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Autore: Shayla_the_angel    06/08/2008    1 recensioni
Ottobre tedesco. Martedì mattina. Un pullman italiano si ferma davanti ad un lussuoso hotel berlinese. Scendono parecchie ragazze. Fanno parte di un coro, ingaggiato per alcuni spettacoli...il titolo centra poco con la storia...l'idea di partenza era un'altra, ma col susseguirsi delle vicende ho dovuto cambiare la trama...il titolo però mi piaceva...beh, spero vi piaccia la mia prima fic sui TH!!
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. Un sogno diventato realtà

 

La mattina seguente, Sara si svegliò con un terribile mal di testa. Si era stancata parecchio il giorno precedente. Si mosse leggermente e sentì le cuffie dell’iPod arricciate intorno al polso. Si liberò, poi uscì dal letto ed andò in bagno. Sentì odore di fumo e guardò fuori. Giulia era in balcone. Le cuffie nelle orecchie e una sigaretta tra le dita.

“Non smetterà mai…”pensò scuotendo la testa.

Si lavò la faccia e i denti, poi si truccò e si pettinò, infine si vestì.

“Buon giorno!”disse con un sorriso, raggiungendo la compagna che era già pronta.

“Ciao…come hai dormito?”rispose Giulia, spegnendo l’mp3.

“Divinamente! Ancora non ci posso credere!”disse saltellando.

“Sono contenta per te…”disse con un sorriso.

“Ah, Bill mi ha chiesto di portarti al concerto, visto che abbiamo i due pass per i backstage potremo incontrarli anche al concerto”.

“Davvero?”chiese Giulia non credendo alle proprie orecchie.

“Sì! Aspetta…come mai sei così contenta? Non sarai una delle numerose vittime del giovane Tom?”chiese la giovane, guardandola con aria allusiva.

“No…lui non centra niente…è solo che…”

“Chi è? Georg? Gustav? Oppure Bill?”

“No, quel darkettone te lo puoi tenere…si tratta di Georg…insomma ieri sera è stato simpaticissimo e gentilissimo”.

“Ho capito…beh ho notato che spesso ti guarda! Complimenti!”esclamò Sara abbracciando l’amica.

Sara rise.

“Che ci trovi di divertente?”

“Meno di due giorni fa non potevi nemmeno sentirli nominare…ed ora muori per il loro bassista! Ti ho convertita ai Tokio Hotel!”esclamò.

Giulia rise con lei, poi scesero a colazione.

Incontrarono Carola nella hall.

“Dove avete dormito stanotte?”chiese curiosa.

“In camera, perché?”risposero le ragazze, guardandosi.

“Sono tornata alle due ma non c’eravate e le altre mi hanno giurato di non avervi viste”.

“Vai pure di sopra a controllare. Siamo state in camera a dormire”disse Giulia.

“Secondo me avete trovato qualche ragazzo e siete state in giro fino a tardi”.

“Credi quello che vuoi, ma puoi benissimo chiedere al portiere per sapere a che ora siamo tornate”rispose Sara.

Carola se ne andò, un po’ delusa.

“Ma quella non si fa mai i cazzi suoi?”chiese Giulia prendendo posto in sala da pranzo.

“Ragazze, per stamattina vorrei fare delle prove di sezione nella sala qui affianco. Il direttore mi ha assicurato che non ci disturberà nessuno. Prima vorrei provare con Sara, almeno per un’ora e mezza. I soprani verranno da me dopo pranzo, i contralti per le 14 e 30, poi potrete riposarvi e stasera avremo un incontro con alcuni giornalisti”

“Prof, siamo solo un coro, mica delle star di Hollywood!”esclamò Sara.

“Signorina, tu devi prepararti molto bene, dato che sarai quella a cui faranno più domande. Ora vai di là e scalda un po’ la voce”.

La ragazza annuì e salutò Giulia con un cenno della mano.

“Voi andate nelle vostre stanze. Non vi voglio in giro per l’hotel. Ripassate le parti e state tranquille”disse la donna.

Le studentesse si volatilizzarono.

“Ja mein Führer!”pensò Giulia, tornando in camera e pregustandosi un’altra sigaretta.

 

----------*----------

 

Sara osservò attentamente la sala. C’era un bellissimo pianoforte a coda, poggiato su un pavimento di parquet lucido. La giovane si sedette e poggiò le dita sulla lunga tastiera. Chiuse gli occhi e trasse un profondo respiro. Quando si trovava davanti ad un pianoforte nuovo era sempre un po’ restia a suonarlo, per timore che qualcuno potesse sentirla.

“La prof mi ha detto di scaldare la voce, quindi devo suonare per forza”si disse. Lentamente cominciò a premere qualche tasto a caso, poi iniziò a suonare una delle sue tante canzoni. Cominciò a canticchiare a bassa voce, poi la sua passione per la musica ebbe il sopravvento e cantò come se si stesse esibendo davanti ad un pubblico. Le parole le conosceva a memoria, la musica pure, quindi si lasciò andare completamente, distaccandosi dal mondo che la circondava. In quel momento c’erano solo lei e il pianoforte.

I brani si susseguirono uno dopo l’altro e la prof ancora non arrivava. Sara non si preoccupò, in fondo si stava solo esercitando.

 

----------*-----------

 

Bill scese per fare colazione. Suo fratello stava ancora dormendo, come al solito. Georg era appena uscito per una passeggiata in incognito e Gustav stava guardando la tv.

Una musica familiare lo attirò lontano dalla sala da pranzo.

“Ma questa è una delle nostre canzoni”pensò canticchiando tra sé la canzone che aveva scritto parecchio tempo prima e che aveva riscosso molto successo.

La porta della sala era socchiusa e il giovane si permise di sbirciare dentro. Vide un pianoforte bianco, ma da quella posizione non era in grado di vedere chi stesse suonando. Si trattava sicuramente di una ragazza, a giudicare dalla voce.

“Please don't jump
Don't jump

And if all that can't hold you back
I'll jump for you”

La canzone era terminata.

L’arrangiamento al pianoforte era favoloso. Poteva essere sicuramente migliorato, ma la pianista era davvero brava. Subito dopo partì un’altra canzone. Bill la riconobbe dai primi accordi.

La canzone che aveva scritto per Tom…la loro canzone.

“Ich will da nicht allein sein
lass uns gemeinsam
In die Nacht
Irgendwann wird es Zeit sein
Lass uns gemeinsam
In die Nacht“

Bill si unì alla cantante, aiutandola con il ritornello. La musica si fermò di colpo e un viso familiare fece capolino da dietro lo strumento.

“Ciao!”esclamò il ragazzo sorridendo.

“Ciao…io non sapevo che fossi qui”rispose Sara, arrossendo fino alla punta dei capelli.

“Non preoccuparti. Sei molto brava. Devo proprio farti i complimenti. Hai avuto una bella idea a riadattare i pezzi per pianoforte”disse sorridendole.

“Oh…grazie. L’ho fatto perché so suonare solo il piano…”

“Beh, ma sei brava lo stesso”.

“Grazie…”rispose lei portandosi i capelli dietro le orecchie.

“Senti, potresti farmi vedere come hai fatto?”.

“Eh? Sì, certamente”rispose, rimettendosi seduta.

Bill si avvicinò e Sara gli fece un po’ di posto sullo sgabello.

“Mi dispiace, stiamo un po’ stretti”.

“Non ti preoccupare, mi pare che nessuno dei due occupi più della metà”disse il giovane sorridendole di nuovo.

“Senti, io ti avviso che potrebbe entrare la mia prof da un momento all’altro”.

“Beh? Che importa? Non stiamo facendo nulla di male e poi mi pare che tu ti sia preparata a dovere per le prove, no?”.

“Già, hai ragione!”

Rimasero insieme per quasi mezz’ora, poi Tom entrò nella sala.

“Bill! Ecco dov’eri finito! Pensavo fossi a colazione!”esclamò in tedesco.

“Ciao Tomi…Sara mi sta insegnando un paio di cose al pianoforte!”esclamò lui, con un sorriso a 32 denti.

Tom sorrise a sua volta ed osservò i due ragazzi.

“Vedi…qui devi fare do minore, poi si bemolle e infine mi bemolle”disse Sara, poggiando le lunghe dita sulla tastiera.

Bill la imitò suonando un’ottava più in alto e canticchiando la melodia. Le sue unghie laccate di nero creavano un piacevole contrasto con l’avorio candido dei tasti e con lo smalto di un tenue rosa di Sara.

“Bravo!”esclamò la giovane, osservandolo con la coda dell’occhio.

“Hey, ma la tua SIMPATICA amica non c’è?”chiese Tom.

“No…in teoria avrei dovuto provare solo io”.

“Perché?”chiesero i due gemelli.

“Beh…io canto come solista…”rispose la ragazza arrossendo.

“Hai detto la cosa sbagliata”disse Tom.

“Perché?”domandò lei, preoccupata.

“Adesso il mio simpatico fratellino ti martellerà di domande, fino all’esaurimento!”esclamò Tom, mostrando il suo solito, irresistibile sorriso.

Sara si mise a ridere.

“Beh, di certo mica mi dispiace farmi martellare di domande da Bill Kaulitz!”pensò.

In quel momento entrò la professoressa.

“Sara! Chi sono questi due?”chiese, arrabbiandosi.

“Oh, prof…loro sono Bill e Tom Kaulitz…sono due…ehm…ragazzi del posto”disse in inglese, in modo che i due capissero.

“Oh…e cosa ci fanno qui?”chiese la donna.

“La sua allieva è molto brava. Noi siamo due cantanti e ci siamo fermati per farle i complimenti”intervenne Bill, alzandosi e stringendo la mano alla donna.

La professoressa si lasciò sfuggire un lieve sorriso.

“Grazie, ma ora devo chiedervi di andarvene. Ho una lezione da fare”

Bill e Tom si avviarono verso l’uscita e il minore dei due gemelli indicò il piano superiore con l’indice, guardando Sara negli occhi.

Lei annuì, poi tornò a concentrarsi sulla sua insegnante.

“Senti, io rimango un po’ qui ad ascoltarla…tu che fai?”chiese il giovane frontman una volta fuori dalla sala.

“Visto che per venirti a cercare non ho fatto colazione, credo che andrò a mangiare qualcosa in camera…non hai del cioccolato?”

“Nella mia borsa, quella sotto il televisore”

“Danke bruder!”esclamò Tom

“Ah, Tomi”

“Si?”

“Vedi di non mettermi a soqquadro la camera…voglio tutto in ordine come prima”.

“Certo mamma…”esclamò il chitarrista, allontanandosi di corsa.

 

----------*----------

 

Sara si mise in piedi e cominciò a fare i vocalizzi che le ordinava la prof. Ogni volta sempre più in alto.

“Brava…vedo che oltre ad intrattenere i villici del luogo ti sei anche esercitata”.

“Prof…quei due ragazzi fanno parte di un gruppo famoso in tutto il mondo!”esclamò la ragazza.

“Ah sì? E chi sarebbero?”

“Sono i Tokio Hotel, ma credo che lei non ne abbia mai sentito parlare”.

“Oh…mia figlia ha comprato un paio di cd…beh poco importa…non devi farti distrarre. La loro musica non centra nulla con la tua. Ora proseguiamo e comincia a cantare dalla battuta 33”disse.

Le prove durarono fino alle 13, poco più di tre quarti d’ora, poi la ragazza potè andare a mangiare insieme alle compagne.

“Com’è andata la prova?”chiese Giulia

“Come al solito”

“Cioè?”

“La prof è arrivata in ritardo e non ho fatto nemmeno un’ora”.

“Quindi? Che hai fatto da sola?”

“Ho suonato…e cantato…e ho fatto lezione al posto della prof”.

“In che senso?”

“Beh…mentre suonavo, anzi mentre cantavo In die nacht, ho sentito qualcun altro cantare con me…e indovina chi era?”

“Non sono brava con gli indovinelli, ma credo fosse Bill”

“Centro perfetto!”

“E cos’è successo?”

“Mi ha chiesto se potevo fargli vedere gli accordi…”.

“Sì…ora si chiamano accordi!”

“Giulia! Non fare la cretina!”

“Beh, mi piacerebbe stare qui ancora per qualche minuto, ma sono in ritardo e devo andare a prova…con noi la prof non è mai in ritardo…ci vediamo dopo”.

“Se non mi trovi in camera…sai dove sono”

“Sì…non ti preoccupare!”esclamò, salendo in camera.

 

----------*----------

 

“Allora?”chiese Tom.

“Cosa?”

“Come canta?”

“Chi?”
“Senti, smettila di fare il coglione! Sai di chi sto parlando!”

“Uffa…ti incazzi subito…”

“Allora?”

“Canta bene…dannatamente bene!”

“E…”

“E cosa?”

“So che vuoi dire altro”

“E mi hai lasciato la camera una merda! Cazzo Tom, ma è possibile che dove passi tu non c’è mai ordine?”

“Peggio di Attila!”esclamò il ragazzo, spingendo il gemello dentro la camera completamente sotto sopra.

“No Tom…non ho voglia di scherzare. Ora dovrò rimettere tutto in ordine!”

“Chi se ne frega, no? Tanto la tua bella verrà a bussare alla mia porta!”

“Perché?”

“Ti ricordo che è l’unica camera che ha visto…”.

“Oh…hai ragione. Beh quando arriva mandala da me”

“Perché?”
“Beh, l’ho invitata io, no?”

“Allora vieni tu da me, almeno non si scomoda”.

“Fai come vuoi, ma ora sparisci. Con te in giro non riuscirei mai a sistemare”.

“Perché?”

“So benissimo che, mentre metto ordine da una parte, tu fai casino dall’altra…non finirei mai”.

“Bravo il mio fratellino!”esclamò Tom, scompigliando i capelli al gemello.

“Cazzo Tom! I capelli no!”gridò Bill, ma il giovane rasta era già fuggito.

 

----------*----------

 

Sara andò in camera e si guardò allo specchio. Sorrise ed arrossì. Ancora non riusciva a crederci. Bill Kaulitz le aveva parlato, erano stati insieme e l’aveva anche invitata in camera sua. Sospirò.

“Bene…sta andando tutto a meraviglia”pensò, sapendo di avere tutto il pomeriggio libero.

Uscì dalla sua stanza e andò verso le scale.

“Saretta! Dove stai andando?”. Era l’irritante voce di Carola.

La giovane solista si voltò.

“Da nessuna parte…stavo scendendo di sotto”.

“La prof ha detto che dobbiamo restare per forza in camera!”

“Tu non dovresti essere alle prove?”

“No, sono un contralto io…proviamo più tardi!”.

“Merda, merda, merda, merda e merda! Questa non me la levo più di dosso!”pensò Sara, sorridendo.

Carola era una ragazza molto bella. Alta, con lunghi capelli biondi che le ricadevano in morbidi boccoli fino a metà schiena. Gli occhi azzurri incantavano praticamente tutti i professori, anche perché la giovane aveva la capacità di sbatacchiare le lunghissime ciglia arrivando ad intenerire chiunque. Il problema era che la bella Carola era la persona più rompi palle e curiosa di tutta la scuola e trovarsi in camera con lei era un vero e proprio suicidio.

“Tu non sei una che disubbidisce alla prof, quindi non stavi andando di sotto”.

Ah, Carola era anche dannatamente intelligente e raramente si riusciva a fregarla con una palla banale.

Sara sbuffò.

“O me la porto dietro, o Bill crederà che mi sono dimenticata di lui”

Non aveva alternative. Doveva per forza trascinarsi dietro quell’odiosa a meno che…

“A meno che io non faccia a finta di andare in camera di qualcun altro e poi con una scusa, me ne vada da Bill!”pensò sorridendo.

“Beh, se proprio vuoi saperlo, stavo salendo da Alice…”.

“Davvero? Posso venire anche io?”

“Certo…andiamo”

Sara bussò e fu proprio Alice ad aprirle.

“Ciao Ali…sono arrivata! C’è anche Carola!”esclamò.

“Stai zitta e reggimi il gioco…mi devo sbarazzare di lei”aggiunse sotto voce spingendo dentro la compagna.

La giovane restò qualche minuto in camera, poi finse di essersi scordata il cellulare.

“Vado a riprenderlo…torno subito!”esclamò.

Uscì di corsa dalla stanza, poi salì al piano superiore.

Bussò delicatamente alla camera 432. Le aprì Tom.

“Ciao! Il mio caro fratellino arriva subito. Vado a chiamarlo!”esclamò, facendola accomodare.

Sara vide che il rasta stava andando a bussare alla 435, la camera di fronte.

“Cosa c’è?”chiese Bill in tedesco.

“È arrivata la tua bella…immagino vogliate stare un po’ da soli”.

“Senti, io in camera mia non ti ci lascio, quindi falla venire qui…c’è già abbastanza casino in giro senza lasciarti sguinzagliato e libero di fare quello che vuoi…”.

“Grazie…questa cosa potrebbe offendermi”

“Lo so che non te ne frega un cazzo…”

“Signorinella, non si usano certe parole!”esclamò Tom, tornando nella sua stanza.

“È di là”disse in inglese, indicando la porta alla ragazza.

“Danke…”rispose lei, arrossendo.

“Ma allora un po’ di tedesco lo parli!”

“Due o tre parole…ja, nein e danke…”disse, sorridendo.

Bussò alla porta di Bill e dopo aver udito un debole “avanti”si permise di entrare.

“Ciao…scusami se ci ho messo tanto, ma ho dovuto liberarmi da una mia compagna”.

“Capisco…”

Nessuno dei due sapeva che fare…

Tom aveva un orecchio poggiato contro la porta e stava tentando di origliare.

“Tom Kaulitz! Si può sapere che diavolo stai facendo?”chiese Georg uscendo dalla sua camera.

“Sto origliando mio fratello…c’è quella corista in camera sua…tu piuttosto? Che ci fai in giro?”esclamò il ragazzo, balzando per lo spavento.

“Essendo un essere umano ho bisogno di mangiare…stavo andando a farmi un panino già di sotto. Tu ora vieni con me!”

“Perché?”

“Perché non è carino ascoltare gli altri di nascosto!”

“Cazzo Georg sembri mia madre! Anzi, sei peggio di mia madre!”esclamò Tom, seguendo il compagno.

 

----------*----------

 

Giulia stava osservando la prof, quando vide attraverso le vetrate della sala due ragazzi che stavano andando di fuori. Si trattava di Tom e di Georg. La ragazza arrossì e cercò di riconcentrarsi sulla parte. Stava per abbassare lo sguardo, quando i suoi occhi incrociarono quelli del bassista, che le sorrise. Giulia cominciò ad osservare lo spartito.

“Giulia! A che battuta siamo arrivate?”chiese la prof, interrompendo l’esecuzione.

“Eh? Alla…60?”chiese lei, preparandosi ad una sgridata.

“Ci sei? Siamo ferme alla 75!”

“Mi scusi prof…è solo che non mi sento molto bene…”disse, abbassando lo sguardo.

“Senti, se stai male sali in camera. Tanto abbiamo quasi finito”disse la donna.

“Va bene…grazie”rispose lei, recuperando le sue cose ed uscendo dalla sala.

 

“Guarda un po’ chi si rivede!”esclamò Tom, sedendosi sullo sgabello del bar.

Giulia si voltò. Sentiva chiaramente gli occhi di Georg sul suo viso, ma non voleva guardarlo. In breve tempo le sue guance divennero rosse come i capelli.

“Hey, non credevo di metterti tanto in imbarazzo”disse Tom.

“Prendi qualcosa da bere?”le chiese il bassista.

“No…io…devo andare in camera…”balbettò, voltandosi e correndo al piano superiore.

La professoressa aveva osservato la scena dalla sala di prova.

“Voi continuate, io devo fare una cosa”disse alle ragazze, avviandosi verso la porta.

In pochi passi raggiunse i due giovani musicisti e si parò loro davanti. Da giovane aveva vissuto in Germania e il tedesco non era un problema.

“Cortesemente, vi chiedo di lasciare in pace le mie alunne!”esclamò.

“Oddio! Il Führer!”pensò Tom sobbalzando sul suo sgabello. Era parecchio tempo che non aveva a che fare con i professori.

“Noi non abbiamo fatto niente”disse.

“Giulia è una mia studentessa. Non importunatela. Non mi importa se siete i Tokio Hotel. Lasciate stare le mie ragazze! Soprattutto Sara. Non deve essere distratta da voi…ha una carriera a cui pensare!”

“Noi invece no! Senta, lei non sa nemmeno di cosa…”cercò di dire Tom, ma Georg lo bloccò.

“Va bene, signora. Ora torni alle sue prove. Noi ci terremo a distanza”disse, alzandosi ed allontanandosi.

 

----------*----------

 

“Sto baciando Bill Kaulitz”pensò Sara, mentre le labbra del cantante si posavano sulle sue. Non poteva essere vero…era sicuramente tutto un sogno.

I due ragazzi si guardarono negli occhi. Sara non riusciva a smettere di guardare quegli occhi nocciola che per tanto tempo l’avevano osservata da un piccolo poster che teneva vicino al pianoforte di casa.

“Tutto questo finirà una volta passato il concerto…”pensò tristemente. Quel pensiero le fece abbassare lo sguardo.

“Che c’è?”chiese il giovane.

“Stavo pensando…”

“A cosa?”

“A quello che sta succedendo adesso…”

“Beh, mi sembri un po’ troppo triste”

“Già…è tutto magnifico…non avrei mai desiderato nulla di meglio, solo che quello che sta succedendo adesso sarà solo un piacevole ricordo, una volta passata la data del tuo concerto”.

“Perché dici così”

“Bill, pensaci…una volta fatto il concerto, tu tornerai ad Amburgo, mentre io starò qui. A novembre tornerò in Italia e non ci rivedremo mai più. Tornerò a guardare i tuoi occhi su quel poster…”disse, sforzandosi di non piangere.

“No…”

Sara lo guardò.

“Non voglio perderti…so che è presto per dirlo, ma io sto bene quando sono in tua compagnia. Non voglio che questa sia solamente un’avventura”

“Ma sarà così…Bill siamo troppo diversi…”disse lei.

“Senti, ora non fare la pessimista. Ora aspettiamo il concerto. Quando arriverà, vedremo cosa fare”disse, abbracciandola.

In quel momento bussarono alla porta. Era Tom.

“Che è successo?”chiese Bill, guardandolo in faccia.

“Si tratta della sua prof”.

“Cosa hai combinato?”chiese il cantante, vedendo che Sara era sbiancata.

“Io? Niente! Chiedilo anche a Georg!”

“Racconta tutto”

“Beh, noi ce ne stavamo seduti comodi giù al bar, quando è arrivata la sua amica”.

“Giulia”

“Sì, lei. Beh io ho fatto una battutina e Georg le ha chiesto se voleva bere qualcosa”

“Poi?”chiese Bill, temendo il peggio.

“Poi quella è diventata viola in faccia e se n’è andata con chissà cosa addosso…aveva una faccia da morta”.

“Poi?”domandò Sara.

“Poi è arrivata quell’arpia della tua prof e ci ha rimproverati!”

Bill scoppiò a ridere.

“Che cazzo hai da ridere?”

“Beh, ti immagino, mentre quella ti sgrida!”

“C’è poco da ridere. Ci ha quasi minacciato. Ha detto che non dobbiamo distrarre le sue ragazze, soprattutto quella che è seduta sul tuo letto!”esclamò.

Sara e Bill si guardarono.

“Cosa ti avevo detto…finirà tutto…”disse la ragazza, alzandosi e facendo per uscire.

“Senti, aspetta un secondo”disse Bill.

“Cosa?”

“Non lascerò che sia quella donna a dividerci. Non può impedirti di vedermi”

“Può rispedirmi a casa con il primo volo…”.

“Non lo farà mai”

“Cosa te lo fa credere?”

“Sei la solista…la figura principale del coro. Non si sognerebbe mai di mandarti a casa”

“Già…hai ragione. Però non posso permettermi di fare quello che voglio. Tom, tu hai visto Giulia?”. “L’ho vista entrare in camera vostra, poi niente”.

“Ok…io vado da lei…ci vediamo domani”

“Perché domani?”

“Stasera dovremo rilasciare un’intervista”.

“Beh e oggi pomeriggio?”

“Meglio di no…il Führer è in giro e ci sorveglierà!”

“Non credo…”disse Tom con aria furba.

“Cosa hai intenzione di fare?”

“Non ti preoccupare. Renderò questa vostra gita molto più piacevole!”esclamò andando in camera sua.

Sara fece per allontanarsi, ma Bill la prese per un braccio.

“Aspetta…non puoi andartene così”disse, poi la baciò.

“Ora devo andare…”disse lei, arrossendo andando verso le scale.

 

----------*----------

 

La ragazza entrò in camera. Carola era di sotto a fare le prove, Giulia era in balcone a fumare.

“Hey, ma non puoi diminuire il numero di sigarette? Ti fanno male!”

“Lasciami stare…”disse la ragazza, asciugandosi gli occhi.

“Giu! Che hai?”chiese Sara, preoccupata.

“Niente”rispose l’amica, scuotendo la testa.

“Non è vero. Tu sei una di quelle persone che piangono solo per motivi importanti!”.

La giovane sospirò e si appoggiò alla ringhiera, prendendo una boccata di fumo.

“Si tratta di Georg”

“Cosa ha fatto?”

“Ma niente…solo che ora non posso neanche guardarlo. Mi manda fuori di testa solo averlo vicino”.

“Beh, che c’è di male?”

“Che quando c’è lui io divento un’altra persona. Non riesco a spiaccicare mezza parola…mi sento in imbarazzo”

“Ma dai…è normale. In fondo ti piace, non c’è niente di strano!”

“Invece sì. Non avrei mai dovuto andare su, ieri sera”

“Non dire cazzate”.

“Invece è vero…se ieri sera me ne fossi stata in camera, con lui non ci avrei parlato e tutto sarebbe rimasto uguale”.

“Smettila di fare la cretina e ora vieni con me!”

“No!”
“La prof ha rimproverato Tom e Georg”

“Perché?”

“Perché ti ha visto andare via e pensava che ti avessero fatto qualcosa…”.

“Chi te lo ha detto?”

“SexGott”

“Chi?”

“Tom…lo chiamano così”

“Cosa vuoi fare?”

“Adesso andiamo su e tu parli con Tom e Georg…dirai che ti dispiace se la prof se l’è presa con loro, poi io attirerò il bel chitarrista fuori in balcone e voi due resterete da soli!”disse sorridendo.

Giulia arrossì e scosse la testa.

“No…potrebbe venirmi un infarto”

“Non me ne frega”

“Mi vuoi morta?”

“Ma felice…piuttosto che sopportarti così! Ora muoviti!”

Giulia sorrise, poi spense la sigaretta e seguì l’amica.

Sara bussò alla 435 e le aprì Bill.

“Che ci fate qui?”chiese, sorridendo.

“Abbiamo bisogno di tuo fratello e di Georg…”disse la ragazza.

Bill si accorse che Giulia era arrossita quando l’amica aveva nominato il bassista.

“Capisco…beh, la camera di Tom è la 432, quella di Georg è la 434”disse, indicando la porta chiusa.

“Ehm…di solito a quest’ora cosa fanno?”chiese Sara.

“Perché?”

“Beh, magari dormono…non vorremmo disturbare”.

“No, no…Tom recupera le ore di sonno al mattino…Georg non esce mai al pomeriggio, a meno che non si tratti di faccende molto importanti”.

“Senti…dopo devi aiutarmi a portare via tuo fratello…in modo che…”sussurrò la corista.

“Sì…Giulia e Georg…ok, ma ora smettila di parlare come se stessi per compiere un omicidio e bussa alla porta di Georg”rispose Bill, sempre a bassa voce.

La ragazza annuì e bussò alla camera del bassista.

“Chi è?”si sentì chiedere.

“Sara…potresti uscire un secondo?”

Bill, nel frattempo aveva fatto accomodare Giulia nella sua camera ed era andato a chiamare Tom.

“Dimmi, è successo qualcosa?”chiese il ragazzo, apparendo sulla porta.

“No…è solo che…vabbè te lo spiego dopo…vieni con me”disse, prendendolo per un braccio e portandolo nella camera di Bill.

“Beh, allora noi usciamo”disse il cantante, seguendo Sara in balcone.

“Come mai siamo qui, noi tre?”chiese Tom.

Giulia era bordeaux in faccia.

“Beh…io volevo chiedervi scusa…in fondo è stata colpa mia se la mia prof vi ha rimproverati…”disse, sforzandosi di non fissarsi le scarpe.

Georg rise.

“Non ti devi preoccupare…è solo che Tom è un po’ una testa calda e per poco non le rispondeva male…”.

“Anche perché il mio linguaggio è molto più scurrile in tedesco che in inglese”aggiunse il rasta.

Giulia sorrise. Sara, che aveva origliato tutto, chiamò Tom di fuori.

L’altra ragazza si sentì persa.

“Oddio…e adesso cosa faccio? Sono qui da sola…con lui…”pensò.

Georg si sedette sul divano ed accese la tv. Subito una voce femminile interruppe i pensieri della corista.

“Dimmi, alla fine cosa è successo con la mia prof?”chiese, avvicinandosi al bassista.

“Oh, nulla. Tom ha cercato di risponderle, ma l’ho bloccato”.

Giulia sorrise.

“Hai fatto bene…la mia prof non è una a cui piacciono tanto le teste calde”.

“L’ho notato…per questo Tom la chiama il Führer, giusto?”

La ragazza rise ed annuì. Georg sorrise a sua volta. Aveva un sorriso magnifico.

I due ragazzi si guardarono. Gli occhi verdi di lei s’intrecciarono con gli occhi verdi di lui. Simili, ma totalmente diversi.

Giulia aveva diciotto anni, faceva la parte della ragazza dura, ma come si dice gli occhi sono lo specchio dell’anima e dimostravano quanto la ragazza fosse buona e sensibile.

Georg di anni ne aveva ventuno. Aveva lo sguardo di un ragazzo sicuro di sé. Uno sguardo che sapeva incantare, a dispetto dei meravigliosi occhi nocciola dei due gemellini di cui migliaia di ragazze si erano innamorate.

Entrambi aspettavano una mossa dell’altro. Chi avrebbe fatto il primo passo?

 

----------*----------

 

“Perché mi obbligate a restare qui fuori con voi due?”chiese Tom.

“Tomi…quanto sei ingenuo! Non hai capito che quei due si piacciono?”chiese Bill.

Il rasta guardò suo fratello, poi spostò lo sguardo sulle finestre.

“Mi stai dicendo che Georg e quella lì…”

“No Tom, la vita non è nasci, scopi e muori…loro due si piacciono…non devono per forza…”.

“Hey, ma mi hai preso per un ninfomane? Lo so cosa succede quando due si piacciono…solo che non pensavo…”rispose Tom, arrossendo.

“Però potevate avvisarmi che dovevamo starcene qui fuori!”aggiunse.

“Perché?”domandò Sara.

“Almeno mi portavo le sigarette!”esclamò il rasta, appoggiandosi alla ringhiera.

“Tieni…a volte basta chiedere”disse la ragazza, prendendo un pacchetto di Marlboro light dalla borsa.

“E queste da dove saltano fuori?”chiese Tom.

“Oh, non fare tante storie…sono sigarette? Sì, e allora tieni e non fare domande!”esclamò lei, prendendone una e accendendola.

“Sara…tu fumi?”chiese Bill

“Ogni tanto la nicotina serve!”esclamò lei, sorridendo.

“Oh, bambina, non fare l’innocente che tanto lo sanno tutti che pure tu fumi ogni tanto…”esclamò Tom, rimproverando il fratello.

“Comunque le light fanno abbastanza schifo…”disse Tom, sbuffando un po’ di fumo.

“Oh…che palle! Accontentati, una buona volta!”rispose Sara.

Bill non aveva smesso di guardarla. Con quella sigaretta tra le dita era diversa. Sembrava un’altra persona.

“Hey, terra chiama Bill! Rispondi!”esclamò Tom, passando una mano davanti agli occhi del gemello.

Il cantante si riscosse.

“Cosa?”chiese, guardandosi intorno.

“Sei andato in fissa…ripigliati!”.

“Senti…lo so che non dovrei fumare, ma certe volte mi aiuta…”disse Sara, capendo che il giovane era a disagio per quel motivo.

“Sì…capisco. Solo che hai una voce talmente bella…non dovresti rovinartela”disse lui, abbassando lo sguardo.

“Come sei premuroso…”rispose lei, ridendo e spegnendo la sigaretta, per poi gettarla di sotto.

 

----------*----------

 

Giulia guardò Georg. Si erano baciati a lungo, senza dire una parola, né prima né dopo.

“Io credo che…”disse con voce appena udibile, ma il ragazzo non la fece continuare. Le mise una mano sul collo e la baciò di nuovo, senza fretta.

Giulia non credeva a quanto stava accadendo.

“Meno di due giorni fa non potevi nemmeno sentirli nominare…ed ora muori per il loro bassista! Ti ho convertita ai Tokio Hotel!”le parole di Sara le rimbombarono nella testa per qualche istante.

Già, prima non poteva soffrirli e invece in quel momento…

Per i pensieri non c’era tempo. Ora c’erano solo lei e Georg. Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare da quel bacio.

   
 
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