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Autore: acchiappanuvole    06/06/2014    0 recensioni
La prima volta che ho scritto una canzone avevo dodici anni. Forse parlava delle nuvole e di come le cose non vanno mai nel verso giusto. Immagino che qualcuno la definirebbe un'ode rancorosa all'adolescenza. In vero era un gran casino.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nobuo Terashima, Ren Honjo, Shoji Endo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mai -Mirror Mirror who I am-

Faccio sempre molta attenzione con la forbice. Seguo perfettamente il contorno, lentamente, mentre osservo il suo volto guardarmi, bellissimo, dal ritaglio della rivista. Un'altra meravigliosa immagine  da aggiungere al mio album. Sono anni che incollo su queste pagine color lavanda ogni piccolo frammento della vita di Nana. Talvolta vorrei mostrarglielo, so che ne resterebbe dapprima stupita e poi, chissà, mi coccolerebbe come faceva ogni volta all'uscita dalla live house dove seguivo ogni suo concerto. Seguire Nana e gli altri membri della band è stata fin da subito la mia missione di vita. Ricordo ancora il primo giorno che la vidi sul piccolo palco di un locale semibuio; il suo incedere deciso e al contempo elegante, e la sua voce, graffiante, passionale, come un fiore troppo bello da poter cogliere, un pensiero troppo libero da poter catturare. Me ne innamorai all'istante.
Che cosa avrai mai pensato di me, Nana? Spendevo tutti i soldi che racimolavo dai miei durante la settimana per comprarti ciò che desideravo vederti addosso.
Lo possiedi ancora vero quel giacchino di Vivienne Westwood? Quello fu il mio primo regalo. Un ragalo che tu ripagasti con un dolce bacio che ancora a pensarci mi scalda le guance e mi provoca una languida carezza allo stomaco.
Forse sono strana.
I miei genitori, volti assenti e distaccati nella mia vita, me lo hanno rimproverato spesso.
"Sei strana Mai, troppo strana! Quand'è che ti deciderai a studiare seriamente e a concretare qualcosa di buono nella tua vita?"
Tuttavia dedicarmi a ciò che più amo sembra la via migliore che potessi scegliere.
E' vero essere la manager dei Blast talvolta è faticoso, il produttore non mi da mai tregua ma, anche se non dovessi dormire per giorni, non potrei mai ritenermi stanca di quel che sto facendo. E' come, sì, come una droga.  Lo faccio per vedere il sorriso di Nana accendersi e per guardare all'infinito la magia che lei sola è capace di creare su un palcoscenico.
Del resto non mi importa.
L'unico desiderio che ho è stare accanto a Nana per sempre. Anche se a volte mi rammarico che lei non provi per me lo stesso affetto che prova per Komatsu. Il loro legame tanto speciale in segreto mi turba, talvolta mi ha fatta anche soffrire. Ma Komatsu è una ragazza meravigliosa e sarebbe davvero ingiusto da parte mia provare astio nei suoi confronti.
Già.
Dopotutto io sono quella buona e gentile che non si arrabbia mai. E' la natura che ho scelto. Quella reale, non so, talvolta credo di averla chiusa in un cassetto quando decisi che sarei stata Misato Uehara. Desideravo così tanto un legame con Nana che venire a conoscenza dell'esistenza di una sua sorellina, non so, mi fece andare fuori di testa tanto da desiderare da essere io stessa quella sorella.
Mi pento di questo. Perchè è come se avessi rubato qualcosa di prezioso, qualcosa che appartiene a Nana di diritto nonostante lei non ne sospetti l'esistenza. E mi ritrovo così combattua talvolta tra l'urgenza di confessarle questa verità e la paura tremenda che una notizia simile possa sconvolgerla in maniera irrimediabile.
Nana è come una farfalla. Le sue ali sono splendide e desiderano volare verso l'alto, ma basterebbe un colpo di vento troppo forte per rovinarle in modo crudele.
Quindi non posso. Non posso dirle nulla.
Continuerò a seguirla come ho sempre fatto dandole tutto il mio appoggio.
Incollo il ritaglio sul foglio pulito dell'album,  e poi lo depongo con cura nel cassetto. E' come  un piccolo tesoro. Un tesoro solo mio. In questo modo posso vedere e rivedere Nana ogni qualvolta io lo desideri.
Il trillo del cellulare mi fa sobbalzare dalla sedia. Provabilmente quelli della Gaia vorranno aggiornarmi sull'agenda dei Blast.
-Pronto, qui Mai Suzuki-
-Mai-
Questa voce è come un sussurro lontano che riemerge dopo tanto tempo.
-Papà-
-Grazie al cielo. Lo sai da quanto tempo cerco di mettermi in contatto con te! L'ho dovuto scoprire da una tua ex compagna di  scuola che ti sei trasferita a Tokio. Non hai mai avuto nessuna considerazione della tua famiglia, nemmeno immagini quanto siamo preoccupati-
Avverto le parole di quest'uomo investirmi come un fiume e tuttavia non provo nulla. -Mi spiace, vi avrei avvertito quanto prima, sono molto impegnata con il lavoro-
- Mai voglio che ritorni a casa immediatamente-
-Mi spiace non posso farlo-
- Tu devi farlo! Scappare di casa per seguire quella..quella ragazza di dubbia moralità ed i suoi amici. Il dolore e il disonore che hai causato a questa famiglia è indescrivibile-
- Ti chiedo nuovamente scusa ma non intendo ritornare-
- Vuoi che venga a prenderti di forza!-
- Puoi farlo se credi. Puoi riportarmi a casa e chiudermi dentro una stanza come quando ero piccola, ma io urlerei e calcerei fino alllo stremo e troverei il modo di fuggire, sempre e comunque-
Sento un lungo e pesante sospiro dall'altra parte del ricevitore.
-Perchè? Perchè fai questo?-
- Non vi è mai importato nulla di quello che desideravo. Sarebbe bastato un solo gesto, un solo stupidissimo gesto d'attenzione papà, non avrei potuto chiedere altro. Ma sono cresciuta ignorata dalle stesse persone che mi hanno generato, quindi ora non stupirti se desidero vivere la mia vita con persone sincere che hanno dimostrato di apprezzarmi-
- Apprezzare te o Misato? Credi che non sappia della ridicolaggine che hai fatto!-
-  Misato è solamente un nome, io sono io. Che mi faccia chiamare Mia o Misato non cambia nulla. E ora ho da fare, non disturbarmi più-
Chiudo la comunicazione prima di poterlo sentire ribattere, rimproverare, ordinare..
Mi sento libera e prigioniera allo stesso tempo. Esco sul terrazzino, sento il rumore del traffico, vedo le luci ubriacanti della città che soffocano una luna piccola.
Non riesco a capire perché d'improvviso mi sento così sola, perché tutto appaia in un lampo ridicolo. Oppure sono io, sono solo io quella ridicola.
Io non sono indispensabile per Nana e per i Blast. Loro sono arrivati da soli al successo. Io sono solo una fan.
Immatura.
D'improvviso e' come se l'ultima frase pronunciata da mio padre mi gettasse in un vortice dove smarrisco qualunque identità.
Misato Uehara
Mai Suzuki
Il falso
Il vero
Che cosa rappresenta tutto questo?
E soprattutto ha un qualche significato per coloro che amo.
Riprendo in mano il telefono, apro l'agenda e aspetto che la voce buia del direttore mi risponda.
 
 
 
 
  
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