugli immensi scogli

e sullo scafo di quella vecchia galea in rovina.

Il sale bruciò i suoi occhi e lo privò della vista,

nessuna luce all'orizzonte,

nessuna salvezza poteva essere raggiunta.

Come poteva l'acqua, che era vita,

tradirlo in quel modo e lasciarlo affondare così?"

Ti serve qualche secondo per renderti conto che durante la lettura hai smesso di respirare. Riprendi fiato con discrezione e bevi un poco nel tentativo di lavare via l'amarezza che quelle parole ti hanno lasciato in bocca.

Peccando un poco di presunzione, ti chiedi se, per lui, sei mai stata quell'acqua della redenzione e se il sale non sia altro che un'allegoria dei tuoi errori sciocchi, tutti risultati di una paura irrazionale ed insensata di cui lui non ha mai avvertito l'esistenza.

Vorresti chiederglielo, ti piacerebbe davvero riaprire un dialogo e non solo alla luce di qualche parola che magari con te non c'entra assolutamente niente.

Sospiri, appoggi il telefono sul tavolo e poi sbuffi così forte che l'amico seduto al tuo fianco ti chiede: «Che c'è?»

Ti giri a guardarlo e quasi speri che riesca ad interpretare quel che celi, che percepisca le tue riflessioni.

Mi pensa mai?

E la tua bocca pronuncia l'unica risposta possibile: «Niente, assolutamente niente».

 

***

 

Mentre sali le scale per raggiungere la sala prove, canticchi a mezza voce quella melodia e pensi che associarle un testo sul mare sia stata una delle scelte più azzeccate che abbiate mai fatto. Stai per aprire la porta per entrare nella stanza, ma qualcuno ti precede: una ragazza che non conosci ti rivolge un saluto distratto e si dilegua così in fretta verso l'uscita che tutto quello che ti rimane in testa di lei è la cascata danzante dei suoi capelli scuri.

Ti tornano in mente quelle sere di un'estate che ora sembra far parte della vita di qualcun altro ed inevitabilmente finisci col chiederti se lei ti ricorda ancora.

«Ciao!» un amico ti saluta.

Forse sì.

«Ehi».

Forse no.

«Che c'è?»

«Niente,» entri nella stanza con l'accenno di un sorriso sul volto «assolutamente niente».

  
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