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Autore: Julia of Elaja    05/06/2014    1 recensioni
Cell, l'essere perfetto, la creazione più geniale del dottor Gelo, è stato annientato da Son Gohan, un ragazzino che è stato capace di disintegrarlo e annientarlo; il figlio di Son Goku.
Dodici anni dopo, la vita procede regolarmente per la famigliola che abita sui monti Paoz, nonostante la perdita del padre, e così va anche per Nola Degrees, madre dell'unico vero figlio dell'essere perfetto, che ha taciuto la verità per tutti questi anni.
E se dagli inferi due alleati chiedono vendetta contro Goku e suo figlio, lì sulla terra la dottoressa Degrees escogita un piano per poter uccidere Son Gohan e vendicare l'assassinio del suo unico compagno, nonché padre di suo figlio.
Riusciranno gli alleati nel loro intento?
E il dodicenne Cratos verrà coinvolto in questa epica vendetta?
SEQUEL DE "Il piano segreto del Dottor Gelo" (ne consiglio la lettura se siete interessati a questa storia).
NB: Non è una missing moments, perciò se doveste trovare delle incoerenze di tipo temporale nella storia rispetto al manga o all'anime, non fatemene una colpa! :P
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cell, Freezer, Gohan, Goku, Nuovo personaggio
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aspettare il proprio figlio davanti alla sua scuola in orario di uscita è una scena comune a molte mamme; a me non capitava spesso di poter andare a prendere Cratos, tranne in alcuni rari casi di ferie o uscite anticipate da lavoro.
O una giornata come questa.
E quindi eccomi qui, davanti ai cancelli della Satan School, dove una fiumana di ragazzini si sta riversando in strada; sono sotto gli sguardi di tutti, come sempre, ma questa volta credo sia a causa del mio accompagnatore.
Perché sì, Cell è qui con me oggi.
Indossa una camicia e il cappotto, un paio di pantaloni scuri, tutto preso dall'armadio di mio padre; il fatto che ora sappia teletrasportarsi rende gli spostamenti veloci e possibilissimi anche se si tratta di centinaia di chilometri. Quindi una volta andati via dal monte Egremit, dove finalmente abbiamo potuto ritagliare un po' di tempo solo per noi, siamo passati da casa mia.
Cell è rimasto alquanto sbigottito dal fatto che l'intero grattacielo fosse tutto di nostra proprietà; "Quanto spazio sprecato!" aveva commentato. E, in effetti, non aveva tutti i torti.
E ora eccoci qui, proprio come una famiglia normale; la madre e il padre che assieme aspettano il proprio figlio all'uscita.
Non so come potrà reagire Cratos alla vista di me con Cell; certo, lui non ha addosso nè copricapo né corazza, e proprio per questo sta attirando gli sguardi maliziosi di parecchie giovani madri qui intorno.
"Cos'hanno da guardare?" mi chiede.
"Hanno solo voglia di essere prese a capelli" penso dentro di me, ma preferisco ridere enigmatica e lasciarlo con quel piccolo dubbio.
Ora come ora, però, davvero mi preoccupa Cratos; quel maledetto Freezer gli ha davvero detto tutto? O ha solo mentito per farci spaventare?
E lui come avrà reagito?
E poi un dubbio angosciante mi assilla all'improvviso: e se fosse stato così shockato da non essere entrato a scuola?
Se fosse scappato via?
"Cell" guardo il mio uomo che avverte subito dal mio tono che c'è qualcosa che non va, visto che mi risponde subito: "Cosa è successo?".
"E se Cratos fosse scappato via per lo shock della notizia?".
"Lui è nostro figlio. Non scappa, non è da lui".
"Tu cosa ne sai di lui?" gli urlo quasi; mi rivolge un'occhiata gelida. Forse perché questa frase è abbastanza infelice, dato che non è stato per scelta sua il fatto di non aver potuto conoscere suo figlio fino a quel momento.
Ma non è il momento di dosare le parole; mi sto agitando, e parecchio visto che ancora non vedo uscire mio figlio.
"Signora Degrees".
Sento una voce familiare richiamarmi e abbasso lo sguardo; è Uru, l'amico di mio figlio.
"Uru! Dov'è Cratos?!" gli urlo quasi, in preda al panico.
"Lui è ancora in aula. Non vuole uscire, non adesso ha detto" il ragazzino si stringe nelle spalle "Da quando quel tizio lo ha fermato per parlargli è rimasto in silenzio per tutta la giornata".
"Dov'è l'aula?" Cell si avvicina a Uru e lo guarda in cagnesco; il bambino comincia a guardarmi interrogativo, ma io gli faccio un sorrisetto e lo ringrazio per avermi avvisata.
Prendo Cell per un braccio e gli dico di seguirmi; e camminiamo contro corrente, insinuandoci in quella folla di adolescenti che sciamavano via dalla scuola per dirigersi nelle loro case, tra le braccia delle loro madri e dei loro padri.
Anche mio figlio, quel giorno, avrebbe ricevuto l'abbraccio di entrambi i genitori.
Ma, prima, sarebbe stato necessario spiegargli parecchie cose.
"L'aula è al primo piano, sulla destra" spiego a Cell mentre inizio a salire due scalini alla volta, lui al mio fianco con l'aria tesa.
Arrivati al piano superiore, mi dirigo di corsa nell'aula di Cratos.
Cell mi stringe il braccio destro, un secondo prima che io entri; "Va' prima tu. Poi quando sarà il momento entrerò anche io".
Annuisco; forse è meglio così, che ci parli prima io.
Quindi entro con passo deciso nell'aula vuota, dove il rumore dei miei passi echeggia per tutta la stanza.
Cratos è seduto al suo posto, quarta fila, vicino alla finestra; ha la testa posata sul banco e guarda fuori, guarda il cielo grigio.
Per la prima volta in vita mia, non so come approcciarmi a mio figlio; deglutisco e cerco di respirare a fondo per calmare il battito forsennato del mio cuore. Mai, e ripeto mai, mi era capitato di stare così in ansia solo perché dovevo parlare a mio figlio!
Quando gli sono affianco, ha ancora il capo rivolto verso la finestra; gli poso una mano sulla spalla destra, ma non reagisce.
"Cratos" sussurro, con voce tremante.
"Dimmi".
La sua voce non è né arrabbiata né in qualche modo trapela agitazione; è calma, fin troppo. Il che mi fa preoccupare il triplo.
"Perché sei qui dentro? Ti stavo aspettando all'uscita".
"Dovresti stare a casa a riposare, hai la febbre" ribatte con tono distaccato, cambiando discorso.
Rivolgo per un attimo il mio sguardo verso la porta, ma Cell non si vede; che cosa devo fare?!
"Mi sentivo meglio, così ho deciso di venirti a prendere io, oggi" gli rispondo con voce un po' più ferma "Ora, mi spieghi perché sei ancora qui in aula?".
Silenzio.
Non mi risponde; e come dargli torto, ha tutte le ragioni di questo mondo se non vuole rivolgermi la parola! Io al suo posto avrei spaccato il mondo!
"Stamattina ho incontrato una persona" comincia.
Il mio cuore è a mille e la gola mi si è seccata completamente; "E mi ha detto alcune cose. Mi ha fatto paura".
"Chi era?" mi fingo sorpresa e ignorante della questione "E cosa ti ha detto?".
Lo vedo alzare il capo dal banco, ma continua a fissare il cielo; sospira, poi riprende a parlare e nella sua voce sento una punta di dolore, adesso.
"Mi ha fermato mentre entravo qui a scuola" comincia "O meglio, mi ha chiamato. Sentivo qualcuno chiamarmi insistentemente, la voce era dentro la mia testa! Mi sono voltato e ho capito che qualcuno mi stava chiamando dietro ad una colonna, sotto i portici qui affianco".
"La voce era nella tua testa?"; quel maledetto lo aveva ipnotizzato, proprio come aveva fatto con Cell negli inferi!
"Sì. Così ho camminato verso quel punto e ho visto qualcuno nel buio, un uomo basso, con gli occhi cattivi. E mi ha detto che sapeva tutto di me".
"Ovvero?"; la rabbia sta montando dentro di me. Io lo ammazzo subito, quel Freezer, senza tanti complimenti! Non mi importa di quello che dice Cell, io non aspetterò un secondo di più!
"Ha detto che sapeva che il mio nome era Cratos e, soprattutto, che conosceva bene i miei genitori. E che sono ancora vivi".
Comincio a respirare affannosamente, vuoi per la rabbia vuoi perché mi sto agitando parecchio per questa situazione.
"Ha detto che mia madre sei tu, ma non intendeva adottiva. Ha detto che sei stata tu a partorirmi".
E qui, il mio cuore cessa di battere, o almeno a me sembra così, perché Cratos si volta e mi guarda con occhi carichi di odio.
Odio puro.
Mi guarda quasi disgustato, come se fosse stato tradito e ferito.
"Cratos, io...".
"Tu sei mia madre e mio padre non era altro che un folle omicida che minacciava di distruggere il pianeta!" ha cominciato a urlare.
"Abbassa la voce" gli intimo, alzando il tono anche io.
"IO URLO QUANTO MI PARE E PIACE!" getta la sedia da un lato e urla tanto da farmi quasi paura "MI HAI MENTITO! HAI DETTO CHE I MIEI GENITORI ERANO MORTI!".
"Cratos, lascia che ti spieghi, ti prego" cerco di abbracciarlo, ma mi schiva.
"Non toccarmi" ringhia "Questa cosa non potrò mai perdonartela".
E in un attimo di tempo non riesco più a realizzare cosa sta accadendo; vedo solo un intenso bagliore blu, quasi violetto, riempirmi la visuale per un istante, poi mi sento spingere violentemente a sinistra e sbatto contro la parete dell'aula.
E chiudo gli occhi.
*
Sento delle voci, bisbigliano qualcosa.
Le sento nominare il mio nome.
Dicono "Nola, Nola" e poi qualcos'altro.
Ma cosa?
"Cosa state dicendo?" chiedo; ma quelli continuano a bisbigliare, sempre più concitatamente.
"Chi siete?" chiedo, allora; perché non riesco ad aprire gli occhi, sono così pesanti... e quindi non riesco nemmeno a vedere chi c'è lì affianco a me.
Respiro con fatica; cosa mi è successo? E perché la testa mi fa così male, verso la tempia sinistra?
Tento nuovamente di aprire gli occhi ma non ci riesco, di nuovo; allora mi arrendo e cerco di calmarmi e rilassarmi, cosa alquanto impossibile in quel momento.
Ricordo solo di aver visto Cratos e un intenso bagliore violetto. Poi nulla più.
Ma si può sapere cosa è accaduto?
"Nola".
"Ma chi sei!?" urlo; mi sto innervosendo parecchio e il fatto di non riuscire ad aprire gli occhi mi allarma ancora di più.
Finalmente quei suoni ovattati si fanno chiari e li percepisco; è la voce di mia madre che urla.
"Non può essere semplicemente caduta dalle scale, per ridursi in queste condizioni dovrebbe essersi gettata da una finestra al quinto piano!".
"Mamma, non urlare" le dico, con tono supplichevole.
Si zittisce; "Non riesce nemmeno a dire una parola di senso compiuto, guardala! Farfuglia!".
Farfuglia?
Ma cosa sta dicendo?
"Mamma io sto parlando!" le dico, sbuffando.
"Basta così, non riesco a stare un minuto di più qui dentro!".
Un rumore di scarpe con il tacco che si fa sempre più lontano fino a scomparire; poi il silenzio.
"Nola, ci sono io".
La voce di Cell; è con me, qui! Ma... c'era anche mia madre!
Non le avrà mica detto tutto?
Devo assolutamente svegliarmi!
"Non ti agitare o peggiorerai la situazione" mi intima Cell e avverto il peso della sua mano che mi accarezza gentilmente il braccio sinistro "Purtroppo non hai preso un colpo molto leggero".
Ma di che sta parlando? Colpo?
"Cerca di riposare. Io starò qui affianco a te e se hai bisogno di me chiamami".
Annuisco; "Va bene".
E, finalmente, riesco a tranquillizzarmi.
Mi addormento senza neanche rendermene conto.



N.d.a.

**entra in punta di piedi**
C'è nessuno?! (**in stile particella di sodio della pubblicità**)
Ehm, salve, sono quella disgraziata che non aggiorna da mesi :'D Eh eh, come va?
Non sono morta, sono solo stata risucchiata nel buco nero dell'università, che quest'anno come non mai mi sta tenendo incollata ai libri...
PERDONATEMIIII **piange e strepita**
Sono tornata per aggiornare, oggi ho riletto la mia storia e mi sono detta "Ma perché non l'aggiorno proprio oggi?".
Insomma, ero ispirata e ho deciso di riprendere a scrivere; quindi, eccomi qui!
Cercherò di aggiornare quanto prima lo giuro!
Ma intanto... cosa diamine è successo?
Perchè Nola parla ma sua madre dice che farfuglia? E come mai non riesce ad aprire gli occhi?
E Cratos?
Avrete le risposte a questi interrogativi nel prossimo capitolo!
Ora vi saluto! ;)
Ci si aggiorna dopodomani!
Bacioni a tutti
Julia :D
   
 
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