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Autore: MisteryInTruble    07/08/2008    2 recensioni
POSTATO CAPITOLO 2 [Stranamente l' immagine di Andrea, che per mesi l' aveva emozionata, adesso sembrava distante, opaca. Mentre quella di Daniele era più vivida che mai. Si stava nuovamente prendendo quella cotta?] Dei ragazzi, in una colonia-campeggio... racconto di una vacanza, cercando di non cadere nel banale.. commentate please ^^
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo nuovo capitolo è precisamente l' inizio della vacanza.
Si ritrovano tutti, cambiati e maturati.. spero vi piaccia!


capitolo 1
tutti qui, davanti a te.

-Sveglia!-
la voce squillante della madre riempì quella dannata stanza. Sentì i passi pesanti, delle tallonate date al parqet che si avvicinavano alla finestra. Il cigolio delle ante che si aprivano, il cupo rumore della serranda che veniva alzata dal pulsantino automatico. La fastidiosa luce dell alba che la colpiva sugli occhi. E poi di nuovo quelle odiose tallonate verso di lei.
-'Hono s_eglia..- bonfocchiò la ragazza, rigirandosi, già innervosita da quel risveglio. La madre abbandonò la stanza, lasciandola in pace. Elena si alzò, aprendo un solo occhio, stropicciandosi con insistenza l' altro. Le lenzuola erano a terra, il cuscino era scivolato ai suoi piedi. Le era ancora ignoto il motivo per cui si agitava così tanto di notte. Mise i piedi scalzi a terra e andò alla finestra. Era davvero l' alba. Odiava le levataccie. Il sole faceva capolino tra le montagne, il cielo era ancora nuvoloso. 'Fantastico. Do quello che voglio che arriviamo e piove a dirotto'.
L' incontro era a Napoli, alla stazione. E dopo sarebbero dovuti andare a Maratea, dove si teneva il campeggio. Il che significava fare uno stupido tragitto da Potenza-Napoli per poi tornare indietro. Sua madre avrebbe voluto accompagnarla direttamente a Matera, ma lei l' aveva pregata. Ed era riuscita a convincerla.
Non le andava di aspettare già sul posto tutti arrivare. Voleva abbracciarli all' aereoporto.
-Elena!-
-Vengo!!!- sbottò stufa. Avanzò verso la porta, gettando un occhio alla valigia. Uscì dalla stanza, passando davanti allo specchio appeso al muro. Il volto assonnato, e i capelli scombussolati dalla nottata. Avanzò verso la cucina, dove la aspettava una tiepida tazza di latte, colorato dal dolce cioccolato in polvere, senza il quale non poteva sopportare il latte. La madre stava sorseggiando il caffè. Quanto odiava quel risucchio che emetteva!!!
-Buongiorno!- salutò solare la donna. Elena rispose con un mugugno. Non aveva voglia di parlare in generale, figuratevi la mattina.
-Hai messo tutto nella valigia?- Elena annuì, stanca delle sciocche domande. La madre era diventata fin troppo appiccicosa da quando erano rimaste sole. Quell anno avevano ottenuto il divorzio. Suo fratello maggiore poi, era fin troppo maggiore per stare a casa. Viveva a Bologna con la sua ragazza, mentre frequentava giurisprudenza.
Finita la colazione andò in camera per prendere i vestiti che avrebbe indossato per il viaggio. Dei pantaloncini di jeans a pinocchietto, tagliati dalla nonna, una maglietta nera, e le amate converse distrutte dal notevole uso. Entrò in bagno, chiudendo a chiave la porta. Sentì abbaiare Ulisse dal salone, doveva essersi svegliato.
Elena iniziò a guardare il proprio stanco riflesso allo specchio. Andò verso il lettore CD che aveva trasferito sopra la cassettiera e premette 'play'. Il Cd iniziò a girare, e poco dopo per il bagno dilagò la vocina di Bill dei Tokio Hotel. Non che impazzisse per quei quattro ragazzi... anzi, li iniziava a detestare. Ma una e una sola canzone le piaceva, come le piaceva il testo. Non conosceva neppure il titolo, eppure la melodia le piaciucchiava. Lei ascoltava di tutto, bastava che avesse un senso.
Entrò nella doccia e girò la levetta sull acqua fredda. La doccia fredda la mattina la svegliava, dandole la carica necessaria. E quella mattina alle 6 e mezza del mattino, necessitava di tanta carica. Anche perchè era sempre più agitata.
Li avrebbe rivisti. Cazzo. Li avrebbe rivistio di lì a qualche ora.
Si vestì, ormai del tutto agitata, e uscì. Si legò i capelli con un elastico.
-Sei pronta?- chiese la madre, già sull uscio. -Un attimo...- andò in camera sua, prese in braccialetto che tempo prima Andrea le aveva regalato, e prese l' i-pod.
La musica di Bon Jovi le entrò nel cervello.
"It's my life...."
Afferrò la valigia. Era davvero pesante, tutta colpa della madre, che tendeva sempre a riempire le borse. Avanzò, barcollando. Salutò il bassotto che già la guardava teneramente, come per chiederle dove stava andando. E mentre la musica continuava, lei avanzava, fino ad uscire, chiudendo la porta alle sue spalle.
-Dov' è la macchina?-
-Proprio qui davanti...- disse la madre, avanzando verso il portone. Elena si voltò l' ultima volta a guardare la porta, senza rimpianto, poi se ne andò, senza voltarsi.
Odiava gli addii... aveva odiato salutarli l' anno prima. Aveva preso il bus da sola, per andare a Napoli, e lì, senza di loro aveva iniziato a piangere. Come una sciocca ragazzina, aveva pianto anche alla vista dei genitori. Non si era trattenuta... era per quello che non voleva tornare in vacanza... non voleva star male di nuovo...
Eppure ora erano in macchina, e stavano andando a Napoli. Elena chiuse gli occhi, mentre la musica cambiava, e somewhere over the rainbow prendeva il posto di bon Jovi. Poco dopo, la ragazza sprofondò in uno strano sogno, dove c' erano loro, ma era tutto troppo confuso.
Si sveglio che erano arrivare. -Ma quanto ho dormito?- bonfocchiò, passandosi una mano sul volto, per poi massaggiarsi il collo. Un altra domanda utile era: come diavolo aveva dormito?? Le faceva malissimo il collo! -Tu dormi tantissimo in macchina... io non riuscivo mai a chiudere occhio da piccola....- Elena le sorrise, un sorriso un pò stiracchiato. Le piaceva quando la madre faceva la persona seria. Scesero dalla macchina, e la ragazza prese il bagaglio. Guardò l' orologio. Erano le otto e mezza. Non erano in ritardo, fortunatamente! Il treno da Roma doveva arrivare per le 10... prima arebbero arrivatio i Siciliani, Calabresi, Pugliesi e Campani.. insomma il Sud.
Non fu difficile trovare il luogo di ritrovo. L' animatore era già lì. Edoardo, non sembrava troppo vecchio.
-Buongiorno... lei è?- chiese, voce gentile. Elena lo guardò diffidente. Sarebbe stato uno degli animatori di quella vacanza.. meglio conoscerlo già da subito...
-Elena Santilli. Da Potenza...- disse con voce afona Elena. Detto ciò si andò a sedere, alzando la musica dell mp3. Sua madre e l' animatore parlavano. Non le interessava di cosa.. lei voleva solo che arrivasse quel momento. Ma avrebbe dovuto aspettare molto.
I primi ad arrivare furono naturalmente i ragazzi di Napoli, seguiti da puglia, poi Calabria e Sicilia.
Per le nove erano già in trentasei.
Elena non aveva aperto bocca. -Ele, perchè non fai amicizia con qualcuno?- le chiese la madre, avvicinandosi speranzosa.
-Io gli amici ce li ho.-
-Ma non puoi passare tutta la vacanza con solo tre amici! Sarete in 110!!- Elena non rispose, rimase a guardare il grande orologio, aspettando impaziente i ragazzi di Roma.
Lui era di Roma. Daniele, era un Romano, non proprio DOC. Un ragazzo gentilissimo, e simpatico, almeno così era l' anno prima. Non lo conosceva benissimo, ma a prima vista sembrava un ragazzo adorabile. Ma non era questo che l' aveva attratta. Non riusciva a ricordare quella cosa che l' aveva affascinata....
Dopo un altra mezz ora che sembrò durare sette giorni, finalmente i ragazzi di Roma, assoeme all accompagnatore arrivarono.
Elena fece un grande sforzo per non alzarsi sulla sedia, e cercarlo.
Non fu difficile trovarlo. Era lì. Alto come lo ricordava, i capelli ora lunghi, gli occhiali da sole graduati. Le mani della ragazza arrivarono meccanicamente alla bocca, per tenere dentro un felice grido di goia.
Era davanti a lei, ma non l' aveva vista.
-Daniele...- bisbigliò. Naturalmente ilragazzo non la sentì, oltre tutto era di spalle e ascoltava la musica. Si alzò, stupendosi di trovare le gambe abbastanza tremanti. Fece qualche passo e allungò la mano, fino a toccargli il bicipite non troppo allenato, ma comunque esistente.
-Daniele!- disse a voce più alta, sorridendo nel suo modo migliore, mostrando i denti piccoli e regolari. Il ragazzo la guardò, poi sorrise, compiaciuto. Si tolse le cuffiette, che ricaddero nel vuoto, attaccate all mp3 che sostava nella tasca dei pantaloni.
-Ciao Elena!!- niente abbraccio, le diede una semplice pacca sulla spalla. Elena lo scrutava. Non sembrava cambiato,aveva ancora quell espressione fanciullesca sulle gote.
- Come va?- chiese lui. Domanda banale, per allentare la tensione? Elena la sentiva crescere, come un muro di dura pietra. Ma forse era solo suggestione del momento... -Abbastanza bene, tu?-
Abbastanza bene.. ormai lo ripeteva sempre, anche se none ra esattamente così. La madre si avvicinò -Elena, hai trovato il tuo amico?- chiese. La ragazza la guardò interdetta.. perchè lo chiedeva se l' aveva già visto? Annuì, e si voltò verso Daniele.
-Lui è Daniele... c' era anche l' anno scorso...- disse. Odiava presentare alla madre i prorpi amici, poichè se ne usciva sempre con battute sciocche. I due si strinsero la mano. -Allora, io posso andare.... ciao Tesoro, divertiti!- disse, abbracciandola... Elena rispose all abbraccio nel solito modo freddo. -Ciao mà..- . La guardò andarsene, dopodicchè si voltò. Daniele stava chiedendo all animatore per che ora era previsto l' arrivo dei ragazzi del Nord.
-Bah, potete mettervi comodi.. l' aereo ha un grande ritardo, arriveranno oggi pomeriggio...-
Le ore passarono lentamente. Si stupì di non avere argomenti di conversazione con Daniele, dopo un anno. C' era troppo imbarazzo da parte sua, mentre il ragazzo continuava a sentire la musica. Pranzarono al fast food della stazione.. poi, verso le 16, finalmente arrivarono tutti gli altri ragazzi. Daniele ed Elena si alzarono, avanzando verso l' enorme gruppo di settendrionali.
Sarebbe stato difficile trovarli, ma non impossibile.
-Li vedi?- chiese a Daniele, guardando la folla. -Si eccoli!!- indicò un punto impreciso.
Erano Elisa e Samuele, che avanzavano. Il sorriso di Elena si allargò ancora di più. Elisa era esattamente come la ricordava, con i capelli neri lunghi e ricci, gli occhi vivaci... Samuele era cresciuto in altezza, si vedeva che aveva compiuto lo sviluppo. Daniele fu il primo ad avanzare, mentre lei rimase lì, con le mani davanti alla bocca, troppo felice.
Erano lì davanti a lei, ed avanzavano. Più cresciuti, più maturati, ma sempre loro. I suoi amici migliori.. erano lì, davanti a lei.
Come un anno prima.
 E le erano terribilmente mancati



RINGRAZIO di cuore martozza e hachi92, e tutti quelli che hanno letto senza commentare! spero di non deludervi con questo capitolo!
Alla prossima!
  
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