Il leggero tintinnio proveniente dalla cucina riecheggio nel salone. Mystica si voltò di scatto assottigliando le iridi gialle, avanzò ancheggiando e poggiò la mano sullo stipite della porta. Erik sollevò il capo, i corti capelli bianchi aderivano al volto rugoso sudato. Strusciò la mano sul ginocchio rizzando la schiena, sollevò il mento e sorrise.
“Ah, Mystica. Sii gentile, raccogli la posata” disse.
Raven aggrottò le sopracciglia guardando la forchetta in terra, il dente centrale era piegato in avanti e i due laterali stavano arricciati verso i lati. Mystica afferrò l'oggetto con le dita del piede destro, alzò la gamba piegando il ginocchio verso l'esterno e prese la forchetta in mano; mettendola suo tavolo. Erik strinse le labbra strofinandole tra loro, sospirò socchiudendo gli occhi cerchiati e allungò la mano verso il mobiletto alle sue spalle. Il caschetto di metallo volò nella sua direzione, Erik sentì il braccio tremare e l'oggetto ondeggiò a mezz'aria; l'uomo aggrottò la fronte rugosa percependo il battito cardiaco accelerare e vide nero. Il caschetto ricadde verso il basso, Mystica poggiò le mani sul tavolo mettendosi in verticale, sporse le gambe in avanti e afferrò il casco. Lo lanciò in aria, saltò a terra e afferrò l'oggetto di metallo con entrambe le mani. Guardò Erik piegato in avanti, il volto era sudato e ansimava leggermente. Mystica sentì una fitta al petto, deglutì e gli infilò il casco. Magneto le strinse le mani con le proprie tremanti, sorrise.
“Portami da Charles, cara” mormorò.
Raven sentì gli occhi bruciare, mutò il proprio aspetto rendendo la pelle rosata e i capelli biondi lunghi fino alle spalle; il completo grigio le fasciava il corpo formoso. Magneto ridacchiò, tossì convulsamente piegandosi in avanti e le strinse più forte le mani inspirando; si rizzò socchiudendo gli occhi chiari.
“Imparerai mai che sei perfetta al naturale?” chiese sottovoce.
Mystica tornò blu, deglutì socchiudendo gli occhi con le iridi feline e abbassò il capo.
“Non lasciarmi” sussurrò.
Erik tolse le proprie mani da quelle di lei, si alzò sentendo le gambe tremare e la schiena dargli delle fitte; sorrise sollevando il capo.
“Tu, mia cara, porterai avanti la nostra causa per il bene di tutta la nostra razza” le disse.
Sistemò il casco sui capelli bianchi, si rizzò e indurì lo sguardo.
“Ma prima voglio vedere Charles”.