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Autore: ilrumoredeipensieri    06/06/2014    1 recensioni
E non c’è bisogno di altro che i loro respiri spezzati dalla cornetta, delle mani che forse tremano, che vorrebbero cercarsi e trovarsi. In quel silenzio pendono domande che Luke non ha il coraggio di fare e risposte in cui Diana non è certa di credere davvero, ma forse è così che cominciano le cose importanti, con piccoli passi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4 - Che ti costa?

 Alle 22.00 Diana gira le proprie chiavi nella toppa del portone di casa ed espira profondamente mentre se lo chiude alle spalle.
Sente l’auto di Philip e Sunnie, che l’hanno gentilmente riaccompagnata a casa, ripartire sulla strada sgombra. Trascina le Vans logore lungo il corridoio, per le scale e poi verso camera propria. Sua madre sta già dormendo, in casa Flaming non regnano altro che il buio e il silenzio ma, a pensarci bene, è sempre stato così sin da quando Diana ha memoria.
Accende la lampada posta sul comodino, getta la borsa in un angolo della stanza e si siede sul letto. Le tremano le mani e ha freddo ma la colpa non è dell’umido della pioggia presa.
“Ti ho scambiato per qualcuno che non sei”
Che cosa si aspettava, in fondo? E’ stata lei a chiederglielo, lei a disconoscerlo per prima. Luke ha semplicemente seguito le regole di quel gioco stupido che lei ha messo in piedi per proteggersi: non può biasimarlo.
Ma quello sguardo...
Nel buio, trema, chiude gli occhi e pensa che in ogni caso è meglio così.
Per entrambi.

 
***
 
Luke si sveglia con la risata squillante di Ash a riempirgli le orecchie. Si stropiccia un occhio con una mano e allunga l’altra verso il cellulare, sul comodino. Sono le 11.30 e i restanti tre membri dei 5 Seconds Of Summer sono già svegli da un’ora abbondante, contrariamente ai loro standard.
Ancora assonnato, abbandona il letto e trascinandosi per il corridoio raggiunge la cucina.
“Buongiorno raggio di sole!” lo saluta Mike. Luke, in risposta, gli fa un cenno con la mano.
“Siamo attivi, questa mattina” esclama Calum ridendo.
Il biondo mugola quello che potrebbe essere un poco educato “Taci, idiota” e Ash, divertito, aggiunge “attivo e di poche parole, direi!”
I tre ridono ancora, Luke si chiede dove trovino tutta quell’energia di prima mattina ma li ignora e, sedendosi al tavolo della cucina, si serve un paio di pancakes e del caffè.
Ashton si siede accanto a lui, gli appoggia una mano sulla spalla. 
“Oggi pomeriggio registriamo i demo”
Luke rischia quasi di soffocarsi con un boccone di pancake.
“Cosa?” è la sua prima parola del giorno.
“Già – continua Ash – Phil ha chiamato Mike stamattina presto per avvisarci. Erano le nove, vero Mikey?”
“Le nove – conferma quello – Che poi, chi diavolo è già in piedi alle nove?”
Alle orecchie di Luke, sembra tutto uno scherzo. O un sogno.
E non si è mai sentito tanto felice.

 
***

Da: Sunnie
Hai da fare per oggi alle 18? Se no, ritieniti prenotata. Se sì, cancella i tuoi impegni.

Diana, appena sveglia e ancora fra le coperte del suo letto, osserva il cellulare con un occhio chiuso e uno semi aperto, abbagliata dalla luminosità dello schermo.
Si è appena svegliata, non ha idea di che ore siano ma la cosa non le influenza minimamente. Del resto, è domenica.

A: Sunnie
Che hai in mente?

Da: Sunnie
Sorpresa, passo da te alle 17.30

A: Sunnie
Non mi piacciono le sorprese

Da: Sunnie
Viva la vita


Diana sorride.
E sorpresa sia.
***
 
Alle 17.45, Diana e Sunnie sono stipate in un vagone sovraffollato della metro, direzione Oxford Circus. Sunnie non ha svelato assolutamente nulla della sua sorpresa e Diana non può fare a meno di essere – almeno un po’ - preoccupata.
La ragazza è un tornado, un concentrato di vitalità e ottimismo, ma è anche alquanto eccentrica e i suoi piani, molto spesso, si rivelano assurdi, opposti ai gusti di Diana che, in silenzio, prega che questa “sorpresa” possa essere l’eccezione che conferma la regola…
… E realizza che le sue richieste non sono state accettate quando, all’uscita dalla metro, i suoi occhi cadono sull’insegna della ‘UK Records’.
“No!”
Si ferma di scatto e un pendolare, dietro di lei, la urta ma prosegue il proprio tragitto come se nulla fosse.
“Sun, dimmi che non stiamo andando nello studio di Philip!” esclama, frustrata.
Sunnie, colta sul fallo, abbozza un sorriso di scuse e “Non stiamo andando nel suo ufficio, in effetti” spiega.
Diana ora è nervosa, percepisce le mani tremare e vorrebbe che le sue sigarette e la sua paghetta non fossero finite due sere prima. Guarda Sunnie puntando gli occhi chiari nei suoi, in attesa di chiarimenti.
“Ecco – la mora si morde un labbro, in cerca delle parole adatte – Philip potrebbe avermi chiesto di fare da guida turistica ai ragazzi dato che è la loro prima volta a Londra e tutto il resto e potrebbe avermi chiesto di far venire anche te perché ‘sono pur sempre quattro ragazzi e con i tempi che corrono non si sa mai’ e io potrei aver accettato senza chiederti il permesso e ora noi potremmo essere quasi in ritardo mentre i 5 Seconds of Summer ci aspettano nella hall di quell’edificio proprio alle mie spalle, dall’altra parte della strada” Segue un mormorio confuso che potrebbe essere un “midispiacechiedoscusahosbagliato” ma che alle orecchie di Diana arriva sotto forma di ‘nonsonopentitaperchèAshtonècarino’.
“Non esiste, io me ne vado” dice Diana, risoluta.
“Per favore D, non ti chiedo mai nulla! Che ti costa? Sono simpatici” implora l’altra.
Se non fosse sull’orlo di una crisi di nervi, ora Diana scoppierebbe a ridere. Di fatto, che le costa?  Dimenticare il passato e il dolore e James. 
Mettere da parte la paura e giocare. Provarci. Vederlo, vedere Luke. Parlargli. Spiegarsi. Ricominciare.
Costa.
Costa tanto
Troppo?
Stringe i pugni. E’ tutto talmente ridicolo, talmente orribile da farle girare la testa e pensare che qualcuno lassù si diverta a giocare con la sua vita ed è come se il tempo per riposarsi non potesse esserci.
Vaffanculo, vaffanculo, vaffanculo, pensa.
Guarda Sunnie che ora tace e la supplica con gli occhi nocciola.
"Che ti costa?"
"Sono forte."
Trema.
“Io con loro non parlo e tu mi devi almeno un pacchetto di sigarette”  
Sunnie emette un gridolino di gioia e sorride raggiante. Abbraccia Diana di slancio, poi fruga nella borsa ed estrae un pacchetto di Camel, appena comprato.
“Non saranno le tue preferite, ma te le meriti tutte” dice, allungando le sigarette all’amica che sorride appena.
Ma le sfugge il tremore delle mani di Diana mentre accende la prima sigaretta o il suo strisciare i piedi sull’asfalto mentre raggiungono insieme la UK Records.
Che ti costa?
Troppo.
Sono forte.










HI, IT'S ME.
Non vi chiedo di perdonare il ritardo perchè sarebbe troppo. Però vi dico che mi dispiace avervi fatto aspettare, e poi pubblicare questa roba penosa che non merita il nome di capitolo. Scusatemi, ci ho provato e questo è il mio massimo. E' comunque un capitolo di passaggio, noioso ma necessario. Vediamo tutti i personaggi, ma la cosa si incentra su Diana as usual. E... che dire? Spero che malgrado tutto vorrete lasciarmi una recensione per farmi sapere che ne pensate, cosa prevedete per il futuro della storia e dei personaggi.
Ringrazio comunque chi legge silenziosamente, chi ha inserito fra ricordati/seguite/preferite la storia e chi ha recensito i capitoli precendenti e ha intenzione di recensire questo. 
Tanti baci e a presto (che sarà un vero presto dato che è praticamente finita la scuola),
Sara.



 
   
 
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