To break like time
Fuori
nevicava.
Avrebbe
tanto voluto uscire Lenalee, ma la febbre la teneva inchiodata al
letto. … E mio fratello…
Vedeva i
fiocchi cangianti scivolare lentamente dal cielo grigio dalla finestra
della
sua camera.
Era una
cosa tanto bella e deprimente al tempo stesso. Sono
stanca di stare a letto…
Riappoggiò
la testa al cuscino e si voltò verso il muro, per non veder
più il panorama
innevato che aveva tanto desiderato.
“Uffa…”
Spostò
con
non curanza una ciocca di capelli dal volto. Avevano ricominciato a
ricrescere
i suoi –come aveva detto Komui- bellissimi
capelli, però qualche volta, come in quel momento,
si accorgeva di non
essere più abituata alla loro lunghezza.
Qualcuno
bussò alla porta, facendola sobbalzare.
“Lenalee?”
Era Allen.
Probabilmente era venuto a portarle il pranzo.
“Entra
pure.”
La
maniglia si abbassò ed il ragazzo entrò nella
stanza, sorreggendo un piatto
fumante.
“Il
pranzo.” Disse, sedendosi su di una sedia.
Di mala
voglia lei accettò il cibo. Erano giorni che mangiava solo
minestrine insipide,
avrebbe tanto desiderato qualcosa di più sostanzioso.
“Non
c’è
la remota possibilità che tu mi abbia portato
qualcos’altro?”
Allen
scosse la testa, il sorriso sulle labbra un po’ viola dal
freddo.
“Il
signor
Komui ha espressamente detto di no. Solo cibi sani.”
Mise una
mano nella divisa, estraendo un piccolo fagotto avvolto in un
tovagliolo. “… Ma
io non sono il signor Komui, quindi…”
Lenalee
allungò le mani verso di lui, speranzosa.
“Non
far
cadere nemmeno una briciola, sennò dovrò iniziare
a nascondermi da tuo
fratello.”
“Grazie
Allen-kun!
Stavo morendo di fame!”
Mangiò
di
fretta il dolce, col sorriso stampato in volto.
Non vedeva
l’ora che quella stupida malattia se ne andasse, era stanca
di estrarre
informazioni sui compagni ascoltando solo i resoconti –scarni- di Allen.
“Che
giorno è oggi?” domandò soprappensiero
Lenalee, ingoiando l’ultimo cucchiaio di
minestra.
“Lunedì.”
Rispose prontamente il ragazzo, prendendole il piatto vuoto dalle mani
e
poggiandolo su di una scrivania lì accanto.
“No,
hai
frainteso, intendevo…”
“E’
il 15
di Dicembre.”
Sorrise
Allen, un po’ malinconicamente, fissandosi la punta delle
scarpe.
“Quindi
fra dieci giorni è il tuo compleanno!”
“Sì…
e no.”
Lenalee si
sdraiò, tirando le coperte fin sopra le spalle. Aveva freddo.
“In
che
senso?”
Il ragazzo
alzò il volto di scatto, gli occhi fissi in quelli appena
visibili della
compagna fra le pesanti coperte.
“E’
l’anniversario della morte di Mana.” Si
levò dalla sedia, iniziando a tirare le
tende; Lenalee aveva bisogno di riposo.
“…
Quindi,
preferirei non festeggiare nulla.”
Lo disse
con tono pacato, quasi distante. Sapeva benissimo che la mente della
ragazza
aveva da tempo iniziato a preparare idee per un evento simile, ma
proprio non
gli andava di far festa in un giorno che da anni faceva riaffiorare in
lui solo
brutti ricordi.
“Oh,
mi
dispiace! Scusa mi ero dimenticata…” Si mise di
scatto a sedere, i capelli che
le arrivavano appena sotto le spalle.
“Non
importa…” Le si avvicinò e, come ogni
giorno da ormai una settimana, le
rimboccò le coperte. “Ora
dormi…”
Sorrise
Lenalee, le gote imporporate un po’ per la malattia e un
po’ per il disagio di
trovarsi a pochi centimetri dal volto del ragazzo.
“Allen-kun…”
“Si?”
“Resteresti
qui con me oggi?”
Allen
spalancò gli occhi alla domanda tanto insolita.
Non aveva
mai visto Lenalee tanto “indifesa” come in quel
momento.
“Lenalee,
non stai bene per caso?”
Le
posò
una mano sulla fronte, per sentire la temperatura della ragazza, ma
quel gesto
non fece altro che farla ulteriormente avvampare.
“Scotti.”
Esordì infine il ragazzo, sedendosi sul letto accanto a lei.
“Vuoi
che
vada a chiamare
Le
passò
una mano fra i capelli, facendola scivolare fino alla guancia destra e
soffermandosi
su di essa.
“Scotti
pure qui…”
La
fissò
negli occhi per una manciata di secondi.
Erano
rossi e gonfi, ma avevano sempre quella luce nascosta che tanto li
distingueva
dagli altri.
Avvicinò
il proprio volto a quello di Lenalee, gli occhi semichiusi.
“Aspetta
Allen-kun…”
Gli premette
la mancina sul petto, allontanandolo un po’.
Il ragazzo
rimase un po’ stupito, poi, quando capì di aver
commesso un errore, abbassò il
capo per nascondere il viso arrossato dall’imbarazzo.
“Scusa
Lenalee, non so che mi è preso…”
Un dito
pallido si posò sulle sue labbra, ammutolendolo.
“Ti
ho
fermato perché… insomma, ti ammaleresti anche
tu…”
Allen
spalancò
gli occhi e soffocò una risata.
“Oh,
Lenalee…”
Le prese
il volto fra le mani, premendo le labbra contro quelle della ragazza.
Lenalee
ricambiò subito il bacio, felice. Una lacrima di gioia le
scivolò lungo il
volto, cadendo silenziosa sulle coperte.
“Adesso
ti
ammalerai pure tu.”
Esordì
la
ragazza, mentre prendeva fiato.
“Non
m’importa. Vuol dire che potrò starti vicino senza
preoccuparmi che tu stia
male a causa mia.”
La
baciò
ancora, soffermandosi a lungo su quelle labbra pallide.
Un
orologio lontano iniziò a rintoccare lo scorrere del tempo,
spezzando la candida
quiete che avvolgeva l’Ordine.
Allen si
scostò lentamente da Lenalee, sorridendole.
“Devo
andare ora…”
Le
lasciò
un lieve bacio sulla guancia, allontanandosi verso la porta.
Il
silenzio piombò prepotente nella stanza, mentre
l’orologio lontano continuava a
suonare.
Ringraziamenti:
Allora, per
prima cosa rigrazio di cuore Edward ed Irene Adler che hanno recensito.
Grazie mille!
Edward: mi impegnerò perchè la sesta non esca uno schifo! Promesso! é_é/
Irene Adler: le mie fic saranno sempre e solo delle AreRina xD Pultroppo (o forse no?) non riesco a scrivere con degli altri pairing...
Ringrazio, già che ci sono, tutti gli utenti del mio forummino caro che hanno commentato là la prima one-shot della raccolta, sperando che commentino anche questa seconda! xD