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Autore: quinnfab    05/06/2014    1 recensioni
-Non posso lasciarti sbagliare in questo modo, Taylor. Non un'altra volta.-
I suoi occhi azzurri sono diventati ancora più cupi, la sua presa sul mio braccio ancora più forte e la sua espressione ancora più esageratamente dura.
-Ho già sbagliato. Entrando nella società, ad esempio. E lasciando che tu, Luke Robert Hemmings, inciampassi nella mia vita.-
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apro gli occhi. Le creature che popolano i miei incubi più terrificanti sono scomparse ancora una volta. Sono nella stanza bianca di poche ore prima e mi sento le gambe ancora più fiacche, come se questo fosse possibile.
-Finalmente ti sei svegliata. Avevamo perso le speranze.- Una voce con un filo di ironia mi distoglie dal mio stato di ipnosi e mi riporta ad una ancora più squallida realtà.
E' l'uomo del ristorante, lo stesso che mi ha difeso al dibattito ma di cui non so nemmeno il nome.
-Che ci faccio qui? Cosa mi avete dato? Perchè non mi sento le gambe e perchè non...-
-Calma Taylor, tranquilla. Era un calmante..un po' forte. Hai dormito per un po'.-

Mi sento intrappolata in quella stanza, come se tornassi sempre lì quando cerco di scappare via.
-Questa risposta non è così soddisfacente.-
La mia testa scotta e lui mi guarda agitarmi mentre resta seduto su uno sgabello, impassibile a osservarmi. Quasi lo odio per quello che mi ha detto ma odio più me stessa per averglielo fatto dire. Mi sta a distanza e la cosa mi irrita. Si tortura le mani prima di rispondermi.
-Non avrei dovuto dirti dei tuoi genitori e della società. Mi dispiace che tu debba pagarne le conseguenze, me ne assumo la colpa, per quanto possa servire.- Lo guardo mentre parla e odio il modo in cui mi fa intendere che non avrei dovuto conoscere la verità e venire a conoscenza di ciò che rimane dei miei genitori.
-Non voglio far parte di qualcosa del genere. Mi dispiace averla spinta a dirmi tutto questo, ma non sono pronta. Voglio chiudere questa storia e lasciarla a chi ha intenzione di farne parte.-
Mi alzo dal letto e mi dirigo verso la porta, preparandomi al pensiero di dover scappare, con quel che funziona ancora delle mie gambe.
Si alza prontamente ma io mi avvio alla porta, pregando tutte le divinità di cui ricordo il nome che non sia chiusa a chiave. La apro e continuo a brontolare riguardo all'idea camminando velocemente, notando che lui sta al passo come un cane da compagnia. Il fatto che non corra per ridurre la dozzina di metri che ci separano e che sia così tranquillo, mi fa pensare che lui sia convinto che io non abbia nessuna possibilità di scappare da quell'edificio e da lui. 
E molto probabilmente ha ragione. Quelle pareti sono tutte uguali, piene di porte chiuse e a loro volta identiche.
Non posso scappare ogni volta, penso. Si sono aggiunti due omoni a lui.
Ma non ho intenzione di fermarmi fino a quando le mie gambe non decideranno di farlo, ancora una volta. Le scale non sembrano più terminare e credo di essere scesa per quella che sembra la terza rampa. Mi volto cercando i tre felini che mi stanno alle calcagna, fino a quando non sento la testa sbattere contro qualcosa di molto più duro del pavimento su cui precipito subito dopo. Quando alzo lo sguardo trovo quello dolorante e confuso di un ragazzo a distanza minima dal mio, e capisco di averlo scaraventato per terra come un birillo. La fronte mi fa ancora più male di prima, come se un mostro violaceo stesse spingendo coi pugni per uscire da questa e sdraiarcisi sopra mutandosi in un livido delle dimensioni del Canada. 
-La prossima volta che vuoi saltarmi addosso, magari fallo senza darmi una testata.-
Identifico la voce, e non c'è posto al mondo dove non preferirei essere rispetto a questo.
Riconosco il suo ciuffo biondo e quel tono di sarcasmo misto alla freddezza del ragazzo che mi ha spaventato a morte poche ore prima.
Non trovo le parole nè la forza per rispondergli. Il mio cuore affannato è uscito dal petto ed è scappato via cercandosi una padrona che lo tratti meglio. Non so cosa mi infastidisca di più, se la botta in testa, le gambe, il torace o l'irritazione da capo a piedi nel vederlo in faccia in tutta la sua sfrontatezza.
I cocci del mio corpo sono ancora adagiati sul suo in cerca di qualcuno che li riunisca.
Ha due profondi e gelidi occhi blu che mi squadrano in tutta la mia debolezza, e un piercing al lato del labbro che cerca di far apparire un duro, un ragazzo che fisicamente, oggettivamente ha l'aspetto di un angelo. Ma nonostante i capelli biondi e gli occhi azzurri,
l'anella al labbro e l'abbigliamento cammuffano benissimo il suo naturale aspetto da ragazzo dei romanzi. Mi pare quasi assurdo che colui che poche ore prima mi ha terrorizzato e dato al mio polso delle sfumature plumbee abbia tale aspetto. Non me lo sarei aspettato così.. limpido, puro.
Sembra quasi quel tipo di ragazzo che fa di tutto per sembrare il cattivo della situazione. 
Forse lo sto fissando, ma la cosa non mi spaventa tanto perchè noto che lo sta facendo anche lui.

-Puoi anche toglierti dal mio stomaco se non ha altri programmi per la giornata.-
Esclama. Se solo la mia mano riuscisse a riattaccarsi al braccio gli tirerei il naso fino a farglielo diventare spesso quanto una fish da poker.
-Ero un tantino distratta. Dovresti fare attenzione, c'è uno sconosciuto con l'anella al labbro che si diverte ad andare in giro a trasformare i polsi delle persone in stracci da pavimento.-
Il ghignetto sulle sue labbra marca una fossetta sulla sua guancia.

L'innominato giunge accompagnato dai due tizi vestiti di nero e mi porge una mano con sorriso rassicurante. L'afferro perchè non ho più forza per correre e soprattutto, se non lo fa lui, credo che solo una ruspa potrebbe tirarmi su ora.

-E' stato un piacere rivederti, più o meno. La prossima volta preferirei fosse un po' meno traumatizzante però.- Esclama.Mi volto e penso di vederlo sorridere ma sembra quasi serio, con i gomiti appoggiati ancora al pavimento, come se non avesse intenzione di alzarsi da lì. Non gli rispondo e guardo la faccia perplessa dell'innominato mentre mi porta via.
-Non credevo lo conoscessi.- Esclama dopo esserci allontanati.
-Non lo credevo nemmeno io, in realtà.

Non rispondo e notandolo decide di continuare a parlare.

-Comunque il mio nome è Will, in caso te lo fossi chiesta. Will River.- Tengo la testa bassa mentre parla, ogni tanto annuisco leggermente ma non lo sto realmente seguendo.

-Mi stai ascoltando Taylor?- Sbotta e si volta verso di me. -Cosa dirai in riunione se non presti attenzione? Sforzati almeno di fingere di farlo.-

-Quale riunione?- Sussurro. Al secondo piano c'è qualche persona appollaiata al fianco delle pareti, e mi guardano con aria strana come se stessero aspettando il mio arrivo.

Non risponde. Arriviamo in un ufficio. E' poco curato e ci sono tanti fogli sparsi sulla scrivania che circondano una cartelletta blu. L'afferra e me la porge.

-Cosa contiene?-

-Quello che ti resta da sapere. Mi è stato dato il permesso di mostrartela.- Il tono della sua voce si è abbassato, mi guarda e lascia la presa della carpetta.
 
-L'ultima volta che ho aperto una cartelletta mi sono ritrovata a prendere un treno per San Francisco e mi è stato inniettato un calmante, non sono sicura di volerla aprire.- Ho quasi i brividi nel reggerla, perchè non ho la più pallida idea di cosa contenga. Mi si avvicina, con un'aria che sembra afflitta e non ne capisco il motivo.

-Cosa ti ha portato davvero via dai tuoi genitori?- Si siede e mi pone una delle domande più brutte della mia vita.

-Un incidente.-

Un incidente. Dal tono in cui lo pronuncio sembra quasi che neanche io ci creda.

Mi sembra di rivivere quel giorno, quell'incubo e mi viene da cedere ancora. Mi siedo affianco a lui, prendo ampi respiri e mi mantengo integra come un vaso in bilico su una mensola. Manca così poco a buttarmi giù e questo mi terrorizza.

Un incidente. Non è così? Ho paura a dire quello che sto per sussurrare e le labbra si muovono a malapena. Fisso il vuoto davanti a me e tengo le mani strette alla sedia sottostante.

-Ho vissuto per cinque anni in una menzogna?- Stringo le unghie al legno della sedia fino a sentire le dita perdere forza.

-

9 ottobre 2008.

-Vieni Taylor, la mamma ha tolto la torta dal forno. Se non arriviamo subito se la finirà quello stupido di mio fratello.- Lascio il pallone rosa in giardino e corro da Amy che saltella come un cane facendo ondeggiare le due trecce che le scendono davanti al vestito a fiori gialli.

-Fra pochi giorni farai dodici anni, non sei contenta?- Amy apre la porta di casa sua e scavalca il suo gatto che le si pone davanti. Le sorrido e ci sediamo al tavolo dove sua mamma appoggia due piatti con due fette enormi di torta al cioccolato.

-Ehy Tay, ma tua mamma e papà non dovevano venire a prenderti alle 7?- Sorrido inbarazzata. Sono sempre in ritardo, anche stasera che dovevamo andare al cinema. -Si, non so perchè siano in ritardo, credo arrivino a momenti.- Porto la torta alla bocca cercando di non pensare all'ennesima figuraccia che mi hanno fatto fare. -Oh tesoro non preoccuparti, puoi stare qua quanto vuoi, provo a chiamarli io magari.-

La mamma di Amy si allontana dalla sala con telefono in mano. Suo fratello corre già per le scale e si scaraventa sul tavolo.

-Ehy piano scimpanzè o la finirai tutta tu.- Esclama contro Amy. Di scatto si volta verso di me.

-Ciao Taylor, non ti avevo vista.- Cambia espressione improvvisamente e sorride.

-Ciao Ash.- Sorrido e spero con tutto il mio cuore di non essere sporca di cioccolato sulla faccia.

Ashton prende della torta e si siede vicino a noi. Del cioccolato gli finisce pure sul naso però mi vergogno troppo a dirglielo. Ma sua sorella non ha scrupoli. -Togliti quella cioccolata dal naso, stupido, sembri una scimmia.-
Ashton arrossisce e abbassa lo sguardo. Evita i miei occhi imbarazzato e li cala sul suo piatto.

-Domani in ricreazione possiamo salire su dalla classe al terzo piano. C'è un biondino che è davvero carino, Tay.- Amy mi guarda e sorride, cercando di attirare la mia attenzione e quella di suo fratello.

-E' uno sfigato, Amy. Non può piacere un tipetto così a Taylor.-
Ashton ribatte infastidito prima che io possa replicare e in seguito guarda altrove, come se si fosse pentito di aver aperto bocca. Amy lo fulmina con lo sguardo.
-Oh e chi può piacere a Taylor? Uno dei tuoi amichetti stupidi? O peggio, uno come te?-

-Taci, idiota.- Ashton le ringhia contro e cominciano a litigare, come al solito. Io mi alzo e mi dirigo verso il bagno per lavare via il cioccolato rimasto sulle dita.La madre di Amy è ancora al telefono e cammina avanti e indietro come una pazza.

-Come faccio a dirglielo? Ha a malapena dodici anni.- Parlotta a bassavoce torturandosi i capelli. Sembra sul punto di avere una crisi e la sua voce è rotta. La sento addirittura singhiozzare.

Mi sale il panico perchè non ho idea di che cosa stia parlando. Quando si volta e mi vede io rimango lì, impalata, inflessibile illuminata dalla luce della cucina, cercando di captare qualcosa dai suoi discorsi che possa rassicurarmi.

-

Crollo a terra, davanti alla sedia e sbatto la testa contro il suo ginocchio. Will mette una mano sui miei capelli e mi stringe come se temesse di vedermi rompere da un momento all'altro. Il dolore è più forte di quanto non sia mai stato. Ho vissuto dentro una bolla di bugie per tanti anni soffocando nelle mie stesse lacrime, e ora che sono scoppiata, non rimane di me niente se non una macchia su quel pavimento nero.







eeehy, lo so, sono in un ritardo mostruoso, ma la scuola mi ha messo in una condizione un po' difficile quest'anno.
Ecco il capitolo, è un po' lunghetto ma mi piace abbastanza e spero con tutto il cuore che piaccia anche a voi. Odio doverlo chiedere così ma..

potete recensire?
Vi prego, scrivete quello che vi pare, pensieri, parole a caso, una canzone di Gigi D'Alessio però, boh, recensite, ve lo chiedo col cuore. Vedere cosa ne pensate è una gioia, pari quasi a quella che provo con un vassoio del Mc Donalds in mano. 
OKAY MI DILEGUO, vi amo. Aggiornerò DECISAMENTE più spesso, promesso, perchè ho un'estate intera. Trailer -> prossimo capitolo.
 
Mi dispiace un sacco per Taylor, lemmecry. 
Nuovi indizi sul biondone, forse avete capito chi è. (#gongobananaforAnnie)
Little Taylor e little Ashton is the answer.

(Ve piasa il nuovo header?)
besos,
Annie.

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