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Autore: Piperilla    03/06/2014    1 recensioni
In un mondo come quello moderno, in cui l'unicità di ogni persona rappresenta un Universo a sé, le cose non sono mai o bianche o nere. Eppure, è così che appaiono Richard e Agathe: lui, ormai un uomo fatto, algido, composto, più simile a un gentiluomo d'altri tempi che non a un uomo d'affari e di cultura del ventunesimo secolo; lei, ancora adolescente, dal temperamento impetuoso e la lingua tagliente, con l'argento vivo addosso e a prima vista impossibile da fermare: non potrebbero essere più diversi. Come il bianco e il nero. Tra due estremi ci sono un'infinità di sfumature... quante ne servono perché due mondi - e due persone - apparentemente agli antipodi si incontrino a metà strada?
[Tratto dal capitolo 40]
«Non mi illudo che possa bastare così poco per legarti a me» replicò Richard. [...] «Anche se vederti questi gioielli addosso me ne dà la piacevole illusione ».
«Se ti assecondassi, finiresti per credere che sia la realtà» mormorò lei.
«No, mia piccola Agathe, mai» sospirò Richard contro la sua pelle. «Quest’illusione è amara e non mi appaga. Quello che voglio è che sia tu a legarmi a te. Sii pure la mia carceriera».
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Nonostante la cucina fosse immersa in un’oscurità quasi totale, a Damon bastò meno di un secondo per capire che l’intruso era solo uno; rassicurato, si scagliò sull’ombra nera che strisciava nella sua cucina, abbattendo la mazza sulla sua testa.
   Due mani si sollevarono d’istinto e bloccarono a fatica l’arma, mentre una voce terribilmente familiare sibilava: « Damon, che diamine fai? E io che ti consideravo il mio migliore amico! ».
   Sconvolto, il padrone di casa brancolò alla ricerca dell’interruttore e lo fece scattare: la luce rischiarò la stanza, rivelando un Richard Prescott scombussolato e in disordine.
   « Richard! Come cavolo sei riuscito a entrare? » chiese il suo amico. L’altro sbuffò, agitando un mazzo di chiavi con aria eloquente, e Damon gli rivolse un’occhiataccia.
   « E pensare che ti sei lamentato tanto quando hai scoperto che ho una copia delle chiavi di casa tua! » gli rinfacciò. Ora che l’agitazione era passata, Damon mise via la mazza da baseball e si permise di essere perplesso. « Che ci fai qui? Non avevo capito che adesso i nostri giovedì sera fossero una sfida a chi riesce a introdursi di soppiatto in casa dell’altro per primo » disse ironico.
   « Sta’ zitto, idiota, sto scappando » ansimò Richard.
   « “Idiota”? » ripeté Damon, un sopracciglio sollevato. Gli fece cenno di andare in salotto e fece per accendere la luce, ma con un grido strozzato, Richard lo bloccò; si assicurò che le imposte fossero chiuse e tirò le tende in modo che all’esterno non filtrasse neanche la più piccola lama di luce, e solo a quel punto permise a Damon di accendere una piccola lampada.
   « Allora, da chi stai scappando? » chiese quest’ultimo. « Finalmente ti sei giocato le ultime cellule cerebrali che ti restavano e hai commesso qualche gravissimo reato? ».
   « Ma sta’ un po’ zitto! » lo rimbeccò bruscamente Richard, prima di prendere fiato. « Mi sto nascondendo da Valentine ».
   Damon incrociò le braccia con aria di rimprovero. « Non dirmi che sta ancora a casa tua! ». Il silenzio dell’amico fu una risposta più che eloquente, e Damon sbuffò. « Sul serio, Rick, per quale motivo ti ostini a tenertela in casa? Credevo la detestassi! ».
   « Ed è così! » rispose l’altro. « Gliel’ho detto in tutti modi che non mi interessa più, che non la sopporto, che non voglio vederla neanche da lontano, ma lei fa orecchie da mercante e si rifiuta di andarsene! ».
   « E tu cacciala! » replicò Damon. « Che fine hanno fatto il tuo spirito caustico, la tua determinazione, il tuo amor proprio? Valentine non vuole andarsene con le buone? Bene. Allora spediscila fuori a calci! Quella è casa tua, per l’amor del cielo! ».
   « Non ci riesco » brontolò Richard. « Ogni volta che ci provo fa gli occhi dolci e la voce da gatta morta, e lo sai che non resisto alla sua maledettissima voce ».
   « Sciocchezze, Richard » tagliò corto Damon. « La verità è che sei ancora attratto da lei ».
   « NO! » ruggì Richard d’istinto e l’altro gli mollò un ceffone dietro il collo, intimandogli il silenzio, preoccupato che Agathe potesse svegliarsi. Preoccupazione inutile: lui non lo sapeva, ma la ragazza si era messa a letto con gli auricolari infilati nelle orecchie e la musica a tutto volume, quindi non avrebbe potuto sentire alcunché.
   Richard, del tutto ignaro di chi riposasse al piano di sopra, si torse le mani. « Damon, non riesco a togliermela dai piedi, ha deciso che dobbiamo stare insieme e non vuole sentire ragioni… e se dovrò sopportarla ancora, probabilmente finirò davvero per commettere qualche reato! ».
   « Mi dispiace ma è un problema tuo » replicò il suo amicò senza pietà, incrociando le braccia sul petto. « Invece di portare le sue valigie in una stanza degli ospiti potevi buttarle per strada, prenderla per i capelli e spedirla a raggiungere i suoi averi. Anche se, te lo concedo, essere riuscito a opporti alla sua richiesta di tornare nella camera da letto padronale e assegnarle una di quelle degli ospiti non deve essere stato facile » aggiunse sarcastico, guadagnando un’occhiataccia dall’amico.
   « La fai facile, tu » borbottò. « Valentine ha la testa più dura di un blocco di cemento armato ».
   « Rick, sul serio, a me sembra che tu sia stato fin troppo accomodante con lei. Come fai a essere sicuro di non esserne più attratto? » chiese Damon. « In fondo esserci andato di nuovo a letto punta in quella direzione ».
   Richard lo guardò come si guarda un pazzo armato e pericoloso. « Non ci sono andato a letto ».
   Damon sbuffò. « Sì, come no. E allora perché te la tieni in casa? ».
   L’altro uomo si sporse e afferrò l’amico per un polso, guardandolo dritto negli occhi. « Damon, non ho fatto sesso con Valentine ».
   Damon conosceva bene quello sguardo. « Cazzo, allora è proprio vero che non l’hai fatto » si lasciò scappare. « Questo però mi confonde ancora di più. Se non ci fai neanche sesso, perché le permetti di stare a casa tua? ».
   « Perché non vuole saperne di togliere le tende, e io non sono abituato a essere rude con le donne » rispose. « Be’, esclusa Vivienne, ma lei è una stronza e se lo merita » precisò.
   « Grazie » replicò Damon. « Però, scusa se te lo dico, non ci sto capendo più nulla. Non vuoi essere rude e quindi la lasci stare a casa tua a fare il bello e il cattivo tempo, ma allo stesso tempo dici di non essere più attratto da lei e non ci vai neanche a letto… non ha senso, te ne rendi conto, vero? ». L’uomo si accarezzò la bocca e il mento, pensieroso. « C’è qualcosa che mi sfugge. Sessualmente Valentina ha sempre avuto un certo ascendente su di te, sta a casa tua da una settimana e di sicuro sta facendo di tutto per trascinarti nel suo letto – be’, tecnicamente è il tuo, ma hai capito che intendo – e tu stai resistendo… ». La voce di Damon sfumò fino a spegnersi. « Ti piace un’altra » sussurrò. « Ti piace un’altra donna, e molto, altrimenti non resisteresti a quella pazza di Valentine » aggiunse. « Cazzo, Richard, se questa donna… se c’è qualcosa tra di voi, qualsiasi cosa, e tu stai lasciando che Valentine viva a casa tua… potresti rovinare tutto! ».
   « Ho già rovinato tutto » replicò Richard amaramente.
   « E allora fa’ qualcosa! » sbottò Damon. « Caccia Valentine! Dovresti farlo anche solo per principio, anche se non ci fosse un’altra donna, perché quella è casa tua e se non vuoi vederla deve essere lei ad andarsene, e non tu a scappare come un ladro! ».
   « Hai ragione, ma in quel momento scappare era il mio unico modo di salvarmi » disse Richard, ingobbendosi nella poltrona. Damon gli mise in mano un bicchiere di whiskey e lui gli rivolse uno sguardo grato. « In tutti questi giorni sono riuscito a evitarla e ha avuto poche possibilità di tentarmi; la mia camera da letto è sempre chiusa a chiave, sia che io sia dentro oppure no, e lo è a maggior ragione di notte. Ma prima… », Richard deglutì, « aspettavo una chiamata di lavoro, ero andato in camera da letto e mi sono reso conto di aver lasciato il cellulare nello studio. Sono corso giù a prenderlo e sono tornato indietro, ci ho messo sì e no un minuto, ma quando sono rientrato in camera ho trovato Valentine completamente nuda sul mio letto » esalò.
   « Oh » disse solo Damon. Sapeva bene che Richard non era mai stato in grado di resistere a Valentine quando era vestita, e se lei si faceva trovare nuda sul suo letto, poi, quella dell’amico era una battaglia persa in partenza.
   « Ho cercato di resistere: non la voglio, non lei, e non voglio darle altre scuse per attaccarsi a me più di quanto non stia già facendo, ma non esco con una donna da tanto tempo e lei è… be’, lo sai » disse Richard. « Sono rimasto immobile come un idiota a guardarla, e lei ha deciso di darmi il colpo di grazia. Si è alzata, mi ha raggiunto e mi ha baciato » raccontò, storcendo il naso. « A quel punto ho capito che se volevo uscirne indenne, l’unica via era la fuga. Correndo giù ho agguantato le chiavi di casa mia e quelle di casa tua e sono corso qui. Non ho avuto il coraggio di fermarmi neanche per mettere una giacca pesante ».
   Damon si passò le mani nei capelli, riflettendo sul racconto dell’amico. « Non puoi andare avanti così, Rick » decretò. « Devi liberarti di Valentine. Possibile che nessuno le offra un lavoro… che ne so, in Patagonia? ».
   Richard sbuffò una risatina mesta. « A quanto pare, no. Ed è un peccato, perché in quel caso non ci penserebbe due volte a raccattare le sue cose e andarsene ».
   Il suo migliore amico gli rivolse un’occhiata significativa. « Certo, se qualcuno molto ricco, coinvolto in tanti affari di natura diversa e con una montagna di conoscenze riscuotesse un paio di favori, magari nel giro di due o tre giorni qualcuno potrebbe offrirle un lavoro dall’altra parte del mondo da iniziare più o meno all’istante ».
   Gli occhi di Richard si spalancarono. « Cazzo Damon, sei un genio! ».
   « E sono anche spaventosamente altruista » disse, alzandosi dalla poltrona. « Ricomponiti: adesso andiamo a buttare fuori da casa tua quella stronza prepotente » annunciò.
   « Potrebbe essere ancora nuda » notò Richard, comicamente preoccupato.
   « Mi è talmente antipatica che non la toccherei neanche con un dito, e impedirò anche a te di commettere un simile errore » replicò Damon, prendendo un cappotto per sé e uno per l’amico. « Appena è fuori dalla tua proprietà, ti incolli al telefono e fai qualsiasi cosa per procurarle un lavoro il più lontano possibile dall’Inghilterra, così te la togli dai piedi una volta per tutte ».
   Richard annuì, infilandosi il cappotto di Damon, ma si accigliò. « Potrebbe tornare, come ha fatto ora. E se tra qualche anno dovesse ricomparire e si verificasse di nuovo una scena come questa? » considerò, agghiacciato.
   « Allora metti a frutto gli anni in cui sarà lontana: trova una donna che ti piaccia sul serio, falla innamorare di te, sposala e metti al mondo due o tre bambini » gli suggerì Damon. « Questo dovrebbe essere sufficiente a scoraggiarla ».
   L’altro rise, incredulo. « E io che contavo davvero di ricevere un consiglio, invece di una presa in giro! ».
   « Chi ha detto che ti sto prendendo in giro? » replicò Damon. « Io sono serio. Se nella tua vita c’è una donna che ti piace tanto da permetterti di resistere a Valentine, allora dovresti fare l’impossibile per conquistarla e convincerla a sposarti! ». Guardò l’amico con curiosità. « A proposito, perché non mi dici chi è? ».
   Richard pensò ad Agathe e, sebbene sapesse che per lui ormai quella ragazza era persa per sempre, non poté trattenere un piccolo sorriso. « Te lo dirò quando avrà il mio anello di fidanzamento al dito » replicò.
   « Che è come dire che probabilmente non lo saprò mai » rispose Damon, avviandosi con l’amico per strada in mezzo ai primi piccoli, fiocchi di neve della stagione, che vorticavano nell’aria trascinati da un forte vento freddo. « Io però non perdo la speranza ».
   « Neanch’io » rispose Richard, così piano che il suo sussurro si perse nell’ululare del vento.

Come aveva pronosticato Richard, Valentine era ancora completamente nuda e aspettava il suo ritorno frugando tra le sue cose, e quando i due entrarono in casa, la donna sulle prime neanche notò la presenza di Damon.
   « Di chi è questa sciarpa? » chiese furiosa, brandendo il raffinato pezzo di lana verde smeraldo. « Questa è una sciarpa da donna, ed era nel tuo armadio! ».
   Richard le strappò di mano l’indumento incriminato, lo ripiegò con grande cura e se lo infilò in tasca, ignaro dello sguardo con cui Damon aveva osservato quella sciarpa.
   « Valentine, non avrei voluto arrivare a tanto, ma visto che rifiuti ostinatamente di sentire ragioni, cercherò di essere inequivocabile ». Richard guardò la donna dritto negli occhi, ignorando le sue nudità: aveva la mano affondata nella tasca per continuare a stringere la sciarpa di Agathe, ed era strano come quel semplice gesto lo aiutasse a restare concentrato. « Io non ti amo, non mi piaci, non ti sopporto e non sono neanche più attratto fisicamente da te come un tempo. Sei una piaga, lamentosa, prepotente, viziata, petulante e insopportabile, mi dà fastidio la sola idea di vederti o di sentire la tua voce: ti ho permesso di restare in casa mia anche se avrei dovuto cacciarti a calci, sperando che comprendessi da sola quanto sia inopportuna la tua presenza qui e che non ti desidero nel mio letto neanche per mezz’ora. Ovviamente la tua attuale mise la dice lunga sul fatto che tu non abbia capito - o abbia finto di non capire - tutto questo. L’unico desiderio che provo nei tuoi confronti è quello di vederti sparire da casa mia. Quindi vestiti, raccatta le tue cose e vattene ».
   Valentine non sembrava della stessa opinione: le parole di Richard l’avevano fatta infuriare sempre più, e invece di fare come le era stato detto, si mise le mani sui fianchi in un gesto ostinato.
   « Io non me ne vado » sibilò. « C’è un’altra, l’ho capito subito, ma la cosa non mi interessa, e probabilmente neanche a lei, dato che non si è mai fatta vedere! » disse cattiva.
   « Come hai giustamente detto, la cosa non deve interessarti, e di sicuro non ti riguarda » replicò freddo Richard.
   « Dovrei forse lasciarti alla prima sciacquetta che passa? ». Valentine rise sprezzante. « Magari addirittura a quell’insulsa ragazzina che era qui quando sono arrivata! ».
   Richard la prese per un braccio. « Hai cinque minuti per prendere le tue cose, metterti qualcosa addosso e sparire una volta per tutte dalla mia vita. Vedi di muoverti, altrimenti ti butto per strada nuda come sei: sta nevicando, e non credo ti piacerebbe » ringhiò.
   La donna si liberò dalla sua presa con un gesto arrabbiato. « Me ne vado, me ne vado, ma un giorno tornerai da me, e sarà un piacere vederti strisciare ».
   « Non trattenere il fiato nell’attesa » replicò Richard, spingendola verso la stanza che le aveva assegnato. Pochi minuti più tardi l’auto di Valentine si allontanava a tutta velocità da casa di Richard, e l’uomo si buttò in una poltrona con aria estasiata.
   « Meglio? » chiese Damon.
   « Non puoi immaginarlo. Mi sento leggero! » rise il suo migliore amico.
   L’altro lo guardò con espressione indecifrabile. « Che hai intenzione di fare con la tua donna misteriosa? ».
   Il sorriso svanì dal volto di Richard; le sue sopracciglia si corrugarono formando una sottile ruga verticale, e Damon sapeva che quella era una spia lampante della preoccupazione dell’amico.
   « Non lo so. Non so neanche se dovrei fare qualcosa ». Richard si tirò indietro i capelli, pensieroso. « Ci penserò domani, quando sarò lucido. Per stasera voglio godermi la tranquillità ritrovata e festeggiare ». Sì alzò, riempì due bicchieri di cristallo con una generosa dose di liquore e ne porse uno a Damon.
   « Ai migliori amici che ti prestano il coraggio quando non sai dove hai lasciato il tuo, che ti fanno ragionare quando dimentichi come si fa, e ti tengono per mano quando non riesci a ritrovare la tua strada » disse; fece tintinnare il bicchiere con quello di Damon e malgrado tutto quest’ultimo sorrise a sua volta, pensando che se per oltre trent’anni si era fidato di Richard tanto da essere pronto ad affidargli la sua stessa vita, non c’era motivo di cambiare proprio adesso.
   
 
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