Chino lavora instancabile.
Lunga la falce si alza e si
abbassa. Miete le messi mature
nei campi.
Sotto un sole cocente o una pallida luna, si trascina con la schiena
curva lungo la strada.
Vaga nei vicoli più bui dei suoi campi
cercandole con occhio
attento. Giallo il colore del sole, nera la terra bruciata, rosso il
mantello dell’angelo, bianco il colore
dell’anima.
Grida lontane e vicine al suo passaggio, preghiere e lamenti.
Lacrime salate scendono dagli occhi dolci delle fanciulle, delle madri.
Ma lui di ghiaccio le porta via.
Poi vaga senza fine il mietitore di anime.