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Autore: yoyo_whitehole    03/06/2014    0 recensioni
« Nell'anno 1284, il giorno di Giovanni e Paolo
il 26 di giugno
Da un pifferaio, vestito di ogni colore,
furono sedotti 130 bambini nati ad Hamelin
e furono persi nel luogo dell'esecuzione vicino alle colline. »

Il pifferaio magico è esistito davvero. La sua storia è triste, ma le storie devono essere raccontate.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Nell'anno 1284, il giorno di Giovanni e Paolo, il 26 di giugno,
da un pifferaio, vestito di ogni colore,
furono sedotti 130 bambini nati ad Hamelin
e furono persi nel luogo dell'esecuzione vicino alle colline. »



 
Pioggia. Pioggia, pioggia e ancora pioggia. Uno stillicidio di minuscole gocce d'acqua pulita che rigavano i loro volti, come le lacrime che non avevano il coraggio di versare.
Nel cielo plumbeo, nascosti dalla divisa militare, era facile scambiare quella fila compatta per adulti.
Il bambino avanzò. Un passo. Un altro passo. Verso la fine.
Sapeva che era il suo ultimo giorno di vita, lo sapevano tutti, quella massa di ragazzini di cui il più grande non aveva quattordici anni.
Allora perchè? Perchè continuare ad avanzare? 
"Per il vostro Dio" aveva detto il pifferaio magico. E dentro le loro teste di bambini in miseria, il sacrificio in nome di un Dio aveva occupato tutto. La voce del pifferaio, dolce, ipnotizzante. Gloria. Eroismo. Gratitudine da parte di tutto il popolo islamico.
Una morte da martiri. 
Il bambino continuò ad avanzare, la mente piena del profumo del fuoco di pigne e del sorriso di sua madre. Sua madre non sorrideva spesso, ma a volte sì. Nonostante tutti i lividi, tutte le botte che si prendeva, nonostante la fame e la miseria, le stramaledette zanzare che riempivano la notte con il loro ossessivo ronzio, a volte sua madre sorrideva. E nella loro cupa esistenza si apriva il sogno che potesse esserci altro. Qualcosa da mangiare. Qualcosa da sperare.
 il bambino sentì un rombo potente, che per un attimo coprì il rumore della pioggia. Desiderò con tutte le sue forze avere accanto la sua mamma. E la sua voce calma che gli diceva che era stato solo un tuono.
Non era un tuono.
Fu in quel momento che osò chiedersi se in paradiso ci fosse una madre che ti rimbocca le coperte la sera. Se in paradiso si possa mangiare pane e miele davanti a un fuoco di pigne, guardando il sorriso di una persona che ti ama.
Una morte da martiri. Gratitudine da parte di tutto il popolo islamico.
Gratitudine.
Morte.
Morte.
Il rumore dei passi ritmici e ossessivi di tutta la sua schiera di miserabili eroi si fondeva con il battito altrettanto ritmico e ossessivo dell'acqua.
Non si torna indietro, sussurravano le gocce. 
Quelle stesse gocce avrebbero portato la vita in quella terra arida. La polvere si sarebbe alzata, nuovi germogli sarebbero arrivati. 
Chiuse gli occhi e si permise per l'ultima volta di sognare. Non sognò di essere al sicuro con sua madre, non sognò la vittoria dei crociati. Vide, al posto di quel campo, un prato senza fine dove il bianco delle margherite si sarebbe alternato al verde dell'erba bagnata.
La sua mente si riempì del suo profumo.
Finalmente il bambino si mise a piangere. Quietamente, senza un singhiozzo, senza rallentare la marcia. La lacrime si fusero con la pioggia.
Nessuno consolò il suo pianto.






____________________

Era una storia che avevo scritto anni fa e che ho scovato da qualche parte. Per quanto non ne sia francamente soddisfatta, ho deciso di pubblicarla; parla di una delle ipotesi storiche per la nascita della leggenda del pifferaio (la crociata dei bambini).
 
 


 
  
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