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Autore: Julietds    02/06/2014    1 recensioni
Capelli neri appiccicati alla fronte, corpo grondante di sudore, centinaia ragazzi urlanti davanti a me e un forte mal di testa dovuto al troppo alcool misto a eroina in corpo quella sera.
Ecco com'era essere Ronald Joseph Radke.
Ero in quell'esatto momento in cui il rumore si fa ovattato per le mie orecchie e la mia mente si svuota completamente; è come se non fossi più nel mio corpo, come se non fossi io a dover cantare e fossi lì per mero caso. Il mio chitarrista mi fa un cenno, sono pronti ad iniziare. Ma io decisamente no, mi sento un cerchio alla testa. Cerco poco realisticamente di alzare il microfono per aprire questa serata ma riesco solo a fare qualche passo barcollando all'indietro prima di ritrovarmi per terra.
Tutto quello che ricordo dopo sono solo un mucchio di pallini neri che mi appannano la vista.


Una storia che racconta molti fatti realmente accaduti e molte altre situazione che ho immaginato.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Craig Mabbit, Max Green, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Ronnie Radke
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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Gennaio 2006
 
Sudo freddo, Max aveva detto che sarebbe tornato subito e mi ha abbandonato qui da solo nel backstage. Tra venti minuti dobbiamo salire sul palco e lui non è ancora tornato. È la seconda canottiera che mi cambio oggi. Sono seduto per terra con la schiena appoggiata al muro che sbircio per vedere quanta gente c'è stasera. Non riesco a vedere ma comunque abbiamo riempito il locale come solito. I ragazzi adorano le nostre canzoni, le ragazze ci lanciano di tutto sul palco. In questo momento vorrei solo che mi lanciassero Max, che spuntasse dal palco per venire nel backstage a dire “Ehi, ho trovato la roba! Siamo a posto per stasera!” e invece ancora non si vede.
“Andrà tutto bene, Ronnie” mi dice Omar. Non andrà bene nulla. Niente. Nada. Max è via da tre quarti d'ora. Che abbia avuto qualche problema? Io non ne voglio più. Già l'anno scorso ho dovuto rimetterci cinquecento e passa dollari per quell'idiota di un avvocato che mi sono trovato e quella giudice infame. Nancy Oesterle. Un amore di donna.
Ma il problema resta sempre lo stesso: Max è sparito e io ho bisogno di farmi da matti.
Inizio a pensare alle potabili alternative..Jack, il nostro pusher qui a LA? Vado a cercarlo.
Non lo trovo. Fermo due facce conosciute. “Ragazzi avete visto Jack?”
“No, mi dispiace. Stasera non si è fatto proprio vivo”
Me ne vado subito dopo l'aver sentito la parola no senza neanche salutarli. Ci mancava solo questa. Giro e rigiro avanti e indietro. Robert tenta di calmarmi in qualche modo ma io sto dando fuori di matto. Mando giù tutto l'oxycontin che mi è rimasto. Sento delle voci in lontananza nel backstage. Finalmente quell'idiota del mio migliore amico si è rifatto vivo. Gli vado incontro con le mani tremanti.
 
“Allora?” urlo quasi. Max tira fuori dalla tasca un sacchettino mezzo pieno di polvere bianca. “Non ho trovato di meglio per 700 dollari” dice alzando le spalle.
“E il resto?”
“Me la sono fatta in macchina.”
“Okay.” Prendo il sacchetto e sparisco in un bagno, dentro al quale mi chiudo per una decina di minuti.

 
***


Quando mi decido ad uscire sto decisamente meglio. Sento il solito orgasmo che percorre ogni membra del mio corpo, le mani smettono di tremare, i pensieri si calmano. Apro la porta molto lentamente. Per poco non cado in braccio a Max.
“Mi dispiace per prima amico”
“È tutto okay” risponde lui tranquillo sorridendomi.
“Andiamo nel mio camerino?”
“Sì, andiamo” dice lui trascinandomi per tutto il corridoio.
 
Restiamo lì una ventina di minuti.
“Senti che merda sta suonando la band che apre il nostro concerto!” urlo a Max.
 Lui ride.
“Amico la settimana scorsa eravamo sul palco durante la loro esibizione a scatenarci!”
“Lo so! Ero fattissimo. Quella si che era roba buona.”
“Lo so, lo so Ronnie. Non ho trovato granchè questa sera.”
“Non fa niente amico. Stavo per darti per perso! Ho cercato John per una mezz'ora buona ma nessuno sapeva dove fosse.”
“Huh? Jack intendi? In effetti non l'ho visto  questa sera” qualcuno viene a bussarci alla porta. Monte fa capolino avvisandoci che stiamo per entrare in scena.
Metto un braccio intorno al collo di Max. “Andiamo a sfondargli il culo!” urla mentre corriamo verso il palco.
Quel ragazzo è un idiota, non poteva non essere il mio migliore amico.
 
 
***

 
A fine concerto sono grondante, come sempre. Ho bisogno di una doccia ma Max che non è ancora soddisfatto mi propone di andare a vendere un po' della merce del tour per fare scorta di coca. Ovviamente accetto.
Appena usciamo dal retro tutta la folla ci si riversa addosso se non fosse per le guardie che ci salvano per un pelo. Decidiamo di uscire da un'uscita secondaria. Lì per fortuna ci aspettano – relativamente – pochi ragazzi che non sono riusciti ad entrare a sentire il concerto. Facciamo i bravi ragazzi e firmiamo foto, tette e magliette a tutti e riusciamo anche a tirar su 400 dollari di roba.
“Speriamo di tornare presto a LA, siete grandi ragazzi!” urlo mentre mi dirigo verso il bus con Max.

 
***
 
Maggio 2006
 
“Abbiamo prodotto il nostro primo EP e se ci va bene tra qualche mese uscirà il nostro primo album” dico all'intervistatrice. Sono ubriaco, Max è messo peggio di me, siamo tutti esausti. Per fortuna l'intervista non è stata particolarmente lunga, le cinque solite domande stupide: come state, ho saputo che è uscito il vostro primo EP, come va il tour, da quanto tempo vi conoscete, che tatuaggi avete.
Il mio corpo chiama ossicodone.
Il mio corpo chiama rum.
Il mio corpo chiama una serata come si deve, senza ricordare che l'ultima volta che ho dato il mio meglio sono andato in overdose.
E spariamocela.
 
 
***

 
Le cose non sono andate come volevamo. Come potevo aspettarmi.
Sabato mi sono visto quattro ragazzi della compagnia mia e di Max. Ho parlato al telefono con Chase, uno di loro, era fuori di sé, parlava di un conto in sospeso con un certo Michael di cui avevo già sentito parlare, un ragazzo di un gruppo rivale, diciamo. Ne avevo già sentito parlare da Max un paio di volte.
Così ci siamo accordati e dopo le due è passato a prendermi in macchina. Gli accordi consistevano nell'incontrarsi nel mezzo del deserto e fare i conti. Abbiamo passato lì una mezz'oretta in cui ho tentato inizialmente di far cambiare idea a Chase, ma poi quel Michael ha iniziato con gli insulti pesanti. Chase si era portato una pistola e io sapevo che non sarebbe finita bene. Alle 2.35 eravamo già in macchina, che lasciavamo Cook steso a terra.
Mi ricordo che mentre mi allontanavo e fissavo quel corpo stesso morto pensavo “ti prego, fai che non se ne accorga nessuno”. Poi sono diventati pensieri più realistici del tipo “ora da dove cazzo li tiro fuori i soldi per pagare di nuovo l'avvocato” e “speriamo che non mi scoprano la roba”.
 
 
***

 
26 settembre 2006
 
Dying Is Your Latest Fashion è finalmente uscito, siamo tutti euforici. Io e Max specialmente. Se non fosse per il processo che mi grava sulle spalle e la continua ricerca di soldi sarei finalmente quasi totalmente felice.

Quasi.
   
 
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