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Autore: MagikaMemy    08/08/2008    3 recensioni
E' arrivato il momento di dirsi addio. Il momento di capire che niente, per Sora e gli altri, tornerà ad essere come prima.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6: richieste a sorpresa, momenti imbarazzanti e concorsi di bellezza

“NO!”

La voce stranamente alterata di Naminè trafisse il petto di Roxas come una lancia.

Il ragazzo congiunse le mani, supplice.

“Ti prego, Namichan! Non te lo chiederei, se non fosse davvero importante!”

Naminè gli mostrò il solito sorriso tranquillo, ma il tono che usò spaventò non poco l’amico, che era pronto a scommettere che, dietro quelle parole, fosse nascosta una specie di minaccia.

“Spiacente, Roku-chan. Ti voglio tutto il bene del mondo, e lo sai, ma io non faccio queste cose.”

Si alzò dallo scalino dell’anfiteatro, ma Roxas riuscì ad acchiapparla per una manica del giacchetto e diede del suo meglio per imitare gli occhi da cucciolo di Sora: “Ma Namichan, io mi fido di te! Sei la mia migliore amica!”

“Ed è proprio per questo che non posso farlo, Roku-chan. Bè, io torno al bar, tra poco è l’ora dell’aperitivo.” Fece Naminè con una mezza risatina, abbandonando Roxas al suo triste e solitario destino.

Il ragazzo la vide recarsi dietro al bancone e sorridere a un cliente, in tutta tranquillità.

Perfetto, ora perfino la sua migliore amica lo aveva abbandonato!

A forza di frequentare Sora, anche lui era diventato uno sfigato.

Cioè, non gli sembrava di aver chiesto la luna.

L’idea di fingere che Naminè fosse la sua ragazza per allontanare quell’istrice palestrata gli era sembrata a dir poco geniale, la sera prima.

Era andato da Naminè tutto contento, convinto che l’amica avrebbe accettato, e invece?!

E invece niente, era rimasto fregato.

Ed adesso era solo, abbandonato a sé stesso, lontano da casa, tradito dagli amici e con un un ragazzzo di ventitrè anni che non perdeva occasione di fargli capire le sue alquanto censurabili intenzioni.

Avvertì un piccolo dolore su una guancia e se la sfiorò con un dito.

…perfetto, ora all’elenco stava anche per aggiungersi un brufolo.

Va bene, chi è che gli aveva lanciato contro una maledizione?

Si immaginò per un attimo un Axel ghignante che punzecchiava con degli spilli una bambola wodoo, continuando a bisbigliare ‘Roxas, Roxas’ e per poco non si mise a piangere.

Doveva trovare una soluzione, assolutamente, altrimenti rischiava davvero di impazzire ed essere…essere stuprato da quel maniaco!

Cercò di calmarsi, respirando lentamente.

Oh mio Dio, stava davvero diventando un esaurito come Sora.

Eppure lui era sempre stato calmissimo…cioè, non gli era mai successo di sentirsi così stressato!

Tutta colpa di quel…quel…quell’insopportabile istrice!

Si alzò, deciso a tornare al ristorante e distrarsi, quando in lontananza vide Sora e Tidus sbracciarsi verso di lui.”

“Roooooox!!! Che ci fai qui?” chiese Sora, saltandogli in braccio.

Roxas cercò di allontanare l’amico con una leggera spinta, ma ovviamente Sora rimase incollato a lui.

Sembrava proprio un animale, specie in momenti come quello.

Tidus mostrò il costume blu e azzurro chiaro che indossava, i capelli biondi sparati in tutte le direzioni grazie al gel di Sora (che era quasi terminato, visto l’uso spropositato che ne facevano i ragazzi, e Sora si era lamentato chiedendosi perché tutti dovevano usare proprio il suo).

“Noi stiamo andando in spiaggia, ti va di venire?”

Roxas, che finalmente riuscì a staccarsi da Sora, che lo guardava speranzoso, inarcò un sopracciglio.

“Vi ricordo che tra due ore dobbiamo servire il pranzo!”

“Ma non ci metteremo moltissimo! Solo il tempo di salutare Kairi e Riku!” Il tono di voce di Sora cambiò, cercando di essere (senza riuscirci) persuasivo: “..e poi…c’è anche Axel…”

Roxas, sentendo quel nome, sussultò per la rabbia.

Anche solo udirlo pronunciare gli faceva venire l’orticaria su tutto il corpo!

“Tsk, ora che me lo hai ricordato non ci vengo sicuro. Non ho voglia di vedere quel cretino e rovinarmi la giornata.” S’inventò, rapidissimo, portando una gamba avati per allontanarsi.

Sora però gli saltò sulla schiena (rischiando di soffocarlo, oltre tutto, ma ovviamente sembrava che questo non importasse a nessuno come al solito) e gli tirò le orecchie, come avrebbe fatto uno di quei ragazzini di strada che a Mark Twain piaceva tanto descrivere.

Roxas cercò di divincolarsi, ma Sora (che intanto rideva come un matto) continuò a stringergli i lobi.

“Sooo, lasciami subito! Lo sai che sono sensibile in quel punto! Non vale!”

Sora sorrise, sfregando la guancia con quella dell’amico.

“Eheh! Facciamo così Rox: io scendo solo se mi porti in spiaggia!”

“Scordatelo! Tidus, dammi una mano, no?!”

Tidus si scambiò un’occhiata d’intesa con Sora e mostrò un ghigno degno di Axel.

“…credo proprio che dovresti venire con noi, sai Rokuchan?”

Roxas gli lanciò un’occhiata di fuoco, sentendo l’impellente desiderio di fare del male ad entrambi.

“E va bene! Come vi pare! Ma sia chiaro, vi mollo lì davanti e poi mi lasciate in pace, intesi?!” cedette, iniziando a camminare con quella scimmia di Sora sulla schiena, che sorrideva come un bambino allo zoo.

Il percorso per raggiungere la spiaggia si dimostrò più stancante di come era sembrato.

Non solo Sora continuava a fare battutine su Axel, ma stavolta anche Tidus aveva deciso di partecipare al gioco ‘roviniamo la vita di Roxas’, apparentemente il preferito di quei traditori dei suoi amici.

Giunti a destinazione, e prima che Roxas potesse lasciarlo cadere a terra, Sora agitò un braccio e, guardando verso il mare, gridò con tutto il fiato che aveva: “Demmychaaaan! Akuchaaaan!”

Roxas, sentendo il secondo nome, lasciò indelicatamente che Sora stramazzasse al suolo e iniziò a tremare.

Sora lo mandò a quel paese, massaggiandosi il sedere, ma Roxas era troppo occupato ad organizzare la sua fuga per dargli retta.

Vide un po’ lontano Axel uscire dall’acqua e trascinarsi dietro la tavola, e correndo come un pazzo raggiunse il bar, dove, da dietro il banco, Kairi e Riku chiacchieravano su un libro appena letto.

“Kacchan! Presto, fingi di parlare con me!”

Kairi sussultò vedendo il cugino e gli sorrise, divertita ma con evidente cattiveria.

“E perché, cuginetto?”

Riku si avvicinò e, senza che Roxas glielo avesse chiesto, gli versò del succo di frutta in un bicchiere, mentre Roxas annaspava come non mai.

“Te lo spiego dopo, ma ti prego, salvami!”

Kairi fece una breve risatina, e lei e Riku indicarono in silenzio qualcuno alle sue spalle.

Roxas, vedendoli così divertiti, si voltò con cautela e vide Sora e Tidus che, tutti sorridenti, giravano intorno a Demyx e Axel.

Quest’ultimo, con suo grande terrore, gli mostrò una delle sue solite smorfie.

“Ehi, cagnolino! Come mai non stai scavando buche da qualche parte?”

“Noto con piacere che non sei affogato, Axel.” Fece di tutta risposta Roxas sarcastico, fiero di aver trovato una battuta così sprezzante in un arco di tempo inferiore ai cinque secondi.

Demyx gli batté una mano sulla spalla, euforico.

“Rokuchan, stasera vieni a vedere lo spettacolo dell’animazione? Ci sarà da divertirsi, è un concorso di bellezza per ragazze!”

Roxas trattenne a stento una conata di vomito dovuta allo stress.

Incrociò per un attimo lo sguardo di Axel e rifiutò, tranquillo.

“Immagino. Però stasera devo lavorare, mi spiace. Io e Sora dobbiamo pulire il ristorante.”

La risposta fece mettere il broncio a Demyx, Sora e Tidus.

A Kairi per un attimo sembrò di vedere negli occhi verdi di Axel un velo di dispiacere, che però scomparve subito dopo.

Senza pensarci due volte diede una gomitata a Riku e, con gli occhi, cercò di dirgli di stare al gioco.

“Ho un’idea! Riku, perché non ci pensi tu a pulire il ristorante con Sora?”

La proposta suscitò parecchio scalpore: da una parte c’era Sora che, poggiato sulla spalla di Tidus praticamente in lacrime, si chiedeva praticamente urlando perché ‘doveva sempre lavorare quando c’erano gli spettacoli più divertenti’, da un’altra Roxas che vide frantumarsi in un colpo secco l’illusione di poter passare una serata lontano da quel surfista da strapazzo e da un’altra ancora Axel che ghignava, divertito e allettato, visibilmente felicissimo all’idea di avere un’intera serata a disposizione per rompere i suddetti alla sua vittima preferita.

Il tutto, visto con gli occhi di Riku, era soltanto una scusa per farlo lavorare qualche ora in più.

Ma in fondo non era così male l’idea di restare da solo con Sora...e oltretutto, sicuramente sarebbe stata anche un’occasione d’oro per organizzare un incontro tra Axel e Roxas, ma a questo non diede molta considerazione, ben consapevole che a dare l’atmosfera perfetta alla serata ci avrebbero pensato Kairi, Yuna e Rikku, impiccione com’erano.

Guardò Kairi interrogativo, e lei gli fece l’occhiolino e, senza farsi vedere, con il dito indicò Axel e Roxas, il primo immerso nella beatitudine, il secondo in procinto di buttarsi in acqua e non tornare più a galla volontariamente.

Riku sospirò e decise di dare un taglio a quella situazione.

Come al solito, alla fine si era fatto trascinare dagli eventi.

“Per me non c’è problema, Rox. Tu vai pure. Tanto sono abituato a stare con quello scoiattolo iperattivo.”

Sora, alzandosi di colpo dalla spalla di Tidus, gli mostrò la lingua, offeso.

Roxas avrebbe voluto rifiutare, gridare che, cavolo, poteva andarci lui a lavorare, e che non vedeva il motivo per cui non dovesse farlo, ma sapeva benissimo che qualsiasi opposizione sarebbe stata inutile, così si limitò a chiedere al signore un minimo di pietà, almeno per le prossime ventiquattr’ore.

***

“Questa maglietta va bene? Che dici, Ri-pyon?”

“Yucchan, per favore, lo sai che quest’anno il giallo è da bocciare! Secondo me ti sta meglio la canottiera comprata a Shibuya.”

“Ma quale, quella con le fragole?”

“Sì, quella. Ti sta troppo bene.”

Kairi, Naminè e Paine si scambiarono un’occhiata poco paziente.

Erano due ore che quelle due parlavano di vestiti.

Ebbene sì, sia Yuna che Rikku avevano deciso di partecipare al concorso di bellezza, ed erano visibilmente su di giri (cioè, più del solito).

Naminè afferrò con delicatezza il polso di Kairi e guardò l’ora direttamente dal suo orologio (che, per altro, era giallo, ma Kairi non aveva la minima intenzione di cambiarlo solo perché due gals sciroccate consideravano il colore fuori moda) e corrugò la fronte, accigliata.

“Ragazze, lo spettacolo inizia tra un’ora e mezza. Se vi sbrigate, possiamo passare a salutare Socchan e Riku.”

Rikku, sentendo quest’ultimo nome, spiccò un balzo e afferrò la prima cosa che le capitò, una canottiera bianca con sopra delle mele verdi disegnate e dei jeans chiari cortissimi, e raggiunse il bagno a gran velocità, gridando qualcosa a proposito ‘del suo stupendo Ricchan’.

Yuna le urlò dietro un: “TRADITRICE! Che razza di gal sei? Preferire un uomo alla moda! Dovresti vergognarti!”

Rikku si affacciò dal bagno, sorridente.

“Se non sbaglio anche a te batte forte il cuore quando pensi a…”

“ZITTA!” la interruppe Yuna, balzando in piedi e facendo sussultare Kairi, Naminè e Paine.

Rikku si mise un dito davanti alle labbra e le fece l’occhiolino, sotto lo sguardo curioso e confuso delle altre.

“Oh, tranquilla, non dirò niente, per ora.”

Yuna studiò il viso dell’amica, senza essere del tutto sicura di potersi fidare completamente.

Rikku era grandiosa, ma anche terribilmente dispettosa.

C’erano un sacco di possibilità che se ne uscisse con qualcuno, che a lei piaceva Sora.

Non che avesse paura delle chiacchiere degli altri, sia chiaro: solo che voleva dirlo per primo a lui.

Aveva già deciso da giorni di confessargli i suoi sentimenti, anche perché era sempre stata una ragazza parecchio diretta e che si imbarazzava molto, ma molto raramente.

Non sapeva ancora quando, ma era sicura che presto ci sarebbe stata un’occasione.

Nel frattempo, però, il fatto che tutti lo sapessero non era proprio in cima alla lista dei suoi desideri, ecco.

Kairi continuava a spostare lo sguardo tra le due, sperduta.

..allora a Yuna piaceva qualcuno?

Mmh…chissà come mai non gliene aveva parlato, non si era mai fatta problemi a dire agli altri quando era innamorata.

Sperò vivamente che fosse Tidus il ragazzo in questione.

Erano SECOLI che voleva bene a Yuna, e tutti nel gruppo ne erano consapevoli.

In mille occasioni, il povero Ticchan aveva provato ad avvicinarla, ma senza alcun successo, anche perché, nonostante all’esterno sembrasse il contrario, Yucchan era parecchio stupidotta nelle questioni di cuore…oddio, non che raggiungesse i livelli di ottusità di Sora (pari, forse, a quelli di un bambino di cinque anni) ma era sicuramente meno esperta di come voleva apparire.

Tidus era un bravissimo ragazzo, magari a volte un po’ sbruffone, ma sicuramente dolcissimo e perennemente pronto a dare il meglio di sé per far sorridere chi gli era intorno.

In effetti, ora che ci pensava, lui e Sora erano molto simili, di carattere e non.

Per esempio, e questo pensiero le fece tremare le mani per la rabbia, entrambi riscuotevano un grandissimo successo con le ragazze a scuola.

Soltanto durante il primo trimestre avevano ricevuto una decina di dichiarazioni fatte a voce, o via lettere, sms e altre cavolate simili che le ricordavano tanto uno shojo manga triste e dal poco successo.

Sora soprattutto sembrava essere una specie di calamità per i componenti di entrambi i sessi (sì, esatto: entrambi), e qui la domanda sorgeva spontanea: con mezza scuola che ti sbava ai piedi, le dottoresse dell’infermeria che ti fanno gli occhi dolci alla Candy Candy ogni volta che le vai a trovare perché sei caduto e ti sei sbucciato un ginocchio durante ginnastica e le ragazze che quando ti incontrano per strada sbottano a ridacchiare come scimmie in calore e mandando una di loro a chiederti il numero…come si può essere così terribilmente ottusi quando si parla di sentimenti?!

Era…era semplicemente pazzo, a questo punto Kairi non trovava altra spiegazione.

Assistendo alla nuova lite tra Yuna e Rikku, sbuffò e guardò fuori dalla finestra la luna piena, già circondata di stelle, nonostante fosse appena scesa la sera.

Pensò che le sarebbe piaciuto un sacco…guardare il cielo con Sora.

***

“SORA!! Possibile che tu non riesca nemmeno a fare una cosa elementare come spazzare un pavimento?”

Sora piegò le labbra e sbattè gli occhioni azzurri, mentre Riku cercava di resistere alla tentazione di prenderlo a schiaffi.

Ci mancava solo questa.

Sora, in uno dei suoi momenti di pura e genuina demenza, che tanto con lui erano all’ordine del giorno, aveva iniziato a ballare la sua terribile, quasi letale per chi la vedeva, Chocolate Dance, così, tanto per fare un po’ di casino, con tanto di musichetta idiota intonata (anzi, stonata) da lui stesso.

Peccato che la suddetta danza comprendeva anche muovere i fianchi stile Lamù, cosa che fatta da Sora sembrava raccapricciante.

Così, per risparmiarsi quello spettacolo a dir poco pietoso (e che, soprattutto, rischiava di fermargli la crescita) Riku lo aveva prima pregato, poi minacciato, dicendogli che se non avesse smesso avrebbe chiesto a Paine, fissata con le fanfiction, di scrivere una one-shot yaoi in cui lui e Marluxia lo facevano urlanti sulla lavatrice della lavanderia a gettoni del villaggio.

Ma secondo voi Sora gli aveva dato retta, come avrebbe fatto un qualsiasi essere umano?

Ovviamente no, aveva continuato a sculettare, quel maledetto!

Così, con la sua delicatezza, aveva accidentalmente colpito col fianco destro il secchio dell’acqua sporca, annaffiando l’intera sala.

Sora, seduto sul pavimento, lo straccio sporco e fradicio tra le mani, si asciugò la fronte, esausto.

Era quasi un’ora che cercava di rimediare al disastro che aveva combinato, e Riku ogni dieci minuti lo insultava, per poi tornare in silenzio e, dieci minuti dopo ancora, lanciargli un'altra parolaccia, nero come l’inchiostro.

Adesso, però, il più grande aveva gli occhi fissi sul suo straccio, e asciugava il pavimento lentamente.

Sora aprì la bocca, deciso a dire qualcosa, ma quella traditrice della sua voce non emise alcun suono.

Bastarda!!

Quando c’era da dire cavolate era sempre pronta ad uscire, e invece per cose serie come questa fingeva di non esistere!

Prese fiato, cercando di sopportare quel silenzio, ma poi smise di strofinare la stoffa sul pavimento e si avvicinò carponi a Riku.

Gli arrivò vicinissimo, quasi riusciva a far toccare i loro nasi.

Riku lo guardò, un po’ sorpreso, ma Sora non ci aveva fatto caso, e lo fissava mortificato.

“Scusa, Riku. Non l’ho fatto apposta.”

Riku avrebbe voluto reagire da vero duro, magari dicendo qualcosa come ‘tsk, se sei tanto dispiaciuto, asciugalo te questo schifo di pavimento’, ma naturalmente non ci riuscì e nascose a stento un sorriso.

Sora abbassò un po’ lo sguardo, come un bambino che ha appena rotto un vaso e sta confessando la sua marachella.

Riku sentì una stretta allo stomaco e, lentamente, alzò il mento di Sora con la mano.

Sora sussultò per il contatto diretto e arrossì lievemente, in imbarazzo per la situazione.

“Riku…perché…” si zittì immediatamente quando Riku gli si avvicinò di qualche millimetro.

Ormai erano davvero, davvero vicini.

Sora provò come primo impulso quello di scappare a gambe levate, ma qualcosa lo tratteneva e le sue ginocchia sembravano incollate al pavimento.

Era come se avesse perso il controllo del suo corpo, e la cosa lo innervosiva un po’, anche perché la situazione si stava facendo…pericolosa…

Riku si avvicinò ancora, sentendo il mento di Sora fra le dita in modo delicato.

Pensava che l’altro sarebbe volato via di corsa, eppure non si muoveva.

Il cuore di Sora, con sua enorme sorpresa, iniziò a battere senza preavviso.

Lo stesso battito che sentiva ogni volta che vedeva Kairi.

Kairi…

Chiuse gli occhi d’istinto, quasi spaventato, mentre l’immagine di Kairi che lo salutava in divisa scolastica con la cartella tra le mani prendeva forma nella sua testa.

Si concentrò su quell’immagine e sul suo cuore per qualche secondo, e quando cadde sul pavimento col mento tornò alla realtà.

Sentì una lieve fitta e alzò lo sguardo, vedendo un Riku scocciato, che quando incrociò il suo sguardo si voltò dall’altra parte.

“Sbrighiamoci. Questo schifo non si pulisce certo da solo.” E, detto questo, prese il secchio in cui avevano strizzato gli stracci, ormai pieno, e uscì dalla porta di servizio per buttare il liquido sporco fuori.

Rimasto solo, ancora rosso in faccia e intontito per quello che era appena successo, Sora si coprì le labbra con il dorso della mano, sentendo la pelle del suo viso calda come non mai.

…per un attimo…aveva creduto…che…

***

“La terza concorrente si chiama Rikku Shizumasa, ha quindici anni e mezzo e viene da Tokyo!”

L’animatrice che annunciava le concorrenti, le luci del palco che le illuminavano il viso, indicò una Rikku saltellante e a suo agio, nonostante ci fossero un centinaio o forse anche più persone che la stavano studiando (tra le quali erano nascosti sicuramente dei maniaci, pensò Kairi, che però non rivelò la sua paura a nessuno per evitare di sentirsi dire frasi come ‘Così mi metti ansia’ e simili da parte di Wakka).

Rikku fece un giro su sé stessa, sorridendo vivace, e intanto Yuffie, l’animatrice –che, tra le altre cose, si occupava anche di acqua gym e ginnastica…non stava mai ferma un minuto, quella lì- strillò nel microfono con tutta la sua energia: “Allora, Rikku, parlaci un po’ di te!”

Rikku, con decisione, acchiappò il microfono strappandolo letteralmente dalle mani dell’altra e, facendo l’occhiolino, si presentò con voce pimpante e gaurdando in faccia il pubblico senza alcun timore: “Mi chiamo Rikku Shizumasa e sono la gal number one di Tokyo! Lavoro qui come barista assieme ai miei friends! I miei hobby sono comprare abiti da spo-gal, cantare al karaoke e divertirmi come una pazza a Shibuya!”

Tutto il gruppo, dagli spalti dell’anfiteatro, cadde al suolo come nelle scene di alcuni anime, compresi Demyx, Axel e gli altri.

Ormai erano un gruppo parecchio affiatato, nonostante ci fossero un bel po’ di anni di differenza.

Naminè, quando si ricompose, ancora un po’ incredula ma divertita per il comportamento di Rikku, studiò con attenzione la fila di posti che occupavano.

Tutti ridevano e scherzavano fra loro, divertiti dalle risposte di Rikku e commentandole.

Era bello vedere che erano riusciti a fare amicizia con tutte quelle persone, e nonostante lei sembrasse sempre così impassibile di fronte ad eventi di qualsiasi tipo, ultimamente sorrideva più del solito.

Quell’atmosfera di complicità e di comprensione (dovuta al fatto che tutti lavoravano) reciproca stavano rendendo l’estate davvero bella, proprio come aveva promesso Sora.

Peccato che in quel momento non fosse stato lì per assistere a quel duplice spettacolo (Rikku che lodava le gals di Tokyo davanti allo suardo sorpreso dei clienti del villaggio era qualcosa di imperdibile, pensò divertita).

Rimase sovrappensiero a fissare Rikku, mentre Kairi rideva alle battute dell’amica sul palco.

Chissà come stava andando la serata di Riku e Sora?

Sicuramente era successo qualcosa di imbarazzante, ne era convinta.

Non sapeva perché…ma aveva sempre avuto questa specie di talento nel capire i pensieri della gente, leggergli nella mente, e, di conseguenza, riusciva a prevedere alcune situazioni prima ancora che avvenissero realmente.

Ed era certa, certissima che tra quei due c’era qualcosa di particolare.

Un’intesa che non avevano con nessun altro.

Certo, capire i sentimenti di Riku per lei era fin troppo facile.

Ma Sora era più complicato di quello che sembrava; nonostante la sua apparente leggerezza, era ovvio che nella sua testa c’era molta confusione.

Abbassò lo sguardo per un attimo.

“..per favore…” pensò, sentendo un bruciore alla gola “…cerca almeno di prendere la decsione che ti renderà felice.”

Note dell’autrice:

Ebbene sì, sono in ritardo con l’aggiornamento di ben tre giorni! Non uccidetemi, please! Il fatto è che una lunghissima parte del capitolo mi si era cancellata e ho dovuto riscrivere tutto da capo! Ma spero che la lugnehzza del chappy abbia compensato questo mio ritardo…allora, vedo che le recensioncine diminuiscono con l’andare avanti di capitoli.

Sia chiaro, non ho alcuna intenzione di minacciare di smettere di pubblicare la storia come ho fatto a New Kingdom Heroes, ma cercate di capirmi anche voi, scrivere per giorni per poi trovare una sola recensione è un po’ frustrante, ecco, comunque non mi lamento, sempre meglio di niente (soprattutto se a farla è una ragazza simpatica come Piccola Stella).

Note riguardanti il capitolo…mmmh, in realtà non ce ne sono molte XD La scena tra Riku e Sora mi ha richiesto mooolto impegno, perchè quel giorno non ero ispirata per il RiSo ma per l’AkuRoku (tanto per cambiare XD Dio, come sono monotematica), così per trovare la vena artistica ho cercato delle immy su internet e sono incappata in una doujinshii (si scrive così? Boh XD) su questo pairing che finiva con un bacio tenerissimo e…ho inziato a scrivere come un treno.

Ora rispondo a Piccola_stella_senza_cielo!

Piccola_stella_senza_cielo: sono felicissima che la mia storia ti metta allegria ^^ e ogni volta che leggo una tua recensione mi fa un piacere immenso! Insomma, tu fino adesso hai recensito TUTTI i capitoli, il che mi sconvolge! Cioè, sei l’unica che è sopravvissuta!! Però mi dispiace, ma stavolta non ho scritto né 6 ne 10 ore XD ma circa una o due orette al giorno. Spero che il risultato però non ti abbia deluso!! Hai ragione, il quinto capitolo è anche il mio preferito, insieme al due che, nonostante sia, con l’uno, il più breve, adoro perché ricordo di essermi divertita tantissimo mentre lo scrivevo! Ne ho proprio un bel ricordo! In questo capitolo, Riku e Sora hanno avuto un momento di intmità…chissà ora il già piccolo cervellino di Sora cosa riuscirà a tirare fuori! Insomma, perché gli batteva forte il cuore? Perché era con Riku, o perché pensava a Kairi? Passando ad altro…

?: Dammi il microfono, adesso parlo io!

Me: …ma Roxy, io…

Ro: dammi il microfono, ti dico!!

Me: ok…^^ fai in fretta però che devo pubblicare la ficcy anche sul forum

Ro: ok ok. Piccola Stella, se vuoi te lo regalo, quel porcospino palestrato!! IO NON HO ALCUNA INTENZIONE DI SALTARGLI ADDOSSO, CHIARO?!

Ax: con mio grande disappunto…

Ro: ARGH! Che ci fai tu qui? Torna nella storia!

Ax: no, voglio esserci almeno nelle note dell’autrice…Memy non mi ha fatto apparire per nada in questo chappy ç___ç

Me: questo perché ho scritto un sacco di te, nei capitoli precedenti! Ma sta traqnuillo, nel prossimo capitolo te e Roxy farete un passo avanti!

Axel + Roxas: COSA?! *toni completamente diversi, uno tutto contento l’altro scandalizzato*

Me: ^_____^ aspettate e vedrete!

Ro: ma io ti..ti…

Me: oook, basta così!!

Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto…se volete, lasciate una traccia del vostro passaggio, mi piacrebbe molto sentire nuovi pareri! Un bacio a tutti, grazie per aver letto! Al prossimo chappy!

*MagikaMemy*

   
 
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