Si chiama Harry Styles. Ha i capelli castano scuro, lunghi fino alle spalle, una bella pelle e occhi verdi come smeraldi; ma non è questo il motivo per cui non riesco a staccargli gli occhi di dosso. C'è qualcos'altro. Qualcosa di... inquietante. è un non so che di soprannaturale che mi attira. è lì in piedi, imbarazzato, di fronte a ventisette alunni della decima classe , e sembra che non sappia cosa fare con le mani... e con i suoi strani occhi. Mentre vagano nervosamente sulla parete di fondo del laboratorio, intravedo incredibili cerchi blu inchiostro attorno alle profonde iridi verdi. Vagano ovunque, senza mai agganciare lo sguardo di nessuno. Lui continua a spostare il peso da un piede all'altro, e porta uno zaino nero che sembra aver fattoi due volte il giro del mondo, appeso a quella spalla leggermente curva. Indossa l'uniforme scolastica: i soliti pantaloni grigi , camicia bianca, cravatta rossa a righe. Il tutto ha un aspetto piuttosto logoro. Il professor Garret, l'insegnante di scienze, ci dice qualcosa su di lui. Si è trasferito da Holmes Chapel con la famiglia un paio di giorni fa e ha un fratello più piccolo, Casey, in terza. Pare che io non sia l'unica a essere interessata. Anche Tasha Daniels ha messo gli occhi su Harry. Ma lei lo fa nel suo solito modo lascivo , con le labbra truccate appena dischiuse a mò d'invito. Dio, quant'è prevedibile. Lancio una rapida occhiata a Bicipite, bullo della classe e ragazzo di Tasha, se pare che ultimamente ci siano guai in famiglia. Non si chiama davvero Bicipite, è ovvio. Il soprannome se l'è guadagnato al quarto anno grazie all'allenatore di calcio, impressionato dal fisico da regbista e dalle braccia muscolose. Poi il suo nome risultò molto adatto anche alla sua personalità, che non era un granchè nemmeno allora. Io lo so, c'ero. Eppure ora non riesco a immaginare di chiamarlo Angus John, nome ispirato a qualche avo scozzese. Nemmeno gli insegnanti osano. Bicipite è uno di quei tipi rozzi e violenti che ti possono rendere la vita un inferno per il puro gusto di farlo. Nota subito l'interesse di Tasha per il ragazzo nuovo e registra immediatamente la minaccia; in fondo è un concetto abbastanza semplice perchè lui lo capisca. Decido di sondare la mente di Bicipite. è una delle cose che mi ha insegnato Jillian. Lei dice che ho il dono di percepire le emozioni degli altri.Negli anni ho affinato la tecnica che ormai devo solo concentrarmi qualche secondo e sono dentro. Dentro la sua testa. 'oh,porca miseria!' Batto rapidamente in ritirata, mi gira la testa. è tutto combustibile che brucia, come se fossi entrata per sbaglio in un motore a reazione. << Kate?Kate!>>  Hannah la mia migliore (e unica) amica, con gli occhi castani spalcati. << ti senti bene? Sei più cadaverica del solito >>. Sorrido, ignorando l'allusione al cadavere.Ammetto di avere l'aria un pò anemica,ma non lo sono. Cerco di evitare il sole,perchè mi scotto facilmente;perciò vivere qui ad Ashpeak Mountain mi va benissimo, in inverno c'è perfino la neve. Ho i capelli lunghi lisci e biondi, dono di padre mai conosciuto. A parte la pelle chiara, non somiglio affatto a mia madre.A quanto pare, lei è mora come il carbone. O almeno lo era quindici anni fa, l'ultima volta che l'ho vista.Ovviamente non ricordo nulla.è stata mia nonna Jillian a tirarmi su. La genmte dice che sembro un'hawaiana. Dev'essere per via degli occhi, che sono di un castano nero, un po a mandorla.Tutto considerato, mi sembra strano che molti mi considerano una strega. Certp,hanno ragione, ma non nel senso classico del termine.  Hannah è l'unica a sapere la verità. Gli altri si limitano a sperttegolare; la comunità qui è piccola e ficcanaso in modo quasi patetico. Ma Hannah ha visto cosa sono in grado di fare, che comunque non è molto.Non ancora almeno. E anche se Jillian è mia nonna, non la chiamo nonna. Lei mi ha cresciuto dal giorno in cui mia madre se n'è andata, quando avevo solo otto mesi. Pare che non riuscisse a sopportare di sentirmi piangere... abitudine che poi ho preso, sia chiaro. Non appena sono stata in grado di capire, Jillian mi ha spiegato la scarsa propensione di mia madre per i bambini, e mi ha detto di non preoccuparmi,comunque,perchè per fortuna lei,Jillian,i bambilini li adorava. All'inizio non sapeva nemmeno lei come dovevo chiamarla. 'Mamma' non andava bene. Oltrtutto l'intero paese sapeva la verità: che Karen Warren aveva dato alla luce una bella bimba alla matura età di quindici anni e tre mesi. E visto che Jillian non amava i nomignoli -poco adatti,secondo lei, a una donna di trentun anni- sono cresciuta chiamandola per nome. Una cosa che Jillian mi ha sempre racccomandato è di tenere segrete certe cose. Le mie capacità, per esempio: far muovere gli oggetti,praticare incantesimi,percepire gli stati d'animo, e insomma... cambiare le cose. Sono solo piccoli trucchi in confronto di quello che sa fare lei. Nessuno gle lo dice in faccia, ma quasi tutti sanno che Jillian è una strega. Sul mio conto fanno solo congetture, ma non ci hanno mai sorprese a far nulla, Jilllian ci sta molto attenta. Sono giunti a quella conlusione mettendo insieme l'aspetto della nmostra casa (al limite della foresta pluviale) con il fatto che Jillian abbia un negozio New Age e cher scriva degli articoli per riviste di magia (che servono a mantenerci). Per questo, nessuno glelo dice apertamente: hanno paura che lei gli appioppi qualche magia 'nera' . Non la conoscono, è chiaro. Se solo avessero il buon senso di leggere uno dei suoi articoli capirebbero subito cos'è Jillian: una guaritrice. Una strega,certo,ma che non c'entra niente con quelle stupide idee preconcette che quasi tutti hanno sulle strghe. E Jillian poi non è 'tipica' in nulla. Quanto a me io sonoi ancora in formazione. Sento un rumore e vedo... CIAO A TUTTI!!!   SONO FEDERICA L'AUTRICE DI QUESTA STORIA SPERO CHE VI PIACCIA, SE AVETE CONSIGLI O GIUDIZI SU COME MIGLIORARE LA MIA STORA RECENSITE PURE ;-)