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Autore: dreamlikeview    04/06/2014    5 recensioni
Castiel è un angelo, ama e ammira la razza umana, e desidera profondamente essere uno di loro, un umano. Nonostante agli angeli sia vietato interagire con gli uomini, viola le leggi del Paradiso, salvando una famiglia di cacciatori da un nido di vampiri, e da quel momento il suo desiderio aumenta a dismisura, spingendolo a fare una pazzia.
Un accordo gli permetterà di vivere sulla terra, e di comportarsi come un umano. Ma quale sarà il prezzo da pagare?
[Angel/Human!Cas, Hunters!Winchester Brothers, Destiel, semiAU, long-fic]
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Desclaimer: Per quanto vorrei averli tutti per me, nessuno di loro mi appartiene, e la trovo una cosa profondamente ingiusta. Io da tutto ciò non ci guadagno assolutamente nulla.

Crediti: A Lu, perchè sì, il banner è suo! 



 
Castiel continuava a cacciare con i fratelli Winchester, rendendosi utile come poteva, e cercando di far felice Dean, che sembrava provare qualcosa nei suoi confronti, ma l’ex-angelo non si illudeva, il cacciatore avrebbe cambiato idea altre mille volte, prima di una decisione definitiva. E intanto i giorni passavano, senza fermarsi un attimo, troppo velocemente, troppo rapidamente, senza dare il tempo a Castiel di rendersene conto. In breve anche il secondo mese era quasi scaduto, ormai mancava meno di una settimana.
L’ex-angelo era spaventato, realmente spaventato, ma tentava di non darvi peso, di non far capire ai Winchester cosa gli prendesse e di andare avanti, in fondo, aveva Dean e con Dean non temeva nulla, giusto?
Finalmente, dopo tante cacce, avevano un attimo di tranquillità. I due fratelli, insieme a Castiel, si erano recati alla rimessa di Bobby, il luogo dov’erano cresciuti dopo la perdita dei genitori, non solo per rivedere il loro padre adottivo – che da quando l’ex-angelo si era unito a loro non li aveva più seguiti per occuparsi delle ricerche per aiutare non solo loro, ma anche altri cacciatori, che non possedevano una monsterypedia alias Castiel – ma anche per permettere a Dean di lavorare un po’ alle auto dei clienti di Bobby e guadagnare quel poco che li sosteneva durante i viaggi e le cacce.
Castiel, fin dalla prima volta, si era offerto come suo aiutante. Sebbene all’inizio fosse davvero impedito per ovvie ragioni, era notevolmente migliorato, quanto meno conosceva la differenza tra un cric e una chiave. A Dean non dispiaceva affatto avere lui come aiutante. Adorava guardare Castiel fare lavori manuali, un po’ perché adorava vederlo impacciato e goffo in quasi tutti i contesti, un po’ anche perché moriva dalla voglia di stare il più possibile a contatto con lui, non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma un po’ a se stesso lo aveva fatto: amava la compagnia di Castiel, le sue domande fuori luogo e all’ordine del giorno, quel suo sguardo perso e confuso, le sopracciglia aggrottate e il suo broncio quando non capiva qualcosa, forse, forse amava Castiel. Erano insieme nella piccola officina, Dean era immerso sotto un’auto e il moro lo guardava preoccupato, mentre con minuzia e attenzione reggeva il cric. Non che fosse paranoico, o preoccupato per Dean, ma avevano recentemente affrontato un fantasma che si “divertiva” a far morire le persone nei modi più strani, e tra le vittime, un uomo era morto schiacciato sotto un’auto.
Non voleva di certo che Dean facesse quella fine, e per questo motivo continuava a fissare il cric, per poter intervenire al momento giusto e salvare, come sempre, Dean. Non appena il cacciatore scivolò fuori da sotto l’auto, l’ex-angelo tirò un sospiro di sollievo, e sorrise guardandolo con amore e devozione. Il fiato gli mancò.
«Ehi, Cas, mi passi la chiave inglese e il cacciavite?» chiese eliminandosi il sudore dalla fronte con un gesto rapido del braccio.
«Subito!» si avvicinò al carrello portautensili e recuperò i due strumenti richiesti. Diede sfogo ad un sospiro fin troppo profondo, causato dalla visione di Dean sudato, con solo una canottiera bianca, che aderiva perfettamente al suo corpo tonico. Era un’immagine fin troppo invitante per lui. La carne è debole – pensò prima di ritornare da lui con i due strumenti, e con un gesto rapido glieli passò, rivolgendogli un dolce sorriso, mentre il cacciatore li accettava e con un gesto rapido delle gambe scivolava di nuovo sotto all’auto, continuando quella riparazione per un completo sconosciuto, che avrebbe pagato bene il lavoro.
«Cas, puoi anche non vegliare su di me, so badare a me stesso, faccio questo da tutta la vita!» rise, mentre con maestria sistemava qualcosa lì sotto, qualcosa che Castiel ignorava. Come faceva a sapere che lo stesse osservando? Come faceva a vederlo? Aveva un qualche potere per guardare oltre l’auto? Gli scappò un sorriso, mentre continuava a fissare il cric, spaventato che da un momento all’altro potesse crollare e schiacciare Dean.
«Non mi fido di questi aggeggi, Dean, lo sai. Non dopo quello che è successo a quel tizio mentre riparava la sua auto».
«Paranoico» borbottò il cacciatore, divertito. Non appena Dean fu definitivamente fuori da quell’auto, e questa di nuovo totalmente per terra, Castiel sentì che il suo cacciatore fosse al sicuro. Riprese a compiere le azioni che spesso faceva quando lavorava insieme a Dean: cambiare l’olio, controllare l’acqua, rifornire il serbatoio, verificare se le gomme fossero abbastanza gonfie, e cose simili, sotto gli occhi affascinati di Dean, che ora era immerso nel motore per controllare che anche le candele fossero al loro posto. Non gli dispiaceva farsi aiutare da Castiel, perché senza il trench e solo con quella camicia bianca, le cui maniche erano arrotolate fino al gomito aveva qualcosa di attraente e affascinante in lui, che non dispiaceva per nulla al cacciatore.
«Perfetto, questa è sistemata, passiamo ad un’altra?»
«Non sei stanco, Dean?» chiese guardandolo sbattendo le palpebre, senza nemmeno pensare ai suoi gesti «insomma, lavori e…»
Dean gli andò vicino, ancora sudato, sporco di olio e grasso del motore, e lo abbracciò, imbrattando anche lui, l’ex-angelo tentò di liberarsi dall’abbraccio poco igienico del cacciatore senza ottenere grossi risultati. Dean restava comunque più forte di lui. Ah, se fossi un angelo, non sarei così debole rispetto a te, Winchester. – pensò sorridendo, scuotendo leggermente la testa, mentre l’altro non accennava a volersi staccare da lui «gli spazi personali» brontolò, allora.
«Oh, sta’ zitto» lo zittì, appoggiando le labbra contro le sue, baciandolo con gentilezza, appoggiandogli le mani sulle guance, sorridendo contro la bocca del compagno. Castiel rispose immediatamente al suo bacio, avvolgendogli le braccia attorno al collo, attirandolo maggiormente contro di sé, approfondendo quel contatto tanto piacevole tra di loro.
Mentre si baciavano, non si accorsero di Sam appena entrato, che li stava fissando con uno sguardo per niente infastidito, anzi, adorava quei due insieme, fu tentato di scattare loro un’altra foto, ma Dean stavolta lo avrebbe davvero ucciso, e Sam alla sua vita teneva. Era felice per Dean, finalmente lo vedeva rilassato e senza troppi pensieri. Certo, c’era ancora irrisolta la questione del tirare fuori i suoi sentimenti, ma era sulla buona strada. Se avesse continuato in quel modo, prima o poi avrebbe ammesso i propri sentimenti verso Castiel, ma per il momento era felice, e Sam era fiero di suo fratello. Intanto era lì, sotto la porta e aspettava che si staccassero per un attimo, almeno per respirare: aveva portato loro il pranzo e di certo non poteva restare tutto il giorno ad aspettare che quei due frenassero i loro bollenti spiriti. Doveva ammettere di essere stato davvero lungimirante, fin dalla prima volta che li aveva visti guardarsi, aveva capito che tra quei due, prima o poi, sarebbe nato qualcosa, e come volevasi dimostrare, suo fratello e Castiel erano davanti a lui intenti a… mangiarsi il viso a vicenda. Era leggermente imbarazzato, non voleva fermarli in un momento così intimo, e non voleva affatto guardarli, gli sembrava un gesto inadeguato e maleducato. Perché non si decidevano a staccarsi? Se fosse entrato Bobby, al suo posto, avrebbe sicuramente sbottato dandogli degli idioti, ma per Sam erano adorabili, davvero adorabili.
«Ehi, ragazzi!» li chiamò alla fine, non voleva essere catalogato come guardone «vi ho portato il pranzo!» esclamò ancora.
I due sobbalzarono e sorrisero lievemente imbarazzati e rossi in volto, di scatto con velocità si girarono verso Sam, Castiel tentò di allontanarsi da Dean, ma questi lo tenne stretto a sé, facendolo sorridere.
«Grazie Sammy!» esclamò il maggiore «appoggia da qualche parte e va via, stiamo lavorando».
«Già, lo vedo» rise appoggiando un sacchetto contenente il pranzo su uno scaffale prima di uscire dall’officina e chiudersi la porta dalle spalle. A Castiel quella scena appena vissuta, ricordò un episodio che aveva osservato qualche tempo prima, come un angelo, prima che perdesse le ali, e la grazia, prima che si innamorasse di Dean. Era stato quell’episodio a scatenare la volontà di diventare umano, e di unirsi ai Winchester, quando Sam aveva portato il pranzo al maggiore e questi gli aveva sorriso con gentilezza. Sembrava così lontano quel giorno, invece era passato poco più di un mese, il che gli ricordava che il suo accordo stava per scadere, ma aveva paura, e non avrebbe mai dovuto averne, aveva Dean al suo fianco, ed era più che certo che al momento opportuno, Dean lo avrebbe salvato. In quel momento non voleva pensarci e godersi il momento di intimità con il suo cacciatore.
«E’ stato imbarazzante…» mormorò, affondando il viso nel collo del più alto, che lo strinse maggiormente «cioè, Sam ci ha visti mentre ci baciavamo, non è che…»
«Ehi, moccioso» fermò il suo fiume in piena di parole, staccandolo da sé e osservandolo da vicino, troppo vicino, tanto che i loro fiati si intrecciavano e i loro cuori battevano all’unisono «Sam non ci giudicherà, penso abbia sentito di peggio tra di noi, un bacio non è nulla» spiegò il cacciatore con il sorriso stampato sul volto.
Castiel arrossì all’impazzata, scuotendo la testa energicamente. Cosa era accaduto? Quando? Quando li aveva sentiti? Oh mio dio, che vergogna… deglutì e chiuse gli occhi, cercando di non andare in iperventilazione. Da quando era umano, quando provava un forte disagio, iniziava ad avere problemi di respirazione. Sentiva il fiato mancare, e dopo qualche istante respirava troppo velocemente. Dean dovette accorgersene, perché gli appoggiò le mani sulle spalle e lo scosse con delicatezza.
«Cas, stai bene? Ehi, respira!»
L’ex-angelo tirò un sospiro profondo, prima di aprire gli occhi ed incontrare la pace: gli occhi di Dean avevano il potere di farlo calmare anche nelle situazioni peggiori, anche quando non poteva più pensare a qualcosa di positivo, bastava guardare i suoi occhi verdi e subito si calmava, esattamente come in quel momento. Lo aveva guardato, e il suo respiro era tornato regolare, forse il suo battito cardiaco no, ma quello era dovuto alla presenza di Dean nella sua stessa stanza, Dean troppo vicino… quello era amore.
«S-Sto bene» disse facendo seguire la frase da un cenno positivo del capo, mentre il cacciatore lo guardava ancora preoccupato «io sono…solo imbarazzato. Non mi avevi detto che Sam sapesse ciò che… e insomma…» una cosa è raccontarglielo, un’altra è che veda tutto – pensò, riuscendo almeno nella sua mente a formulare una frase di senso compiuto.
«Va tutto bene, Cas, davvero» gli accarezzò le guance, con delicatezza, mentre l’ex-angelo appoggiava la guancia contro il palmo della sua mano, godendo delle attenzioni di Dean, della sua dolcezza improvvisa e del suo… amore? Non sapeva se fosse amore, ma sembrava tale. Castiel annuì poco convinto, mentre il cacciatore gli sorrideva dolcemente, poi accadde di nuovo, si calò su di lui e lo baciò sulle labbra, approfondendo subito il bacio, senza che l’ex-angelo si sottraesse ad esso. Dean lo stringeva forte a sé, e lo baciava con intensità, mentre Castiel si stringeva a lui e ricambiava con ardore il bacio. Dimenticarono presto il pranzo, il fatto che Sam li avesse colti sul fatto, e che fossero in un’officina; Castiel, presto, presa sicurezza di se stesso, spinse Dean contro il cofano di un’auto, continuando a baciarlo con foga, e come aveva desiderato fare fin da quella mattina quando avevano iniziato a lavorare, sfilò la canottiera del cacciatore, toccandogli gli addominali scolpiti e il torace tonico, passando le mani sui suoi fianchi e poi sul suo collo, fino a ritornare in basso, dove sbottonò i suoi pantaloni. Ogni vergogna era passata, erano insieme, e non importava nient’altro.
«Ehi, moccioso, vuoi fare tutto da solo?» gemette Dean, mentre Castiel gli abbassava anche i boxer, e iniziava a sfiorare il basso ventre del compagno, provocandogli piacere, facendolo tremare sotto le sue mani.
«E’ da stamattina che voglio farlo» sussurrò mentre gli baciava il collo «non riuscivo a resisterti con quella canottiera» mormorò lascivo, mentre il cacciatore godeva delle sue attenzioni e premure.
«Quante confessioni…» sussurrò Dean, ribaltando di nuovo le posizioni, facendo scontrare la schiena di Castiel contro il cofano dell’auto, passandogli le mani lungo tutto il corpo, facendolo tremare sotto di esse, e dopo avergli sbottonato la camicia bianca, la fece scorrere via lungo le sue braccia, mentre le labbra di Castiel erano ancora pressate contro le sue, senza la minima intenzione di separarsi da esse. Anche i pantaloni del moro raggiunsero quelli di Dean ai loro piedi. Petto contro petto, mani ovunque, baci infuocati, gemiti rochi e gutturali, sensazioni stranissime, e ‘ti amo’ pensati e mai detti. Tutto accadeva troppo veloce, i due non comprendevano bene quella situazione, erano assuefatti, tutto intorno a loro era nullo. Fino a che…
«Sono pronto, Dean, voglio fare l’amore con te» gemette Castiel, le labbra ancora contro il collo del più alto, che si bloccò improvvisamente. La paura prese il sopravvento, perché Cas aveva detto fare l’amore non fare sesso, e tutto si fermò: il cuore, le mani, ogni arto, i gemiti, i baci, tutto. Tutto era immobile, e l’ex-angelo aveva lo sguardo smarrito quando incontrò quello di Dean, che ansimante lo guardava incredulo e spaventato.
Perché Castiel aveva detto amore? Non avrebbe potuto dire qualsiasi altra cosa?
Perché aveva messo i sentimenti tra di loro? Cosa non andava bene? Non era perfetto ciò che avevano? Qualcosa che andava vicino al sesso, baci infuocati, e piacere reciproco? Non bastava essere quasi dipendenti da quei baci? Non bastava essere in qualche modo fedeli? Perché aveva dovuto mettere tra di loro una cosa complicata come l’amore? Non gli andava bene ciò che condividevano?
Perché ora era tutto così strano e sbagliato?
Perché aveva paura?
Lui era Dean Winchester, e Dean Winchester non aveva paura di nulla; dovette però ricredersi in quel momento. Aveva paura di quel sentimento crescente che provava verso Castiel, perché ogni persona che gli si avvicinava, si macchiava, e Castiel era troppo puro per essere macchiato da lui. Se ne rese conto solo in quel momento.
Non poteva. Non poteva esser così egoista nei confronti del moro dagli occhi azzurri che lentamente e silenziosamente gli era entrato dentro al cuore, non poteva fargli del male. Non era quello il suo destino, Castiel avrebbe dovuto trovare qualcuno che potesse renderlo veramente felice. Non capiva di essere l’unica speranza per l’ex-angelo. Si ritrovò ad alzarsi i pantaloni in fretta, sotto lo sguardo perso e confuso del moro, che con le sopracciglia aggrottate, lo guardava supplicandolo di non lasciarlo lì, non in quel modo.
«Dean…» sussurrò, afferrandogli un braccio, cercando di riportarlo da sé «Dean, ti prego, io…»
«No, non posso» disse indietreggiando, scuotendo ancora la testa «non posso, non posso» continuò a ripetere quelle due parole come una litania, indietreggiando man mano verso la porta dietro di lui.
Castiel era immobile, non riusciva a credere ai suoi occhi, e mentre Dean scappava, finalmente lontano dal suo sguardo, lontano da ciò che era, o erano stati - non lo aveva ancora capito - sentiva la sua ultima speranza dissolversi nel nulla, come se lo spazio intorno a sé fosse un enorme buco nero, che risucchiava ogni sensazione positiva.
Si lasciò scivolare contro l’auto, rannicchiandosi per terra, i pantaloni ancora abbassati a mezza gamba, la camicia aperta, tirò le gambe al petto, affondando il volto tra di esse, e cercò di non piangere, senza però riuscire a trattenersi. Maledette emozioni umane.
Ormai non aveva più speranza, la sua unica speranza era appena scappata da lui oltre la porta di quell’officina, che aveva visto la coppia darsi l’ultimo bacio, il quale suonava come un bacio d’addio, come un ultimo bacio, ma era l’unica cosa.
Castiel, purtroppo sarebbe morto di lì a poco tempo, e nessuno avrebbe potuto salvarlo, stavolta. Nemmeno il grande Dean Winchester, a meno che non avesse ammesso il suo amore verso l’ex-angelo, che ormai giaceva tra le lacrime in quell’officina, senza più l’ombra di una speranza.
 
Stanco a causa del pianto e troppo distrutto dalla reazione di Dean, Castiel si rialzò da terra con fatica. Si sistemò gli abiti e uscì dall’officina senza guardarsi indietro, avrebbe fatto troppo male rivivere quell’ultimo ricordo ancora una volta, perché Dean doveva essere così maledettamente orgoglioso? Perché doveva comportarsi come uno stupido? Perché era scappato?
Scosse la testa, rendendosi conto di dovergli la verità, prima di morire. I giorni sarebbero passati in fretta, tanto valeva dirgli la verità, prima che la scoprisse nel modo peggiore di tutti. Doveva affrontarlo, aveva evitato quell’argomento per troppo tempo, ed era giunto il momento della verità. Quello in cui avrebbe confessato il suo più grande segreto, tutta la verità, che in quei due mesi aveva celato dietro sporche bugie, a causa delle quali si sentiva sempre un po’ in colpa. Ma come avrebbe fatto ad ammettere tutto?
Doveva trovare il coraggio, doveva farlo per Dean, perché lui era stato sempre sincero nei suoi confronti, lo aveva aiutato e gli aveva insegnato molte cose, oltre all’avergli permesso di far parte della famiglia, nonostante non avesse con loro legami di sangue, glielo doveva perché avevano condiviso cose, sensazioni, emozioni e sentimenti impossibili da pronunciare a voce, glielo doveva semplicemente perché lo amava, e dire la verità alla persona amata era un diritto, un obbligo.
L’ex-angelo si fece carico di tutto il suo coraggio, prima di rientrare nella casa di Bobby, salutare Sam e chiedergli dove potesse trovare Dean. Il minore dei Winchester, però, lo fermò. Gli disse che Dean gli avesse raccontato tutto, e che in quel momento avesse bisogno di tempo per riflettere su quanto accaduto nell’officina, che dovesse metabolizzare l’indiretta dichiarazione, e vane furono le richieste insistenti di Castiel, che continuava a dire di avere qualcosa di importante da dirgli.
Sam lo rispedì in camera sua, suggerendogli di aspettare uno o due giorni, prima di parlargli di qualsiasi cosa, provò a spiegargli che non poteva aspettare, che avrebbe dovuto parlargli subito, che fosse questione di vita o di morte, ma Sam fu irremovibile. Suo fratello non poteva ascoltare nulla in quel momento, non avrebbe reagito bene a qualsiasi cosa. Lo conosceva abbastanza bene da poter affermare che in quel momento, anche un’affermazione banale come odio la torta di mele l’avrebbe fatto urlare e sbraitare, facendolo innervosire più di quanto non lo fosse già.
Dean era un tipo complicato, tutti, anche Castiel, lo avevano capito, era un tipo che viveva alla giornata, senza pensare troppo al futuro e ai legami forti, questi ultimi soprattutto lo spaventavano a morte. Sam era convinto che suo fratello fosse meno spaventato dai mostri che affrontavano quotidianamente, che dai propri sentimenti. Per questo si ritrovò ad insistere con Castiel suggerendogli di aspettare, perché non avrebbe concluso nulla, lo avrebbe solo innervosito maggiormente.
E allora l’ex-angelo si arrese. Lo spirito di protezione tra quei due era davvero forte, tanto forte da sopravvivere ai mostri, demoni e fantasmi che avevano incontrato, Castiel poteva vederlo, erano l’uno la spalla dell’altro, si sostenevano, curavano e proteggevano a vicenda, e in quel momento, Sam stava proteggendo, inconsapevolmente, il maggiore da qualcosa che l’avrebbe turbato molto di più di una dichiarazione d’amore indiretta. Castiel ritornò nella sua stanza sconfitto, non poteva parlare con Dean, sarebbe morto di lì a pochi giorni, e si sentiva totalmente abbattuto e a pezzi.
Il cacciatore lo aveva lasciato lì, da solo, in una puzzolente e sporca officina, mezzo nudo, soltanto perché aveva pronunciato la parola amore. In effetti, Castiel non poteva essere così egoista da volere l’amore di Dean solo per salvarsi, non aveva mai preteso tanto, la prospettiva peggiore, tuttavia, era il fatto che lui un giorno gli avrebbe dato la caccia, poiché sarebbe divenuto un demone. Ed era questo a fargli più male, più di tutto il resto, ma si disse, che se fosse diventato un demone, e nei panni di questo fosse morto, non avrebbe voluto altro che essere ucciso da Dean.
 
Intanto Dean, era in camera sua, disteso sul letto con un mare di pensieri a riempirgli la testa.
Come avrebbe dovuto comportarsi ora, con Castiel? Avrebbe dovuto fare finta di nulla?
Aveva detto amore non un’altra parola, che fosse sul serio innamorato di lui? Non poteva, come poteva un ragazzo meraviglioso come lui innamorarsi dell’errore, Dean? No, era un’ipotesi non contemplabile. Si torturava le mani, e l’unico volto che si figurava nella sua mente, era quello di Castiel. Quegli occhioni blu e i capelli neri, la pelle pallida e quei baci infuocati che si scambiavano… come si era ridotto in quel modo? Come aveva fatto Dean Winchester a trasformarsi in un cumulo di problemi non detti e amore non dichiarato? Perché avrebbe solo voluto prendere Castiel e dirgli di amarlo più di qualunque altra cosa?
Lui non era innamorato, lui non amava mai. Per lui esisteva solo la caccia, e qualche scopata occasionale, non era fatto per i sentimenti, le emozioni positive e questo senso di unione verso un’altra persona. Cosa gli aveva fatto Castiel? Perché ogni cosa ritornava a lui?
Com’era la mia vita, prima di Castiel?
Sebbene non fosse passato moltissimo tempo, due mesi quasi, la vita di Dean aveva subito talmente tanti cambiamenti dopo l’entrata in scena dell’ex-angelo, che il cacciatore non ricordava come fosse prima, o forse sì, ma erano solo ricordi lontani, bui ed inesplorati. Da quando c’era Castiel tutto era diverso, era più bello, persino la caccia e i mostri divenivano positivi. Quale potere aveva per irradiare tanta sicurezza, tanta gioia, nonostante tutto? Come faceva un solo uomo ad essere un polo positivo nella vita di Dean?
Si rigirava nel letto e continuava a pensare, pensare e pensare a cosa fare, a come comportarsi.
Fare finta di nulla? No, non voleva ferirlo, sebbene l’avesse già fatto scappando in quel modo.
Mentirgli? No, Cas non meritava qualcosa di così meschino.
Porgergli le sue scuse? Nemmeno, era troppo orgoglioso.
Dirgli la verità? No, perché dicendo la verità, sarebbe tornato al punto di partenza.
Amore. Ma perché aveva detto in quel modo? Perché non aveva tenuto la bocca chiusa?
Sospirò, mettendosi un cuscino contro il viso, schiacciandolo quasi con violenza, facendosi quasi mancare il respiro, prima di toglierlo e appoggiarselo sotto la testa, chiudendo gli occhi. Magari dormendo avrebbe fatto chiarezza in se stesso, perché non riusciva a capire, non riusciva a fare nulla, avrebbe solo voluto… già cosa? Non incontrarlo? Sarebbe stata una bugia, ma sentiva di dover fare qualcosa, assolutamente. Chiuse gli occhi sospirando, con la speranza di addormentarsi definitivamente, sopprimendo tutti i suoi pensieri che continuavano ad affollargli la mente, per zittirli e avere un attimo, un solo attimo di pace. Magari avrebbe trovato la risposta nei suoi sogni. 

 
To be continued...
 

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Hola, people! Uh, dai, non sono in ritardissimo, di più. Fa caldo, e la voglia di rileggere è sempre poca poca. Poi ho finalmente finito la OS di cui parlavo un capitolo fa... e sì, la rileggerò al più presto, perchè aw. Ancora tanta roba da studiare e poco tempo, la sessione estiva inizierà a brevissimo... e brividi. 
Ma passiamo alla storia perchè sì.  
Ecco che le acque si agitano.
Cas vuole fare l'amore, Dean alla parola "amore" fugge. 
Un po' di depressione perchè... eheh. 
E Sammy protegge Dean, perchè è Sammy. 
Il capitolo è breve, ed è davvero il più breve di tutta la storia, non potevo inserirlo nella parte successiva, nè in quella precedente, così... Eccoci qua. 
Anyway... Finalmente nel prossimo capitolo, (iniziate a prepararvi) Cas rivelerà tutto a Dean. Ma... come la prenderà il nostro Dean?
E con questo grande interrogativo, vi abbandono! 
Spero vi piaccia, vi ringrazio tanto per continuare a seguirmi e... bye bye! 

 
   
 
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