Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: TheGhostOfYou22    03/06/2014    2 recensioni
Hai cercato di essere perfetta.
La senti dentro, quella parte di te a cui non avresti mai rinunciato, quella cui ti sentivi così fiera di avere, quella che nonostante tutti i cambiamenti che hai affrontato negli ultimi mesi non hai mai smesso di sentire viva in te. Ti sta abbandonando, puoi capirlo dalla sensazione che provi tenendo la bacchetta in mano e pronunciando quell'incantesimo tanto proibito, che fa di te un'assassina.
Come sei arrivata fino a questo punto, Hermione? Come hai potuto lasciare che l'oscurità prendesse il sopravvento, che ti si presentasse così seducente davanti agli occhi, pericolosa come la mela che ha portato alla morte quella principessa delle favole Babbane che tanto compativi? Che fine ha fatto Hermione Granger, la So Tutto Io che rimproverava gli amici per essersene andati in giro per i corridoi di Hogwarts dopo il coprifuoco?
Forse non esiste più – forse troppa perfezione non valeva il gioco, forse non ti rendeva reale.
Ma sei un'assassina, da questo momento la tua anima è marchiata a vita, sei diventata come Bellatrix, come Lucius, come... Draco.
Draco.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prologo
Cenere
 
«Nothing ever build to last.
You're in ruins»
- Green Day, 21 Guns.
 



Hogwarts bruciava.
Le fiamme avvolgevano i solidi muri del castello che per anni era stato la casa di migliaia di studenti. Hogwarts aveva accolto chiunque avesse un briciolo di magia dentro di se: orfani, rinnegati, figli di Mangiamorte, Mezzosangue, Nati Babbani, reietti, senza distinzione alcuna. In quel momento, tutto ciò che rappresentava il meglio ed il peggio della comunità magica stava tragicamente diventando cenere, il fuoco divorava libri, stanze, cadaveri, ma soprattutto divorava i cuori di chi tanto aveva amato il castello ed aveva trovato in esso una casa. L'odore acre del fumo che circondava la costruzione e l'immenso parco poteva essere sentito a qualche miglio di distanza anche da chi non sapeva che cosa stava succedendo, quale tragedia si stava consumando quella notte. La Seconda Guerra Magica era in atto, e gli oppositori di Lord Voldemort erano allo stremo delle forze; avevano perso alcuni dei più valorosi uomini, e i Mangiamorte li stavano ormai sopraffacendo.
Dal punto più alto delle colline che sorgevano attorno alla scuola, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley e Neville Paciock avevano trovato rifugio dalle fiamme; avevano tutti gli occhi arrossati, non solo dal fumo e dalla cenere che cadeva dal cielo scuro quasi fosse neve, ma anche dal dolore per aver perso amici e parenti. Ron era seduto alla base di un albero, con lo sguardo rivolto verso il cielo, come a cercare conferma della morte di suo fratello Fred. Era piuttosto pallido, ed un rivolo di sangue colava dalla ferita sulla fronte che si era procurato durante la battaglia; sembrava senza parole, come se ciò che fosse successo non fosse reale, perché era talmente assurdo da essere incomprensibile. Anche Neville guardava il cielo ed anche se nessuno di loro aveva voglia di parlare, lui sembrava avere una conversazione privata con le stelle, come se si interrogasse sul perché di tutto quel dolore.
Harry, al contrario, era in piedi e fissava con uno sguardo misto di odio, rancore, dolore e una serie di emozioni indecifrabili ciò che succedeva sotto di loro. Le sue mani si muovevano l'una nell'altra e ripeteva incessantemente la stessa frase da cinque lunghissimi minuti.
- Brucia. Brucia. Hogwarts brucia -
Non stava parlando con nessuno, lo stava ripetendo tra sé e sé, come se cercasse di trovare una soluzione a quella guerra stupida ed inutile.
- E' colpa mia. Loro muoiono ed è solo colpa mia –
Si sistemò gli occhiali sul naso, si asciugò il sudore dalla fronte e si girò verso Hermione, che vegliava sugli amici come se avesse paura di vederli scomparire da un momento all'altro.
- Devo consegnarmi, Hermione.-
- Harry no! - gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime. Quei ragazzi erano tutto ciò che le era rimasto, erano la sua famiglia. I suoi veri genitori erano chissà dove in Australia e non sapevano di avere una figlia, tutto ciò che aveva erano Harry e Ron, e non aveva intenzione di lasciare che uno dei suoi migliori amici si immolasse. Troppe vite avevano già pagato per la follia di Lord Voldemort, Harry non poteva essere l'ennesimo cadavere da seppellire, non dopo Sirius, Silente, Fred, Tonks e Lupin. Lei non lo avrebbe permesso. - Non andare a farti ammazzare! -
- Tu non capisci! - Harry si girò verso di lei e la ragazza poté notare nei suoi occhi tutto il dolore che provava. In fondo, era solo un ragazzino di diciassette anni che aveva portato sulle sue spalle un peso troppo grande da gestire da solo. Ma era coraggioso, un vero Grifondoro, ed Hermione sapeva bene che non avrebbe potuto discutere a lungo con lui. - Ginny è ancora nel castello, ed io non posso sopportare l'idea che bruci anche lei. Questa guerra è per causa mia, e per merito mio finirà – il ragazzo prese in mano la bacchetta e rivolse un ultimo sguardo ai suoi migliori amici – Nessun altro morirà a causa mia, Hermione -
- Harry ti prego... - le lacrime cominciarono a solcarle il volto ed allungò una mano verso il ragazzo, che la prese e la sfiorò appena, per poi lasciarla subito. Il vuoto che riempì il petto di Hermione fu indescrivibile; provò ad urlare, a dire qualcosa ma il dolore era talmente forte da impedirle di emettere qualunque suono.
- Prenditi cura di lei, Ron – Harry si avvicinò al suo migliore amico e si chinò verso di lui – So che il dolore che provi è immenso, ma non lasciare che ti sopraffaccia. Hermione e Ginny contano su di te – gli mise una mano sulla spalla e la ragazza vide una lacrima scendere da quegli occhi verdi, gli stessi che tutti dicevano avesse ereditato dalla madre. Da Lily aveva ereditato anche il coraggio e la bontà, ne era sicura.
Ginny. Era per quello che Harry aveva lasciato sgorgare quella singola lacrima; Hermione stentava a credere che si potesse amare tanto qualcuno, così tanto da sacrificarsi per salvare la vita di quella persona. Davvero l'amore ti portava a tali stupide decisioni?
- Se ne sta andando – sussurrò Ron mentre i tre ragazzi rimasti sulla collina osservavano il profilo del loro migliore amico avventurarsi verso il rogo che si faceva sempre più intenso – Perderò anche lui -
Hermione si girò verso il più piccolo dei fratelli Weasley e desiderò abbracciarlo: sembrava sperduto, un fantasma di ciò che era stato il Ron divertente e spensierato che le aveva fatto compagnia in tutti quegli anni. La guerra li aveva cambiati tutti profondamente e Ron era quello che aveva subito i cambiamenti più drastici; la morte del fratello lo avrebbe segnato per tutta la vita, e vedere il suo migliore amico immolarsi per loro non avrebbe fatto altro che far aumentare quel dolore sordo che non voleva saperne di spegnersi, di andare via.
Bruciavano tutti, insieme ad Hogwarts. Bruciavano di dolore. E la cenere che si sarebbe lasciata dietro tutta quella sofferenza non sarebbe sparita in un soffio. Sarebbe rimasta attaccata ai muri della loro anima fino alla fine dei loro giorni, perchè stavano davvero perdendo troppo.
Senza pensarci, senza averlo premeditato, Hermione sorrise a Ron e si voltò, cominciando a correre nella direzione di Harry. Voleva fermarlo prima che fosse tardi, gli voleva dire che tutti loro avevano bisogno di lui, che non poteva diventare carne da macello solo perché si era sempre sentito in costante dovere di salvare tutti. Man mano che la ragazza si avvicinava al rogo, poteva sentire il calore delle fiamme aumentare; lo sentiva sul viso, sulle mani, sui vestiti. Cercò di correre in mezzo alla fuliggine che si stava formando e alla cieca pestò qualcosa che sperò vivamente non fosse un cadavere; non riusciva a distinguere nulla se non forme indistinte che urlavano, si chiamavano, cercavano una mano amica che le afferrasse e le portasse fuori da quell'incubo. Sembrava essere capitata all'inferno, o per lo meno così se lo immaginava lei. Harry non si trovava da nessuna parte e lei continuò a vagare alla cieca, fin quando non si accorse di essersi avvicinata troppo al castello.
In quel punto le fiamme non erano ancora arrivate ed Hermione poté vedere chiaramente la scena che le si parava davanti: tre Mangiamorte circondavano la professoressa McGranitt, che da sola cercava di tenere testa ad ognuno di loro. Alla ragazza bastò un attimo per capire che se non fosse intervenuta probabilmente quella donna tanto coraggiosa sarebbe morta nel giro di pochi minuti, così tirò fuori la bacchetta e la puntò verso due di quegli uomini incappucciati.
- Stupeficium!-
In un istante entrambi caddero a terra, e con un colpo da maestra Minerva colpì anche l'ultimo Mangiamorte.
- Signorina Granger, che cosa ci fai qui? - chiese un po' incredula. Lei stessa aveva predisposto che tutti gli studenti stessero lontano dal castello, al sicuro.
- E' per Harry, professoressa. Lui... - la fuliggine le si insinuò nei polmoni e trattenne a stento un conato di vomito – Lui è andato da... da lui! -
La donna sbarrò gli occhi, incredula. Dopo tutto ciò che avevano fatto per proteggere la vita di Potter, lui era comunque riuscito ad andare a farsi ammazzare. Senza dire una parola si allontanò verso la Foresta Proibita, ma si bloccò subito dopo. Dal fitto bosco, ormai quasi ridotto a cenere, avanzava una lunga fila di Mangiamorte ed al centro camminava a testa alta Lord Voldemort; aveva un sorriso inquietante sulla sua faccia serpentina e ogni tanto lanciava lo sguardo verso il mezzogigante accanto a lui. Hagrid era tutto curvo, il viso coperto di lacrime, e teneva in mano un fagottino che Hermione non distinse subito. Cercò di assottigliare gli occhi in modo da poter capire che cosa stava succedendo, ma il lacerante grido che spezzò il silenzio le fu sufficiente a capire di chi fosse quel corpo.
Ti toglie il respiro?
- No – sussurrò appena, mentre il cadavere di Harry veniva posato a terra dal custode delle chiavi. Il suo migliore amico era pallido ma aveva un'espressione rilassata sul volto, come se avesse finalmente compiuto il suo destino. Hermione vide Ginny cadere in ginocchio, mentre sua madre e suo padre la tenevano stretta per impedirle di raggiungere Lord Voldemort e farsi ammazzare a sua volta.
Ti senti soffocare?
Era fatta. Harry era morto, andato per sempre. Lui aveva vinto. Per un momento anche la ragazza desiderò essere in grado di buttarsi a terra e gridare, ma tutto ciò che sentiva era un buco all'anima, come se la vista del suo migliore amico adagiato sull'erba le avesse portato via qualsiasi sentimento avesse mai provato. Non sentiva nemmeno il dolore, perchè era accecata da quella sensazione di apatia totale, di muta disperazione che l'aveva appena colta.
Nulla è stato costruito per durare.
Improvvisamente l'uomo che aveva rovinato le loro vite si puntò la bacchetta alla gola e mormorò un incantesimo che nessuno di loro udì: quando parlò, però, la sua voce poteva essere sentita fino al vicino villaggio di Hogsmeade.
- Harry Potter è morto – annunciò con fare solenne, come se fosse un principe che per tanto tempo aveva bramato il trono e finalmente era riuscito a strappare la corona al legittimo erede* - ora nessuno di voi è più in grado di battermi. Vi siete illusi, certo, e per un attimo avete avuto un piccolo barlume di speranza. Ma la speranza è stata distrutta insieme alla vita di questo mediocre ragazzino che ha creduto di potermi uccidere, di poter ridurre in cenere Lord Voldemort – il suo piede nudo calciò il braccio di Harry con noncuranza, come se fosse stato un sasso – Ma io sono invincibile e voi non lo siete, non senza il Prescelto. Vi giuro che renderò il vostro mondo invivibile, che vi renderò la vita impossibile. Sono io che riduco voi in cenere, a partire da questo istante -
Alzò la bacchetta e la puntò verso la scuola, alimentando il fuoco. Le fiamme si alzarono di parecchi metri e tutt'intorno cominciarono a verificarsi terribili esplosioni, il cui rumore confondeva l'inquietante risata di Tom Riddle. Ben presto i Mangiamorte cominciarono a lasciare il proprio posto per correre verso la folla urlante, che cercava di salvarsi da quell'inferno di fiamme e fumo scappando un po' dovunque. Lampi di luce verde si sparsero tutto intorno e parecchi corpi caddero colpiti dalle Maledizioni Senza Perdono. Era cominciata la vera guerra, una guerra in cui i cattivi volevano solamente fare più vittime possibile e stabilire il loro regime di terrore e inquietudine.
Hermione cominciò a correre dalla parte opposta, con l'intenzione di recuperare il corpo di Harry, di non lasciarlo né ai nemici né alle fiamme. Improvvisamente però, qualcuno le si parò davanti impedendole di proseguire; senza pensarci, alzò gli occhi e vide chi non si aspettava.
Draco Malfoy.
Immediatamente la ragazza indietreggiò di qualche passo e alzò la bacchetta, puntandola contro il viso del ragazzo. Un'esplosione illuminò il suo viso: era pallido, tirato e aveva un livido sul lato sinistro delle labbra ed un altro sotto l'occhio destro. Non sembrava offensivo, ma Hermione sapeva bene che non avrebbe mai dovuto fidarsi delle apparenze: era il nipote di quella pazza che l'aveva torturata e che in quel momento stava godendo per la morte di tutte quelle persone. I suoi genitori erano stati tra i consiglieri più fidati di Lord Voldemort e lui era un Mangiamorte con tanto di Marchio Nero. Quanto diverso dalla sua famiglia poteva essere?
- Spostati Malfoy – disse abbassando lo sguardo – O giuro che ti faccio spostare io -
- Non puoi farci più niente, Granger – ribattè lui, avvicinandosi talmente tanto che la punta della bacchetta della ragazza arrivò a toccargli il petto – Hanno portato via il suo corpo -
- Lasciami passare immediatamente ragazzino insolente! - la voce della ragazza si alzò di un tono mentre indietreggiava ulteriormente – Sei felice vero? Stai gongolando? Era tutto ciò che volevi, l'hai sempre voluto! - tutta la rabbia ed il dolore che sembravano spariti riaffiorarono in superficie e crescevano di intensità ogni volta che incrociava quello sguardo freddo che le stava di fronte – Sei un assassino come loro. Rimettiti maschera e cappuccio e torna a festeggiare con i tuoi amici! -
Hermione si spostò a destra e riprese a correre, fin quando si rese conto che il corpo di Harry era sparito davvero.
- Ti ho detto che l'hanno portato via, Granger. Scappa prima che prendano anche te -
Malfoy era ancora dietro di lei e sembrava non volersene andare. Lei non si voltò: non voleva fargli vedere che stava piangendo. Piangeva perché non avrebbe mai più potuto vedere il volto di Harry; era come se una metà di lei se ne fosse andata quella notte e non sarebbe tornata mai più. Sarebbe sopravvissuta? Non riusciva a vedere oltre quelle fiamme, oltre quel fumo, oltre quella notte.
- Malfoy torna a giocare con i tuoi amici Mangiamorte, oppure uccidimi all'istante, non tirarla tanto per le lunghe -
- Io non...-
Il ragazzo non fece in tempo a rispondere a ciò che lei le aveva detto: una nuova esplosione si scaturì dall'incendio in direzione di Hermione. Senza avere il tempo di riflettere su ciò che stava accadendo, la ragazza si ritrovò stesa sull'erba, scampata per un secondo alle fiamme. Malfoy l'aveva spinta via senza troppi complimenti, ed ora il ragazzo giaceva svenuto a terra. Tutto quello non aveva senso. Perchè mai l'aveva salvata? Perchè non l'aveva semplicemente lasciata morire tra le fiamme? D'altronde lei, per lui, era solo una Sanguesporco. Non ebbe il tempo di riflettere perché fu attirata da qualcosa davanti a se.
Dal fumo denso comparve di nuovo la professoressa McGranitt con i capelli grigi che le ricadevano sulle spalle e parte del mantello bruciato.
- Signorina Granger che cosa stai facendo ancora qui? - era isterica e pallida, Hermione non l'aveva mai vista così – Scappa, allontanati da questo posto. Abbiamo perso -
- Ma professoressa... Ron... Ginny...-
Due Mangiamorte spuntarono dal nulla e cominciarono ad attaccare; subito la donna rispose, imprigionandoli con delle corde che non avrebbero retto molto, avrebbero dato loro solo il tempo di scappare.
- Stiamo tutti scappando, mettiti in salvo Hermione! -
La ragazza tentennò un attimo, ma non appena vide la professoressa scappare capì che era ora di smettere di combattere e provare a trovare un modo di vivere; non era per vederli morire che Harry si era sacrificato, ma per dare a tutti loro una possibilità di sconfiggere il male.
Stava per voltarsi e scappare quando si ricordò di Malfoy svenuto pochi metri più in là; probabilmente sarebbe finito arrostito se nessuno lo fosse venuto a salvare. Ma più si guardava intorno e più si rendeva conto che ai Mangiamorte non importava colpire anche chi stava dalla loro parte: a loro importava solo uccidere, erano bestie che bramavano sangue e morte, non importava di chi e in quale modo. Che cosa avrebbe dovuto fare? Malfoy l'aveva maltrattata per anni, aveva fatto di tutto per rendere la sua vita e quella dei suoi amici la più complicata possibile e si sarebbe meritato che nessuno l'aiutasse. Però quella notte l'aveva salvata, in modo davvero inaspettato.
E lei non era come tutti loro, non avrebbe lasciato morire nemmeno il suo peggior nemico. Non avrebbe sopportato l'idea di aver condannato qualcuno a morte, anche se quel qualcuno l'aveva odiata per il suo sangue e per le sue origini. Fu così che decise di essere semplicemente Hermione Granger e di tirare fuori il meglio di se: la compassione, l'innocenza e la purezza della sua anima.
Puntò la bacchetta verso il corpo svenuto del Serpeverde e mormorò un incantesimo .
- Levicorpus -
Sorrise appena, ricordandosi che era stato Harry a scoprire quell'incantesimo e che lei lo aveva sgridato parecchie volte perché aveva paura che usare una magia non conosciuta avrebbe portato a delle conseguenze spiacevoli. Il corpo di Malfoy si alzò graziosamente in aria e seguì la ragazza, che aveva cominciato a muoversi verso le colline a sud del castello, dalla parte opposta rispetto a quelle in cui era stata appena un'ora prima. Si ricordava che c'erano alcune grotte interne, grotte in cui si era nascosto Sirius durante il loro quarto anno. Per quella notte avrebbe potuto stare lì e l'indomani avrebbe deciso che cosa fare. Sentiva il peso di quella guerra nel suo petto e faceva fatica a respirare.
Che ne sarebbe stato di lei?
Avrebbe dovuto scappare per tutta la vita, avrebbe dovuto vivere in una di quelle grotte come una rifugiata qualunque, perchè nel mondo di Lord Voldemort sarebbe morta non appena avesse incontrato un Mangiamorte sul suo cammino. Non c'era spazio per lei in quel mondo fatto di buio e disperazione.
Era sola.
O peggio, il suo unico compagno in quel momento era Draco Malfoy, e forse avrebbe dovuto usare l'incantesimo Imperius per impedirgli di correre dal suo signore e spifferare il suo nascondiglio. Una volta guarite le bruciature del ragazzo avrebbe pensato anche a cosa farne di lui.
Ci volle una mezz'oretta per arrivare in una delle grotte scavate nella roccia: il suo interno era buio e freddo e subito Hermione accese uno dei suoi speciali fuochi azzurri. Non era luminosissimo, ma emanava calore e le infondeva un po' di coraggio; sarebbe stata dura ma doveva farcela.
Adagiò con delicatezza Draco sul pavimento di pietra ed immediatamente si mise a cercare un oggetto nella sua borsetta di perline: toccò libri, piume, una boccetta d'inchiostro, la tenda nella quale lei, Harry e Ron avevano passato tanto tempo a supporre dove fossero gli Horcrux e finalmente individuò la boccettina di Essenza di Dittamo che cercava. La stappò senza difficoltà e ne versò alcune gocce sulle bruciature di Malfoy: aveva il braccio destro e tutto il lato destro bruciato, ma non appena il Dittamo entrò in contatto con la pelle del ragazzo, le ferite sembrarono rimarginarsi un poco.
Richiuse la bottiglietta e la ripose nella borsetta, poi si appoggiò al muro di pietra fredda e chiuse gli occhi. Non sapeva se si sarebbe mai ripresa da un trauma del genere, ammesso che si fosse salvata in qualche modo. Era stanca, avrebbe volentieri chiuso gli occhi e schiacciato un pisolino, ma aveva paura che Draco potesse attaccarla; ma soprattutto aveva paura di rivedere le facce di Harry e Fred, di tutti i suoi amici morti in battaglia quella notte. Aveva perso ogni cosa, e per la prima volta nella sua vita si ritrovò ad invidiare Malfoy: lui non aveva dovuto guadagnarsi nulla, non aveva visto morire i propri amici, non aveva dovuto lasciare andare i propri genitori senza sapere se mai li avrebbe rivisti.
- Tu non hai perso nulla – gli disse, con la speranza che la sentisse e che si sentisse in colpa. Era come se volesse incolpare Draco di tutto ciò che era successo quella notte, perchè lui era uno di loro e lei aveva anche avuto il buon cuore di portarlo con se e curarlo. Nonostante l'avesse salvata era ancora molto titubante sul comportamento del ragazzo.
Lui ti avrebbe uccisa, Hermione, e tu lo sai.
Si accovacciò ancora di più contro la parete e posò il viso sulle ginocchia, cominciando a piangere.

Il suo cuore era un pugno di cenere.
Sai per cosa vale la pena battersi?
- Tu non hai perso nulla -
La voce della Granger gli arrivava distintamente nelle orecchie, ma Draco si sentiva come immobile, come se lo avessero paralizzato. Il dolore al fianco non era più così acuto, ma non riusciva a parlare e tanto meno ad aprire gli occhi. Poteva però sentire tutto il dolore di quella ragazza che credeva di essere rimasta sola, e non la biasimò. Però lei non sapeva, non poteva sapere ciò che lui sapeva, ciò che lui aveva dovuto lasciare andare.
Ritornò con la mente all'ora precedente.

Le fiamme arrivavano quasi a metà delle mura; era terribile vedere Hogwarts ridotta così, perchè nonostante tutto per lui era come una seconda casa.
Sentì un rumore di passi e si voltò verso la Foresta Proibita; dagli alberi fitti uscì sua madre, con il volto pallido e uno sguardo terrificante sul volto. Era sola, senza Lucius, e la cosa era davvero strana. Era strano pensarla senza suo padre, Draco era sempre stato abituato a vederla al suo fianco, come se vivesse solo in funzione dell'uomo.
- Qualunque cosa tu senta, non è vera – disse immediatamente, prendendo il braccio del figlio e spostandolo in una zona appartata – Potter non è morto, ma io ho mentito al Signore Oscuro – la sua voce era ferma, senza alcuna esitazione. Draco capì in quell'istante che Narcissa era vissuta per tutti quegli anni nell'ombra di Lucius ma che non ne aveva mai apprezzato l'operato.
- Madre, che cosa dici? Finirai per farti ammazzare! - esclamò scandalizzato Draco – Già io nascondo loro un segreto terribile, tu hai peggiorato la situazione! -
Ma Narcissa scosse la testa con decisione.
- Ha diciassette anni, Draco. Ha la tua età. È come se mandassi a morire mio figlio. Sono una madre, prima di tutto, e da madre non posso pensare che un ragazzino possa essere ucciso in quel modo – continuò cercando di usare un tono convincente – Il punto è che Tu Sai Chi pensa di averlo ucciso. Faremo in modo che lo creda, faremo in modo che tutti pensino che Harry Potter è morto. È ciò che vuole Severus, è ciò che vuole Silente. -
Draco continuava a non capire: che cosa c'entravano in tutto quello il professor Piton ed un vecchio Preside morto? Tutte quelle bugie non avrebbero fatto altro che ammazzarli tutti quanti.
- Devi fidarti di me, figlio mio – continuò Narcissa con le lacrime agli occhi – Io nasconderò Harry, e tu devi dimostrarmi che non c'è solo tuo padre dentro di te -
Ecco che in un attimo tutte le sue paure peggiori si erano materializzate: aveva sempre avuto paura di essere come suo padre, ma aveva sentito di essere diverso da lui quando aveva capito che uccidere non lo divertiva ma lo ripugnava solamente. Ed ora scopriva che sua madre non solo non era d'accordo con l'ideologia di Lucius, ma era addirittura alleata di quegli altri!
Lei lo prese per un braccio e lo guardò con amore, come solo una mamma può guardare il proprio figlio. Quando vedeva quello sguardo dolce, Draco sentiva che forse avrebbe potuto essere una persona normale.
Forse addirittura migliore.
- Prendi la Granger, portala via. È l'unica che sa come rintracciare l'ultimo Horcrux – Draco non capiva una parola di ciò che diceva Narcissa, ma la ascoltò ugualmente perché l'idea di perderla in quel momento era qualcosa di troppo terribile per lui. - Aiutala a mettere insieme di nuovo l'Ordine e poi dille di Harry, Quando il Signore Oscuro abbasserà la guardia io e Potter attaccheremo –
- Tu sei matta, madre. Sicura che non ti abbiano fatto un incantesimo Confundus? -
Narcissa riuscì perfino a sorridere in quel momento, cosa che poteva solo confermare la diagnosi di Draco: sua madre era matta. Ma lei gli prese le mani ed in un certo senso gli lesse l'anima.
- So che non vuoi essere così. So che puoi essere migliore di così – sorrise di nuovo, questa volta tra le lacrime – Smetti di essere un Mangiamorte, Draco, e diventa uomo -

Le parole di sua madre riecheggiavano nella sua mente; chissà dov'era, chissà che cosa avrebbe fatto e dove si sarebbe nascosta. Riuscì ad aprire gli occhi e si voltò verso Hermione, che singhiozzava silenziosamente abbracciata alle proprie ginocchia. Non aveva mai visto quella ragazzina così vulnerabile, anzi, aveva sempre creduto che fosse insopportabile, saccente e senza sentimenti; vederla piangere lo colpì davvero tanto. Chissà a cosa si riferiva quando parlava di perdere qualcuno. I suoi genitori erano stati uccisi da lui? Aveva perso qualcuno che amava molto? Forse era innamorata di Potter, per quello era così disperata.
Si guardò per un attimo attorno e vide le pareti scure di quella che sembrava una grotta. Probabilmente era il primo posto che aveva trovato per nascondersi, anche se non era di certo confortevole.
Lei continuava a piangere senza sosta e il suono dei suoi singhiozzi dava particolarmente fastidio al ragazzo, che si girò su un fianco per poterla disturbare e farla smettere.
Il dolore però era troppo forte, nonostante l'essenza di Dittamo, e fu tale che il ragazzo si sentì nuovamente svenire.
Riuscì a dire un'unica cosa prima di piombare nel buio e nel silenzio.
- Non sei l'unica ad aver perso qualcuno - 

 
********
MI ero ripromessa che non avrei mai più scritto nulla ed invece... eccomi qui. Per chi non lo sapesse, io sono la 'vecchia' TheGhostOfYou... ho aperto questo nuovo account perchè non riesco più ad accedere all'altro. Oggi comincia una nuova era per me, che non scrivevo da mesi. Su Efp ho passato anni bellissimi, ma la laurea ed il lavoro mi hanno allontanato dalla scrittura ed avevo perso la speranza di tornare a scrivere.
Ebbene, l'ispirazione mi è tornata e con essa la voglia di scrivere ancora di Draco ed Hermione - no, la fissa non mi è ancora passata! Sono maturata in questo anno e mezzo di lontananza dal sito, e spero che la storia vi piaccia.
Per ora pubblicherò settimanalmente, al martedì, e non voglio anticiparvi nulla. Ancora non so di quanti capitoli sarà la storia, quello che posso dirvi è che sono felicissima di essermi buttata in questa nuova avventura!
La mia pagina fb è sempre questa
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: TheGhostOfYou22