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Autore: chilometri    06/06/2014    1 recensioni
Lascerò i miei occhi a volerti per tutta la vita, le mie labbra secche e screpolate a sussurrare parole che non ascolterai, lascerò le mie mani scorrere su visi che non sostituiranno mai il tuo e lascerò ogni singola parte di me, distruggersi dopo te.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'L'amore è carte da decifrare. '
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// to break and to fall //
 
(*)
 
 
per i paesaggi che non
vedremo mai
insieme
 
 
 
Volevo scriverti qualcosa di diverso, qualcosa che avresti ricordato tutta la vita, volevo scriverti una poesia. Una di quelle belle.
Una di quelle che ti rimangono dentro per tutta la vita, volevo scriverti e raccontarti delle onde del mare, della paura di affondare, della capacità di restare a galla.
Ti avrei raccontato delle montagne e del fuoco, delle cose che bruciano ma tu sei più forte, sei imponente e non ti rompi, come le rocce. Come le montagne.
Ti avrei descritto la neve che conosci meglio di me e non te lo avrei detto, no, che non l'avevo mai vista e mi sarebbe piaciuto così tanto e ti avrei scritto che ti avrei stretto le mani e mi avresti permesso di non cadere, quando saremmo andati a pattinare.
Ti avrei parlato del ghiaccio, quello di fuori e quello di dentro, quello che non lo sciogli nemmeno se preghi Dio.
Poi ci ho riflettuto un po', e di scrivere io non ne sono capace, quindi ho pensato che ti avrei fatto sentire tutti i profumi della vita.
Ti avrei portato alla sera, quella vicino alla villa al mare, e ti avrei detto che “le rose blu sono i miei fiori preferiti”, tu avresti finto indifferenza e il giorno dopo ti saresti presentato con un mazzo fresco di quelle, ed io avrei assaporato il profumo.
Poi ti avrei portato al mare, vicino le onde e ti avrei chiesto di respirare.
Mi avevi raccontato tante volte dei giorni in cui ti eri sentito soffocare, dalla pressione, dallo stress, dal dolore di non essere abbastanza quando sei così, oh così tanto, Luke.
Mi avevi detto che il mare un po' ti spaventava, perché era un attimo ed eri niente, io avevo sorriso ed abbassato gli occhi perché quante volte avevo pensato che amarti era affogare anche senza essere circondati dall'acqua?
Ma ti ci avrei portato comunque, e tu avresti respirato.
Come ci si sente a non avere l'aria tossica ad insinuarsi nei polmoni, come ti fa sentire l'odore della libertà?
Come ci si sente a respirare, Luke? 
Ho anche pensato che ti avrei fatto riscoprire le piccole cose, la pelle d'oca se mi avessi accarezzato e gli occhi stretti nei tuoi, sei i brividi lungo la mia schiena e quelle lacrime trattenute a denti stretti.
La felicità dei baci di prima mattina e i capelli scompigliati, abbassati sul viso, la barba che tanto ti piace e le collane che non ho idea del perché tu le abbia comprate. Ti avrei fatto riscoprire la felicità dell'amare, e ti avrei amato, Luke. Lo avrei fatto.
Però, forse, non sarei stata brava nemmeno in quello e quindi avrei provato a parlare, con la voce tremante di sempre, quasi tanto quanto le mie mani, quelle stesse mani che ho pensato di spezzare così tante volte, perché a cosa potevano mai servirmi, se non c'eri tu a stringerle?
Avrei parlato sussurrando, non ti avrei guardato negli occhi perché non ne avrei avuto mai il coraggio e ti avrei raccontato di tutti quei paesaggi che avrei voluto vedere con te al mio fianco, di tutte quelle canzoni che avevo ascoltato e di cui avrei voluto avere il tuo parere, ti avrei parlato delle volte in cui ti avevo amato e lo avrei urlato al mondo, ma non mi avresti trovata in ogni caso.
Ti avrei raccontato dei tramonti e delle volte in cui avrei voluto essere con te, dei boschi fitti e delle bestemmie ricacciate in fondo alla gola.
E soprattutto della paura di cadere, Luke, ti avrei descritto il terrore di inciampare nei miei stessi passi e di non essere in grado di poggiare i palmi sul terreno e graffiarli per rimettermi in piedi, della polvere sui vestiti.
Ti avrei parlato fino a notte fonda delle volte in cui mi ero aspettata di spezzarmi come i petali dei fiori, lentamente e con grazia, ed invece ero crollata come i mattoni di una casa dopo un terremoto.
Te ne avrei parlato, ti avrei parlato fino a sentire male alla gola e avrei voluto che tu mi stringessi forte, le mani nei miei capelli e le parole dolci all'orecchio.
 
Ma tu non c'eri, non ci sei mai stato e mai ci sarai.
E allora strapperò tutte le poesie, cancellerò tutti i disegni e brucerò ogni parola. Lascerò i miei occhi  a volerti per tutta la vita, le mie labbra secche e screpolate a sussurrare parole che non ascolterai, lascerò le mie mani scorrere su visi che non sostituiranno mai il tuo e lascerò ogni singola parte di me, distruggersi dopo te.

 

 

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Ogni tanto ritornano, sì, sembra quasi impossibile ma giuro che è vero.
Non so quanti di voi si ricordino di me, in ogni caso sono quella che prima era solita intasare questa sezione e poi è stata colta dal blocco dello scritto ed è rimasta ferma a fissare una pagina bianca per quattro mesi (not even kidding lol); però ora sono tornata, con questa schifezza sì, ma pur sempre tornata ahaha
Sono 700 parole all'incirca, so che sono dei pensieri un po' alla rinfusa e non ha trama, non ha proprio nulla a dire la verità, ma avevo bisogno di buttare giù qualcosa e questo è quello che ne è uscito.
Se vi è piaciuta almeno un po' mi farebbe tanto, tanto piacere che me lo faceste sapere con una recensione! <33
Se invece avete voglia di leggere qualcos'altro di questo genere potete trovare qualcosa qui e qui, se invece volete tirarmi addosso pomodori, potete tirarmeli ahaha 
E nulla, spero che vi sia piaciuta e spero di ritornare presto con 3 fanfiction una più pazza dell'altra tipo?? 
Un bacione grande, 
chilometri.
 
  
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