Risposte ai commenti:
@Suikotsu: Ora sono tornato,
comunque. Radagast in effetti è un po’ sfigato, ma visti gli standard di
sfortuna tra gli altri personaggi...
@gittypanda: No, non ci
viene! Gli antichi valori, già... Boh, non so cosa siano, ma Tolkien ne parla
spesso... Vai pure avanti con le recensione chilometriche, non si appalla
nessuno!
@Mishka: YAY! I tassini e gli
orsacchiotti non sono disponibili al momento, sono in vacanza nell’Eriador. Berlond
assomiglia a un po’ tutti i professori noiosi, pignoli, crudeli e soporiferi,
quindi non mi stupisce che ti sembri di aver incontrato un suo gemello!
@beba7: Per i vari animali devi
chiedere a Beorn, ma credo che accetterà un pagamento solo in barattoloni di
miele! Gli hobbit non si vedranno mai! (Frodo:- Ma come??? Dai, per favoooore!)
E va bene... Ma molto, molto, moooooooooooooolto più avanti! Il commercio di
Legolas tra pochissimo, invece.
Un grazie anche a chi mi
segue senza recensire!
Tali figli tali padri
Il giorno successivo fu
praticamente uguale al primo.
Tranne che per il fatto che
la sera stavano arrivando da Elrond per il colloquio Thranduil con sua moglie
Natail e Gloin con sua moglie Diìana.
Il re elfico, armato da capo
a piedi, entrò nella classe per primo con sua moglie, accolto calorosamente da
Elrond.
“Carissimo Thranduil! Che
gioia vederti così... in tenuta da guerra?” disse Elrond lanciando un’occhiata
perplessa al suo abbigliamento.
La corazza da battaglia
comprendeva: una doppia armatura in mithril, un lungo spadone legato alla
cintura, la faretra colma di frecce a tracolla sulla spalla, l’arco stretto
nella mano sinistra, cinque pugnali di lunghezze differenti nascosti fra gli
abiti, mantello dell’invisibilità sulle spalle e una lunga lancia affilata nel
pugno destro. Thranduil non si scompose minimamente e rispose con voce ferma:“Caro
Elrond, quando devo incontrare mio figlio preferisco essere preparato. Così mi
sento più sicuro.”
“Non dire sciocchezze,
tesoro!” lo interruppe Natail “Sono molto felice di vederti Elrond. Possiamo cominciare
subito il colloquio?”
“No, mia signora, dovete
essere pazienti, sua nanezza ha detto che sarebbe arrivato più tardi di voi.”
“NANI?” esclamò Thranduil,
che dopo essere stato interrotto, aveva perlustrato la sala con gli occhi, come
se sperasse di vedere suo figlio nascosto a origliare, e che chiaramente non
provava molto interesse per la conversazione.
“Elrond, non mi avevi detto
che ci sarebbero stati nani al colloquio.” disse Thranduil.
“Sì, ma non ti preoccupare.”
disse Elrond fissando con apprensione la lancia di Thranduil “Voi aspettate qui
e io attendo gli altri fuori.” Così dicendo, Elrond uscì, lasciando soli Natail
e Thranduil.
“Che scandalo! Ci sarà
certamente una di quelle nanesse con la barba! Mi raccomando, Natail: non ci
parlare, non ci comunicare, non aprire bocca, sta’ zitta!” disse Thranduil.
“Eeh! Ho capito! Non sono
mica scema!” rispose la moglie ignorandolo.
Nel frattempo, Gloin, un nano
calvo, ma con una folta barba rossa come il figlio e con un enorme martello in
mano, e Diìana, che non aveva la barba come aveva immaginato Thranduil ed era
anche più magra del marito, erano finalmente arrivati a Gran Burrone. Lungo la
strada per raggiungere Elrond, il nano raccomandò:“Diìana, mi raccomando, ho
saputo che al colloquio ci saranno degli elfi! Non voglio assolutamente che tu
abbia contatti con loro! Non ci parlare!”
“Che noia!” rispose Diìana
ignorandolo.
“Piacere di vedervi
finalmente, vostre nanezze! Com’è andato il viaggio?” disse Erlond facendosi
avanti.
“Molto bene, grazie. Potremmo
vedere Gimli?” rispose Diìana.
“No, al momento sta dormendo.
Era proprio stanco come tutti perchè oggi Beorn gli ha insegnato come parlare
con i tassi e le hanno prese di santa ragione. Ma accomodatevi, prego, gli
altri genitori sono già arrivati.” rispose Elrond.
“Fantastico! Meno lo vedo,
meglio è! Deve dei soldi a tutta la famiglia!” disse Gloin entrando nella sala.
“Chi, Legolas?” chiese Thranduil.
“Non so di cosa tu stia
parlando, elfo! Mi riferivo a mio figlio: la più grande disgrazia che mi sia
capita...” ma qui Gloin si interruppe alla vista di ciò che stava succedendo
nella sala.
“Natail, cara! Che gioia
vederti! Non sei invecchiata di un giorno!” esclamò Diìana abbracciando la
moglie di Thranduil.
“Ma guardati sei così magra!
Hai seguito la mia dieta, vero? Dovresti vederti: stai benissimo! Oh, mi
dispiace di non aver risposto alla tua ultima lettera, ma il tuo piccione era
in condizione un po’... drammatiche!” rispose Natail sorridendo felice, mentre
tirava fuori dalla borsa un pennuto con un’ala ingessata.
“Oh, cielo! Povero piccolo Trees!
Eh, io l’avevo detto a mio marito che dovevamo curarlo, ma lui è il solito
spilorcio...” rispose Diìana sospirando.
“Ehi!” gridò Gloin appena
ripresosi dallo sgomento.
“Ma come! Voi... voi due... vi...
vi conoscete?!?” esclamò Thranduil balbettando per la rabbia.
“Mi hai tolto le parole di
bocca, elfo.” disse il nano “COME, VOI VI CONOSCETE???” sbraitò Gloin.
“NON ALZARE LA VOCE CON ME!”
ribattè Diìana estraendo il mattarello dalla borsa a tracolla; il marito
indietreggiò e lei riprese più tranquilla “Certo che la conosco! E la conosci
anche tu!”
Thranduil sbiancò:“COME?!?”
Fu la volta di Natail di
alzare la voce:“CERTO CHE MI CONOSCE! POSSIBILE CHE NON TI RICORDI PIU’?!?”
“Che dovrei ricordare,
scusa?” chiese Thranduil un po’ offeso.
“DELLA LOCANDA DI PONTELAGOLUNGO,
NO?!?” risposero Natail e Diìana insieme. Capisco che questo discorso sia un
po’ oscuro e possa causare alcune domande (Quale locanda? Perchè mai sarebbe
importante una locanda? A che ora si cena?), ma per adesso vi basti sapere che
la locanda di cui stanno parlando è il luogo dove Natail aveva lavorato per
fare un dispetto a Thranduil e dove Gloin aveva incontrato Diìana per la prima
volta. Naturalmente nè Thranduil nè Gloin se ne ricordavano, ma capirono
dall’aria minacciosa delle mogli che sarebbe finita piuttosto male se non
avessero finto di ricordare.
“Ceeerto, la locanda... sì...
ovvio, vero tappo?” disse Thranduil, ammiccando verso Gloin.
“Uh? Ah, sì, sì, sì, certo,
la locanda... Come dimenticare, caro pertica?” aggiunse Gloin ammiccando verso
la moglie. Thranduil gli tirò una gomitata che però lo colpì sulle spalle e il
nano smise di ammiccare. Ne seguirono lunghi minuti di silenzio. Gloin e Thranduil
si squadrarono a lungo, dagli stivali in cui si nascondevano tre pugnali a
testa alle lunghe orecchie a punta o, nel caso di Gloin, alla zucca pelata. Elrond
cercò di prendere la parola, ma fu come se qualcosa scattasse nelle menti dei
due sovrani.
“Mi ricordo di te: sei quello
stupido re elfico che mi ha gettato nelle sue fredde segrete solo perchè
attraversavo il suo lurido bosco pieno di ragni giganti con 13 amici e
parenti!” sbraitò Gloin rivolgendosi a Thranduil.
“Come osi?!? Avevate
cominciato voi attaccando la mia gente che festeggiava nel bosco! Vi ho
sbattuti in prigione perchè non mi avete spiegato il motivo della vostra
presenza nel mio bellissimo bosco.” urlò più forte Thranduil “E ora che ci
penso non mi avete mai pagato il pedaggio per il transito nel mio regno!”
“Cosa??? Pretendi anche che
ti paghi per avermi sbattuto in una gelida segreta???” esclamò il nano
diventando paonazzo.
Mentre quei due continuavano
a litigare, Elrond si era messo a piangere lamentandosi per il fatto che fosse
impossibile parlare civilmente e Natail e Diìana avevano ripreso a parlare in
un angolo.
“Ricordi i bei tempi alla
locanda?” chiese Diìana.
“Sì, tu stavi al banco e io
intrattenevo i clienti.” disse Natail sorridendo maliziosa “Ma dimmi, come va a
casa tua? Te l’ho già detto che sei in forma? E poi quel vestito ti sta
benissimo!”
“Oh, una cosa da niente! Ma
anche il tuo è stupendo! Le stoffe elfiche sono sempre le più belle. Ma mi
avevi scritto riguardo qualche problema con la servitù?” rispose Diìana.
“Sì, i miei maggiordomi si
licenziano tutti inspiegabilmente... quello attuale si chiama Jhons o qualcosa
del genere e quello vecchio Gullonion credo.” rispose Natail.
Contemporaneamente da Bosco
Atro si levarono due grida all’unisono:“IO
MI CHIAMO JAMESGALION!!!”
Nel frattempo Thranduil e
Gloin avevano cominciato a picchiarsi, ma Elrond li fermò con il mitico
righello.
“Vergogna! Vi picchiate come
dei bambini! Come i vostri figli!” li sgridò Elrond “E’ proprio vero: tali
figli, tali padri.” sospirò poi sedendosi “Devo comunicarvi i risultati dei
vostri figli e...” ma non potè finire la frase perchè entrò Idrel trafelato
dicendo:“Allarme rosso-blu!”
Non appena lo sentì, Elrond
prese una mazza chiodata da sotto la cattedra e uscì con lui borbottando:“Stavolta
lo farò capire ad Aragorn che non deve avvicinarsi ad Arwen!”
Rimasti soli, i genitori ricominciarono
a parlare.
“Se Legolas è andato male
anche stavolta io lo...” cominciò Thranduil.
“Tu niente! Ti ricordo che
anche tu da piccolo non andavi bene a scuola!” gli urlò sua moglie.
“Non davanti ai nani, cara!” le sussurrò Thranduil.
“Non ti preoccupare Thranduil!
Anche Gloin aveva una testa dura come una roccia quando andava a scuola!” disse
Diìana.
“Ma cara!” le
bisbigliò Gloin.
In quel momento sentirono dei
rumori da fuori: erano Legolas e Gimli che si picchiavano sia per distrarre Elrond
e per dare il tempo ad Aragorn di sfuggirgli sia perchè si erano insultati di
nuovo. Allora i due padri si tuffarono nella mischia insieme a Elrond per
dividere i figli.
Il rumore richiamò Eomer e
Boromir che si decisero di partecipare alla rissa. Dopo un po’ anche Beorn
sentì il frastuono e smise di coccolare i piccoli tassi. Appena arrivò li stese
tutti come al solito e che si mise a dormire subito dopo.
“Accidenti! Legolas, Gimli, Thranduil
e Gloin che se le sono appena date di santa ragione. È proprio vero: tali
figli, tali padri!” disse uno sconosciuto dall’ingresso di Gran Burrone.