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Autore: HZLNL_1D    02/06/2014    7 recensioni
Dopo aver avuto soltanto delusioni, tendi sempre a stare sulle tue, a mantenere una certa distanza dalle persona, qualsiasi rapporto ci sia, tendi a mantenere una certa distanza da tutto quello che potrebbe procurarti altro dolore.
Ti abitui alla solitudine, oltre a quella esteriore, anche a quella interiore, che è peggio.
Impari a fare affidamento solo tu stesso.
È così la vita: ti toglie e ti da.
Sta a te trovare un modo per sopravvivere.
Qualcuno, per cui sopravvivere.
_______________________________
Dicono che gli opposti si attraggono.
Ma se per una volta, fossero due persone apparentemente diversi ma così profondamente uguali ad attrarsi?
Dalla storia:
"Allora, vado così ti lascio sola."
"Tanto ci sono abituata."
"Ok, vado."
"Ho detto che ci sono abituata, non che mi piace."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The past is not forgotten.

Notte. Notte dolorosa. Notte che sembra non passare mai. Una di quelle notti dolorose che non vuole finire. Notte di coperte che proteggono e ricordi che lasciano dubbi e un po’ d’amaro in bocca. 
Haley si gira e rigira. Il passato, a volte, rende scomodi i cuscini.
Ricordi di anni passati. Ricordi che racchiudono felicità, gioie e dolori. Due anni fa Haley passava solamente giorni felici e spensierati con la sua famiglia. Le sue amiche. Il suo ragazzo. E poi quella sera. Quella fottutissima sera, a quella fottutissima festa.
E ai ricordi si aggiungono i sensi di colpa. Quelli sono terribili, ti mangiano dentro.
Se solo lei non fosse andata a quella festa. 
Se solo non avesse visto quei due.
Se solo non avesse reagito in quel modo.
Tutta una questione di se e di ma, che non riporteranno mai indietro le persone che ha perso.
Una lacrima scende veloce.
E un altro ricordo si fa spazio nella sua mente.
Tre ragazze quindicenni che scherzano felici, che promettono di non separarsi mai. Promessa infranta.
E via  un’altra lacrima.
E poi lui. Probabilmente il suo primo amore. Il primo amore adolescenziale. Quello che crediamo durerà per sempre, ma poi si cresce. E si capisce che non è così. E magari si arriva a pensare che il per sempre non vale per tutto.
Ma lei non può dimenticare lui. Il suo primo ragazzo. Il suo primo amore. Il suo primo ‘ti amo’. La sua prima volta. 
Il suo, non più, Andrew. 
Quel ragazzo di due anni più grande di lei. Occhi azzurri. Capelli neri, un ciuffo sistemato e raramente trasandato. Sempre messo in tiro. E quel sorriso. Quel sorriso di cui lei si era innamorata.
Non potrebbe mai dimenticare i loro momenti passati insieme. 
Le loro parole. Le loro carezze e i loro baci.
Come non potrà mai dimenticare il dolore che lo stesso ragazzo che amava, le ha procurato. 
E che poi l’ha abbandonata, senza perché né ma. 
E via altre lacrime prima di addormentarsi in quel letto freddo.

Haley ha dimenticato cosa significhi addormentarsi con il cuore in pace. Fino a due anni fa, quando era quella quindicenne contenta della sua vita, si addormentava quando ne aveva voglia e si svegliava quando ne aveva a sufficienza. Ora invece si addormenta quando gli incubi si placano e balza immediatamente in piedi appena suona la sveglia. Proprio come quella mattina.
Le 7.00. Dopo aver spento la sveglia, Haley si siede nuovamente sul letto, stiracchiandosi un po’. 
L’occhio le cade sul suo polso e quel segno è ancora lì. 
Ancora troppo visibile. E gli avvenimenti della giornata precedente ritornano a scorrere nella sua mente. 
Quegli occhi verdi. 
Quelle parole piene d’odio.
Quei gesti violenti. 
E improvvisamente la voglia di alzarsi da quel letto e uscire da quella stanza, scompare. 
E se dovesse incontrarlo di nuovo? E se dovesse ritrovarsi nuovamente sola con lui? 
Poi un paio di occhi castani e delle parole riaffiorano nella sua mente. 
“Haley, so che non dovrei preoccuparmi di te. Ma invece oggi l’ho fatto e no,non so il perché. Ma so che hai bisogno di aiuto”
E poi quel sorriso.
Sorrise, ricordando la gentilezza di quel ragazzo. 
Calum. 
Sorrise ancora, trovando la forza di alzarsi e di prepararsi per affrontare una nuova giornata. 
Mise un paio di leggings con motivi floreali, una maglia leggera grigia e le converse.
Lasciò che i capelli le cadevano lunghi sulle spalle e dopo essersi sistemata con un filo di trucco, per nascondere gli occhi rossi e gonfi, raggiunse Josh al piano di sotto.
-Haley- il solito buongiorno da parte di Josh accompagnato da un sorriso, ma questa mattina turbato.
- Buongiorno Josh, cosa succede? - gli chiese Haley addentando una mela e cercando di apparire più felice possibile.
Missione ancora più difficile dopo avvenimenti come quelli del giorno precedente. 
- Ieri non ci siamo visti per niente, è andato tutto bene?- le chiese e lei rimase con la mano a mezz’aria, chiedendosi perché avrebbe dovuto chiederglielo. Non le piaceva mentire, ma non voleva neanche farlo preoccupare.
- Si, certo. Perché?- 
-Ti ho sentita piangere questa notte Haley.- disse Josh serio, e Haley si sentì in colpa. Doveva mentirgli ancora una volta.
-Ehm.. Sarà stato qualche incubo. Mi capita di farli a volte. Tranquillo Josh, davvero.- un altro sorriso.
-Va bene, andiamo?- 
-Andiamo.- Haley finì di mangiare la sua mela e Josh di bere il suo caffè, per poi uscire di casa.

-Torno con il treno oggi?- chiese Haley prima di chiudere lo sportello della macchina.
-No,aspettami qui che vengo a prenderti io.- le sorrise Josh.
-Va bene. Buon lavoro e grazie.- lo salutò per poi chiudere lo sportello e allontanarsi, senza nemmeno dargli il tempo di rispondere. Perché sapeva che le avrebbe chiesto a cos’era dovuto quel grazie e Haley non avrebbe voluto rispondere a quella domanda. Quel grazie era dovuto a molte cose.
Arrivò davanti all’entrata della Richmond e tutta la sicurezza che credeva di avere fino a quel momento, sparì.
Guardò il suo polso coperto dalla maglia, poi guardò nuovamente la porta e non ce la fece.
Si voltò, con l’intenzione di andare a prendere il primo treno e tornare a casa, ma andò a sbattere contro il petto di qualcuno.
- Ma che cazz… Haley!?- 
La ragazza alzò lo sguardo e vide due occhi castani che la scrutavano stranito.
-Ehm.. Ciao Calum.- cercò di passargli accanto, ma il ragazzo fu più veloce e riuscì a fermarla.
-Haley l’entrata è di là- disse sorridendo e indicando le porte che si aprivano e chiudevano quando altri ragazzi della Richmond entravano. 
-Si lo so. Solo che… stavo tornando a casa.- 
-Ti senti male?- chiese lui guardandola con quei due occhi indagatori.
-No,solo che…- 
-Haley, oggi non c’è Ashton.- sussurrò Calum, come se volesse farsi sentire solo da lei.
Haley si bloccò sul posto, con lo sguardo fisso negli occhi castani di Calum. 
Rimase di stucco, chiedendosi come avesse fatto a capirlo. Ma forse non ci voleva molto, visto che lui sapeva cosa era successo.
-Entriamo insieme?- le chiese Calum, questa volta sorridendole nella speranza ti trasmetterle un po’ di sicurezza.
Haley annuì e insieme entrarono nell’edificio, perdendosi tra la folla di ragazzi che si creava ogni mattina nei corridoi.
Si fermarono prima nell’armadietto di Haley, dove prese i suoi libri. Per poi andare in quello di Calum.
-Allora… come stai?- le chiese Calum poco sicuro. Il ragazzo era in evidente imbarazzo, forse per paura di infastidirla come il giorno precedente e se non fosse stato per la domanda che gli aveva posto, Haley avrebbe anche potuto trovarlo carino. 
-Io ho filosofia la prima ora, tu? - gli chiese lei.
-Haley…- Calum non continuò la frase, ma bastò perché Haley capisse.
-Calum, vuoi una risposta? Sto bene,grazie. E tu?-
-Io ho matematica la prima ora.- 
Haley guardò il ragazzo e gli sorrise. Nonostante sapesse che Haley non diceva la verità, aveva seguito il suo gioco.
-Bene, ti accompagno in classe.- 
Haley annuì e insieme si incamminarono verso l’aula.
-Come si chiama la tua professoressa di filosofia?- non gli interessava poi così tanto, ma voleva cominciare a fare ciò che aveva deciso il giorno prima. Diventare suo amico.
-Una certa Fos… Ops, non ricordo.- disse lei facendo subito dopo una piccola risata.
-Fosopsnonricordo non la conosco, io conosco una certa Foster.- disse Calum, ridendo insieme alla ragazza.
-Devo dire che sei un tipo simpatico,sìsì.- e ancora risero di nuovo, fino a quando arrivarono davanti la porta della classe.
-Si, sono molto spiritoso lo ammetto. Ora ti lascio alla tua ora di filosofia. Ti avverto, la Foster è una tipa tosta.- le sorrise e andò via ammiccando.
Haley rimase lì, con un sorriso stampato sul volto. A pensare quanto quel ragazzo fosse gentile con lei, nonostante si conoscessero da nemmeno tre giorni.
Entrò e prese posto, mentre l’aula cominciava pian piano a riempirsi e quando furono tutti arrivati, la professoressa Foster cominciò la sua lezione.
-Bennet, lei è nuova giusto?- ed ecco la solita domanda.
-Si professoressa, sono arrivata in questa scuola da tre giorni.- rispose Haley aggiungendo qualcosa in più sperando che non le venisse chiesto altro.
-In che situazione si trova con questa materia? Le verrà facile raggiungere la classe?- 
-Si professoressa, questa materia mi piace e non avrò nessuna difficoltà a studiarla.- 
-Bene, magari poi si prende gli argomenti che abbiamo studiato da qualcuno così li studierà. Oggi, andremo avanti e parleremo del filosofo Kierkegaard.- la professoressa continuò la sua lezione e Haley seguiva affascinata. La filosofia era una delle poche materie che le era sempre piaciuta e in cui aveva ottimi voti. Seguì interessata la vita del filosofo, fino a quando sentì il suo telefono vibrare.
Lo prese e vedendo che era un messaggio da parte di Janelle, sorrise. In questi ultimi giorni si erano sentite solo per un buongiorno e niente di più, ma Haley aveva bisogno di raccontarle. 
“ Piccola mosca♥
Allora cosa mi racconti? Nuovi incontri? Amicizie? Qualche bel figo? Su, spiffera tutto.” 
Lesse il messaggio due volte, riflettendo su cosa avrebbe dovuto dirgli. Alla fine decise che glielo avrebbe detto, raccontandole tutto non appena poteva.
“Ehi♥
Comincio dicendoti che sono stata adottata da un ragazzo di ventotto anni, Josh. È gentilissimo. E fin qui va tutto bene. Mi trovo bene con lui. Ma questi primi tre giorni a scuola sono andati uno schifo. Oltre al fatto che sono sola, ho conosciuto un tipo. Stronzo, violento e pericoloso. Ho già avuto problemi con lui. Ti racconterò meglio quando sarò fuori da scuola.
Ma ho conosciuto anche il suo amico, Calum. Sembra un tipo apposto e con me si comporta bene. 
Ma tutto il resto è uno schifo Janelle… vorrei che tu fossi qui.” 

-Ehi, Haley giusto?- una voce squillante fece sobbalzare Haley, facendole cadere il telefono di mano.
Alzò gli occhi e vide un paio di occhioni grigi che la scrutavano felice.
-Si?- rispose dopo aver recuperato il telefono da terra.
-Io sono Abbie, mi dispiace averti spaventato.- disse la ragazza spostandosi un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
-No tranquilla, ero presa da altro.-
-Beh potevo essere un po’ più delicata anche io- disse Abbie e insieme risero. -Ti ho vista nei corridoi in questi giorni e ho notato che sei sempre sola. Anche se questa mattina ti ho vista con Hood.- il tono della ragazza assunse una nota maliziosa e quando vide Haley spalancare gli occhi rise.
-Non è come pensi, mi ha solo accompagnato. Non ci conosciamo quasi per niente.- disse Haley cercando di giustificarsi.
-Tranquilla, stavo solo scherzando. Comunque dicevo, mi sei sembrata simpatica e volevo presentarmi. E poi se ti va posso darti io gli argomenti di filosofia e aiutarti a recuperare il programma.- 
Haley annuì e ringraziò la ragazza, che prese posto nel banco al suo fianco per il resto della lezione.
Abbie era una ragazza con i capelli biondi e le punte azzurre, occhi grigi e pelle da tipica australiana. Sembrava una ragazza simpatica e di buona compagnia. E anche stravagante. Non era un di quelle ragazze smorfiose, nonostante fosse una bella ragazza.

-Ci vediamo pomeriggio allora?- le chiese Abbie, mentre aspettavano insieme che arrivasse Josh.
-Si, in caso ci sentiamo per telefono. Oh eccolo, è arrivato.- Haley salutò Abbie, che la fermò.
-Tu abiti con… insomma… E sulla macchina di quel gran figo che stai per salire?- disse Abbie indicando scioccata la Range Rover nera. 
Haley rise e dopo aver annuito alla ragazza le fece un cenno di saluto, per poi salire in macchina.
-Ciao Josh.- 
-Ciao, fatto amicizie?- le chiese Josh alludendo alla ragazza che faceva gesti incomprensibili ad Haley indicando Josh, causando così le risate sia di Josh che di Haley.
-Si, l’ho conosciuta oggi. Si chiama Abbie.- disse facendo spallucce.
-Mi fa piacere. Senti, prima di arrivare a casa devo passare un attimo dalla stazione di polizia, ti dispiace?-
-No certo, figurati.- 
I dieci minuti di viaggio che seguirono, li passarono cantando tutti i pezzi musicali che passavano alla radio, ridendo e scherzando. E Haley si sentì leggera, come se una parte di lei tornasse a vivere.
Arrivarono alla stazione di polizia e Josh parcheggiò proprio davanti. 
-Cercherò di fare il prima possibile. Intanto se ti va puoi dare un’occhiata in giro. C‘è un parco qui all‘angolo.- disse Josh per poi scendere dalla macchina.
Haley rimase ad ascoltare ancora qualche minuto la radio, ma poi decise di scendere e dare un’occhiata.
Camminò sul marciapiede, fino a un grande cancello di ferro nero con un grande cartello dove c’era scritto ‘Hornsby Park’.
Entrò e le si presentò davanti un’immensa distesa di verde. 
Proseguì camminando su una stradina di mattoni, con ai lati diverse panchine e siepi. La stradina si divise in altre vie e Haley rimase un attimo ferma ad osservare.
Alcune portavano a delle giostre, piene di bambini che giocavano.
Altre a dei chioschi, e un’altra ancora a una specie di boschetto.
Haley intraprese quest’ultima strada, fino ad arrivare in un posto tranquillo. Il silenzio regnava, alcune panchine erano posizionate distanti le une dalle altre. Non c’erano molte persone, tranne qualche coppia di fidanzati che magari cercava un posto tranquillo.
Haley continuò a camminare, fino a quando la stradina di mattoni lasciò posto a un piccolo sentiero roccioso, che Haley intraprese fino a quando quello che gli si mostrò davanti la lasciò stupita. 
C’era una cascata e un piccolo ruscello, da cui poi nasceva un piccolo torrente.
Haley rimase incantata ad osservare quella meraviglia, quando sentì dei passi e un calpestare di foglie.
Guardò a destra e a sinistra, ma non vide nessuno. Non fece in tempo a girarsi a guardare dietro di sé, che sentì una mano poggiarsi con forza sul suo fianco e una mano che le tappava la bocca.
-Non gridare, Bennet. Ti sono mancato?- 


________Spazio autrice________________

Buonasera meraviglie ♥
Lo so è tardi, ma ho finito di scriverlo ora il capitolo.
Questa volta non mi metterò a intrattenervi molto con questo ‘spazio autrice’, perché il capitolo è già venuto abbastanza lungo e spero non vi abbia preso il sonno leggendo ahahah :3
Allora ringrazio velocemente chi legge, segue e recensisce la mia storia. Thanks. ♥
Poi, se per caso vi va di leggere ff sui One Direction, passate da Dark_99: 
http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=355579
Ha scritto una bella ff, che è completata. E ora ne sta scrivendo un’altra. Passate se vi va e date un’occhiata.
Ora mi dileguo. 
Spero il capitolo vi sia piaciuto e spero mi facciate sapere cosa ne pensate, mi farebbe davvero MUCHO MUCHO piacere. E mi scuso se ci sono errori di distrazione.
Ciao belle!
Baci,
Giada ♥

  
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