Fuggiva la notte, tutte le notti, con in tasca le sigarette e l'accendino, non gli serviva altro.
Arrivava nel parchetto dietro casa, si sedeva sull'altalena, si dondolava un pochino, fumava tanto ed occasionalmente si cantava qualcosa o si faceva domande a cui non sarebbe mai riuscito dare risposte, riguardo all'esistenza, alla felicità o al potere.
Era la routine delle tre di notte.