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Autore: lwtomlinsun    03/06/2014    0 recensioni
I'm stumbling off drunk
Getting myself lost
I am so gone
So tell me the way home
I listen to sad songs
Singing about love
And where it goes wrong
[ One - Ed Sheeran]
AU: Qual'è il modo migliore per dimenticarsi di tutto se non con l'alcool?
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Take my hand and my
Heart and soul, I will
Only have these eyes for you
And you know, everything changes but
We'll be strangers if we see this through
And you can stay within these walls and bleed
Would you stay with me

[...]
I'm stumbling out drunk, getting myself lost
I am so gone, so tell me the way home

I listen to sad songs, singing about love
And where it goes wrong?

***
 
 
Era ormai il quinto o persino il sesto bicchiere che mandava giù, la gola si era ormai abituata a quel senso di bruciore che l'alcol portava con sé.
 
Fece un altro cenno della mano al barista, segno che era pronto per un altro giro.
«Amico, dovresti tornare a casa.» sospirò il barista mentre gli porgeva un altro bicchiere. Harry arricciò il naso al consiglio ricevuto e portò alle labbra quell'intruglio che, per il momento, aveva fatto un buon lavoro nel lo spegnere la sua mente piena di preoccupazioni e rimorsi.
Anche i suoi sentimenti erano stati messi a tacere. Il vuoto dentro sé sembra esser stato colmato dai vari liquori e lui aveva davvero messo tutto il suo impegno affinché la sua testa non lo portasse a pensare a lui.
 
«Che differenza c'è se mi ubriaco qui o a casa? Almeno qui ho te.» sorrise Harry con amarezza.
«Affogare i dispiaceri nell'alcol non risolve nulla.»
«Sai, è strano. In quanto barista dovresti spingermi a bere e non fermarmi, sai per fare soldi. Sei strano, Liam.» alzò lo sguardo verso il ragazzo di fronte a sé in attesa di qualche risposta. Liam era lì con il capo chino mentre asciugava un bicchiere, mentre le sue labbra si piegavano in un piccolo sorriso.
 
«Ferma questa autodistruzione, Harry. Non ne vale la pena. Lui non ne vale la pena.»
Harry non sa dire con precisione quando Liam aveva allungato la propria mano verso la sua ma adesso gliela stava stringendo con delicatezza, come a voler accertarsi che stesse ascoltando le sue parole. Harry non oppose resistenza e si lasciò cullare da quelle piccole carezze. Non sapeva cosa dire.
 
Perché avrebbe dovuto fermarsi? Era un modo come un altro per dimenticare e finché funzionava a lui stava bene così. Harry sapeva che la colpa era interamente sua, se Louis era andato via, portando con sé tutto ciò che era.
Senza Louis lui non era altro che un corpo vuoto senz'anima, o senza uno scopo per aprire i propri occhi ogni mattina.
 
Harry uscì da quel stato di trance quando fu privato dal calore della mano di Liam. Si guardò un attimo intorno, e vide che si trovava all'estremità opposto del bancone a servire un cliente da poco entrato. Abbassò poi lo sguardo al suo bicchiere. Fece girare il suo contenuto come a voler mescolare il liquido.
Il suo sguardo si perse in quel vortice così come i suoi pensieri.
 
Erano ormai passati due mesi da l'ultima volta che lo aveva visto o sentito la sua voce. E ad Harry mancava, come l'ossigeno durante una lunga sessione di apnea.
Infondo, però, sapeva che Louis avrebbe ricominciato a vivere solo se avesse preso le distanze da lui.
Aveva lentamente ucciso il Louis che esisteva prima della loro storia con quel casino che era la sua mente.
 
Harry aveva completamente rovinato la sua vita, e ne era pienamente consapevole. Per questo non poteva biasimarlo o provare risentimento nei confronti di Louis per essere andato via.
 
«Come sei caduto in basso, Styles. Se così melodrammatico.» un leggero sussurro all’orecchio, e il suo  respiro gli solleticava il collo.
Adesso ho pure le allucinazioni, bene.  
Sapeva benissimo che Louis non poteva essere dietro di lui in quel momento. Era impossibile. Conoscendolo, pensò Harry,  in questo instante sarà in giro con i suoi amici o con la sua ragazza perfetta.
 
Questo era quello che sapeva Harry. Almeno questo è quello che gli raccontava Liam.
 
«Sembra felice, » gli confessò Liam,un pomeriggio mentre prendeva posto accanto a lui sul divano. «lei è una ragazza fantastica.» Dovrei essere io quello al suo fianco, si ripeté più volte Harry, mentre porgeva un mezzo sorriso a Liam come ad indicargli di aver capito quando gli passò la ciotola con le patatine prima  di iniziare il film scelto.
 
«Che c’è? Difficile pensare che io stia con una donna?»  di nuovo lui.
«Beh, non puoi biasimarmi se ho dei dubbi nel crederti, visto che ti piace prenderlo nel c-»
«Credo che la gente ti senta Harry-» come se lo avesse appena realizzato, Harry si raddrizzò nel suo posto controllando se effettivamente qualcuno accanto a lui lo avessi sentito parlare da solo. «Quanto hai bevuto se riesci ad immaginarmi qui?» Per a prima volta Harry si voltò verso la fonte della voce. Eppure esco così reale.
I capelli portarti all’indietro, la giacca a jeans a fasciargli i muscoli delle braccia, gli occhi fissi sulle sue mani avvolti attorno il proprio bicchiere. Sollevò lo sguardo solo quando sentì quello di Harry su di lui, lanciandogli un sorriso dei suoi.
Fottuto alcool.
 
Finalmente, Harry scosse il capo come a voler cancellare quello appena visto e rilasciò un profondo sospiro cercando di mettere a fuoco la realtà. Si mise in piedi prestando attenzione a non rovesciare lo sgabello per terra. Controllò l'ora, le due meno cinque, e sollevò la testa in cerca di Liam così da avvertirlo che sarebbe andato a casa. Non riuscì a vederlo, decide quindi che gli avrebbe mandato un messaggio appena uscito dal locale. Quel posto era asfissiante.
A fatica, un po' per il suo stato e un po' per la folla di persone che si strusciavano l'una sull'altra nella pista da ballo, raggiunse la porta e uscì.
 
Il cambio di temperatura, quando fu fuori dal locale, lo investì immediatamente. Rimase per un attimo impalato davanti all'uscita cercando nuovamente di mettere a fuoco ciò che lo circondava. Inspirò per bene prima di stringersi nel cappotto che indossava e avviarsi verso il suo appartamento.
 
Abitava a meno di due isolati di distanza dal posto di lavoro di Liam. La strada era perlopiù desolata. Di tanto in tanto con la coda dell'occhio notava l'ombra di qualcuno passargli accanto, troppo ubriaco anche solo per assicurarsi che non fosse un serial killer o cose simili.
 
Se non prima, adesso sentiva il peso di ogni bicchiere mandato giù. Tutto intorno a lui sembra non voler stare al proprio posto. Era sempre più difficile distinguere ogni casa, passante,  panchina o auto e un passo dopo l’altro era sempre meno stabile.
 
Un gruppo di ragazzi si muovevano verso la sua direzione, valutò se fosse il caso si cambiare strada ma pensò che avrebbe attirato la propria attenzione se lo avesse fatto.
I primi due passarono oltre Harry, gli altri tre gli si pararono davanti. In quel momento Harry sollevò il capo ad affrontare chiunque adesso era di fronte a lui.
«Qualche problema?» chiese il ragazzo al centro, un sorriso beffardo sul volto. Harry barcollò all’indietro, rendendosi conto solo dopo che i ragazzi di prima si erano fermati dietro di lui barrando un'altra via di fuga. Harry affondò le mani nelle tasche della giacca, osservando bene il volto del ragazzo che aveva appena parlato.
«Nessuno. Vorrei tornare a casa, se non vi disp-» fece per allontanarsi quando venne bloccato per il braccio sinistro. Volse appena il capo verso colui lo bloccava.
«Non c’è nessuna fretta.» Harry a questo punto era rivolto completamente verso il gruppo dei ragazzi, rilassò il braccio come a far intendere loro che non avrebbe opposto resistenza. Lasciò ricadere entrambe le braccia ai lati del suo corpo, un sorriso calmo gli si allargò in viso. Gli sconosciuti ricambiarono il sorriso e alcuni di loro iniziarono a sghignazzare. Su questione di secondi quando Harry abbassò lo sguardo ai piedi ancora sorridente raccogliendo tutta la forza che aveva, colpendo poi in pieno volto il ragazzo che lo aveva fermato momenti prima.
 
Nessuno dei cinque si aspettava un gesto del genere, e  mentre erano tutti occupati a soccorrere l’amico colpito, Harry ebbe l’occasione di scappare.
 
Senza pensare attraverso la strada, non si voltò nemmeno per controllare se il gruppo lo stesse seguendo. E non si rese nemmeno conto che una macchina in pochi secondi lo avrebbe raggiunto.
 
***
La volta seguente in cui aprì gli occhi, essi furono investiti da una luce quasi accecante. Sbatté più volte le palpebre nel tentativo di mettere a fuoco ciò che lo circondava. Alzò la testa supportandosi con i gomiti. Non riuscì a stare sollevato per molto visto che un forte mal di testa lo colpì immediatamente. Riappoggiò la testa sul cuscino e strizzò gli occhi, cercando di diminuire il dolore.
 
Qualche secondo dopo riaprì gli occhi, non si azzardò di sollevare la testa questa volta. Per quanto potesse vedere, la stanza aveva delle pareti bianche e una grande finestra si estendeva sulla parete destra. La stanza era perlopiù spoglia solo un comodino vicino al letto e una sedia. Non ci volle molto per Harry a capire dove si trovasse anche se faticava a collegare i pezzi.
 
«Sei un tale idiota.» di nuovo lui. La sua testa non aveva smesso di fare scherzi a quanto poteva notare.
«Fottiti, Tomlinson.» mugugnò Harry.
«È così che tratti chi ti viene a fare visita? Bel modo di ringraziare.»
 
Una leggera risata si diffuse dall’ingresso della stanza. Harry stavolta sentiva che era reale ma allo stesso tempo era impossibile che Louis era effettivamente lì. Eppure quando Harry aprì gli occhi lo vide. Appoggiato alla porta appena chiusa, le labbra incurvate all’insù e occhi luminosi e intensi. Harry dovette chiudere gli occhi e prendere un bel respiro per assicurarsi che Louis si stava davvero avvicinando al suo letto.
 
«C-come hai saputo che ero qui?» la sua voce era fin troppo debole e insicure, e le parole faticavano ad uscire.
«Mi ha chiamato un infermiera, spiegandomi che sei stato investito e che non smettevi di ripetere il mio nome mentre ti portavano qui-» Harry sentii come il calore cominciava ad affluire nelle sue guancie alla rivelazione, ma sapeva che molto probabilmente Louis lo stava solo prendendo in giro. «-così uno dei medici che era sull’ambulanza ha cercato sul tuo cellulare se avevi un numero salvato con questo nome ed eccomi qua.» Ormai Louis si era seduta sulla sedia posto accanto al letto, e osservava attentamente Harry, orgoglioso di averlo messo in imbarazzo.
 
«I-io non avrei mai fatto una cosa del genere.» balbettò piano Harry, scuotendo la testa come ad autoconvincersi di non aver veramente cantilenato il nome di Louis durante il tragitto in ospedale.
«Oh, si invece. Ed hai continuato a farlo anche prima.»
Prima?
Da quanto Louis era lì? O lo stesso Harry, da quanto era confinato in quel letto?
 
«Posso dedurre che mi stavi sognando. Dimmi era qualche sogno proibito?» Harry avrebbe voluto mandarlo semplicemente al diavole o dirgli ‘Avevo paura che non ti avrei mai più rivisto’, e invece Harry semplicemente sbuffò rumorosamente, chiudendo di nuovo gli occhi per una buona manciata di secondi per poi fissarli alla luce al neon del soffitto.
 
Louis semplicemente rise alla reazione del più piccolo e ad Harry quasi gli saltò il cuori fuori dal petto al sentire quella suono.
Dio, se gli era mancata. Di ogni minima parte di Louis, Harry ne sentiva la mancanza.
 
«È un fottuto miracolo che tu sia ancora vivo.» confessò, dopo un periodo di silenzio, Louis. Harry si costrinse a guardarlo, e vide come il più grande teneva la testa bassa, le spalle incurvite dal dolore del ricordo, i gomiti appoggiate sulle gambe e le mani si erano trovate tra loro.  
«Non sarei riuscito a vivere con me stesso se tu non ci fossi stato più e io non avessi fatto nulla per evitarlo.» Adesso le sue mani si trovavano direttamente sulle sue ginocchia, le nocche bianche.
«Si può sapere che cazzo ti è passato per la testa? Andare in giro in quelle condizioni.»
«I-io...mi dispiace.» non sapeva con precisione per che cosa si stesse scusando, ma Harry sentii come se erano le parole giuste da dire.
 
Louis allentò la presa sulle proprie ginocchia, rilasciando un sospiro.
«Sei un idiota.» sospirò ancora una volta scuotendo la testa.
«Lo so.»
«Per fortuna.»
Gli occhi di entrambi si incontrarono per pochi minuti prima che i due iniziassero a ridere.
 
Il tempo passò mentre Harry e Louis parlavano e scherzavano come non succedeva da fin troppo tempo, come se questi ultimi mesi non fossero esistiti e loro non avevano mai preso due strade diverse.
All’improvviso poi qualcuno bussò alla porta, rivelatosi poi essere l’infermiera.
«L’orario di visita è terminato.» annunciò, per poi lasciare la stessa stanza in modo d’avvertire gli altri visitatori.
 
Harry sbarrò gli occhi alla realizzazione che di lì a poco sarebbe stato privato del suo Louis. Quest’ultimo aveva già lasciato la sua sedia, standosene in piedi alla fine del letto, mentre osservava Harry. Prima che gli potesse chiedere cos’è che non andava, l’infermiera riapparse rinnovando l’invito a lasciare l’ospedale visto l’ora.
«Louis?» il più grande annuì in attesa che Harry continuasse.
«Resta con me, ti prego.»
 
Louis si voltò verso l’infermiera che aspettava davanti alla porta, spiegandole poi che sarebbe rimasto con Harry quella notte mentendogli sul fatto che i genitori di Harry non fossero in città e che non avesse nessun oltre lui ad occuparsi del ragazzo dagli occhi verdi. L’infermiera non ribatté e lasciò la stanza augurando ad entrambi una buona notte.
 
Un mezzo sorrise apparve sul volto di Louis, mentre raggiunse il lato sinistro del letto. Salì su di esso, non prima di essersi tolto le scarpe, e si fece spazio sotto la coperta. Harry sospirò contento quando senti calore di Louis dietro di sé. Insicuro, Louis allungò un braccio portando Harry a sé, facendo aderire la schiena del più piccolo al suo corpo. In pochi minuti il respiro di Harry si fece più leggero e calmo.
Louis aspettò un’altra manciata di secondi prima di addormentarsi anche lui.
 
«Ci sono io con te, Harry.»





A/N

Okay, allora è la mia prima one shot che pubbilco.L'avevo iniziata giorni fa e oggi ero determinata a finirla, onestamente non l'ho nemmeno riletà e sono sicura che non abbia alcun senso, ahahah, la eliminerò se il caso.
La storia e il titolo sono inspirati da 'One' di Ed Sheeran e diciamocelo ne sono completamente innamorata! :')
Comunque sia, grazie davvero se sei arrivata fin qui a leggere, a presto.
 
   
 
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