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Autore: TsunadeSenju    03/06/2014    3 recensioni
“Sarò vicino a te per sempre, come ti ho promesso.
La morte…è una cosa stupida.
Nemmeno lei può fermare i miei sentimenti per te, Tsunade.
Ti ho amata più della mia stessa vita, e quando l’Amore supera la vita, inesorabilmente
supera anche la morte."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Tsunade | Coppie: Jiraya/Tsunade
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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Surreal, Sure, but Indelible.

 

Erano passati alcuni giorni da quando Jiraiya se n’ era andato per sempre. 

Tutti si interrogavano su come lui, apparentemente inaffondabile, avesse potuto morire così, senza un avvertimento, senza aver salutato come si deve chi amava davvero. 

Perché lui era certo di tornare vivo. 

Da Naruto.

Dalle persone che gli volevano bene. 

Ma soprattutto, da Tsunade, la sua vecchia amica, compagna di squadra, compagna anche di esperienze sia brutte che belle, la ragazza che tanto desiderava.

La sua Tsunade.

L’ Hokage stava seduta alla sua scrivania da giorni, senza dormire, senza parlare, senza mangiare e, come al solito, si ubriacava sempre, per trovare nel sakè un po’ di conforto. 

Era come se il tempo per lei si fosse fermato e fosse rimasto a quel giorno. 

Quel giorno maledetto e sfortunato
Dove era riuscita a perdere l’ unico amico che aveva. 

“Amico? Non diciamoci stronzate!” Si disse l’ Hokage fra sé e sé, con le lacrime che le scorrevano su quel viso che da quanto era bello sembrava surreale.

Scendevano copiose e non avevano pietà. 

Nonostante lei tenesse gli occhi aperti, le lacrime scendevano, una dopo l’ altra.

Neppure la sua migliore amica e assistente Shizune era riuscita a farla riprendere, in quei giorni da incubo. 

Per cui conoscendo Tsunade sapeva che probabilmente, allora era lasciandola sola che avrebbe smaltito una piccola parte della sua depressione e del suo rancore, però…

Sapeva anche che non sarebbe mai guarita da quelle ferite del cuore. 

Che ora, più che ferite, erano veri e propri squarci. 

Anche nell’ anima. 

Adesso sentiva il peso della sua vecchiaia, si sentiva inutile a quel mondo,

 senza il suo Jiraiya, che c’era sempre stato per lei. 

Nonostante non condividesse il suo stesso forte sentimento, lui era comunque lì con lei, qualunque cosa succedesse. 

Il suo amore per lei era senza barriere, non si fermava davanti a nulla, neanche al freddo, al sangue, ai nemici, ai suoi pugni. 

A volte, quando lui era solo, pensava che i suoi pugni facevano più male di qualsiasi altra cosa. 

E lei, quando era sola, pensava che davanti a lui si irrigidiva senza motivo. Però pensava anche che quando lui faceva il pervertito, il motivo per diventare fredda c’era eccome. 

Però nonostante tutto, le veniva in mente anche che quando era vicino a lui si sentiva protetta. 

Sentiva uno strano calore che le avvolgeva il petto, o più precisamente, il cuore. 

il cuore. 

Ogni volta che Jiraiya era vicino a lei il ghiaccio che aveva proprio attorno a quell’ organo così vitale era sul punto di sciogliersi, ma non più abituata a questo tipo di calore, finiva subito per allontanarsi al fine di acquisire di nuovo quel suo strato gelido che rappresentava, per lei, la normalità. 

E mentre tutti questi pensieri si avvicendavano nella testa di Tsunade, che per la prima volta non aveva nessuno vicino mentre piangeva e singhiozzava senza sosta, sentì di nuovo quello strano calore nel cuore. 

Ma com’ era possibile? 

Era sola a disperarsi e a cercare di farsi una ragione sulla perdita del suo amico, aveva il cuore ridotto in briciole e l’ anima in pena, e sentiva calore al cuore? 

L’ Hokage scosse la testa e si diede della matta tre o quattro volte (o forse anche di più…) 

Quando sentì posarsi qualcosa sulla spalla, si voltò.

I suoi occhi si spalancarono, le sue mani si posarono -istintivamente- sul suo cuore,la sua espressione divenne così incredula e sorpresa che sembrava che avesse visto un fantasma. Strabuzzò gli occhi. Si diede un colpo sulla guancia. 

Senza effetto. 

In tutta probabilità, quello che vedeva era davvero un fantasma. 

Vicino a lei, col suo sorriso grande e i suoi occhi magnetici, con la mano posata affettuosamente sulla spalla di lei, c’ era Jiraiya. 

Quel baka pervertito che l’ aveva fatta soffrire.

Quello stronzo …che si era divertito a lasciarla senza nemmeno salutarla. 

La mente di Tsunade si bloccò, e non riuscì a pensare più nulla. 

Vuoto.     

Chiuse gli occhi, forse il sakè mischiato al dolore aveva fatto l’ effetto di allucinog…

Non fece in tempo a finire quel pensiero, che lo stesso tocco di prima si fece sentire sul suo viso, stavolta ancora più dolce. 

Era la mano di Jiraiya, senza dubbio, la sua mano che aveva ucciso centinaia di nemici per difenderla, la stessa mano che le aveva accarezzato la schiena nei momenti di sconforto. 

Jiraiya spinse dolcemente il viso di Tsunade verso destra, costringendola, sempre con tenerezza, a guardarlo negli occhi. 

Lui c’era. 

E lei…

In quel momento non era l’ Hokage, la donna gelida che tutti conoscevano. In quell’ istante, e solo per lui, era cambiata. 

E adesso lo abbracciava, stretta al suo corpo, con gli occhi chiusi e le lacrime che scorrevano, un po’ per la gioia, un po’ per la confusione, un po’ perché era stranamente emozionata, in un modo diverso in cui lo era stato fino ad allora. 

Per Dan era stato un amore diverso, sempre vero, ma più romantico, più allegro. 

Questo era un sentimento di passione, di desiderio, un amore più concreto, più bramato. 

Surreale.

Restarono abbracciati per tanto tempo, come se l’ orologio si fosse fermato proprio per loro.

Poi Tsunade indietreggiò e lo guardò. 

“J…Jiraiya…tu…sei proprio tu?” 

“Si, Tsunade.” 

La guardò con una dolcezza inaudita, e lei gli corse in contro e gli cinse il collo, e poi accadde. 

Quello che Jiraiya aveva sempre sognato, anzi. Che entrambi volevano, ma solo Jiraiya sapeva ammettere.

Si baciarono. 

Fu un bacio dolce, malinconico, intenso, passionale, perfetto. 

Le loro lingue si accarezzavano con delicatezza a volte, con avidità altre. 

E le mani di lui erano ancora una volta posate sul suo viso.

Quando si staccarono di nuovo, Jiraiya notò che le guance di Tsunade erano di nuovo bagnate. 

“Jiraiya…sei uno stronzo! Mi hai lasciata!! Sei morto! Non ci sei più!! Ma perché…perché sei vicino a me, ancora una volta? Come fai a stare qui, ora? Perché te ne sei andato senza dirmi niente? E soprattutto, me lo potevi dire in faccia che mi amavi, baka-yaro! “

L’ Ero-Sennin rise allegramente, come era solito fare in tutte le situazioni, e come infatti, per alcune non era consono. 

Ma forse a Tsunade piaceva anche per il suo essere così sfacciato, così dannatamente vero. 

Le rispose con un altro bacio, carico di tutte le risposte alle sue domande.

Il suo bacio diceva:

 “Sarò vicino a te per sempre, come ti ho promesso. 

La morte…è una cosa stupida. 

Nemmeno lei può fermare i miei sentimenti per te, Tsunade, ti ho amata più della mia stessa vita, e quando l’ amore supera la vita, inesorabilmente, supera anche la morte. 

Me ne sono andato per difenderti ancora una volta, perché era -ed è tuttora- lo scopo della mia vita. 

E lo farò un altro milione, o miliardo -credimi- di volte.

E sono qui con te perché…è ancora una volta l’ amore, hime.

E comunque… 

Ti Amo. 

Da sempre. ”

Quando si staccarono da quell’ infinito bacio, lei capì che niente al mondo avrebbe potuto esprimere i suoi sentimenti per lui in quel momento. 

E niente avrebbe potuto mai più separarli. 

No, neanche la morte. 

“Devo dirti un’ altra cosa prima di andare, Tsunade.”

“Te ne vai già?”

“Si.”

“E…e poi non tornerai più?” 

“Io tornerò sempre da te, Tsunade.”

“Cosa dovevi dirmi prima, baka?” Disse la ragazza cercando di trattenere un pianto senza fine, -perché si sa che il suo orgoglio interferisce sempre- però stavolta riesce a trattenersi a malapena, la Sannin. 

“Dovevo dirti che … puoi vedermi solo tu.”

“Quindi saresti…soltanto il frutto della mia immaginazione, un illusione?

“No, Tsunade.” Disse Jiraiya accarezzando lentamente i capelli biondi della ragazza. “E’ soltanto che tu e io siamo uniti in un modo molto speciale.”

“In che senso?” Chiese la ragazza sull’orlo di una crisi di pianto.

“Nel senso che tu e io ci amiamo, Tsunade, e la tua forza immensa, a quanto pare, si rispecchia anche nell’ amore. 

L’ amore che provi per me e quello che io provo per te è infinito, e questo mi fa rivivere, ma soltanto per te

Siamo uniti da un’ energia speciale, talmente forte da permettermi di esserti vicino sottoforma di spirito.

Chiamami, e io ci sarò. 

Sarò la spalla su cui potrai piangere. 

Ti difenderò da ogni male, e soprattutto, dato che su questo sai cavartela bene anche da sola, dal dolore. 

Ma soprattutto, chiamami quando hai bisogno di me. 

Anche per farti una chiacchierata. 

Anzi, devo dirti tante cose…una di queste, è che la mia trilogia si ispira a me e a te. 

Dovresti proprio leggerla.” Concluse Jiraiya facendo l’ occhiolino. 

Tsunade scoppiò a piangere, si liberò, diede uno schiaffo forte ma affettuoso a Jiraiya perché era sempre il solito scemo, si gettò nelle braccia dell’ Ero-Sennin e lo baciò con tutta la passione che aveva. 

Jiraiya si massaggiò la guancia per il dolore. 

Ma rideva.

“Io ho riso anche mentre stavo morendo, Tsunade …prendi la vita così. Sorridi davanti a tutto e non essere triste. 

Perché io tornerò sempre da te, principessa.”

E Jiraiya baciò dolcemente le labbra si Tsunade e fece per andarsene dalla finestra, ma la ragazza lo fermò con un abbraccio. 

“Tsunade…”

“Jiraiya io…cioè, tu…devi restare qui, adesso. Non puoi andartene così un’ altra volta, mi sei mancato troppo! Resta qui con me.”

Jiraiya si mise nuovamente a ridere. 

“Bene, è proprio quello che volevo sentire ma che non mi sarei mai aspettato di sentire…”

“A volte cerchiamo l’ impossibile, che in realtà è ciò che non cercavamo quando era possibile.”

“Hahahahah! Hai proprio ragione. Tu sei stata proprio impossibile per me.

 Fino ad oggi!” 

 

  
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