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Autore: Devil_san    04/06/2014    1 recensioni
Signore e Signori, la Fool&Silly è lieta di presentarvi...
:- Ma quale Fool&Silly, Autrice. Ma presenti la storia come si conviene!
*L'Autrice rotea gli occhi irritata.*
Bene. Come vuoi tu... Silver.
...
Sotto l'argentea luna... segreti vengono svelati e complotti vengono tramati.
Un giovane umano sarà scaraventato dall'invisibile mano del destino nel paese di Halloween.
Il Re delle zucche, invece, si incamminerà verso sentieri tortuosi verso mete sconosciute.
I loro destini si intrecceranno e insieme, forse, troveranno quello che ognuno cerca.
Ma il Re non aveva capito che quello che anelava da un eternità era caduto dal cielo dritto tra le sue braccia.
Genere: Horror, Parodia, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atemu, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yuugi Mouto
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VI
 




Stava cadendo.
Cadendo in un vortice oscuro.
Oscuro ma costellato da brillanti fiocchi di neve.
Non sapeva da quanto tempo stava cadendo ma sta di fatto che quando atterrò si schiantò di faccia. Fortunatamente per lui era caduto sul morbido... non che sarebbe morto comunque. Non si può uccidere ciò che è già morto. Ma aveva fatto male lo stesso.
Si mise a carponi e scuotendo la testa si scrollò di dosso di qualsiasi cosa gli si era attaccata in faccia. Si passò una mano sul viso togliendosi gli ultimi residui. Si guardò la mano e vide una sostanza bianca incastrata tra le dita. Era morbida e soprattutto fredda. Guardandosi intorno notò che era circondato da questa sostanza bianca. Sapeva cosa era, ne aveva letto: era neve. Curioso ne prese un pò con un dito e se la portò in bocca. Sorrise di gioia. Era deliziosa.
Sedendosi sui talloni rimase sorpreso di vedere davanti a sè in lontananza un paesino pieno di colori, un grande albero pieno di luci colorate e altrettante luci colorate su ogni casa. Sporgendosi in avanti osservò rapito un trenino colorato che uscì da un tunnel fischiettando allegramente, piccoli elfi che pattinavano sul ghiaccio, alcuni pinguini lì intorno che marcivano in fila indiana verso il lago e tante altre cose mai viste prima.
Di elfi non ne aveva mai visti prima ma ne aveva letto una descrizione in uno dei tanti libri che conteneva la sua libreria. Come di tutto il resto che ne aveva solo sentito parlare, e il resto lo aveva appreso dalle pagine dei suoi tanti libri.
Si sporse un po' di più.
Le luci e l'allegria che la città irradiava per qualche motivo gli ricordavano Yugi. Il suo sorriso felice e spensierato erano come le luci che illuminavano la città. Brillante e capace di infondere gioia con uno solo sguardo. Il solo pensiero alla bambola gli fece spuntare un sorriso sognante.
Sporgendosi sempre più avanti perse infine l'equilibrio e rotolò giù dalla collina in cui era atterrato e si fermò schiantandosi contro un grosso cumulo di neve. Rialzandosi tutto coperto di neve, con un semplice movimento si scrollò di dosso tutta la neve e prese tra le dita un fiocco di neve che gli svolazzava davanti agli occhi.
:- Cos'è? Cos'è? Ma che colore è?
Cos'è? Quel bianco intorno a me?

Cantando la sua incredulità prese a camminare in avanti osservando solo il fiocco di neve tra le dita ignorando tutto il resto. A suon di camminare il fiocco si ruppe sul naso di un pupazzo di neve che non aveva visto davanti a sè.
:- Cos'è? Io non l'ho visto mai!
Starò sognando?
In guardia, Atemu!
Ma cos'è??
COS’E'?

Sentendo voci cantare che si avvicinavano si nascose dietro il grosso pupazzo di neve. Guardò affascinato degli elfi sopra una slitta che si muoveva grazie a un pinguino dentro una ruota. Dal suono della loro voce avrebbe giurato che fossero felici.
:- Cos'è? Cos'è?
Qualcosa qui non va!
Cos'è? C'è musica in città!

Sussurrando la canzone che gli veniva dettata dal suo cuore osservò altri piccoli elfi sul dorso di un orso bianco meccanico passare davanti a dove era nascosto. Non riusciva a credere che esisteva un luogo del genere.
:- Cos'è? Le strade sono piene di persone
che sorridono felici,
sono pazzi oppure amici?
Ma cos'è?
COS'E?

Con un ultimo grido afferò l'ombrello appoggiato sul pupazzo di neve e balzò in alto fino a finire sopra un lampione. Affascinato osservò la città dalla sua posizione sopraelevata. Le case avevano un aria allegra e felice. Ogni casa era addobbata con luci colorate e i piccoli elfi, non importa cosa stavano facendo, mostravano un viso felice. Alcuni di loro in un campo appena dietro le case giocavano con la neve, tirandosi palle di neve e ridendo ad ogni lancio, mentre alcuni grossi esseri ricoperti di pelliccia, che riconobbe come yeti, tornavano dalle montagne carichi di grossi tronchi.
:- Bambini nella neve che giocano così
nessuno è solo e poi, non c'è mai tristezza qui...

Scendendo dalla cima del lampione usò il manico dell'ombrello che aveva fregato per osservare delle luci che gli pendevano sopra la testa. Sempre più contento si accasciò contro il muro della casa lì affianco. Questa emozione nel cuore che sentiva crescere nel petto era molto simile a quella che provava per Yugi, e gli scaldava il cuore in un modo che pensava non fosse possibile.
:- ...e brilla ogni finestra,
oh non so che cosa sia
quel piccolo calore
mai provato in vita mia!

Notando dei movimenti dentro la casa osservò due piccoli elfi sotto del vischio appeso a un architrave che si baciavano. Non comprendeva quello che vedeva qui, ogni cosa era così diversa da casa che non riusciva a comprendere la gioia che tutta la città e dintorni irradiava. Come poteva esistere un luogo del genere?
:- Oh no! Cos'è quel vischio appeso lì?
E sì! Si baciano così!

Spostandosi a un altra finestra guardò gli abitanti della casa che erano seduti davanti al cammino che leggevano un libro con un sorriso sui loro volti.
:- E poi le storie intorno al fuoco,
le castagne, qualche gioco, come mai?
COS’E'?

Spostando di poco lo sguardo vide qualche macchia di colore muoversi intorno a qualche grande oggetto verde. Passando una mano alla finestra tolse la brina dal vetro e guardò due giovani elfi addobbare quello che si rivelò essere un albero con luci colorate.
:- Cos’è? Follia! Quell’alberello che
Sta lì, io non so più perché
Perché lo coprono di luci colorate
poi di stelle ritagliate di sorrisi, di allegria...

Sempre più sconcertato comiciò a scalare le case saltando da un muro all'altro. Arrivò ai tetti e scavalcando quello su cui era si sedette sopra il lucernario e allargando le braccia cantava il suo sconcerto. Con un movimento finale piantò l'ombrello che si portava appresso nella neve che ricopriva con il suo manto ogni cosa. Portando le mani sopra il cuore il suo spirito si chiese: qui riuscirò a trovare quello che cerco? Tutta questa allegria, gioia lo stava sopraffacendo e un sorriso era impresso sul suo volto. Non importa che tipo di sorriso fosse non riusciva a levarselo dal viso.
:- ...Io non capisco cosa sia!
Mi sembra gioia, sembra gioia,
forse il sogno è già realtà
Chissà!

Sporgendosi in avanti sempre più si ritrovò a testa in giù e vide tanti bambini che dormivano pacificamente nei loro lettini. Curioso aprì la finestra ed entrò e sussurrando per non svegliarli guardò sotto il letto chiedendosi come mai dormivano così tranquillamente. Non avevano paura dei mostri della notte?
:- Oddio, che c'è? Quaggiù si dorme già?
Perché di mostri non ce n'è!

No-no!...
Camminando sulle ginocchia si avvicinò al grande letto nella stanza e appoggiandosi sulla balaustra li guardò meravigliato mentre dormivano. Come potevano dormire così sereni?
:-...Nè streghe nè fantasmi
NIENTE NOTTI DI PAURA!
I bimbi dormono sicuri nei lettini...
COS'E'???

Con un gridò si lanciò fuori dalla finestra avendo avvistato con la coda dell'occhio un altra cosa misteriosa per lui, svegliando così alcuni giovani elfi nel processo che si guardarono intorno terrorizzati. Recuperò l'ombrello e balzando di tetto in tetto giunse sotto le mura della costruzione più grande in città appena fuori dal cerchio di case più interne. Dai rumori che provenivano dentro avrebbe giurato che era una fabbrica. Salendo sopra uno dei tanti cornicioni camminò intorno ad esso e sempre più stupito cercava di memorizzare ogni singolo dettaglio del luogo. Lo sentiva, questo posto era magico. Un luogo davvero davvero pieno di gioia.
Con la coda dell'occhio notò che dalla foresta che si estendeva davanti alla città di fronte alla fabbrica alcune elfe stavano tornando cariche di ceste contenenti piccoli frutti che per via della lontananza erano impossibili da riconoscere.
:- I mostri non ci sono
e gli incubi mai più
e tutto sembra bello
come un cielo sempre blu
io sento il dolce suono
di canzoni intorno a me...

Appendendosi con il manico dell'ombrello a un festone scivolò giù fino a giungere davanti a una finestra aperta che metteva in bella mostra svariati dolci e altre prelibatezze ai suoi occhi.
:-...profumo di biscotti
odore di felicità

Oscillando si diede lo slancio in avanti volando incontro a una giostra. Qui si sentiva ispirato a fare pazzie. La gioia era incontenibile. Più osservava più ne era certo, qui era sicuro di trovare quello che stava cercando da tempo immemorabile.
Atterrando con grazia sulla giostra in movimento si aggrappò a uno dei tanti pali cantando a pieni polmoni la sua gioia irrefrenabile.
:- E' QUI! E' qui!
Il posto dove io
vorrei restare per magia!

Usando lo slancio che gli dava la giostra in movimento si lasciò andare per atterrare sopra uno dei tanti tetti del trenino che spuntava a intervalli regolari dal tunnel nel monte che circondava la città. Fiero come se fosse il re del mondo, lì, su quel treno, alzò un braccio al cielo e portò l'altra mano sul petto e gridò incurante che qualcuno potesse sentirlo o notare la sua presenza.
:- Vorrei scaldarmi il cuore e ridere e vivere,
adesso voglio vivere!

Io voglio, sì lo voglio, si lo voglio e lo farò!!
Balzando giù dal treno prima che esso entrasse nel tunnel che percorreva tutta la montagna atterrò con equilibrio perfetto su uno slittino dimenticato accanto le rotaie e discese il pendio con maestria.
:- Io lo saprò! Io lo saprò se questo posto è vero o no.
A fine discesa prese a camminare con impeto guardandosi intorno e con un ultimo slancio saltò in avanti. L'unica cosa che voleva davvero era che la città, gli abitanti e la gioia del luogo non fossero un sogno, poichè se lo fosse stato sarebbe stato un brutto colpo per il suo cuore appena rinfrancato. Probabilmente sarebbe caduto nella disperazione più nera e forse solo Yugi sarebbe riuscito a rallegrarlo.
Ma sperava ardentemente lo stesso che non stesse sognando.
:- CHE CO-S'E'????
Sbonk!
Colpito e affondato. Lo scheletro non guardando dove andava o meglio saltava finì per centrare in pieno un palo. Il colpo fu abbastanza forte da farlo cadere di schiena, con tutti gli arti estesi verso l'esterno come se fosse una stella marina, sulla neve che lo fagocitò. Con movimenti incerti si sollevò dalla neve e intontito dal colpo, gli stavano girando intorno alla testa svariate jack o'lantern, guardò per aria e vide che quello che aveva colpito era uno dei pali che sostenevano il cartello con il nome della città. Lo lesse ancora un pò frastornato:- La città di Natale...
L'osservò interessato mentre con una mano si accarezzava il mento pensieroso:- Mmmh...
Una risata allegra arrivò alle sue orecchie da dietro di lui e in fretta si rialzò in piedi e si nascose dietro al palo. Una porta si era aperta nella fabbrica e una grande ombra si stagliava sul fianco della montagna. Era una grossa ombra e degli spuntoni partivano dalla parte superiore di essa.
Atemu socchiuse gli occhi carichi di curiosità. Interessante.
L'osservò attentamente e la sua mente cominciò a pianificare.
 
Una giovane donna intanto, seduta sopra il campanile della fabbrica, guardava il Re delle zucche durante le sue buffonate mentre si godeva una tazza di cioccolato caldo accompagnata da biscotti al pan di zenzero a forma di omini, casette e altre svariate forme. Rideva per ogni buffonata che aveva fatto da quando lo aveva avvistato mentre scivolava giù dalla collina fuori città e un ghigno folle gli addornò il volto al pensiero di quello che sarebbe sicuramente successo nei prossimi giorni.
:-Oooh... Come mi diverto!
:-Ti credo, visto che non fai altro che ridere da un pò.- rispose un secondo essere che dal nulla si materializzò al suo fianco. Aveva un taccuino in una mano e penna stilografica nell'altra. L'ultima arrivata le fregò un biscotto senza pensarci due volte. L'altra la guardò per un attimo e tornò subito a concentrare il suo sguardo su Atemu.
:-E che altro dovrei fare, Autrice, se tutto questo mi diverte?
:-Non saprei- rispose mentre mordicchiava il biscotto rubato:- Per me potresti anche morire dal troppo ridere se proprio lo vuoi sapere.
Una smorfia scettica attraversò il viso dell'altra:-Come se io potessi davvero morire...
L'Autrice sgranocchiò un altro biscotto che aveva rubato:-Comunque...- iniziò l'Autrice che diede all'altra uno sguardo di traverso:-...Bel vestito.
:-Grazie. Ho pensato che visto ero qui, tanto valeva di travestirsi per confondermi con i nativi per non destare troppi sospetti.
:-Ovviamente, un kimono scollato affianco ai vestiti degli abitanti non dà nell'occhio.
:-Aaaaah... Non cominciare...
Ma l'Autrice aveva ragione. Il kimono era lungo, scollato e bianco come la neve, la stoffa era damascata e la trama della fantasia di esso erano dei fiocchi di neve, un obi di un pallido celeste le avvolgeva la vita, calzava dei bianchi tabi e dei geta rischiavano pericolosamente di sfuggire dai suoi piedi e volare contro qualche malcapitato che avesse la sfortuna di passare proprio in quel momento. E poi, la tinta del kimono faceva risaltare il colore della sua pelle dalle sfumature del rame.
Senza contare che gli abiti degli elfi avevano una foggia europea in stile rinascimentale.
La differenza si sarebbe vista a colpo d'occhio.
Rimasero in silenzio sgranocchiando biscotti e bevendo cioccolata, pian piano la loro scorta si assottigliava sempre più, e osservavano placide il Faraone muoversi furtivamente tra le abitazioni della città, evitando elfi e yeti che percorrevano le sue vie, per poi entrare senza essere visto da nessuno degli abitanti dentro la fabbrica e seguire l'ombra che era apparsa sull'uscio sul retro della stessa.
:-Comunque... L'hai fatto?
L'altra guardò l'Autrice senza capire:- Fatto cosa?
L'Autrice la fissò irritata. L'altra realizzò allora a cosa si stava riferendo:-Oh! Quello! No, non ancora. Avevo tutte le intenzioni di farlo dopo questo.
:-E cosa stai aspettando?
:-Questo!- rubò l'ultimo biscotto da sotto la mano tesa dell'Autrice, lo sgranocchio in fretta, bevete tutto d'un botto la cioccolata rimasta e saltò giù dal campanile atterrando sulla neve illesa. Alzando gli occhi al cielo esasperata l'altra rimasta sul campanile gli gridò:-Vedi di fare tutto per bene, Festa!
Una argentea falce rotante volò contro l'Autrice che la schivò con nonchalance e non appena l'arma oltrepassò il bersaglio scomparve in uno scoppio di scintille.
:-Quello non è il mio nome!
Lo spazzolò via con un gesto della mano e sghignazzando gli gridò:-Ma se ti sei data quel nome ridicolo tu stessa!
L'altra ormai giunta in piazza gli rispose gridando mentre agitava furiosamente le braccia verso il cielo:-Era solo per fare scena! Maledizione!
Sbuffando divertita l'Autrice sventolò la mano salutandola:- Mah! Ci vediamo Silver!
L'altra, ancora offesa, non si voltò ma alzò in aria solo la mano in segno di saluto e come se non fosse mai esistita scomparì in un soffio di candidi fiocchi di neve.
Sgranocchiando dei mostaccioli che aveva nascosti in tasca, l'Autrice rimase lì a guardare elfi e yeti che lavoravano felici per la prossima festa nel calendario e in pace con se stessa si godeva lo spirito natalizio che albergava nell'aria.
Un sorriso sornione le sbocciò sulle labbra.
Oramai... Il dado era tratto.
 



 
 

Note:
"Cos'è?": canzone tratta dal film The Nightmare before Christmas, con piccola modifica
Yeti: creatura leggendaria appartenente alla cultura delle popolazioni dell'Himalaya
Biscotti pan di zenzero: biscotti tipici in Inghilterra, Stati Uniti e Nord Europa
Kimono: indumento tradizionale giapponese
Obi: fusciacca o cintura tipica giapponese
Tabi: calzini tradizionali giapponesi che separano l'alluce dalle altre dita dei piedi
Geta: tradizionali sandali giapponesi a metà tra gli zoccoli e le infradito
Mostaccioli: piccolo dolce della tradizione napoletana.
 
 


Note dell'Autrice:
Dunque Popolo di efp fanfiction, torno con questo capitolo, dopo... non voglio controllare quando è stato l'ultima volta che ho pubblicato un capitolo per questa fic, dall'ambientazione natalizia in cui Atemu scopre lo spirito del Natale. Direi che ne era entusiasto. La cosa che più mi fa rabbrividire è che questo capitolo lo posto alle porte dell'Estate. Wow, periodo completamente sbagliato. Oh, ma va bene lo stesso, le cose si scrivono quando si ha l'ispirazione.
E infine si scopre che Festa non è il vero nome del nostro tristo mietitore. E che deve fare qualcosa. Chissà cosa. *L'Autrice si guarda intorno e poi proruppe in una risata malvagia.*
Lo scoprirete più avanti nella storia.
Alla prossima!
 
Un ultima cosa, anche se qui è solo nominato, dedico il capitolo a quella piccola bambola di Yugi, visto che sono sicura che alla fine questa città gli regalerà tante sorprese. In un modo o nell'altro.
E infine tanti auguri Yugi Muto!
Buon compleanno!



 
Recensioni:

Naim1104:
No, per loro una pausa da Halloween è inconcepibile. E Seto mi ha detto di dirti con gentilezza impeccabile che mancano 357 giorni ad Halloween. Quel diavolo è proprio pignolo. E Festa mi ha lasciato un appunto sulla domanda che la riguarda. Così recita: Io non spingo tutti attraverso le porte, lo faccio solo se ne ho voglia. E poi, in realtà, avevo due linee di pensiero opposte su come presentarmi al Faraone: a) dargli semplicemente una pedata sul deretano non appena apriva la porta; b) starlo a guardare mentre veniva rapito dal vento del Natale. Ho optato per la terza scelta, cioè la via di mezzo. Se, e dico se, lui poi avesse tentato di andare da qualche altra parte gli avrei dato una botta in testa e lo avrei buttato nel varco natalizio senza tanti complimenti. E poi ho spinto Yugi, perchè non dovevo spingere anche lui? E infine, io sono delicata, altrimenti come faccio a... *il foglietto si auto-incendia e si disintegra in pochi secondi* be' credo che il resto del messaggio non lo sapremmo mai ma almeno abbiamo la risposta alla tua domanda. Atemu deve far luce sulle sue emozioni e Yugi... be' lui semplicemente non è abituato a tanta gentilezza e amore incondizionato, deve solo riuscire a dare un nome all'emozione che prova, semplice, no? Lui apparirà quando dovrà, ne prima ne dopo. Ehmmm... sui chibi, dopo che ho detto che ne avrei spedito uno per mete sconosciute si sono tutti nascosti e non riesco più a trovarli. Non appena ne trovo uno... *L'Autrice si aggira tra i ruderi della città armata di retino e un sorriso malvagio sulle labbra.*
  
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