Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: sophie97    07/06/2014    5 recensioni
Sono passati ormai tre mesi dalle ultime avventure dei nostri protagonisti e molte cose sono cambiate: Semir non è più in polizia, Clara aspetta un bambino e Ben ha un nuovo collega. Ma cosa succederà quando un nuovo caso piomberà tra le mani della polizia autostradale? Una storia di viaggi in terre lontane, di ricerche, amori e tradimenti, di amicizia, di fiducia e di paura. Un turbinio di fatti che sconvolgerà le vite degli ispettori toccandole una per una, questa volta forse con troppa violenza.
Consiglio, nonostante non sia necessario, di leggere prima di questa le altre storie della serie per comprendere meglio alcuni punti della trama.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Kim Kruger, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dieci ritagli di Cobra 11'
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La  Talpa

 

La ragazza era bellissima. I lunghi capelli corvini erano raccolti in un’ordinata coda di cavallo e gli occhi scuri riflettevano il cielo grigio sopra di loro.
Il suo sguardo si soffermò su Max, che percependolo abbassò gli occhi a terra.
«Buongiorno.» esordì lei «Come posso esservi utili?».
«Polizia autostradale, buongiorno.» si presentò Ben.
«Autostradale?».
«Esatto. Senta, dovremmo eseguire un controllo.».
Rebecca sorrise «Un controllo? E per cosa? Avete un mandato?».
Parlava perfettamente in tedesco.
«Chi abita in questo edificio?» continuò Ben ignorando le domande della ragazza.
«A quanto pare non l’avete, il mandato. E io non sono tenuta a rispondere, o sbaglio?».
Semir intervenne cominciando a spazientirsi «Come vuole. Ma sappia che ci è giunta voce di un certo traffico d’organi che avrebbe sede in questo palazzo e che presto avremo il mandato di perquisizione.».
Rebecca sorrise ancora «Traffico d’organi. Importante come accusa, spero che la polizia tedesca non si debba ritrovare a compiere un così grande errore, risentirebbe delle conseguenze.».
«Non ci conti.» rispose Ben «Ci rivedremo presto.».
I tre si allontanarono ma Max non perse l’occasione per lanciare una rapida occhiata alla donna sull’uscio.
E i loro sguardi si incontrarono ancora.

 

«Capo, hanno fatto un buco nell’acqua, come volevasi dimostrare.» annunciò il suo sottoposto al commissario dell’LKA.
«Molto bene. Dobbiamo ottenere il mandato prima di loro, manda subito la richiesta in Germania, Füdger.» rispose Bronte, agitato.
«Subito. Vado dalla polizia turca, vedo se la scientifica ha trovato qualcosa, magari li precedessimo anche in questo!» esclamò Sebastian.
«Già, magari.».

~~~

Commissario? Commissario, mi sente?
Non è ancora cosciente, vi chiamerò non appena ci saranno novità.
Commissario? Commissario...

Buio, buio, buio, solo e sempre buio. Ma come poteva Kim Kruger liberarsi da questo buio che la opprimeva? Perché non riusciva ad aprire gli occhi?
Si è mossa, dottore!
Sono riflessi incondizionati... riflessi incondizionati...
Un’eco lontana... eppure lei sentiva!
Ancora uno sforzo...
… ma ricadde di nuovo nel buio.
Commissario... ?


 
~~~

Rebecca chiuse la portiera della macchina e si avviò a passo spedito verso il furgoncino parcheggiato lì accanto. Ne scese un uomo che la salutò con un cenno della mano per poi raggiungere il retro del mezzo e aprire le porte del grande bagagliaio.
La donna gli si collocò accanto e non si stupì affatto del carico che avrebbe impressionato mille altre persone, ormai vi era abituata, arrivava periodicamente.
Aiutò l’uomo a scaricare, facendo scendere i bambini legati dal furgone e prendendo in braccio per fare prima quelli più piccoli. Insieme li portarono nell’edificio al piano di sopra, dove questi dopo poco si sarebbero svegliati, passato l’effetto del sonnifero utilizzato per la loro cattura.
«Sono sette, tra i cinque e i tredici anni, tutti in perfetta salute.» spiegò l’uomo «Qui ci sono i fogli con tutte le informazioni, aspetto il pagamento da parte di Igor.».
«Va bene.» la ragazza annuì sistemando con delicatezza l’ultimo bambino.
«Va bene?» continuò il criminale «Solo “va bene”? Non mi ricompensi mai in altro modo, vero bellezza?».
«Non fai certo un favore a me portandomi i bambini, Eric, spetta a Igor ricompensarti.».
«Eppure io una ricompensa da te la vorrei...» fece l’uomo con voce invadente, avvicinandosi a Rebecca e cingendole il fianco con un braccio.
«Sta lontano da me.» gli intimò lei.
L’uomo le fece il verso, prendendola in giro davanti all’ennesimo suo rifiuto, ma la ragazza si era già chiusa la porta alle spalle.



La serata passò in modo strano per i tre uomini. La tensione era tangibile e nessuno osava parlare se non per necessità.
Quando Max uscì con la scusa di fare una telefonata, la discussione riprese animata tra i due superstiti.
«Ecco, vedi? Sarà andato a chiamare l’uomo per cui lavora, ci metterei la mano sul fuoco.» ribadì Ben girando nervoso per la stanza.
Semir lo fulminò con lo sguardo «Attento a non bruciarti.».

«Semir, ragiona, quell’uomo non mi piace nemmeno un po’, un motivo ci sarà!».
«E cosa sei diventato, un mago? Ma come fai ad accusare una persona di una colpa così grave senza nemmeno conoscerla?».
«Io non capisco proprio come questo Max possa piacerti tanto.» affermò Ben, finalmente fermandosi e guardando l’amico negli occhi.
«È professionale, educato, ordinato e...».
«Già, certo, esattamente il mio opposto!» lo interruppe il più giovane in quello che risultò poco più di un sussurro.
«Dai Ben, non ho detto questo, ma si può sapere che diavolo ti prende?» domandò Semir prima di essere interrotto nuovamente, questa volta dallo squillo del suo cellulare.
Era Andrea.
«Pronto? Ciao Andrea... si, tutto bene. No, stai tranquilla, sta bene anche Ben. Le bambine? Ah va bene, allora le saluto domani mattina. Sì, tranquilla, ciao.».
La telefonata fu breve e Ben se ne sorprese. Da un po’ di tempo si era accorto che tra l’amico e la moglie qualcosa non andava, che il loro rapporto stava lentamente cambiando. Tuttavia non gli domandò nulla, non era assolutamente dell’umore giusto quella sera.
Ancora una volta la questione sulla talpa venne bruscamente troncata a metà.

 

Era buio pesto quando Rebecca uscì nuovamente su richiesta di Igor, per assicurarsi che gli sbirri non stessero controllando l’edificio.
Si voltò dopo un rapido giro del palazzo per rientrare, quando venne sorpresa da qualcuno alle spalle.

«Shh!» le intimò Max, tappandole prontamente la bocca per impedirle di urlare.
«Lei? Vada via, le ho già detto che senza un mandato io non...».
«Non sono qui per questo, ma per proporti un affare.».
Rebecca lo guardò con odio «Non faccio affari con gli sbirri.».
Max scosse il capo «Non sono uno di loro. Sono una talpa nella polizia tedesca, non sono uno di loro.».


Ed ecco che stiamo risolvendo il mistero della talpa...
Grazie a chi continua a seguirmi, al prossimo ;)
Sophie :D

  
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