Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: xingchan    03/06/2014    2 recensioni
Quei ragazzi non erano come tutti gli altri.
Costretti ad affrontare minacce, tumulti interiori e pericoli d'ogni sorta, compresero quanto sia orribile il mondo.
Ma anche quanto può essere straordinario, nonostante tutto.
LingXLan Fan, con accenni ad altri pairing.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Greed, Lan Fan, Ling Yao, May Chang, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo dodici

 

 

Passarono molti giorni, e Ling e Lan Fan continuarono a vedersi e a conoscersi meglio.

Il ragazzo continuava inoltre a frequentare le lezioni di arti marziali di Fu, senza però ricavare nessuna informazione in merito alla probabile parentela che legava il vecchio maestro alla giovane. Rimandava costantemente il momento in cui le avrebbe chiesto il motivo per cui quella sera era rincasata proprio nell’officina, nella paura di essere troppo invadente nei suoi confronti. Dall’uscire con lei a voler sapere di più sulla sua vita privata c’era un divario troppo grande per coprirlo prendendo certi argomenti alla leggera.

Forse, pensava, quell’ingresso conduceva verso altri appartamenti, ma ne dubitava fortemente.

E poi, non voleva privarsi di quella fiducia che gli aveva riservato. Era troppo preziosa per giocherellare con la sua indiscrezione; Lan Fan era arrivata non come una ragazza provocante e esplicita, ma come una bambola di porcellana fragile, che reclamava inconsapevolmente protezione, che poteva assumere ruoli diversi a seconda della circostanza in cui si trovava.

Era questo che, più di tutto, aveva colpito Ling. La sua timidezza, la sua dolce ma fiera presenza, i suoi silenzi, rotti solo opportunamente. La sua trasparenza. La sua devozione per qualcosa a cui teneva. Il suo impaccio con i ragazzi. La sua goffaggine appena accennata. Il suo naturale modo di mangiare. Lo strabuzzamento dei suoi occhi grandi e scuri al ricevere di un complimento. Il suo vizio di toccarsi il viso nel tentativo di nasconderlo ogni volta che qualcuno la osservava con insistenza. La sua voce infantile con una cadenza matura, che scoprì poi appartenere al coro scolastico. La sua abitudine a tormentarsi le mani od un lembo di un qualsiasi cosa le capitasse a tiro quando era nervosa, praticamente sempre. Il nero corvino dei suoi capelli, lucidi, lisci e morbidi come la seta. Il suo corpo esile, mai vestito in modo disinibito, quasi senza curve.

Era una ragazza che senza volerlo focalizzava l’attenzione sulla sua effettiva personalità, e non sulle quasi ordinarie fantasie erotiche che dilagavano nella testa di molti ragazzi.

Forse anche di Greed, chi poteva saperlo? Anche se era troppo introversa come ragazza, non poteva escludere che una così diversa dal comune lo attirasse. In ogni caso, non poteva dar nulla per scontato. Era risaputo anche da May che Greed non era il tipo da fidanzarsi, men che meno con gente remissiva e quasi incapace di stringere la mano ad un uomo. Rise un po’ pensando al primo giorno di scuola. Con la sua insicurezza lo aveva intenerito, facendolo sentire sempre più socievole nel tentativo di stanarla dal guscio di pudore in cui si era chiusa automaticamente. Ma riacquistò lo sgomento non appena rammentò lo svenimento al parco. Era pronto per quella piccola quanto innocente dimostrazione di affetto, ma si trovò del tutto impreparato quando la vide cedere e venir meno. Aveva sentito il suo corpo pietrificarsi dalla paura, con tutta la convinzione di non aver fatto niente di riprovevole svanire come se mai ci fosse stata. E da lì arrivarono una miriade di sensi di colpa che sembravano non finire mai, e che sembravano sgretolarlo. Non aveva mai avuto una sensazione simile.

Per fortuna, nelle vicinanze c’era il fratello che, con il suo sangue freddo, l’aveva subito caricata e portata a casa. L’aveva ripresa, anche se con metodi poco ortodossi, e impedito di uscirsene da sola, come lei esigeva.

Dalla quella sera, la loro prima sera, Greed non aveva disturbato più di tanto. Aveva preso l’abitudine di stare alla larga da casa e di vagabondare con Edward fino a sera inoltrata, a causa dell’ingombrante presenza della fidanzata di suo padre, perciò sapeva poco o nulla di come procedeva il rapporto fra loro. Sicuramente anche Edward era stato messo al corrente degli ultimi fatti, ma Ling ne faceva parola molto raramente, accennando al riguardo solo se avvenivano delle svolte importanti o se si ritrovava la sera a chiacchierare con il fratello, cosa che ora succedeva di rado per i motivi di sopra.

Tuttavia, qualche volta scriveva su Facebook subdoli stati sulla bacheca del fratello quasi per ricordargli che non avrebbe mai smesso di tormentarlo. Ovviamente May non faceva altro che dargli corda, fingendo di ammonirlo. Fu proprio per chiarire una di quelle frasette a doppio senso postate sui social network che Ling seppe che Fu era suo nonno.

Insomma, le cose erano cambiate: alcune in meglio, altre in peggio. Ma così andava la vita, si consolava il ragazzo.

Ma un giorno Ling ebbe l’impressione che le cose stessero precipitando. Era a lezione dal maestro Fu con Edward, e Lan Fan era proprio lì, sulla rampa di scale che portava al primo piano. Ling la salutò, come da consueto, così come Lan Fan.

Quel semplice "ciao" però sortì un brutto effetto sul vecchio insegnante. Guardò in cagnesco entrambi, con una velata espressione meravigliata, ordinando a Lan Fan di chiudersi in camera sua e di non uscirne finché non glielo avesse detto lui. Poi, senza dare il tempo a Ling e a Ed di chiedere il perché, li aveva cacciati in malo modo dalla voluminosa stanza adibita a dojo, intimando di cambiarsi in fretta e di non tornare per un mese intero.

Il giovane Yao si spremette le meningi per tutta la sera seguente per comprendere cosa fosse successo per far sorgere così tanto astio da parte di Fu. Aveva anche provato a chiamare Lan Fan sul cellulare ma non rispondeva nessuno, e poco dopo lo aveva trovato spento. Neanche sui social network c’era traccia della sua presenza. Passò in rassegna più e più volte quella scena in cerca di un qualsiasi gesto od atteggiamento rude od offensivo nei confronti di Lan Fan o del maestro Fu ma non ne trovò alcuno.

Arrivò a pensare che ci fosse qualcosa di sbagliato in se stesso, qualcosa che poteva compromettere la fiducia del suo maestro. Era la prima volta che vedeva Lan Fan nel dojo, ma si chiedeva cosa potesse c’entrare con la cacciata perentoria di Fu. Non era successo niente di così strano in quel frangente da far ritirare la ragazza in quel modo così tumultuoso. Ovviamente, più si lambiccava il cervello e più entrava in confusione; e più entrava in confusione, più non riusciva a cavare un ragno dal buco.

Per distrarsi, aveva provato a vedere un film per ragazzi alla tv, di quelli che vedeva da bambino, ma con scarso successo. Era troppo abbattuto e il suo cervello troppo disorientato per concentrarsi.

Da attento osservatore, Greed aveva capito che qualcosa non andava, e gli aveva chiesto che cosa avesse, e così il fratello gli raccontò per filo e per segno cosa era avvenuto dal maestro Fu, incurante del fatto che il fratello fosse ubriaco. Finché non arrivò il momento in cui Ling rivelò la parte più forte di tutte, quella che non aveva mai detto a nessuno, neanche a Lan Fan. Forse non era saggio dire una cosa così privata, ma sentì il bisogno di confidarsi con il fratello.

"Posso confessarti un segreto senza che tu mi prenda in giro?" chiese Ling titubante.

"Sì, fa’ pure…"

"Credo di essermene innamorato…"

Ne seguì un silenzio abbastanza calmo da parte di Greed, anche se veniva percepito da Ling diversamente. Fissarono lo schermo del televisore oramai spento senza osservarlo realmente, calibrando come si potesse proseguire un discorso così delicato.

"Me ne ero accorto…" Greed ne aveva avuto le prove innumerevoli volte. "E poi," aggiunse "arrossisci sempre di più ogni giorno che passa. Secondo te un comportamento del genere sarebbe passato inosservato?"

Ling scosse debolmente la testa, la scenata del Maestro quasi del tutto scomparsa.

"Anch’io devo dirti una cosa che nessuno sa."

"Davvero?" chiese incuriosito Ling.

"Lust ha tentato di sedurmi…"

Ling sentì rivoltarsi lo stomaco per quella confessione. I suoi occhi si spalancarono, percependo uno strano senso di freddo percorrergli le spalle. Osservò Greed quasi impassibile giocare distrattamente con il telecomando, togliendo le batterie, soppesandole, e rimettendole all’interno. Gli parve che il rossore sule sue guance dovute all'alcool avessero assunto una tonalità più marcata, ma forse si sbagliava.

"Quando?"

"Il pomeriggio prima del tuo primo appuntamento."

"Te lo sei tenuto per tutto questo tempo? E tu cos’hai fatto?"

Il fratello temeva che Greed avesse accettato le confidenze della donna, spingendosi laddove non era permesso. Non per pudore, in fondo Greed poteva fare ciò che voleva, ma per evitare che si creasse scompiglio ed ulteriore motivo di astio fra lui e Wu. Nei movimenti scattanti e tirati di lui c’era tensione, ma nulla che potesse far presagire un’eventuale conferma alla domanda di Ling.

"L’ho respinta."

Il suo interlocutore tirò un sospiro di liberazione. L’intraprendenza di Greed aveva avuto un risvolto positivo.

"Sembri quasi pentito di averlo fatto." osservò Ling, ora così tranquillo da permettersi un sorriso sornione.

"No, per niente."

Era vero. Non avrebbe mai voluto fare una cosa del genere, sebbene la debolezza della carne spronasse chiunque, anche il meno disinvolto, a tentare un approccio con una donna simile. Ma sapeva che Lust aveva lasciato impresso su di lui un suggello terribile, cancellabile solo con la sua lontananza, come un continuo presagio che si manifestava e si dissolveva a seconda dei metri o dei chilometri che li separavano. Però, con Lust che frequentava casa loro come e quando voleva, toccava a Greed allontanarsi dalla sua stessa dimora per scongiurare un qualsiasi incontro con lei. E funzionava, a dovere. Ma spesso quella persona rimaneva in casa anche per ore, costringendolo, seppur di poco, ad entrare in contatto con lei: anche solo la consapevolezza di essere nello stesso luogo gli causava una spiacevole premonizione.

"Non dirlo a nessuno." si assicurò Greed. "Papà mi riterrebbe responsabile."

"N-No, tranquillo."

"Neanche a May, ovviamente..."

Calò un silenzio più disteso rispetto all’atmosfera di qualche minuto prima. Greed continuò a giocherellare con il telecomando. Tutto ciò che aveva da proferire e che costituiva un peso l’aveva ormai liberato. Guardò il fratello preda di un tumulto interiore, perciò decise di cambiare argomento.

"Ti consiglio di tenerti stretta Lan Fan. Ormai le ragazze come lei sono pressoché inesistenti già da un po’ di anni. Ma che dico? Forse da sempre..."

Doveva esser stata una frase provvidenziale, perché Ling la prese come un chiaro invito donatogli dal cielo per sondare la mente del fratello a proposito della ragazza. Annuì quasi con fare sbrigativo, chiedendogli dettagli sull’idea che si era fatto e, opportunamente, svelare come realmente la considerasse.

"Cosa pensi di lei, di preciso?" Suonava più come una curiosità, ma Greed aveva captato che vi era una sfumatura inquisitoria nella voce di Ling.

"Se credi che te la voglia soffiare via, sei fuori strada."

Arrossire. Tutto ciò che riuscì a fare il minore fu imporporarsi e azzerare la salivazione. A stento emise un dissenso sussurrato. Ma era contento che si parlasse di loro come se non fosse accaduto nulla. Questo significava qualcosa, e sperò che fosse così.

"Comunque, è la ragazza più a posto che abbia mai visto… forse dovrei dire troppo a posto, siccome non sa neanche dire "Buongiorno" ad uno sconosciuto e sviene per un bacino innocente sulla guancia!" si corresse, ridendo beffardo.

"Dai, seriamente!" lo riprese Ling, contrariato per esser stato oggetto del suo scherno, con Lan Fan per giunta.

"Quel che mi piace di lei è che non ha nessun secondo fine. Sì," asserì con convinzione crescente "hai proprio pescato bene, ragazzo mio, non come quel fesso di nostro padre..."

"Chi sarebbe il fesso?!"

La voce di Wu tuonò nella stanza con evidente rimprovero. La mancanza di rispetto nei suoi confronti la tollerava poco, così come non voleva che i suoi figli parlassero di lui come un incapace di scegliere chi frequentare. Soprattutto Greed, che si recava spesso in quel locale malfamato in periferia dove si nascondevano nient’altro che rifiuti della società.

"Tu, paparino, con quella donna che sembra non aver fatto altro nella sua vita."

Aspettava da una vita il momento in cui gli avrebbe rinfacciato l’eccessiva fiducia che aveva riposto in Lust a dispetto loro, ed ora si sentiva sempre più sicuro di riuscire a ripeterglielo ogni maledetta volta che se lo trovava davanti. La soddisfazione maggiore però, era quella di poterlo guardare negli occhi senza distoglierli o vacillare. "Voglio darti un consiglio, papà, o un ammonimento, fa’ un po’ come vuoi:" disse, alzandosi dal divano e parandosi di fronte a lui "tieni d’occhio la tua prostituta, e tienila fuori tiro da me e dai miei fratelli. Se non mi vuoi lasciare in pace riguardo alla catena di negozi, almeno mantieni quella Lust alla larga da noi. È un pericolo per tutti. Prima di avventurarti con donnacce equivoche, pensa ai tuoi figli."

Il discorso atono, sottilmente ironico, non sembrò sortire alcun effetto ascendente. Wu era ora furente, gli occhi spiritati, vibrante di collera; e se non fosse stato per Ling che aveva trascinato via il fratello dalla sua portata, probabilmente Wu gli avrebbe dato un ennesimo schiaffo. Però, Greed non si lasciò portare via inerme. Si scrollò le mani di Ling di dosso, aggiustandosi la giacca nera che non si era mai tolto ed uscendo di casa ancora una volta.

 

***

 

"Perché?"

Distesa prona sul suo letto della sua stanza, Lan Fan cercava invano di dare una risposta alla domanda che la stava assillando fino a farla impazzire.

Aveva pensato alle cose più assurde. Ling scapestrato di strada, Ling capo di un’organizzazione criminale, Ling alieno… Qualsiasi cosa che la fantasia le suggeriva. Ma niente. La sua testa non accettava niente di queste cose, specie se Ling era allievo di suo nonno.

Non poteva neanche contattarlo in nessun modo. Fu le aveva scollegato Internet, le aveva preso il telefono, e l’aveva persino privata della cena. Era inutile aggiungere che le aveva proibito di uscire; Lan Fan temeva che Fu le avrebbe anche vietato di andare a scuola per un po’. Lo faceva spesso quando si metteva in testa di farle affrontare un allenamento speciale, e niente poteva negare che fosse capace di farlo anche per questo.

Ciò che riusciva a fare però, era piangere, intervallando i momenti di tristezza ad alcuni ricordi divertenti con Ling. Non era il tipo da ribellarsi al potere di Fu. Ci aveva pensato tante, tante volte, ma il senso di colpa che ne sarebbe derivato quanto forte poteva essere? Fu l’aveva cresciuta, anche se con metodi che non si addicevano molto alla normale educazione di una bambina. Dopotutto, era un uomo, che desiderava far diventare la sua nipotina forte tanto quanto lui.

Si impose di darsi un contegno, cercando a tastoni il libro di storia che aveva abbandonato qualche ora prima sul letto affianco ai suoi piedi. Non serviva a niente tormentarsi la mente con ragionamenti che non avrebbero portato a nessuna soluzione.

***

Aveva fatto in modo che le parole di suo figlio apparissero estremamente irritanti. In effetti per un certo tempo lo erano state, ma quando Greed aveva marciato verso la porta di casa, e Ling gli aveva rivolto una mezza occhiata amareggiata prima di salire in camera sua, Wu aveva cominciato a riflettere.

La sera in cui aveva donato le chiavi di casa a Lust, la donna iniziò ad essere sfuggente.

Avevano fatto l’amore, nel modo che piaceva a lei, ma non era rimasta per rifarlo. Subito dopo il loro momento di estasi sembrò essersi improvvisamente ricordata di qualcosa, e lo aveva congedato elargendogli qualche bacio appassionato e lascive spiegazioni. La cosa più strana però, è che aveva continuato di questo passo fino a protrarsi a quel giorno.

Aveva comunque accantonato la cosa come poco importante, dandole la completa fiducia che realmente ci fossero degli impegni a cui non poteva mancare. Anche se non aveva specificato, Wu era convinto che non ci fosse nessun altro fra di loro. Lust non avrebbe avuto la faccia tosta di avere due uomini contemporaneamente, nonostante fosse disinibita.

Greed aveva bevuto molto, Wu lo capiva dagli occhi lucidi e dall’odore di gin che lo circondava come un alone, ed aveva riversato la sua frustrazione su di lei e sul suo stesso padre, cosa che avrebbe evitato, anche se non proprio accuratamente, se fosse stato in sé.

Ma Ling, allora? Cos’era quell’espressione di sofferenza, e di tendenza verso il fratello piuttosto che verso suo padre? Non metteva in dubbio che essere gemelli comportava essere più in simbiosi che con nessun altro, ma...

Sentì la serratura girata da una chiave, ed ecco che apparve Lust, sorridente. Le labbra cosparse di un nuovo rossetto più scuro di quello usuale, gli riscaldò il cuore e gli fece dimenticare i turbamenti di poco prima, ancor di più le parole di accusa di Greed.

"Sei la persona più importante per me, Lust."

"Proprio la più importante?"

"La più importante, in assoluto..."

E May lo ascoltò, di rientro dalle prove.

***

"Allora, tutto ciò che sospettavo è vero…" ridacchiò Edward. Greed grugnì leggermente come se già sapesse che l’altro lo avrebbe facilmente intuito. Da un tipo abbastanza perspicace come Ed non ci si poteva aspettare di meno. E poi, era così smaliziato che avrebbe sospettato che anche Greed si fosse fidanzato con Lan Fan. "Ling e Lan Fan...! Anche Roy sembra avere un atteggiamento diverso con Riza, ora che ci penso… Vedendo quella scenata, però, mi sono chiesto più volte il perché. Certo, Fu non l’ha mai fatta vedere durante i nostri allenamenti, ma arrivare a questo ce ne corre, non trovi?"

Seduti davanti al grande bancone del Devil’s Nest, con davanti un energumeno di nome Roa che stava tranquillamente pulendo alcuni bicchieri, i due ragazzi avevano liberamente dato sfogo alla conversazione che precedentemente aveva avuto luogo con Ling.

"Beh, sono contento per lui." proferì il giovane Yao atono. Con gli occhi rossi rivolti al fondo del bicchiere che aveva appena svuotato tutto d’un fiato, Greed appariva sovrappensiero. Edward conosceva bene quell’atteggiamento che assunse l’amico: significava che era triste e che cercava in tutti i modi di annegare la sua depressione nell’alcool. Come se non fosse per nulla convinto di quello che aveva appena ammesso.

"Stai mentendo, idiota."

"Io non mento mai, dovresti saperlo."

"Non lo stai dimostrando."

Greed ignorò completamente l’ultima battuta seria di Edward. No, non stava di certo festeggiando ballando sul bancone, ma ne era felice comunque. "Ling…" cominciò d’un tratto "ha fatto così tanto per me e per May che non me la sento proprio di sentirmi offeso o invidioso della sua relazione con Lan Fan. Io non mi sono mai preso cura dei miei fratelli, Ed, perciò non merito niente come lo merita lui. Mi capisci?"

"Mpf," bofonchiò Ed "vogliamo parlare di me e Al? Lo trascino in tutto quello che faccio e… lui mi segue, per qualsiasi cosa stupida che mi frulla in testa, nonostante sia contrario. Siamo proprio due pessimi fratelli, eh?"

"Ok, ora sei ubriaco..."

"Tu sei ubriaco."

"Da cosa l’hai capito?"

"Dal modo in cui ti sei aperto. E dall’alito… Troppo pesante per un bicchiere solo."

"Non posso farne a meno, ora più che mai. Te l’ho detto che Lust è libera di muoversi a casa nostra ora?"

"Sì, un mucchio di volte..."

"Lei" iniziò con voce più sommessa "non è solo una figlia di buona donna che non la finisce di rompere le scatole... Vuole fare qualcosa di molto più grosso che prendermi e possedermi, Ed. Me lo sento." E continuò, senza lasciare a Edward il tempo per ribattere.

"La cosa peggiore è che non vorrebbe solo danneggiare me, ma forse anche i miei fratelli. Voglio capire che ha in mente, lo desidero più di ogni altra cosa al mondo, MA DANNAZIONE, NON RIESCO AD ARRIVARCI!"

In un impeto di collera, scaraventò il bicchiere che aveva fra le mani a terra con violenza mandandolo in frantumi. I ragazzi amici del proprietario volsero di colpo le loro teste, smettendo il loro confabulare. Neanche la musica era riuscita a coprire una tale veemenza.

Non era raro che qualcuno esagerasse le dosi, ma ogni volta era sempre motivo di attenzione, soprattutto per sedare sul nascere eventuali risse.

Il giovane Elric si guardò intorno imbarazzato per il riprovevole comportamento dell’amico, sebbene avessero già messo piede in quel locale tanto da conoscere quasi tutti. Ma presto l’istinto gli suggerì di localizzare il rumore di passi che si avvicinavano al di là del bancone.

"Datti una calmata, Greed." disse l’uomo con fare serio. Capelli scurissimi come i suoi, ma corti, le spalle possenti e un vestiario decisamente adeguato per un simile luogo, il ragazzo sapeva che si chiamasse Greed, proprio come lui. E come lui, aveva gli stessi occhi fiammeggianti. "Non ti permetto di distruggere il locale. Se cerchi rogna ti consiglio di uscire, altrimenti puoi restare."

Il ragazzo suo omonimo lo guardò impassibile. Poi, rendendosi conto di quel che aveva detto si indispettì abbastanza da increspare un po’ le sopracciglia.

"Sì, Greed" intervenne Ed assumendo un sorrisetto accattivante "stavamo parlando e lui è andato un po’ in bestia, tutto qui."

"Ok, Ed. Roa, basta alcool per questo qui." disse, dando una pacca sulla testa di Greed, abbassata per un improvviso indebolimento. "E anche per il piccoletto!"

 

 

 

 

NDA

Mi dispiace per il ritardo di quasi un mese. Spero di essere più celere negli aggiornamenti! :D

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: xingchan