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Autore: Lily Liddell    07/06/2014    0 recensioni
Raccolta di One Shot su un personaggio originale inserito all'interno di Doctor Who.
Il personaggio di Lily nasce per un GDR, serviva una nuova figlia per il Dottore e mi offrii volontaria. Da quel momento Lily ha preso vita sua, le ho creato un background e tutto quello che le serviva per diventare un personaggio originale e accattivante.
L'unica nota che posso dire e che dal momento che il "mio" Dottore non era un fan del pairing River/Dottore, in queste storie non ci sarà traccia della coppia, anzi, Lily e River erano/sono sposate.
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La trama del primo capitolo.
Lily era finalmente tornata ad essere una Signora del Tempo. Non vedeva il Dottore da quasi dieci anni ma quella non era la cosa che più la preoccupava; aveva capito il piano di Melody e non poteva permetterle di fare qualcosa di simile, non di nuovo.
L'universo stava cadendo a pezzi, le pareti universali si assottigliavano ogni giorno di più e già troppe volte le era capitato di finire per sbaglio in universi paralleli, rischiando di distruggere (altri) punti fissi e di generare paradossi ai quali non avrebbe potuto porre rimedio.
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, TARDIS, Un po' tutti
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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A/N: Questa è la prima parte di una serie di One Shot collegate, ma facendo parte tutte della stessa famiglia ho deciso di inserirla comunque qui.
Temporalmente si svolgono subito prima del primo capitolo di questa raccolta; Lily ha usato l’Arco Camaleonte ed è finita a Londra, con un passato fittizio impresso nella mente e un nome finto: Eleanor Rigby. (No, non è casuale!)
Questo lavoro risale a più di un anno fa, è datato 10 febbraio 2013, non era perfetto e ho cercato comunque di aggiustarlo un po’…
La Rigenerazione è sempre la Quarta, sempre Winona Ryder.


1 gennaio 1936.
 
Era una mattina come tante, mi svegliai con un raggio di luce che filtrava dalle tende tirate e cominciai a stiracchiarmi.
Ero ospite di Lady Mourin, una donna di sessant’anni simpatica e gentile.
Avevo lasciato Manchester da tre settimane,  una sera al pub dove lavoravo come cameriera avevo assistito ad una scena non esattamente comune e per la paura avevo lasciato la città poche ore dopo.
Un uomo era stato ucciso davanti ai miei occhi, non potevo restare lì e non potevo nemmeno andare alla polizia, perché conoscevo l’assassino. Era un cliente abituale con cui avevo… legato.
Dubito che lui mi abbia vista, era parecchio indaffarato, ma io avevo visto lui e dovevo andarmene, al mio capo lasciai detto che mia madre era gravemente malata a Londra e che me ne sarei andata per qualche mese.
Inutile dire che non avevo nessuna madre a Londra…
I miei soldi erano finiti, non sapevo come fare a racimolarne altri, beh avevo una mezza idea, ma fortunatamente Lady Mourin mi ha trovata prima che potesse succedere.
Le strade di Londra a gennaio erano gelide e innevate, sarebbe stato un disastro per la mia pelle. Lei era una vecchia vedova con un gatto e un figlio che si faceva vedere di rado, fu ben felice di avermi in casa.
Non ero troppo d’impiccio, non mangiavo molto e non facevo rumore. Mi aveva dato la camera degli ospiti, non era molto grande, ma era accogliente.
La casa era vecchia e importante, nella mia stanza c’era anche un piccolo bagno, quindi mi facevo vedere poco; la mattina passeggiavo per Londra; facevo lunghe camminate. Mi piaceva camminare e Londra era un territorio nuovo, adoravo quella sensazione.
La sera se non restavo a casa a leggere, uscivo e cercavo un posto dove rilassarmi un po’, anche se spesso il fatto che io fossi una donna sola attirava un po’ troppo l’attenzione e quindi ero costretta a svignarmela prima che la mia gentilezza e disponibilità potessero essere fraintese.
Alla fine avevo anche conosciuto il famoso figlio, Hallam Mourin, non era male… anzi.
Era un uomo in carriera, lavorava in banca e stava cercando di sfondare. Stava avendo parecchia fortuna, mi aveva anche invitato a cena un paio di volte.
Condivideva la mia passione per le passeggiate e i lenti, infatti entrambe le volte in cui mi aveva portata fuori a cena ci eravamo ritrovati a consumare le pietanze in un lasso di tempo relativamente breve per poi ballare per ore e ore… i miei piedi non erano entusiasti di questi appuntamenti.
Hallam viveva soltanto poche case più avanti, ma passava tutta il giorno in banca, e la povera Lady Mourin, che andava a letto presto, era costretta a chiedere appuntamento al figlio una settimana prima per poterlo vedere.
Mi faceva un po’ pena, anche per questo ero sempre disponibile per lei.
Ero serena, non pensavo più a quello che era successo a Manchester, vivevo la mia vita a Londra. Forse sarei riuscita finalmente a sistemarmi; non ero esattamente la donna di casa che tutti si aspettavano, l’idea di figli e marito non mi entusiasmava moltissimo, anzi… non era quello che volevo, a me interessava soltanto essere in pace con me stessa, e in quel momento lo ero.
Non volevo altro.
Anche se, c’era qualcosa che non riuscivo a definire, qualcosa che mancava nella mia vita, qualcosa di piccolo ed enorme allo stesso tempo e incredibilmente importante.
In genere quando cominciavo a sentirmi persa andavo a fare una camminata, e stavo subito meglio.
   
 
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