Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Rosmary    07/06/2014    8 recensioni
{Ha partecipato come edita al contest "I miei gusti, le vostre storie" di Fefy_07, vincendo il Premio Introspezione.}
"Passasti la spugna anche sul volto e sul capo, come a lavare via altre ferite, quelle che sono dentro, quelle invisibili, quelle che non vanno mai via. Quelle che schiacciano l’ onestà e tentano di tramutarti in assassino.
Assassino. Assassino. Quelle quattro sillabe rimbombavano nello stretto abitacolo della doccia furiose e vanesie al contempo, mostrandosi a te in tutto il loro disumano fascino."

Perché è difficile imporsi la strada più ardua, difficile non cedere alle lusinghe di una vita rintanata in un angolino sicuro.
È difficile, e lo è anche per chi, come Neville, ha scelto da tempo i propri alleati.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neville Paciock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I personaggi presenti in questa storia appartengono a J.K. Rowling;
la oneshot è scritta senza alcuno scopo di lucro.

 


 
Schizzato di rosso
 
 
Le mani sporche di sangue non credevi potessero appartenerti. Tu, ripetevi spesso a te stesso, non avevi il piglio del guerriero schizzato di rosso. Eppure quelle mani erano le tue, come tuo era quel sangue incrostato che solo ora avevi deciso di lavare via.
La spugna che strofinava la tua pelle martoriata non ti donava alcun sollievo: non solo il bruciore, ma anche la visione di lividi e ferite infami dovevi sopportare. Più che una spugna, sembrava essere il mostro rivelatore d’una verità negata troppo a lungo.
Sotto quella doccia, col fiotto d’acqua calda che tormentava ogni lembo del corpo, dei pensieri sbagliati solleticavano la tua fantasia. Sarebbe bastato così poco. In fondo, erano solo parole. Parole legate a qualcosa di illegale, di atroce, di deplorevole, ma erano solo parole.
Artigliasti i tuoi corti capelli alla radice, perché quelle terrificanti idee non avrebbero dovuto attraversare la tua mente neanche per distrazione o scherzo.
Passasti la spugna anche sul volto e sul capo, come a lavare via altre ferite, quelle che sono dentro, quelle invisibili, quelle che non vanno mai via. Quelle che schiacciano l’onestà e tentano di tramutarti in assassino.
Assassino. Assassino. Quelle quattro sillabe rimbombavano nello stretto abitacolo della doccia furiose e vanesie al contempo, mostrandosi a te in tutto il loro disumano fascino.
Te ne rendesti conto solo in quel momento, Neville, che uccidere fosse in fin dei conti estremamente semplice, molto più semplice dell’educarsi a non odiare, a non maledire i propri tiranni, molto più semplice del tentare disperatamente di preservare la bontà d’animo e tutti quei valori che rendevano te e i tuoi alleati i giusti in una guerra priva di scrupoli.
Te l’eri chiesto tante volte in quegli anni, quali sensazioni dovevano aver provato i tuoi genitori nell’apprendere di amici caduti… nell’apprendere che i prossimi a cadere sarebbero stati loro. Avrebbero potuto fuggire. Avrebbero potuto uccidere. Avrebbero potuto tradire. Te l’eri chiesto, perché non avevano scelto di salvarsi.
Crescendo, la favola del cuore buono e coraggioso non era stata più sufficiente a capire cosa conducesse uomini e donne a sacrificarsi, e neanche la storia del sangue puro e non puro t’era bastata più. No, doveva esserci dell’altro in chi sceglieva di rischiare tutto.
E lo capisti quando assistesti per la prima volta a una tortura, quando abbracciasti un amico e t’accorgesti d’aver macchiato la divisa di sangue, perché il tuo amico aveva ferite su tutto il corpo. Lo capisti nel pieno dei tuoi diciassettenne anni, cosa dovevano aver provato i tuoi genitori e tutti coloro che avevano compiuto la loro identica scelta. Non vendetta, non odio, non egoismo, ma amore per la vita, ecco cosa alimentava te e cosa doveva alimentare ogni altro che sceglieva di percorrere la tua stessa ardua strada. Eri certo di quella scoperta, poiché solo un amore smisurato per la vita poteva sradicare la paura e seminare lo spericolato coraggio di chi, come te, s’alzava ogni mattina dal letto col chiaro intento di dichiararsi nemico di un regime.
Uscendo da quella doccia, t’accorgesti che acqua e sapone avevano lavato via ogni macchia rossa dal tuo corpo ad eccezione di quelle cicatrizzate, che erano tutte lì: volto, braccia, gambe… tutto sporcato. Ma non t’importava. Potevi esserlo, lo eri, un guerriero schizzato di rosso, e non ti saresti piegato alle parole che uccidono e ai gesti che condannano.
 
*
 
Dicevano che arte della guerra fosse il cambiare ogni singola persona, trasformandola in qualcosa di peggiore. Forse, saresti cambiato anche tu. Forse, un giorno ti saresti svegliato e allo specchio avresti visto un altro, ma, lo giurasti, l’altro non sarebbe mai stato un mostro. Ti saresti lasciato indurire, disilludere, sporcare di sangue, ma non tramutare in bestia: questo, non l’avresti permesso, una soddisfazione così grande ai servi della Morte, non l’avresti data. Mai.
   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Rosmary