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Autore: flatwhat    04/06/2014    1 recensioni
La vita di Erik, dall'infanzia alla morte. La violenza è la sua costante.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Christine Daaé, Erik/Il fantasma, Raoul De Chagny
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Erik è un mostro e si rimprovera del desiderio di avere una vita normale. Un uomo come lui non potrebbe mai averla. Si accontenta di vivere, come la creatura infernale che è, nei sotterranei dell’Opera che ha costruito. Nessun posto si addirebbe meglio a uno come lui.
Gironzola nell’oscurità e spia. Poiché è molto orgoglioso, anche vivendo nascosto non riesce a trattenersi dal manifestare la sua presenza agli imbecilli che stanno dirigendo il suo teatro.
Fa brutti scherzi, spesso e volentieri, e si diverte un mondo. Se non altro, si diverte senza che qualcuno muoia. Per il momento.
Lo chiamano il Fantasma dell’Opera, ora. Gli piace.

Nonostante non debba provare emozioni umane, Erik ha un certo apprezzamento per mamma Giry, la maschera del suo palco. La donna è ingenua e si è fatta facilmente convincere con promesse da quattro soldi, ma, tra tutti coloro che lavorano nell’Opera, è l’unica che non pronuncia il nome del Fantasma con paura, ma quasi con ammirazione.
Erik sa che non dovrebbe affezionarsi, lui, mostro. Ma lo stesso le lascia del denaro e dei regalini. Le piacciono i cioccolatini.
Che non si dica che il Fantasma dell’Opera è un maleducato.

Il ‘daroga’ si aggira da qualche tempo nei pressi del teatro, ed Erik si ritrova di nuovo a provare qualcosa che non si addice a un mostro come lui. La figura del Persiano gli provoca una certa… simpatia? Di certo dovuta al ricordo dei giorni passati. Il ‘daroga’ è comunque un uomo degno di rispetto, ed Erik gli concede il suo senza problemi.
Non per l’atto di avergli salvato la vita, no. Quello resta un’idiozia.

Erik è un mostro e non dovrebbe provare amore.
Eppure, quando sente la voce di Christine Daaé, l’angelica voce che gli fa credere per un attimo di aver lasciato le profondità dell’inferno, e di essere in Paradiso, non può impedire al suo cuore di battere come se fosse… un uomo. La guarda, da dietro lo specchio. Guarda i suoi capelli biondi, il modo in cui le sue labbra si muovono mentre canta, la piega triste dei suoi begli occhi. Il ricordo del padre sempre con sé. Desidera poter uscire dal suo nascondiglio, parlarle, forse anche sfiorarla, con le sue dita da scheletro, Povera bambina, non piangere più.
Ma Erik è un mostro, lo ha sempre saputo. E non può farci nulla.
“Sei l’Angelo della musica di mio padre?”, chiede lei, e l’orrendo volto di Erik si contorce in un terribile sorriso.
“Sì”.

Erik è un mostro. Ma con Christine, si sente umano.
Per la prima volta, dopo anni, piange. Osa provare pena e disgusto per sé stesso. Per l’uomo che sarebbe potuto essere. Per il mostro che è.
  
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