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Autore: zenzero    02/06/2014    0 recensioni
Sullo sfondo di una apatica vita zombesca, Streptococco, detto Strep, e Barbiturica, detta Barbi si incontrano. Lei classica bimbaminchia di buona famiglia, lui ottimo picchiatore, dalla buona dialettica, passa i pomeriggi a decomporsi, la sera in moto o nella bisca. Appartengono a due mondi diversi, ma guarda un po' finiscono per innamorarsi. Una parodia zombie, una fanfiction di vite non-morte quotidiane, di noia, di fatica, di adrenalina e di violenza.
Genere: Horror, Parodia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Credo di doverlo specificare. I personaggi non sono miei, e nemmeno la storia (e meno male!)Fanfiction senza fine di lucro, fatta per scherzare e senza voler offendere nessuno, dato che a quanto pare non esistono fanfiction comiche di questo libro.


"Cathia ha il più bel culo d'Europa". Il graffito rosso, perchè probabilmente ultima frase scritta da qualche superstite col suo sangue prima di morire, splende sfacciato su una colonna di quel che resta del ponte di corso Francia.
Vicino, un'aquila reale, scolpita tanto tempo fa, ha sicuramente visto il colpevole, ma è stronza e non parlerà mai. Poco più sotto, come un piccolo povero pulcioso aquilotto , pur non assomigliandone affatto, c'è seduto lui.
Capelli corti viola, quasi a spazzolone del water e  un giubbotto Levi's scuro, così le macchie non si vedono. Il colletto tirato su, una Marlboro in bocca, i Ray-Ban semidistrutti agli occhi e altri vestiti di altre marche che non ricordo. Ha un'aria da duro, anche senza sopracciglia. Un sorriso bellissimo coi suoi dieci denti rimasti, ma sono pochi quelli che rimasti in vita hanno avuto la fortuna di apprezzarlo.
Alcune macchine in fondo al cavalcavia sono ferme roboanti al semaforo mezzo scassato. Eccole in riga, come in una gara, uguali se non fossero diverse.
In una Mercedes scolorita ancora piuttosto funzionante, un esile dito semidecomposto da una spinta al suo ipod. Dalle casse ancora funzionanti, la voce di un gruppo rock prende vita, essendo anche l'unica cosa viva lì in mezzo.
Lei vorrebbe sapere davvero, "What makes you beautiful",  ma nel frattempo sua sorella le scassa le scatole e continua a insistere. "Metti Bieber! Voglio sentirlo!".
La Mercedes passa proprio quando quella sigaretta, assieme al dito che la teneva, cade a terra, sospinta dal vento.
Lui sale sulla sua Honda blu e come d'incanto, o forse è solo quel poco di benzina rimasta, si ritrova nel traffico.
Il sole viola sta salendo tra le nubi tossiche, è una bella mattinata.
Lei sta andando a scuola, lui è rimasto immobile come un ebete dalla notte precedente, come tutte le mattine. Ma ora si trovano fianco a fianco.
Il semaforo si impalla. Rosso.
Lui la guarda. L'unica ciocca di capelli verdi scopre a tratti la bluastra pelle rancida del collo. Gli occhi azzurri inespressivi, ascoltano sognanti quella canzone o forse lei è proprio orba. Tanta calma lo colpisce.
"UUUUUGH"
Lei si volta verso di lui, sorpresa dalle sue spalle larghe e ossute, le mani verdi già abbronzate per essere ad aprile.
"Gentile fanciulla, le andrebbe di venire con me?"
"Col caxxo"
"La prego. Sono sicuro si divertirà"
"Ti pare che ci voglio venire cn te, scsa?"
La Mercedes lo supera con una nuvola di fumo pestilenziale. Ma lui non demorde e la affianca.
"Ma che vuole, quello? Lo conosci?" chiede il padre che sta guidando.
"Boh"
"La prego di accompagnarmi. La porterò ad una piacevole gita. Accellereremo colla moto e le pagherò la colazione, per poi riportarla all'ingresso del suo edificio scolastico."
"No. Oggi affronto la tragedia + grossa dela mia vita!!!" dice la ragazza mostrando un libro di latino semimangiucchiato.
"Mi dica almeno se ci rivedremo"
Non fa in tempo a vedere il suo dito medio. Piega leggermente verso destra. Imbocca la curva, scala e poi la moto si ingolfa.
La Mercedes continua il suo viaggio verso la scuola, mentre il motore scoppietta.
"Ma lo sai ki è quello????" la testa della sorella rotola improvvisamente tra i due sedili. "Lo chiamano 0 e spaccato"
"X me è solo 1 hipster"
Poi apre il libro di latino, staccando per sbaglio la pagina dell'ablativo assoluto.
Dopo un secondo smette di leggere e guarda fuori. E' veramente quello il suo unico problema? Certo, la sua memoria non glieli fa ricordare altri. E comunque non lo avrebbe visto mai più, e anche se fosse accaduto non lo avrebbe probabilmente riconosciuto.
"Sì, io non ho problemi e non lo rivedrò mai più"
Non sa, in realtà, di quanto si stia sbagliando. Ma neanche un pochino. Purtroppo per noi.

   
 
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