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Autore: clairesperia    06/06/2014    0 recensioni
Se un giorno, qualcuno ci chiederà di raccontargli una storia, saremo ancora capaci di spiegare il mondo attraverso i nostri occhi o saremo confinati nella razionalità?
“[..]E in un’altro giorno d’estate di tanti anni dopo, Yvonne fece una scelta."
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Favole Della Buonanotte.'
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La capacità di raccontare delle storie nasce dalla nostra parte più nascosta. 
Un giorno ti svegli e sei li, pronto a spiegare il mondo a parole tue. Sei pronto a far nascere universi pieni di sfumature, colori a cui solamente tu puoi dar vita.
 
Yvonne nacque con delle sfumature così particolari, così sottili, che non poteva non illuminare tutti coloro che la circondavano.
Fin da bambina, guadava ogni cosa con gli occhi affascinati di chi vuole imprimere nella sua mente ogni forma e colore.
 
C’era un fiume, in particolare, che le piaceva osservare.
Non era uno di quei grossi torrenti d’acqua, che con la loro mole ti intimorisce. Era un piccolo corso d'acqua, ma proprio per questo sembrava in grado di andare dove volesse e di portare con se qualsiasi ricordo gli piacesse.
La bambina lo guardava e fantasticava sulle mille storie che quel piccolo ruscello doveva aver vissuto, le persone che doveva aver incontrato, le lacrime che si erano perse nell’acqua che trasportava e i sorrisi che lo avevano travolto con tanta forza.
E il fiume gliene sussurrava così tante; così tante sfumature di blu e così tante storie da regalare a quella bambina, che davanti alle sue rive cresceva e diventava una donna.
 
E lei conobbe altre vite, forse reali, forse immaginarie. 
Mi chiedo, è realmente importante sapere se una storia è inventata o meno? 
O è più importante quel significato, che non sempre tutti riescono a cogliere?
 
Yvonne sapeva farlo. Sapeva accogliere dentro di sé sempre più sfumature, riflettendole sugli altri. Ed era meraviglioso, come i timidi raggi del sole che ti scaldano in pieno inverno, quasi fossero un abbraccio.
 
Un giorno, ormai divenuta ragazza, Yvonne guardò la riva a lei opposta del fiumiciattolo e si scoprì curiosa. 
Più curiosa del solito, se vogliamo dirlo, perché vide un ragazzo accarezzare l’acqua del fiume, come fossero amici di vecchia data.
Il ragazzo era di una bellezza classica, di quelle che a prima vista non attira l’attenzione della gente. Di quelle che devi osservare da vicino, per coglierne i particolari, così perfettamente armoniosi.
Come quelle piccole rughe che aveva agli angoli degli occhi, quando increspa le labbra. O quel piccolo neo vicino la mandibola, che sembrava una piccola goccia di caffè, riuscita a fuggire dalle sue labbra.
 
Drew, questo era il suo nome, non aveva mai visto nessuno dall’altra parte del suo piccolo confidente.
Forse avevano sempre avuto bisogno di ascoltare storie diverse e forse adesso era arrivato il momento di condividerne una.
E il fiume raccontò loro, di come a pochi passi da li, ci fosse un piccolo ponte, di quelli quasi instabili, che attraversi col cuore in gola.
Raccontò di come potessero trovarsi a metà strada e di come il cuore in gola avrebbe battuto per un’altro motivo.
 
Su quel ponte però capirono che non potevano realmente raggiungersi, perché la storia del ragazzo, fino a quel momento, aveva avuto sempre un solo finale.
Una fine che non comprendeva la parola ‘lieto’.
Fu come quando sali le scale al buio e manchi un gradino all’improvviso. Il momento che segue è pieno di una sorpresa quasi tetra.
 
Era il racconto più triste che il fiume possedesse. 
 
Sussurrò ai due ragazzi, di come Drew fosse caduto, un giorno d’estate di tanti anni prima, tra le braccia del fiume.
Amava la vita, Drew, e quello fu un incidente; così le parole che pronunciava su quella riva, si perserò nel vento. 
E poi spiegò come, pur non possedendo impetuose acque, il fiume non riuscì a salvare quel suo caro amico. 
 
Il suo più grande rammarico.
 
E in un’altro giorno d’estate di tanti anni dopo, Yvonne fece una scelta.
Penso a come le sfumature di quel ragazzo si intonassero perfettamente alle sue e a come sapeva ascoltare bene le storie degli altri, ma avesse sempre voluto scriverne una tutta sua. 
Una che avesse un finale che non doveva per forza essere lieto per gli altri, ma per se stessa.
Il lieto fine è un concetto così attratto, proprio perché ognuno di noi ha una propria concezione della felicità.
 
E si lasciò cadere, accompagnata dal vento. 
E il fiume la cullò e la morte la copri dolcemente col suo mantello, commosso da quel sorriso che aleggiava sulle labbra della ragazza.
Furono testimoni unici e silenziosi.
 
E  da quel giorno Yvonne e Drew, circondati dal suono costante, ma mai uguale del piccolo ruscello, fatto di note che raccontano melodie già vissute o ancora da vivere, cominciarono a scrivere la loro storia, insieme.
 
Questo è un racconto come un’altro.
Nessuno potrà provare davvero l’esistenza di questi due giovani e del fiume che ogni giorno li vede riempire le pagine del loro libro, ma proprio per questo, mi chiedo, non è forse più bello credere? 
Credere, ci da la possibilità di cogliere tante nuove sfumature, alcune delle quali sono nascoste tra le parole di una favola o tra le note di una melodia.
E sono sicura che ora, quando passerete vicino ad un fiume, penserete a Drew e Yvonne e ai magnifici colori che la loro storia ha regalato alla vostra vita.









Eccomi tornata con un altra piccola storia, del tutto inaspettata. L'ho scritta di getto e spero davvero che vi piaccia, perchè in questo racconto c'è un po' del mio cuore.
Se vi fa piacere, fatemi sapere che ne pesate, sarebbe un regalo meraviglioso, per me e per i miei personaggi. 
Grazie e a presto, Chiara.
   
 
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