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Autore: Light Clary    02/06/2014    1 recensioni
Violetta si è appena trasferita a Buenos Aires e quando comincia a frequentare i ragazzi del luogo, la sua vita cambia. Scopre di essere destinata a salvare la luce e per farlo dovrà ricorrere ai poteri che non sapeva di possedere.
Riuscirà Violetta a sfuggire al potere dell'oscurità che vuole impossessarsi di lei ad ascoltare il suo cuore che le indicherà la strada da percorrere per capire chi amare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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VIOLETTA POV
Accidenti, la lezione di danza è stata davvero faticosa. Sono stata rimbeccata cinque volte di seguito per via dei miei piegamenti repellenti. Poi mi è stato ordinato di fare uno spicco a incrocio con una spaccata e atterrare in piedi.
Ora ho le gambe doloranti. Mi sto rinfilando la maglietta e ora esco dalla sala diretta al distributore. Voglio comprarmi qualcosa di fresco da bere. I miei amici mi seguono.
-Sei andata bene- dice Maxi. Ma capisco al volo che mente.
-Dai non fare così- dice Federico – è sempre impegnativo la prima volta. Ma col tempo imparerai la coreografia e andrai al meglio.
Sorrido a entrambi: - Grazie ragazzi. Ma ora desidero solo riposare cinque minuti- porto al bottiglietta di succo d’ananas alle labbra e succhio così forte da svuotarne metà.
-Ora hai corso di musica – legge Maxi sul mio orario – quale strumento sai suonare?
-Me la cavo bene con il pianoforte- dico – e la chitarra.
-Angie ti proporrà di suonare quello in cui ti senti più sicura. E allo stesso tempo dovrai cantare.
-Cosa? Vuoi dire che l’ora di musica è la stessa di quella di canto?
- No. L’ora di canto è quando ti aiutano a perfezionare i tuoi toni sottolineandoti stonature e cose varie. L’ora di musica impari non solo a suonare, ma anche le melodie delle canzoni che dovrai in seguito cantare a quella di canto- Maxi cerca di essere più chiaro possibile, ma io capisco poco.
-Dai, vedrai che sarà una scemenza – dice Federico – con un’insegnante come Angie, poi! Andrà tutto liscio.
Non replico. Li saluto e mi dirigo all’aula di musica. Le pareti sono morbide e spugnose. Sono sola e gli unici oggetti sono un pianoforte posto davanti una lavagna bianca dove sono incise delle note e un cerchio a sedia di fronte, abbastanza grande da contenere tutti gli allievi.
Entro e la osservo per bene. Prima Camilla me l’ha solo fatta vedere dalla porta e non ho avuto il tempo di studiarne i dettagli perché mi ha trascinata via.
Ora però sono qui e posso tranquillamente osservarla.
Mi avvicino alla lavagna. Sotto il pentagramma dove sono scritte le note c’è il titolo della canzone. “ Te Creo”
E’ la stessa che ho cantato con Angie di fronte papà per convincerlo a lasciarmi andare allo studio.
A dire la verità l’altro giorno l’ho riascoltata completamente. E devo ammettere che è davvero bellissima.
Sfioro i tasti della tastiera e sento un gran desiderio di pigiarli. Mi guardo intorno. Non c’è nessuno. Posso dedicarmi due attimi di prova. Per questo faccio il giro e mi posiziono di fronte il piano. Le mie dita cominciano a premere i tasti mentre i miei occhi scorrono sullo spartito che ho di fronte. E senza rendermene conto, sto cantando.

LEON POV
Quel brutto figlio di un lupo! Diego è più che morto! È defunto! Non appena avrò finito le lezioni, non so quanto riuscirò a resistere dal non intrappolarlo in una prigione di piante carnivore accompagnate da un terremoto che lo trascinerà sotto terra fino a raggiungere il magma sotterraneo che lo avvolgerà sciogliendolo in mille ceneri! Mi sento così perfido in questo momento!
Però allo stesso tempo uno stupido. Noi lucenti siamo aggressivi a volte, ma pensare in questo modo significa pensare alla maniera degli oscuri. Mi devo calmare. E l’unico modo che sempre ci riesce è cantare. Le canzoni che in questi ultimi anni ho inventato sono diventate un vero flagello sul web e cantarle mi farebbero sentire meglio. La prossima ora è quella di musica e sono in anticipo. Posso dedicarmi i pochi minuti che mi restano per cantare “Voy por Ti”. La porta della sala di musica è chiusa. La sto per spalancare e gettarmi su una tastiera. Ma mi blocco.
Odo una voce provenire dall’interno. Una voce familiare. Sta cantando la canzone di Francesca a tempo col piano. La lezione è cominciata? No, impossibile. Ho visto Angie prendersi un caffè nella sala prove. Apro lentamente la porta abbastanza da farmi vedere con un solo occhio.
Scorgo Violetta dietro il pianoforte che canta. Ha un grande sorriso sulle labbra e si vede che ci sta mettendo tutta la volontà d’animo a intonare queste strofe. Mi rendo conto, oltre al fatto che la sua è la voce più bella che abbia mai sentito, che sto entrando e dalla mia bocca escono le parole della stessa canzone.
Violetta si ferma e alza d’istinto lo sguardo. Porta le mani dietro la schiena e arrossisce: - Che fai qui?- chiede.
-Ho la lezione di musica- rispondo.
-Oh, giusto. La lezione- dice lei portandosi i capelli dietro l’orecchio – Angie sta arrivando?
-Non ancora- dico. Sento una grande nostalgia della sua voce – Abbiamo pochi minuti.
Lei annuisce senza motivo e guarda il pavimento.
Decido così di riesortarla a cantare. Prendo la chitarra posta dietro il grande sedile e impugnando bene le corde intorno le prime note di “ Te Creo” - Ahora sé que la tierra es el cielo. Te quiero, te quiero! Que en tus brazos ya no tengo miedo. Te quiero, te quiero!
Lei inarca le sopracciglia. Io allora le indico il pianoforte e continuo a cantare. Violetta china la testa e sorride.
VIOLETTA POV
Però! Non mi ero mai resa conto di quanto Leon fosse bravo a cantare. La sua voce è ben intonata e precisa e non ha fatto neanche una stonatura, che io sappia non ho fatto nemmeno io. Tolgo quindi di mezzo l’imbarazzo della sorpresa che mi aveva fatto e torno dietro il pianoforte. Non so perché ho voglia di cantare a tempo della sua chitarra e del piano. Riprendo quindi a suonare e cantare: Y cuando te acercas no se como actuar Parezco una niña me pongo a temblar. No sé que me pasa no sé si es normal si a todas las chicas les pasa algo igual.
- Mientras algo me hablò de ti.
- Mientras algo crecìa en mí
- encontrè las respuestas a mi soledad.
- Ahora sé que vivir es soñar
E ora insieme: - Ahora sé que la tierra es el cielo. Te quiero, te quiero Que en tus brazos ya no tengo miedo. Te quiero, te quiero Que me extrañas con tus ojos Te creo, te creo
A questo punto lascio andare la tastiera e lui le corde. In questi pochi attimi ci rivolgiamo uno sguardo sorridente e soddisfatto. Rimango paralizzata senza muover un muscolo mentre mi accorgo che il suo sorriso è davvero bell…
- Oh, ecco dov’eri! – dice all’improvviso Angie entrando dalla porta – Ti ho cercata ovunque- guarda prima me, poi Leon mentre altri studenti la seguono dentro – Ho interrotto qualcosa?
-No niente – la rassicuriamo.
-Meglio così- sorride lei – allora Violetta, sei pronta per la tua prima lezione di musica.
-Certo- rispondo andandomi a sedere.
-Allora cominciamo.
Leon si alza e a va a posare la chitarra. Penso che ora si siederà vicino a me, invece cede il posto a una ragazzina brunetta e resta in piedi.
Angie è molto brava come insegnante.
Ci insegna le intensità, scrive le note e canta le canzoni da imparare e mi fa provare di fronte la classe. Mi ritrovo così a ricantare per la terza volta “Te Creo” però da sola questa volta. Ormai la lo a memoria anche suonata al piano e non c’è bisogno che guardi i tasti senza staccarli. Mi rivolgo invece a Leon che continua a sorridere ondeggiando di tanto in tanto come accompagnato da questa melodia.
Una volta finito, gli applausi partono da lui e mi sento davvero in imbarazzo. Angie mi da come compito per casa … scrivere una canzone da sola? Io? Per il giorno dopo? Santo cielo! Non ce l’avrei mai fatta.
-Col tempo imparerai a comporle in poche ore – mi dice in un orecchio – ma visto che sei ancora all’inizio, ti do il permesso di cominciare subito – mi da dei fogli pentagrammati e uno in bianco con matita – mettiti sulle panchine qui fuori e trova l’ispirazione.
Le sorrido ed esco, rivolgendo uno sguardo veloce a Leon che mi segue con gli occhi, vedendomi raggiungere la porta dell’accademia e spuntare in piazza. Sento un fastidio provenire dal petto.

 
  
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