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Autore: Angelic_Girl    04/06/2014    1 recensioni
E' da qualche anno, ormai, che Kurt si è trasferito a NewYork, con una nuova vita e nuovi sogni, alcuni dei quali mai si realizzeranno. Il suo cuore e i suoi occhi appartengono da allora ad un giovane sconosciuto, il suo dirimpettaio, che Kurt osserva suonare la chitarra e vivere la sua vita, appollaiato ora dopo ora, mese dopo mese alla finestra, come ipnotizzato da quel ragazzo che lo attira tanto.
Quanto vorrebbe parlagli, quanto vorrebbe accarezzare i suoi riccioli mori.
E' impossibile, si dice Kurt. Ma niente lo è quando c'è il vero amore.
Chissà che le sue fantasie non diventino realtà.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon pomeriggio gentah u.u Sono tentata di non aggiornare per vedere un po' le vostre reazioni, ma mi sono detta "gnah, io odio quando una ff si blocca" quindi eccoci qui #>w<# Scusate lo sclero ma oggi per me è FINALMENTE finita la scuola (il mio stato su whatsapp è Sia lodato il Signore, per farvi capire u.u)
Ehhh......... vi lascio al capitolo tanto atteso (cosa che mi rende felice, grazie mille a tutti <3)






"Aprigli" era quello che Rachel aveva scritto a Kurt, che continuava a far scorrere gli occhi su quella piccola parola.

Il ragazzo tirò a sè le gambe, appallottolandosi sul suo letto, frustrato dal rumore insistente ed irritante del campanello che trillava da tempo immemore.

Non voleva aprirgli.

Perchè doveva? Per ascoltare altre cretinate? Per farsi male da solo?

Intanto Blaine continuava a chiamarlo, stranamente felice, e a sbattere i pugni contro il legno, a premere il pulsante del campanello. Ed era insopportabile.

Per favore, basta.

Kurt allontanò il cellulare, si sfregò le ginocchia per poi alzare le mani e coprirsi le orecchie.

-Ti prego!- la voce di Blaine continuava ad oltrepassare tutte le mura che Kurt innalzava intorno a sè, anche se ovattata, anche se fievole, quella voce arrivava -Lasciami entrare! Devo parlarti, Kurt!-

Sta' zitto.

Chiudi quella bocca, non aprirò mai.

Ma contrariamente a quanto voleva -o almeno a quanto voleva la sua ragione- il biondo si guardò attorno qualche secondo prima di gattonare fino al bordo del letto e tirarsi lentamente in piedi.

Curandosi di non fare il minimo rumore camminò piano fino alla porta, fissandola turbato quasi fosse Blaine in persona.

Si avvicinò alla superficie liscia, accarezzandola e sfiorandola con la punta dell'indice latteo, immaginando di toccare Blaine, sentendo quasi il suo calore attraverso la porta.

Poi si accorse che c'era silenzio.

Tendendo le orecchie sentì il respiro del moro, eccitato, quasi affannoso.

-Kurt...- sussurrò.

Lui lasciò andare l'aria che non si era neanche reso conto di trattenere e si morse le labbra, abbassando lo sguardo e deglutendo inquietamente.

-Kurt devo dirti qualcosa d'importante. Ma... non mi va di dirtelo così, per favore-

Cosa voleva dirgli?

Qualcosa sulla sua vita sentimentale con Catherine?

Si erano rimessi insieme e credeva che a Kurt fregasse qualcosa?

Magari era per lei che piangeva alla finestra.

Forse se l'era solo immaginato che sussurrasse il suo nome, forse era stata solo una stupida coincidenza il fatto che fosse scoppiato in lacrime esattamente quando aveva letto il suo messaggio. Magari a farlo piangere ne era stato un altro, arrivato contemporaneamente al suo.

-Lo so che sei lì dietro- bisbigliò ancora Blaine, prendendo anche lui a far scorrere dolcemente un dito sul legno -Devo iniziar a parlare qui?-

Kurt aprì la bocca, ma non ne uscì nulla.

Il moro esitò qualche secondo, aspettandosi una risposta, poi continuò -Sai, ho finalmente capito i miei sentimenti. Ho afferrato quello che il mio cuore mi stava urlando, ciò che stava cercando di farmi capire da anni. Da quando ti vidi affacciato alla finestra di questa casa-

Silenzio.

-Io provo qualcosa per te- sorrise Blaine, vedendo chiaramente l'espressione che il volto di Kurt stava assumendo.

La bocca che diventava un piccolo ovale rosato, gli occhi enormi e azzurrissimi colmi di incredulità.

Provi qualcosa? Vuoi dirmi che sono il tuo miglior amico? pensò il biondo, amareggiato.

Quasi lo avesse letto nel pensiero Blaine riprese a parlare con una voce dolcissima -So cosa ti stai dicendo. Non è così. Non è amicizia, è qualcosa che ne va oltre-

Tutto quello che vuoi, ma Kurt non se la beveva..

-Puoi aprire la porta? Voglio abbracciarti-

No.

Non mi lascerò toccare di nuovo da te.

Il biondo si alzò in punta di piedi per arrivare al livello dello spioncino, ruotò il cerchio di metallo ed osservò fuori.

Blaine... com'era bello. Bello come sempre, anche se con un paio di occhiaie violacee e i capelli spettinati.

Fissava la porta con occhi lucidi, sorridenti ed emozionati.

Inutile fare quella faccia dolce, Blaine.

-Come faccio a convincerti? Pensi ancora che voglia prenderti in giro, no? Ora lo so, Kurt. E mi scuso per averti fatto soffrire tanto.

Ma ora voglio rimediare, lasciami entrare e fatti stringere.

Kurt...

Per favore.

Sarai felice quanto me sentendo le mie parole.

Sarebbe... sarebbe la dichiarazione più brutta del mondo con una porta che m'impedisce di vedere il tuo bel viso.

Be', ora ti ho detto tutto...-

Ma Kurt non voleva capire, non riusciva.

Ai suoi occhi Blaine voleva ancora fargli del male, anche se pure senza rendersene conto.

Cosa avrebbe pututo smuoverlo...?

-Ti amo- disse ad un tratto il moro. Dopo un sospiro tremolante riprese -Ti ho sempre amato, ma non me ne sono mai accorto. Non so come io abbia fatto a trascurare un simile sentimento, perchè sai, angioletto... io ti amo davvero tanto.

Ti amo come se non ci fosse un domani, come se vivessi unicamente per dirtelo.

Amore... apri la porta-

Kurt rimase qualche secondo in silenzio, come paralizzato dalle parole dell'altro. Finalmente non aveva fatto giri di parole, non aveva espresso concetti complicati. Gliel'aveva detto nel modo più semplice che esista.

Il ragazzo sentì che gli occhi gli si offuscavano, il cuore che gli si riempiva di gioia. Ma non poteva essere...

Gliel'aveva detto.

Però... non poteva essere. Semplicemente non poteva.

Senza lasciar trapelare la minima emozione, socchiuse la porta scoprendo il suo viso bianco e neutro.

Il moro sentì l'impulso di lanciarglisi addosso e baciarlo, ma si trattenne limitandosi a respirare pesantemente con la bocca e fissandolo come se fosse un dio.

Kurt lo fissò sbattendo nervosamente le palpebre, distolse lo sguardo e poi lo posò di nuovo su di lui. Aveva la bocca aperta, come se dovesse dire qualcosa che non riusciva a venir fuori.

-Vuoi entrare...?- sussurrò poi, senza guardarlo.

Il giovane esitò, prima di avanzare lentamente all'interno dell'appartamento, ansimando. La paura di aver sbagliato qualcosa lo assalì come se fosse stato immerso in una vasca d'angoscia, facendolo sentire... male.

Kurt chiuse la porta, voltandosi con molta calma apparente verso l'altro.

Blaine lo guardò con gli occhi spalancati, senza avere il minimo coraggio di sussurrare un'altra parola. Vide il giovane avvicinarglisi lentamente, mantenendo il suo sguardo magnetico ancorato a quello dell'altro, che quasi ebbe l'impulso di indietreggiare.

-Tu... tu mi prendi in giro- disse Kurt con la voce tremante, piena di rancore e amarezza -Sono tutte bugie, tutte bugie-

Blaine non potè credere alle sue orecchie -Perchè dovrei mentirti su una cosa del genere?-

-Per farmi soffrire- il biondo era a qualche centimetro dal viso dell'altro e lo guardava con disprezzo e... qualcosa che ricordava il disgusto -Non so perchè vuoi farmi male, però-

Il respiro spezzato che uscì dalle labbra di Blaine si infranse sulla bocca morbida del ragazzo che aveva davanti, il quale lo osservava sottecchi e continuava a diminuire la distanza tra i loro visi per poi allontanarsi ad intermittenza.

Blaine voltò la testa, cercando una scappatoia, ma Kurt posò un dito sulla sua guancia per costringerlo ad immergere di nuovo i suoi occhi ambrati in quelli di ghiaccio dell'altro.

-Non ti credo- sussurrò ancora squadrando con desiderio represso le labbra del moro.

-Ma perchè?- osò chiedere Blaine, che cominciava a sentirsi spaventato.

-Tu mi terrorizzi- fece il biondo con una voce ipnotica e piatta -Io ho paura di te, perchè mi hai rubato il cuore e lo tieni legato al tuo. Puoi fargli quello che vuoi, incatenato com'è, e già lo hai colpito tante volte. Convincermi del fatto che mi ami per poi farmi soffrire sarebbe la pugnalata finale, capisci?-

-Non sono il mostro che credi. Perchè mi vedi tanto orribile da farti questo?-

-Non lo so. Ho imparato a non fidarmi di nessuno, e meno che mai di chi mi ha fatto del male-

-Kurt...-

-Credi che mi beva la storia che ti sei scoperto gay? Perchè mettersi con quella se non provavi niente? Sei bisex forse?-

Tutta la rabbia che Kurt aveva provato e provava ancora stava fuoriuscendo lentamente, come l'aria da un pallone bucato.

Il Kurt dolce, sensibile, il vero Kurt, era rintanato chissà dove nel suo corpo, rannicchiato in un angolo, impaurito da quella persona colma d'odio che aveva preso possesso di sè.

-Perchè avrei pianificato tutto questo? Kurt, spiegamelo-

-Convincimi che sei sincero allora- fece l'altro snobbando la sua domanda.

-Come?-

-Devi saperlo tu...- sussurrò, ma il suono delle sue parole fu attutito a mano a mano dalle labbra di Blaine che premettero lentamente sulle proprie.

Con tutta la sfacciataggine, il coraggio e l'amore che aveva si spinse sulla bocca dell'altro, accarezzandone la pelle rosea ed umida con i denti.

Morse le labbra di Kurt, stuzzicandole, tirandole lievemente, il tutto ad occhi semichiusi, perchè voleva vedere la reazione dell'altro, senza rinunciare al piacere dell'abbandonarsi a quel bacio.

Sentì il petto del biondo sobbalzare, urlare segretamente per la gioia e per la sorpresa.

Strusciando il naso contro la guancia dell'altro, Kurt ansimò -Credi di piegarmi le ginocchia in questo modo?-

Blaine abbassò le palpebre, divertito dal fatto che il ragazzo non smettesse di fare l'arrogante nonostante tutto, ed inclinò il volto per coprire completamente la bocca che aveva sulla sua.

Spingendo Kurt di lato, il moro si ritrovò a premere quel corpo esile contro la parete e a condurre un contatto rude e animalesco. Gli sembrava di aver già assaggiato quelle labbra. Gli erano familiari.

Poggiando le mani sul muro, continuò a baciare quello splendido giovane che aveva davanti, che subiva le sue attenzioni ad occhi chiusi, immobile e con una gran passione che ardeva silenziosa dentro.

Dopo una manciata di secondi Blaine allontanò il viso.

Kurt non sollevò le palpebre, rimanendo fermo con l'unico movimento del petto che si alzava ed abbassava velocemente.

-Non mi credi?- chiese il moro ansimando, con un sorriso soddisfatto in viso.

L'altro finalmente lo guardò, aprendo la bocca per rispondere tra i sospiri accelerati. Però non disse nulla.

Distogliendo di nuovo lo sguardo, deglutì con un'espressione altezzosa che gli si addiceva molto, pensò l'altro, e poi si morse le labbra arrossate come per nasconderle.

-Kurt- lo chiamò Blaine in attesa di una risposta.

-Cosa?-

-Non mi credi?-

-Perchè mi hai baciato? Non ti ha fatto schifo?-

Il moro si accigliò -E perchè avrebbe dovuto farmene? Come può ripugnarmi l'idea di baciare la persona che amo?-

-Be', se non la ami davvero può ripugnarti eccome-

Ancora?

-Oh Cristo santo...- fece per dire Blaine, stringendo forsennatamente i pugni. Poi guardò Kurt negli occhi -Lo vuoi capire che provo qualcosa per te?-

-Mi dispiace ma non mi riesce-

Il moro allora sospirò nervosamente avvicinando di nuovo le labbra a quelle dell'altro, senza però sfiorarle.

-Dimmi che non vuoi baciarmi ancora, avanti-

-Qui il problema non è se io voglio baciarti o no- sussurrò il giovane facendo solletico alla bocca di Blaine -Io conosco benissimo ciò che sento, sono i tuoi sentimenti ad essere confusi anche ai tuoi stessi occhi. Oppure mi fai credere che lo siano-

-Quindi cos'è che provi, esattamente?-

Kurt leccò le labbra dell'altro -In questo momento ti sto odiando con tutto me stesso-

-Anche io, guarda. Sarà per la tua insopportabile testardagine-

-Mmm... può essere-

Il respiro accelerati dei due si scontrava e i corpi erano praticamente tesi come corde di violino per la loro vicinanza senza contatto. Blaine lo guardò ancora, desiderando solo spingerlo a letto seduta stante e farlo urlare fino allo sfinimento.

Cos'era questo nuovo istinto? si chiese senza distogliere gli occhi dal viso bianco e liscio dell'altro.

-Kurt- bisbigliò -Cosa diavolo vuoi da me?-

-Amore.

Voglio vero amore. Voglio baci, veri baci, vere coccole tra i cuscini, vere carezze. Voglio essere amato davvero, non essere vittima di uno scherzo idiota-

-Ti sto porgendo tutto questo su un vassoio d'argento. Sei tu che lo rifiuti-

-Ho troppa paura-

-Come hai detto tu, ho il tuo cuore in ostaggio. Puoi concedermi di guarirlo, di curarlo e di riempirlo d'affetto. O puoi cacciarmi e riceverlo indietro a pezzi, come tu credi sia ora-

-Voglio il mio cuore indietro- sussurrò Kurt colpendo il petto dell'altro con la micidiale arma delle parole -Ma non posso averlo. Ti appartiene già-

-Ma allora qual'è il problema?-

-Vorrei non averti mai incontrato-

E quella frase ferì Blaine come nessun'altra aveva mai fatto.

La maschera da duro che indossava il moro si frantumò all'istante, riversandosi in una pioggia di frammenti già dal suo viso, trasformando la sua espressione beffarda nel volto di un bambino a cui è stato appena mollato uno schiaffo inaspettato.

Preferire addirittura non averlo mai conosciuto, piuttosto che trovarsi in quella situazione che avrebbe potuto facilmente risolversi con delle risate e dei dolci baci.

Lo aveva fatto soffrire a tal punto da desiderare di non aver mai incrociato i suoi occhi? Di non aver mai provato quell'amore?

Blaine non poteva credere questo.

Come poteva essere, lui, capace di tanto odio, di tanta cattiveria?

Il ragazzo avvertì la calda e umida sensazione che una lacrima, scivolando sulla sua guancia, gli lasciò.

Il suo cuore gli dava l'impressione di essere stato preso a pugni e poi tagliato in due.

-Non dovevi dirlo questo- bisbigliò sentendo che le iridi gli si riempivano di tristezza, come il suo petto, tutto se stesso. Ancora.

Kurt gliela stava facendo pagare.

-Se non ti avessi mai incontrato la mia vita sarebbe vuota ora. E non oso immaginare la tua, Kurt. Non dovevi neanche pensarlo-

Il biondo fissò il pavimento, consapevole delle parole orribili che gli aveva detto, ma attento a non mostrarlo.

-Non... non dovevi...- sussurrò Blaine scuotendo la testa, prima di accarezzargli il viso e guardarlo con occhi delusi, la cui vista era insopportabile -Io ti amo davvero. Va bene, tu non lo afferri, ma non farmi questo. Non lo merito-

Kurt sospirò silenziosamente, osservando il moro sporgersi verso l'orlo delle lacrime. Blaine abbassò la mano, poi scosso da un singulto si voltò e si avviò fuori casa a grandi passi.

Il rumore della porta sbattuta rimbombò in tutto l'appartamento, mentre il ragazzo rimaneva pietrificato accanto alla parete. Chiuse gli occhi, con le labbra semiaperte, poggiandosi al muro per non scivolare sul pavimento, stremato, arrabbiato. Ma arrabbiato con se stesso.

"Io ti amo davvero" la voce di Blaine riecheggiava nella mente del biondo.

Era stato cieco, era stato testardo, completamente stupido, a non credere alle parole dell'altro.

Aveva parlato senza collegare la bocca al cervello.

Aveva detto una cosa terribile e falsa.

Non era quello che voleva. Anzi, ringraziava Dio per aver conosciuto Blaine.

Quello che voleva sul serio era essere amato per davvero.

Come aveva detto Blaine, lui l'amore ce l'aveva. Lo teneva sotto il naso, ma non lo vedeva, non voleva vederlo.

E questo Kurt lo capì solo ora.

Voltò lo sguardo verso la porta.

Troppe volte Blaine vi era uscito in lacrime, o turbato, o confuso. Troppe.

Che stupido che sono si disse il giovane raggiungendo anch'egli l'uscita. Dopo aver messo piede sul pianerottolo si guardò intorno, poi prese a correre giù per le scale.

 






Kurt si precipitò in strada, vedendo dall'altra parte della strada quella figura tanto familiare.

-Blaine!- lo chiamò muovendo velocemente le lunghe gambe per raggiungerlo.

-Blaine, aspetta! Ti prego!-

Ma il ragazzo continuò ad avanzare, accelerando il passo già frettoloso.

Il biondo gli era a qualche metro e sarebbe riuscito a prenderlo per una manica se l'altro non fosse arrivato al portone del suo palazzo e l'avesse aperto in tempo per sgattaiolare all'interno.

Kurt vide il vetro della porta chiudersi, ma riuscì ad infilare un piede per impedirgli di farlo.

Stava per entrare, quando Blaine si voltò e si avvicinò anche lui alla superficie trasparente, spingendola, fissando l'altro con occhi grandi e tristi.

-Sei ridicolo a chiedermi scusa ora. La frittata l'hai fatta, va' via- disse il moro con un'espressione tristemente amareggiata.

Il ragazzo non mollò la presa, continuando ad esercitare tutta la sua forza sul portone -No... Ti scongiuro, perdonami-

-Vai a casa- continuò Blaine. La sua voce tremava, attutita dal vetro che li divideva.

Intanto Kurt strinse i denti -Smettila di premere, non cacciarmi- singhiozzò.

-Sei stato capace di tenermi ore a bussare dietro la tua porta. Adesso tocca a te-

-Mi dispiace!-

-Non m'interessa- Blaine non era convincente neanche alle sue orecchie mentre pronunciava quelle parole -Lasciami in santa pace-

Il portone stava per chiudersi, Kurt aveva tolto il piede, e non riusciva a pareggiare la forza dell'altro con le sue esili braccia -Non posso crederci, è un incubo. Venire abbandonato così... da te... è stata sempre la mia paura più grande. Non farla diventare realtà, non reggerei. T'imploro Blaine.

Non porre resistenza...- sussurrò il biondo, smorzando lentamente la sua voce man mano che il portone si incastrava al suo posto.

-Ti amo- sussurrò tra i singhiozzi, rimanendo immobile di fronte al vetro, di fronte a Blaine.

Quest'ultimo lo guardò, facendo per andarsene, ma poi qualcosa dentro di lui gli disse di non sprecare quell'occasione. Avrebbe potuto rovinare tutto, salendo a casa. O avrebbe salvato il suo amore lasciando entrare Kurt.

Esitò qualche istante, fissando il giovane nelle iridi color del mare in tempesta, poi aprì il portone e lo tirò a sè, premendo le labbra sulle sue e portandolo dentro.

Kurt gli gettò le braccia al collo, ansimando, con un'espressione grave dipinta sugli occhi chiusi.

-Non voglio più soffrire- gemette Blaine sulla bocca dell'altro -Tu sei mio ed io sono tuo. Per sempre. Niente potrà mettere in discussione questo e farci versare altre lacrime. Deve entrarti in testa: quello che ti dico, che ti ho detto e che ti dirò sarà sempre la verità. Sempre.-

Il biondo accarezzò i riccioli del ragazzo, deglutendo e cercando di cancellare la linea distorta dal pianto che era segnata sulle sua labbra.

-Ti amo tanto- bisbigliò sfiorando le guance di Blaine con la punta delle dita fredde.

-Anche io. Da morire-

Le loro bocche si unirono di nuovo in un dolce e tenero bacio, aspettato da tanto e che finalmente era arrivato. Tra schiocchi e sospiri, i due salirono qualche gradino della scala senza accorgersene.

-Blaine... mi dispiace così tanto- singhiozzò il biondo con lo sguardo fisso sulle mattonelle sotto di loro.

L'altro lo sfiorò -Basta. Non importa, ora basta. Mi ami?-

-Te l'ho detto-

-Bene. Anch'io ti amo. Ora tu lo sai, possiamo essere felici. Dobbiamo. Intesi?-

Kurt annuì deglutendo e stringendosi di più a Blaine.

-Ora saliamo a casa mia- disse quest'ultimo, quasi fosse un ordine.





Ma la cosa che più mi fa ridere è che Blaine non stia calcolando minimamente Catherine :'D Povera (?) ragazza :'D
Be', credo che in questo capitolo li abbiate prima di tutto odiati, poi amati e poi odiati ed amati di nuovo, ho ragione? u.u Sono insopportabili u.u
Ahahah okay fatemi sapere il vostro parere, a mercoledì belli ;D

 

  
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