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Autore: Mostriciattola    03/06/2014    0 recensioni
Mi hai rapita Draco, lo hai fatto affinché fossi tua? O cosa? Per non parlare del fatto che lottiamo per cose diverse" disse rivolgendogli uno sguardo quasi di fuoco. Non rispose:" Ti prego di qualcosa" supplicò la ragazza piangendo. Lui si alzò dal letto, si ricompose, sulla soglia della porta disse: "Ciò per cui lotto non ti riguarda per il resto averti qui è il mio modo per assicurarmi che tu stia bene. A tempo debito capirai".
Genere: Drammatico, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Si svegliò di soprassalto con occhi sbarrati, in quell' enorme stanza che conosceva bene. Respirava affannosamente. Era adagiata su un letto, tenuta al caldo da una coperta di velluto verde. Iniziò a girare la testa a destra e a sinistra, come spaesata. Ora ricordava. Era casa sua, era sola, come sempre del resto: "Anna" si sentì chiamare alle spalle, non poteva non sapere chi fosse. Esitò un attimo, si girò, si, sapeva perfettamente chi era: Draco. Sfilò dallo stivale la bacchetta senza togliere lo sguardo da lui, anzi, dai suoi occhi: "Non avere paura" gli disse il ragazzo. Come poteva non averne? Draco iniziò ad avvicinarsi verso lei, cautamente. Come una calamita, Anna ad ogni suo passo indietreggiava fu fermata dalla cassettiera dietro di lei. Lo sguardo sempre fisso sui suoi occhi e lui, avanzava, sempre di più. La distanza tra loro corpi divenne impercettibile. "Vieni con me" disse, anche lui con gli occhi puntati su di lei, per poi fissarle le labbra e ancora perdersi in quel mare azzurro che tanto amava. Le uscì una lacrima che le rigò il volto, girò la testa, sarebbe riuscita a resistergli: "Vattene" disse con un filo di voce: "Ti prego" supplicò. Lo avvertì imporsi su di lei, percepiva il suo respiro danzare sul suo collo, quanto le era mancato: "Scusa non mi dai scelta...Imperio" sussurrò. Ed eccola lì, quasi rinchiusa, dentro mura dove un tempo viveva l'amore. Si alzò in piedi, non si reggeva bene sulle sue gambe, era ancora un po' stordita. Prese la bacchetta. Il suo sguardo era perso e spaventato, tremava, assieme a lei il suo corpo, il suo respiro, tanto frequente da potersi notare. Cercò la porta, non riuscì ad aprirla "Alhomora", niente, non funzionava. Si recò verso la finestra: "Bombarda!" urlò, l'incantesimo le rimbalzò addosso, facendola schiantare contro il muro. Si rialzò a fatica: "Bombarda Maxima!" gridò ancora, l'incantesimo le rimbalzò di nuovo, si accasciò per terra agonizzante, questo secondo tentativo le fu quasi fatale se non fosse stato per Draco che sentendo del rumore corse subito da lei. Anna si risvegliò, era debole, molto debole, tanto debole che le sembrava strano. Notò un piccolo bracciale che non ricordava di possedere. Non riusciva a toglierlo. Si ricordò poi di averlo studiato, era bracciale che limitava i poteri di chi lo indossava. Ad ogni incantesimo lui ti indeboliva. Cos'era questo? Probabilmente un modo per tenerla a bada. Si sentiva imprigionata non poteva fare niente. Bussarono alla porta, senza aspettare una risposta da parte di Anna, entrò Draco, le aveva portato un vassoio con la colazione. Lo porse sul comodino che affiancava il letto, si girò verso di lei per cercare di guardarla negli occhi. Purtroppo per lui, Anna aveva lo sguardo fisso sulla coperta probabilmente i suoi occhi riflettevano il vuoto. Non reagiva, di questo Draco ne era preoccupato:"Prova a mangiare" furono le uniche parole che le diresse, se ne andò. Anna rimase impassibile, con gli occhi fermi sul nulla. Quella sera Draco tornò con la cena guardò Anna, ancora lì in quella stessa posizione con lo stesso sguardo assente. Non aveva toccato cibo. Decise allora di ritirarsi, prima di chiudere la porta il suo pensiero si posò sulla sua figura, così esile, fragile. Pensò a quanto potesse essere indifesa e bella al contempo. Chiuse la porta. La ragazza iniziò a piangere, avrebbe tanto voluto vedere un suo sorriso, ma non poteva! Sapeva che così facendo avrebbe ceduto, non poteva farlo! Inoltre credevano in due cose diverse, lei nel bene, lui di certo non credeva nel male, ma lo appoggiava. Si sentiva debole chiuse gli occhi un secondo si addormentò. Passarono tre giorni, Anna non toccò cibo. Erano circa le nove, Draco come le mattine precedenti andò a vedere se Anna, stesse bene, aprì la porta, lei era lì in piedi di fronte a lui : "Puoi farmi compagnia?" Gli domandò ad occhi sbarrati e lucidi. Lui non esitò, la cosa gli faceva un enorme piacere. Anna, mangiò non troppo, quel poco che bastava. Non fece che percorrerla con gli occhi tutto il giorno, era bella, le era mancata. La giornata passò in fretta, così com'era inziata senza parole. Si fece sera: "È meglio che vada" si alzò, si diresse verso la porta. Si alzò di scatto anche Anna: "Aspetta" disse la ragazza prendendogli la mano. Era vicino a lui, di nuovo, entusiasmata da quel contatto fisico lo baciò.
  
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