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Autore: Dian87    29/12/2004    1 recensioni
Cos'accadrebbe se una persona del XXI secolo venisse trasferita nell'epoca di Inu Yasha e si trovasse cieca e incapace di parlare la propria lingua?
Genere: Avventura, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO

I ragazzi e la professoressa tornarono grazie all’aiuto di Kagome e degli altri nel loro periodo, ma mancava ancora Nicole, la giovane che era diventata cieca a causa di quello sfortunato esperimento e che poteva parlare solo due lingue, italiano e inglese, non poteva pronunciare nessuna parola nemmeno in tedesco, lingua che conosceva dalle medie, era come se il suo cervello avesse un blocco in certe aree del cervello adibite al linguaggio e alla vista. In tutto il suo cieco vagabondare non aveva avuto la fortuna di arrivare in un villaggio né di cadere da un burrone, l’unica cosa che aveva incontrato erano solo dei ruscelli presso i quali beveva e l’acqua era il suo unico sostentamento. Lo stomaco si era ristretto, tanto da non permetterle di sentire i morsi della fame, ma non tanto da non ospitare le ingenti quantitì di acqua che beveva per mantenersi in vita.

 

- Inu Yasha, non erano dieci quando abbiamo incontrato quegli italiani?- chiese Kagome, una sera.

- Sì, e allora?- rispose, come scocciato, l’hanyou.

- Ne abbiamo portati nove al pozzo mangia-ossa, ce n’è ancora uno in questo periodo.-

- Pensi che sia quella che parlava in inglese?-

- Sì, quella che non poteva nemmeno vedere.-

- A quest’ora sarà morta per la fame o l’avrà uccisa qualche spettro.-

 

La giovane italiana cadde a terra per la stanchezza e lì rimase finché qualcuno, impietosito, non la raccolse, sentendo che c’era ancora vita in lei, e la portò in un tempietto, medicandola.

 

- Anche Shippo è scomparso.- disse Kagome.

- Sarà andato a giocare da qualche parte.- ribatté Inu Yasha.

- Sì, è ancora piccolo.- tentò di convincersi Kagome.

 

La ragazza si riprese e si mise seduta, timorosa di aprire gli occhi e vedere di nuovo l’accecante luce bianca.

- Apri pure gli occhi, ragazza.- le disse, gentilmente, una voce.

Nicole capì ciò che la voce le aveva detto e aprì gli occhi, vedendo un’immagine sfuocata di ciò che le stava intorno: sempre meglio che niente. Vide la sacerdotessa che l’aveva salvata e curata. La conosceva, anche se non di persona, la conosceva per fama. Spesso le voci del bosco che Nicole aveva imparato a distinguere parlavano di lei: Kikyo, la sacerdotessa sfortunata che era tornata in vita dopo una morte di cinquanta anni.

- Vi ringrazio.- disse Nicole, in un corretto giapponese, stupendosi di riuscire a parlarlo.

- Non c’è bisogno di ringraziarmi, io non ho fatto altro che guidare la tua anima nella medicazione di sé stessa. Hai un grande potere ed è questo che ti ha mantenuto in vita.-

- La mia vita è legata alla vostra, ora. Cosa posso fare per contraccambiare?-

- Se vuoi davvero contraccambiare, puoi mettere il tuo potere al servizio degli altri, ma diventeresti una sacerdotessa.-

- Lo farò, anche nel mio periodo aiutavo gli altri, sarebbe come continuare quel servizio e questo è molto importante.-

 

Fu così che Nicole divenne una sacerdotessa molto potente, la parte viva che accompagnava Kikyo e che le dava, in un certo senso, la vita, e che aiutò molte persone, cambiando il nome da Nicole in Aya.

 

- Nicole? è ancora assente?- chiese la professoressa di italiano.

- Oh, oh, mi sono appena ricordata cosa ci siamo dimenticati un mese fa.- disse Valentina, sottovoce, a Giulia.

- Cosa?-

- Ci siamo dimenticati di Nicole!-

- Qualche problema, Valentina?- chiese la professoressa di italiano.

- Ehm… sì, dovrei andare a parlare con la professoressa di scienze, è una questione molto importante.-

- Potrei sapere anch’io?-

- Il giorno in cui siamo spariti un mese fa, Nicole era con noi e l’abbiamo lasciata nel periodo in cui siamo state trasportate dall’esplosione, cieca e incapace di parlare in giapponese.-

- COSA?!-

- È così.- rispose Giacomo.

- Grandioso,- fece, sarcastica, la prof.- è la prima volta che una mia alunna viene lasciata in un altro periodo, veramente meraviglioso.-

- Potremmo andare a prenderla, se è ancora viva.- disse Matteo.

- Si sarà già fatta un’altra vita, non avete il diritto di strapparla un’altra volta al luogo in cui vive.- tagliò, brusca, la prof., mettendo per sempre fine a quel discorso.

  
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