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Autore: Little Nanny    02/06/2014    2 recensioni
"Rimase fermo, in quell’abbraccio di cielo, su quel letto d’erba, a sognarla ancora."
La storia di un'amicizia e di un amore impossibile in uno squarcio di vita quotidiana di Severus Piton.
Questa storia partecipa al contest "L'eternità era sui nostri occhi e sulle nostre labbra" indetto da ColeiCheDanzaConIlFuoco sul forum di EFP-.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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A daydream

 

 

 

 

 

L’odore dell’erba bagnata era talmente intenso da riempirgli i polmoni e la mente; intorno a lui il silenzio di una serata primaverile lo avvolgeva in una dolce morsa.

Severus Piton amava il silenzio, era l’unica cura che conosceva per la sua mente straziata.

Straziata dai pregiudizi, dalle paure, da un ricordo che bruciava come non mai.

La capanna di Rubeus Hagrid era a pochi passi da lui e non gli era difficile distinguere la figura imponente del mezzogigante né tanto meno la sua risata fragorosa. Accanto a lui, seduta al tavolo, l’ombra di Lily Evans scuoteva la testa mentre anche la sua risata, più dolce e silenziosa, raggiungeva le sue orecchie.

Si bloccò poco prima di avvicinarsi alla porta della capanna, lo schiamazzo di voci estranee lo fece desistere dal proposito di bussare.

Si allontanò di poco avvertendo dei passi che si avvicinavano alla porta, il coprifuoco sarebbe scattato di lì a breve e Lily Evans era fin troppo ligia al dovere per farsi sorprendere fuori dal proprio dormitorio oltre l’orario consentito.

Si nascose dietro un albero poco distante in modo da poter tenere ancora d’occhio la capanna di Hagrid, ma soprattutto la ragazza che di lì a poco sarebbe uscita.

Severus non poté fare a meno di pensare a quante volte, in quegli anni, lui stesso la avesse accompagnata a trovare il mezzogigante. Non gli stava particolarmente simpatico, anzi, a dire il vero lo ritrovava tanto insulso quanto grosso, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vedere Lily rivolgergli un sorriso.

Rimase a fissare l’uscio per qualche secondo e gli parve un’eternità.

Il tempo in cui Lily non era con lui scorreva sempre in maniera diversa. I secondi diventavano minuti, i minuti ore e le ore erano un supplizio che il suo cuore non riusciva a sopportare.

Così, per nascondersi dalle grinfie di un tempo tiranno, si perse nei ricordi e, ad occhi chiusi, non gli era poi tanto difficile vederla correre ancora verso la capanna di Hagrid mentre stringeva forte la mano nella sua. Riusciva a vederla passeggiare con lui poco distante, ai limiti della Foresta Nera o nei pressi del Lago Nero. La vedeva ridere nei corridoi di Hogwarts o salutarlo dalla parte opposta della Sala Grande.

La vedeva raccogliersi i capelli che il vento le scombinava quando all’ombra di un albero sfogliava un libro.

La vedeva in ogni luogo, in ogni gesto, persino in quello sguardo ferito e colmo di disgusto che le trasfigurò il viso al suono delle parole più stupide che lui stesso avesse mai pronunciato.

“Schifosa Mezzosangue”.

Il cigolio della porta che si spalancava e la luce che illuminava il ciglio lo riportarono alla realtà, a quel presente in cui non era più riuscito ad incrociare i suoi occhi, se non per un bellissimo sbaglio.

La vide uscire all’aperto stringendosi appena nel mantello e, di riflesso, si inginocchiò sul prato per non farsi vedere.

Lily sorrise ad Hagrid e Severus si aggrappò all’albero con tutta la forza che aveva cercando di soffocare la tristezza e la rabbia che lo assalivano per averla ferita.

Sognò che quel sorriso fosse per lui, ancora una volta, ma, quando Hagrid richiuse la porta della capanna e il buio lo accecò di nuovo, non rimase più nulla della figura di Lily se non qualche rumore di foglie calpestate e qualche risata in lontananza.

Rimase fermo, in quell’abbraccio di cielo, su quel letto d’erba, a sognarla ancora.

E più la sognava, più stringeva forte la corteccia dell’albero al quale era aggrappato, come a stringere ancora un barlume di lucidità, un barlume di vita, ma chi ha iniziato a morire non smette mai di farlo. E lui era morto nel momento in cui l’aveva persa.

Riprese a sognare quelle efelidi che avrebbe tanto voluto accarezzare, a sognare le labbra carnose che non avrebbe avuto mai la fortuna di saggiare.

A sognare le mani che non lo avrebbero più stretto e quegli occhi immensi che non gli avrebbero più sorriso.

Sognare e basta.

Sognare e morire ogni volta.

 

 

 

 

 

 

NdA

Poche righe per dirvi che ho controllato su internet, facendomi peraltro una cultura sulla cronologia di Harry Potter xD, che il giovane Severus e la giovane Lily conoscessero Hagrid. Purtroppo, per certo, si sa solo che Hagrid faceva parte dell’ordine, per ciò ho supposto, controllando la linea temporale, che potesse comunque essere il guardacaccia durante il quinto/sesto anno ad Hogworts dei ragazzi. Ed è proprio in questo lasso di tempo che si svolge la storia, dopo che i due rompono i rapporti. Buona lettura!^^

 

   
 
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