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Autore: Alice_nyan    07/06/2014    4 recensioni
STORIA IN REVISIONE-AGGIORNAMENTI MOMENTANEAMENTE SOSPESI (bio autrice in aggiornamento per ulteriori informazioni)
Gli imperatori di barian si troveranno intrappolati in una trappola mortale! Causa o grazia di Alice?
Seguirete vicende divertenti ed appassionanti, che vi faranno riflettere su alcuni argomenti che diamo per scontato o su cui dovremmo riflettere di più, come i falsi giudizi, l'importanza della vita e della morte, l'inganno della società e le fregature dell'ignoranza.
{Capitolo-5}
Si avvicinò di qualche passo alla sedia su cui era seduta la bionda, afferrò lo schienale e lo fece girare con un movimento rapidissimo. Ma intanto Alice si era già alzata, e gli aveva spinto la sedia addosso, contro le gambe, facendolo indietreggiare.
La sedia era caduta e aveva prodotto un tonfo all’impatto col pavimento di parquet.
Era come se il tempo si fosse fermato per il ragazzo. L’aveva vista vicinissima, e di riflesso aveva chiuso gli occhi. Aveva intravisto solamente il sorriso della bariana che diventava sempre più compiaciuto. Alice lo superò con uno scatto felino, portandosi alle sue spalle. Gli afferrò la gola con le mani gelide, e diede un lieve calcio alla sua schiena, facendolo inginocchiare a terra.
Alice_nyan
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bekuta/Vector, I Sette Imperatori Bariani, Misael/Mizaeru, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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Capitolo 2- Ritorno al passato

Nash stava salendo le scale per arrivare nel palazzo imperiale bariano. Era tranquillo, era contento di poter respirare di nuovo l’aria bariana, lo faceva sentire vivo e libero da ogni preoccupazione.

Ormai si era stabilito sulla Terra, insieme agli altri suoi compagni, e avevano smesso di cercare le carte numero, o cercare di distruggere Yuma ed il numero originale. Vivevano da perfetti umani. Ma ogni tanto sentivano il bisogno di tornare sulla loro terra, quella per cui avevano rischiato la vita tempo prima.

Era rilassato, si godeva ogni attimo nella sua salita, uno Shark così tranquillo non l’aveva mai visto nessuno. Anche se erano nelle vacanze di primavera la scuola era appena finita, e bisognava riprendersi da tutte le preoccupazioni che ne seguivano. Anche la vicinanza a Yuma non poteva giovare di certo, era sempre talmente attivo da scaricare l’energia altrui. Per non parlare di un certo Vector che si divertiva sempre a sabotare i suoi piani, ormai Shark non ne poteva più. Durante la sua salita ci fu qualcosa che gli cambiò la vita per sempre, qualcosa che lì per lì non lo spaventò molto, almeno non quanto avrebbe dovuto.

Sentì un urlo. Un grido straziato di una fanciulla. Era stato così potente da avergli fatto venire il mal di testa, la quale rimbombava per il dolore. Sentì il bisogno di appoggiarsi alla ringhiera di sinistra. Strinse il pugno destro, ed iniziò a correre in direzione del portone del palazzo. Stava ansimando per lo sforzo, voleva assolutamente capire cos’era successo, una ragazza era in pericolo e doveva andare a salvarla. Aprì la porta con la mano sinistra, mentre l’altra era impegnata a reggere le tempie. I suoi occhi si sgranarono a quella visione. Una giovane ragazza, dalle sembianze umane era distesa a terra, sopra la lastra incisa sul pavimento. Era impossibile distinguere il colore della sua pelle o dei suoi vestiti, erano tutti di un rosso cremisi, come tutto ciò che era presente all’interno di quella sala. Giaceva su una pozza di sangue, ed i suoi vestiti erano totalmente intrisi di quel liquido vivo, ma altrettanto privo di vita. Era immobile, sdraiata su un fianco e si reggeva la spalla sinistra insanguinata. Qualcosa o qualcuno probabilmente l’aveva attaccata, e riportava numerose ferite su tutto il corpo.

La prima cosa che fece Nash fu avvicinarsi a quella giovane. Quasi senza pensarci, ormai agiva solamente d’istinto, quell’istinto bariano, che gli permetteva di percepire i pericoli. Lo possedevano tutti i suoi compagni, ogni volta che un pericolo si avvicinava loro avevano una strana sensazione.

Si inginocchiò davanti ed essa, bagnandosi il mantello di quel sangue cremisi, molto raro, e cercò di capire se respirava ancora. Naturalmente no, ormai era morta. La prese per le spalle e notò una profonda ferita. Da essa non fuoriusciva più sangue, probabilmente era già morta dissanguata. Siccome le sue sembianze erano umane gli venne in mente di portarla sulla Terra, magari lì qualcuno avrebbe potuto fare qualcosa per riportarla in vita.

Si sentì in dovere di dire qualcosa, anche se non riusciva a dire nulla. Non c’era nessuno nei paraggi, non sapeva se fosse un bene o un male, anche se avrebbe voluto sapere chi era la causa di un così atroce delitto. Rigirò la giovane più volte fra le braccia, finché non la sentì tossire. Il suo respiro era affannato, non apriva gli occhi, non parlava. Gli occhi di Nash si sgranarono, era sbalordito, incredulo, un morto non poteva resuscitare, nemmeno nel mondo bariano, anche se era felice di vederla in vita.

“Chi ti ha fatto questo? Che cosa ci fai qui?”

Non ebbe risposta. La fanciulla si mosse, si portò le mani alla spalla sinistra, mentre si portò le gambe al petto. Si rannicchiò, cercando di allontanarsi dall’imperatore, il quale la portò più vicino a sé. Lei di rivalsa cercò di staccarsi, spingendolo con forza, cercando di allontanarlo.

“chi ti ha fatto del male?” gli domandò lui con più voce.

“Non ho bisogno del tuo aiuto …” disse aprendo per la prima volta gli occhi, semichiusi. A quella visione indietreggiò un po’, guardò a terra la scritta “forza di volontà”e la sfiorò con un piede. Era vestita di stracci, ma indossava anche un lungo mantello rosso, pieno di pizzi e di ghirigori dorati “… imperatore Nash”

La ragazza era salva. Shark si sentì sollevato. Le porse una mano, dato che sapeva che si trovava di fronte ad una fanciulla dal carattere forte. Lo fece quasi per dire “Va bene principessina, come vuoi tu”.

“come ti chiami?” le domandò ancora con la mano in aria, stava aspettando che l’afferrasse, anche se probabilmente non l’avrebbe mai fatto.

“mi chiamo Alice” disse guardandolo male, come se avesse voluto ucciderlo su due piedi, dato che le aveva rivolto la parola.

“un nome non molto comune da queste parti”

La ragazza si bloccò un momento, finché non svenne. L’imperatore se lo quasi aspettava, e la prese in braccio. SI alzò, e notò che si stava mordendo un labbro, facendolo sanguinare. Quel sangue era diverso da quello che era sparso a terra, era scarlatto, era vivo.

Shark aveva capito che era ancora in pericolo, e procedette con il suo progetto iniziale, portandola sulla Terra. Prima che il portale si richiuse la ragazza disse qualcosa, ed il tempo si fermò. Quelle parole maledette profanate da una così bella fanciulla fecero sbiancare l’imperatore, che a fatica continuò a reggerla. Le sue braccia tremavano, e la ragazza sorrise, chiudendo gli occhi.

Arrivati sulla Terra si ritrovarono davanti alla casa di Shark e di Rio.

Alice si era preparata a cadere, e si resse in piedi, mentre il ragazzo si inginocchiò a terra, incredulo.

“come fai a conoscere … Certe cose … ?!”

“Non mi sottovalutare giovane imperatore Nash”

 

 

 

La prima persona che incontrò Alice fu Nash. Il primo imperatore bariano.

La seconda persona fu Rio. La sua migliore amica, che l’accolse e l’aiutò.

Quello stesso giorno lei arrivò a casa, a preparò tutto il necessario per curare Alice. Era una ragazza molto gentile, diversamente da come appariva aveva un cuore d’oro. Essendo la sorella di Shark aveva anche un bel caratterino, guai a farla arrabbiare, ma non se la prendeva mai con nessuno se non aveva un motivo ben preciso.

“che cosa ti è successo?”

Alice naturalmente non rispose, ma il modo in cui cercò di non parlare era diverso da come si era rapportata al fratello.

“capisco … beh, non preoccuparti, qui ci siamo tutti noi bariani. Ryoga, non sarà meglio chiamare anche tutti gli altri?”

“fa come ti pare Rio”

“imperatrice Rio, non si preoccupi per me”

“stai tranquilla Alice. Chiami solamente Rio”

Alice considerava alla pari Rio, e la trattava come tale.

Col tempo tutti gli imperatori conobbero Alice, la bella ragazza dai lunghi capelli biondi, che terminavano con punte arcobaleno. La bella giovane dagli occhi color ghiaccio, perfino più chiari di quelli di Durbe, la fanciulla dal carattere forte, che in qualsiasi momento della giornata cercava di comandare a bacchetta gli imperatori. Tutti fuorché Rio. Anche se non sembrava, anche se utilizzava titoli onorifici per rivolgersi a loro, anche se era di un rango inferiore, amava trattarli da cani, amava sentirsi servita e riverita.


Il MIO PERSONALE angolino ^_^

Alice: HAHAHAHAHAHHAHAHHHA.

Io: saranno ore che continua con la sua risatina malefica. Perfino peggio di Vector -.-“

Alice: hey tu! *io sobbalzo* Non mi paragonare a quella specie di carota ambulante!

Io: perfino più orgogliosa e vanitosa di Misael -.-“

Alice: Hey!!! Non paragonarmi a quella specie di ********

Io: *sviene*

Misael: hey ****!! Non mi ammazzare l’autrice che poi non posso più apparire in tutto il mio splendore!

Alice: Brutto...!!! Come osi rivolgermi la parola?

Misael: *viene interrotto da me*

Io: Avete finito? Ormai sono mesi che voglio farvi litigare in santa pace … Sapete bene che lo potrete fare solo nel prossimo capitolo ^_^ Si prospetta un capitolo abbastanza divertente. Si spera -.-“

Detto questo vi auguro buona giornata a tutti coloro che hanno letto la mia storia noiosa. Spero vi sia piaciuta. Per il momento trovo sia un po’ lenta da leggere. Peccato, tanto siete voi a sorbirvela ^_^

Un saluto dalla vostra carissima Alice-nyan.

   
 
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