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Autore: blackswam    05/06/2014    5 recensioni
Un bambino. Una madre single. Un padre di cui non si sa l'identità.
Una storia piena di vicende, avventure, amore e passione senza fine.
LeonxVioletta - MarcoxFrancesca - BrodwayxCamilla- LeonxCamilla- DiegoxLudmilla.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Padre purosangue prima parte.





Casa Castillo era famosa e riconosciuta per la sua tranquillità, ma quella mattina nulla in quella casa era silenzioso. Olga, la cameriera e pasticciera, era letteralmente sudigiri mentre Roberto, autista e migliore amico del proprietario, come suo fidanzato aveva il compito di calmare la sua fidanzata.
- Devo chiamare Francesca, lei saprà il numero di Violetta, no?
Roberto annuisce assecondando i movimenti dell'amata parecchio nervosa. Andava a destra e a manca senza una meta precisa. Dopo aver selezionato il numero continua a muoversi agitata, soprattutto perché dopo la voce di una signora che diceva: segreteria telefonica...
- Non risponde. E va bene pertanto andremo noi da lei. Roberto, mettiti la giacca e andiamo.
- Olga, tesoro, e le valigie? Non possiamo presentarci a casa sua così?
- Roberto ti ho forse lasciato una scelta? Muoviti!
Di fretta e fuori gli lancia le chiavi della macchina. Dopo essere entrati dentro l'agitazione di Olga non faceva che aumentare. Dovevano arrivare in fretta. Violetta doveva essere preparata. Dovevano muoversi.


****



Camilla era parecchio stanca. La testa le doleva, la pancia mano mano diventava sempre più grande e tonda, tavolta gli veniva qualche capogiro, ma il medico gli ripeteva che non era niente di grave e che il tutto era dovuto da troppa stanchezza.
Finalmente era giunta al terzo mese di gravidanza e tra poco di tredici minuti sarebbe venuta a sapere il sesso del bambino.
Erano tutti parecchio agitati, Violetta aveva deciso di rimanerle accanto e pertanto si trovava accanto a lei, sedute sulle sedie dell'ospedale e le teneva ben salda la mano. La madre di Camilla era corsa subito dopo entusiasta per l'arrivo della sua nuova nipotina. Infatti la signora Torres sperava con tutto il suo cuore che fosse una bambina così da poterla coccolare, riempirla di giochi, dargli consigli. Infondo tra donne ci si intende. Subito qualche minuti più avanti sopraggiunge nel luogo anche la madre di Leon accompagnato da quest'ultimo.
Camilla sorride alla visione del ragazzo e si alza raggiante correndo ad abbracciarlo.
- Grazie per essere venuto.
Crack. Crack.
Un rumore di un cuore che si spezza. Un cuore che si credeva fosse morto già da tempo, ma invece era ancora rimasto un pizzico di vita. Violetta era gelosa quasi invidiosa della sua stessa migliore amica.
Il suo bambino non aveva padre, la sua vita non era meglio della sua, ma nonostante tutto era felice. Aveva Leon, che sicuramente l'avrebbe aiutata, aveva sua madre che anche se ero considerata una donna di ghiaccio voleva bene a sua figlia e la madre di Leon che provava profondo affetto per quella ragazza e la creatura che porta in grembo.
Che abbia sbagliato ad isolarmi. A vivere e crescere Manuel da sola.
La madre di Leon non l'aveva degnata di uno sguardo. Non poteva essere altrimenti. Non si era mai andate a genio soprattutto anche perchè adesso la donna crede che lei sia la causa delle sofferenze che ho dovuto patire il figlio, ma infondo non aveva del tutto torto.
- Signorina Torres è il momento.
Camilla annuisce prendendo la mano di Leon e Violetta.
- Voglio che siate voi due ad accompagnarmi.
I due annuiscono anche se Violetta a malincuore. Era già stata li dentro, molto tempo fa, ma da sola. Nessuno era entrata con lei, nessuno.
- Buongiorno signorina. Prego si stenga qui e si alzi un po la maglia. Dopo aver spalmato un po di gel sulla pancia il dottore prende la sonda e incomincia ad attraversare tutta la pancia.
- Bene, questa è al testa. La vedete?
Camilla sorride mentre calde lacrime scendono dai suoi occhi. Stringe più forte la mano di Leon, che si trovava al suo fianco ammirando dalla visione di quel bambino, non suo, ma sempre bellissimo. Era un emozione grande e immaginava già di averne dei propri figli e mettere a confronto i due sentimenti.
Violetta era rimasta in disparte, con le mani incrociate. Il suo viso era un misto tra felicità e rabbia. Perché lei tutte queste attenzioni? Vorrebbe tanto andarsene, ma meglio non fare scenate.
Terminata l'ecografia il dottore preparare tutte le carte e glielo porge ai due ragazzi e augurandogli buona fortuna per la loro bambina.
- Dottore quindi è una femmina?
Quest'ultimo annuisce mentre i tre ragazzi lasciano la stanza.


****



Camilla dopo aver preso un caffè al bar con Leon, Violetta e le due madri si sentiva molto stanca quindi decise di tornare a casa per riposarsi. Leon, sotto anche suggerimento della madre, si è offerto di accompagnarla e Violetta - visto perché è anche casa sua- si avvia insieme a loro nella sua umile dimora.
Manuel accoglie i tre arrivati con un enorme abbraccio. Tira per ld mani Leon per raccontagli la sua giornata, come è solito fare tutti i giorni. Spesso Leon li veniva a trovare, però non sapeva se lo faceva per Camilla o per passare del tempo con Manuel oppure entrambe le cose. Quello che è per certo era che Leon amava quel bambino e il bambino voleva tanto bene a zio Leon.
- Zio Leon! Zio Leon! Lo sai che la zia Camilla ha una bambina nel pancione?
- Si, eccome se lo so.
- Sai neanche lei ha il papà come me.
- Ti sbagli. Invece si che c'e l'avete.
Il bambino guardava il moro stranito non capendo dove volesse andare a parare.
- Sarò io il vostro papà, no?
Il bambino annuisce contento e prese a stringerlo forte a se. Corre contento verso la madre che stava per apparecchiare la tavola.
- Mamma! Mamma!
- Non adesso Manuel.
- Mamma lo zio Leon ho detto che sarà mio padre.
Violetta lascia cadere il piatto tra le mani che incontrandosi con il pavimento si rompe lasciando piccoli pezzi di vetro. Dopo essersi scusata per la sua sbadataggine sorride al bambino e gli dice di ritornare a giocare. Non andava bene e questo lei lo sapeva.
Si sta affezionando. Non posso lasciare che Manuel soffra. Ma come, come posso fare?
Il rumore del campanello che suonava la desta dai suoi pensieri. Dopo aver ripulito il tutto ed esserci asciugata le mani si dirige verso la porta.
- Si, chi è?
Nessuno parola, nessuna risposta. Violetta curiosa e stranita apre la porta trovandosi la figura di un uomo, abbastanza vecchio. La barba bianca, i capelli neri ai quali si intravedevano ciocche di colore bianco, un fisico slanciato e piuttosto magro.
- Papà. Sei tu non è vero?
- Si, bambina mia.
Violetta si lancia tra le sue braccia stringendolo forte affondando il viso sulla sua spalla e annusando il suo profumo.
- Non sai quanto mi sei mancato.
- Anche tu piccina mia.
- Come mai questa tu visita?
- Vorrei presentarti una persona o meglio mia moglie.
Una donna occupa il fianco del padre. Una donna ben conosciuta dalla ragazza.
- Jade?







Nota autrice: Heilà.
Lo so, sto aggiornando abbastanza velocemente, ma al termine di giugno non pensò di riuscire ad aggiornare quindi cercherò di farlo in questi giorni.
Il capitolo sarà diviso in due parti e saranno tutti pieni di colpi di scena, ragazzi, siete pronti?
  
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