Fanfic su artisti musicali > R5 (family band)
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Autore: Arianna_Reale    03/06/2014    1 recensioni
Johanna Catherine Yara Mason è una ragazza semplice. Ha 17 anni compiuti. Ama le cose genuine nell'essenza. Suo padre è morto quando lei aveva 3 anni. E' solitaria e taciturna, quel tipo di ragazza che non si lascia abbindolare da nulla e va avanti, dritta verso la propria strada, cercando di trovare quella giusta. Ha una migliore amica di nome Anne. Sono inseparabili. Poi, arriva un giorno. Un incontro, una scoperta. La sua vita cambia del tutto. I suoi princìpi, quelli dell'evoluzione dell'uomo scritti dagli scienziati. Le crollano tutti fra le mani. Ogni cosa può cambiare.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ross Lynch
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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E’ sera. E’ sceso il crepuscolo, imminente, incombente sullo spazio circostante. Saranno minuti? Ore? Mezz’ora che camminiamo? Sinceramente, posso dire che non ne ho la più pallida idea. Ho perso la cognizione del tempo già da un po’. E’ solo che mi fido di Cliff, nonostante, in realtà, non lo conosca nemmeno un po’. Dopotutto, mi ha salvato la vita e dovrei, ne sono sicura, essergli grata. Ho un debito di vita con lui. Mi accorgo che mi dà fastidio avere debiti con qualcuno. Vuol dire, che prima o poi, dovrò fare qualcosa per lui. E la cosa mi dà fastidio, non mi piace. Alzai gli occhi verso l’orizzonte. Ormai il sole stava quasi scendendo completamente sotto la linea nera che separava terra e cielo. Sul bosco era scesa una varietà di colori. Dal rosso, all’arancione, al rosa, che giocavano con i rami e con le ombre, tra le fronde delle conifere. Finalmente ci fermammo.”Non puoi dirmi dove stiamo andando, vero?” chiesi, la voce un po’ roca, come per mancanza di esercizio. Lui alzò gli occhi su di me. Sembrava perso nei suoi pensieri. “No.” Rispose solo, la voce bassa, quasi un filo, un sussurro. Mi rassegnai. “Non mi puoi dire neanche quanto manca?” Lui lanciò in aria uno sbuffo, quasi stufo. “Uffa!” feci. “Devo fare questa benedetta iniziazione e non posso sapere neanche dove stiamo andando.” Lui lanciò in aria un altro sbuffo e rispose semplicemente:”No.”
“Cos’hai, un dizionario monosillabico?!”
“Smettila di fare domande.” Fece.
Quello fu l’ultimo dialogo che avemmo di lì a, forse un’ora. Era difficile stabilire quanto tempo fosse passato esattamente e avrei voluto davvero tanto sapere che ore erano. “Dovremmo fermarci qui.” Disse.
“Ah, allora, tu parli??” Feci, sgranando gli occhi e inscenando perfettamente una finta incredulità.
“Sì, parlo, cara. Atteggiamento molto riconoscente per “Quello Che Ti Ha Salvato La Pelle.”
“Oh, come il tuo fino ad ora!”
“Non posso dirti nulla. E’ la procedura.” Disse, semplicemente, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“Ah. Bene. Grazie lo stesso.” Risposi, fredda.
“Prego.” Rispose, altrettanto distaccato.
“Restiamo qui, in mezzo al bosco per la notte, no?”
“Sì, è quello che ho detto. Ho le scorte nello zaino. Potremmo mangiare.”
“Arriverà il momento in cui mi dirai perché devi rifare l’iniziazione?” Chiesi.
“Smettila di scocciare.” Rispose, gelido come sempre.
Si sedette sul tappeto di foglie umide, e tolse lo zaino dalle sue spalle. Aprì la cerniera, e immerse completamente il viso in quella sottospecie di gigantesco zaino. Valigia, avrei potuto dire. Nelle mie mani cade il destino di un mondo intero. Non so neanche perché, ma mi ritrovo a pensare a Tom Orvoloson Riddle. Ancora oggi mi chiedo perché l’ho fatto. Lord Voldemort, in Harry Potter … Tanto non esiste … O forse sì … ? Se tutte quelle cose epiche che vedevo solo nei film esistevano, perché Harry e i suoi amici non potevano esistere? Perché no? Lord Voldemort, quando aveva scoperto di possedere dei poteri era completamente impazzito, all’idea di essere speciale, di essere superiore, di possedere poteri maggiori di quelli di tutti gli altri. Per fortuna, mi dico, io ancora non sono caduta così in basso. So ancora auto valutarmi, per fortuna ne sono sicuramente capace. Mentre mi perdevo nelle fantasticherie sul mondo della magia, Cliff stava con il viso immerso nello zaino, e ne tirava fuori, tutto soddisfatto un paio di barattoli chiusi ermeticamente con un tappo azzurro. Sfregò due legnetti e accese un fuoco, mentre un rivolo di fumo saliva in cielo e si propagava nella volta blu sopra di noi. Cliff si ergeva sul fuoco. Squadrò con attenzione la fiamma, come a misurarla, a constatare che fosse abbastanza alta. Lo guardai chiudere un occhio, come se stesse cercando di guardare il fuoco attraverso un cannocchiale invisibile.
“Comunque … “ iniziai.
“Se mi devi domandare qualcosa, puoi anche smettere subito di parlare.”
“Ah, gentile sei.”
“Semplicemente, rispetto le regole.”
“E le regole di chi, e perché dovresti farlo?”
“Ecco una domanda. Te lo concedo, stavolta. E’ il Governo. Morirei, verrei ucciso. Nelle ultime settimane qualcosa sta insorgendo contro il Governo. Una Rivolta … Che io sia d’accordo con i rivoluzionari? Lo sono. E’ da tempo che lo aspettavo. Non si può continuare a vivere così. Dobbiamo insorgere” si passò un mano fra i capelli, ansioso.
Restai stupita, da quello che avevo detto. Mi meravigliai. Io, che mi ero aspettata un arrogante galletto, mi ritrovavo davanti un ragazzo mosso da ideali.
“Quale Gove …”
“Niente domande. Basta. Ti ho già detto abbastanza. Non posso rischiare così.”
“Hai un secondo nome?” chiesi.
“Finalmente una domanda alla quale sono autorizzato a rispondere. Sì, mi chiamo Peter di secondo nome..”
“Ah bene, io … “
“Johanna Catherine Yara Mason. Sappiamo tutto di te. La Predestinata a riscriversi il destino.”
“Mh.” Feci, pensierosa.
Era una delle volte che mi coglievo a pensare a Ross … Che fosse cambiato? Che avesse trovato un’altra ragazza?
“Ma non siete mai stati insieme!” mormora una voce fastidiosa nella mia mente.
E devo, per forza, darle ragione. E’ vero. Noi due non siamo mai stati insieme. Ma io non posso negare che non riesco a smettere di pensare a lui … e, però, anche che non riesco a capire quello che provo.

***

Mangiammo qualcosa di leggero, poi mi fiondai sul tappeto di foglie, e mi addormentai piena di tormenti e sogni di Ross che veniva a salvarmi da questo posto. Mi svegliò uno scalpiccio sinistro. Piove.
“Merda.” Imprecò Cliff.
“Ma che dici, è stupendo!” Aprii le braccia al cielo.
“Tu sei pazza, dobbiamo trovare un riparo!” gridò Cliff, nella notte.
“Sì, sono pazza.” Risposi, ammaliata dalle gocce perfette che scendevano dalle nuvole grigie.
“Muoviti o ti prendo in braccio, cavolo!” Fece lui, spazientito.
“Va bene, va bene, mi muovo.”
Mi sottrassi a quel piacere rilassante e tesi la mano verso Cliff. Ricominciammo a camminare, o meglio, a correre.
“E dai, è solo un po’ d’acqua!” Dissi io.
“Un po’.” Rispose lui.
Trovammo una grotta e decidemmo di restare lì, finché il temporale non fosse cessato di infuriare, abbattendosi impetuoso sulle chiome degli alberi della foresta. Prima, il caldo era soffocante e non si poteva quasi respirare. Con questa pioggia tutto cambiò. Un venticello frizzante pizzicava la pelle e il freddo era aumentato di colpo, come a farlo apposta, come se un telecomando stesse dirigendo tutto, come se una forza invisibile volesse cercare di impedirci di viaggiare e di arrivare, dovunque dovessimo andare.
Poi, come se una mano invisibile avesse raccolto la pioggia, l’acqua smise di scendere all’improvviso e squarci azzurri si aprirono nel cielo, tra le nuvole grigie che si colorarono di un bianco immacolato.
Stavo con la mano appoggiata alla superficie ruvida della grotta. Era quasi un quarto d’ora che mi trovavo in quella posizione e ancora non mi ero spostata.
E’ da quando sono piccola che adoro la pioggia. La pioggia è l’avvento, la pioggia è l’arrivo di qualcosa di diverso. Quando avevo tre anni mi piaceva stare sdraiata sul letto e ascoltare le gocce che picchiettavano insistentemente sul vetro della finestra. Era qualcosa di rilassante e speciale che possedeva un suo fascino unico. Un odore di legna bruciata si diffuse nell’aria, assieme al rumore del fuoco scoppiettante. Evidentemente, Cliff aveva deciso di accendere un fuoco. Finalmente mi girai, e mi diressi verso la fonte di calore, sedendomi per terra, sul pavimento umido e duro della grotta.
“Ti piace la pioggia?” Chiese Cliff, interrompendo il silenzio gelido che c’era fra noi.
“Sì, da quando ero piccola.”
Sfregai le mani fra loro. Al contatto, si riscaldarono subito.
“Ha smesso di piovere.” Dissi.
“Sì. Andiamo.”
Con il piede spense il fuoco e uscimmo dalla grotta.

***
Camminammo di nuovo, per ore.
“Eccoci.” Disse ad un certo punto Cliff.
Ma eccoci … dove? Mi chiesi. Eravamo nel nulla. Le fronde degli alberi erano tutte uguali e a me, non pareva di vedere qualcosa di diverso da quello che avevamo dovuto affrontare fino a quel momento.
“Cos’è che dovrei vedere?” Mi girai e Cliff non era più al mio fianco. Allora mi voltai, ma non era neanche dietro di me. Ecco, lo sapevo. E’ tutto uno scherzo della mia mente. Adesso mi sveglierò nel mio letto, ansimante. E’ solo un sogno. E’ tutta pura invenzione, non ha niente a che fare con la realtà. Eppure, so che non è così. E’ tutto vero, sì, e ho paura che questa realtà sia più spaventosa di quanto avessi mai potuto pensare. Ma allora, dov’è Cliff? Non può essersi Smaterializzato, no? O forse sì? Tanto, ormai in questa realtà mi sarei aspettata anche di vedere i maiali volare.
Una voce mi risvegliò dai miei pensieri.
“Che fai lì, impalata?!”
Scossi la testa e la mossi verso ogni angolazione possibile, a cercare dove provenisse quella voce.
“Qui, sopra di te, stupida!”
Alzai gli occhi, e vidi Cliff sopra di me. Era su un albero. Appeso, all’ingiù. Stava camminando a testa in giù su un ramo, come se una strana forza di gravità lo stesse trattenendo.
Stetti per mezzo minuto a guardarlo con la bocca spalancata e forse a cercare di negare tutto, tanto non poteva essere vero. Quanto avrei voluto svegliarmi nel mio letto.
“Su, sali, puoi farlo anche tu! Cos’hai, paura dell’altezza?”
“Io … ehm, no, credo di no.”
Esitante, mi avvicinai al fusto dell’albero e misi un piede sulla corteccia. Cominciai a salirci e camminai. Mi chiesi come facevo a non cadere. Arrivata a quel ramo, mi capovolsi. La testa mi girò ad una velocità impressionante, sentivo di stare per svenire. Eppure, non cadevo.
“Lo so un po’ di nausea, all’inizio, è questione di abitudine.” Fece un gesto di noncuranza, poi mi tese la mano e continuammo a camminare sulla corteccia dell’albero. Arrivati in cima, tornammo alla nostra posizione normale. Potevamo toccare le nuvole. Cliff mi invitò a salire su una nuvola.
“Ma sei pazzo, è un suicidio!”
“Stai calma, la nuvola ti sorreggerà!”
“Non secondo i principi della fisica che credo di sapere.”
“Ti fidi di me?” Mi guardò dritto negli occhi. Io feci lo stesso. Accadde una cosa che non avevo mai creduto possibile. Fu come entrare dentro di lui. Vidi il mio sguardo attraversare i suoi occhi e salire al cervello, arrivare fino alla parte dei ricordi.

Vidi un bambino. Era solo. Piangeva, su un letto sporco, slavato, rovinato dalle tarme, mentre le lacrime si riversavano sulle lenzuola. Gridava “Mamma! Papà! Nooo!” E continuava a piangere, come un forsennato, come se gli mancasse una parte dell’anima, come se sentisse che ormai non aveva più niente da fare, che piangere fino alla fine dei suoi giorni. Il bambino, di colpo, smise di piangere. Guardò fuori dalla finestra, con gli occhi sgranati. Poggiò le piccole manine rosee sul davanzale e vide un uomo, con un fucile sulla spalla, avanzare lungo il sentiero che portava all’entrata di casa sua, con aria pomposa, solenne. Solo allora, il bambino capì che ormai niente sarebbe stato come prima.

“Repello!” Gridò Cliff.
Con un sussulto tornai in me.
“Cos’hai visto?”
“Io … ehm … niente … niente di … “
“Dimmi cosa hai visto!” I suoi occhi d’improvviso erano diventati sporgenti, era spaventato, molto. Mi guardava con preoccupazione saliente. Chissà cosa aveva paura avessi visto.
“Un bambino che piangeva … e un uomo vestito da militare che stava per entrare in casa di quel ragazzino.”
“Nient’altro?” Chiese, guardingo.
“No.”
Tirò un sospiro di sollievo, prima di rivolgermi un’altra domanda:”Come hai fatto?”
“Non lo so. Ti ho guardato negli occhi … e poi è successo.”
“Sai leggere nel Pensiero.”
Fece un cenno, per indicare che non potevo aggiungere altro, e stavolta, mi convinsi a salire sulla nuvola che, con mio grande stupore, riuscì a sorreggermi.
Balzai tentennante da una nuvola all’altra, finché atterrai sull’ultima.
Un edificio si ergeva davanti a me. Sembrava una torre abbarbicata lì, per caso, lasciata per errore. Aveva un aspetto decisamente trasandato e antico.
“Wow.”
“Lo so.” Fece Cliff.
“E’ qui che..”
Non sentii nient’altro. Fu come scivolare in uno strano sogno, mentre un’altra persona prendeva possesso di me.

Cliff’s POV
Stavo per cominciare a parlare della sede degli allenamenti per gli iniziati, quando la vidi scivolare lentamente per terra. La sorressi con le braccia,prima che il suo corpo toccasse la superficie soffice delle nuvole. Sembrava svenuta. Le sfiorai il viso e, d’improvviso, i suoi occhi si spalancarono. Ma non erano del consueto verde brillante che avevo subito notato da quando l’avevo incontrata. Erano rossi e brillavano, quasi sprizzavano luce accecante dalle pupille sporgenti. Non era lei. Non era Jo. Era qualcun altro che aveva preso possesso di lei. La lasciai andare, mentre il suo corpo si adagiava lentamente sulla nuvola. Con un sussulto si alzò. Un rivolo di bava le colò dalla bocca. Sembrava avvelenata. Mi trattenni dall’aiutarla. Meglio non interferire, non si deve fermare un corpo posseduto. Tirò fuori un coltellino svizzero dalla tasca dei pantaloncini attillati e si tagliò un dito dal quale uscirono, lentamente, alcune gocce di sangue. Con queste si impastò le mani. Trattenni una smorfia di disgusto, mentre scriveva sulla nuvola bianca, immacolata, mentre la riempiva di rosso e scriveva in strane rune, sconosciute di una lingua dimenticata che pochi si prendevano la briga di conoscere. Stavo provando a leggere, ma nulla. Per finire, lasciò un simbolo, e cadde sulla nuvola, come un corpo morto cade.

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*Angolo dell'autrice*
Le cose si fanno più difficili, ce la faranno i nostri eroi a cominciare l'iniziazione hahaha :') Vi prego, ho scritto ventiquattro capitoli.. recensiteee :3 per favore...
  
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