La Talpa
La
ragazza
era bellissima. I lunghi capelli corvini erano raccolti in
un’ordinata coda di
cavallo e gli occhi scuri riflettevano il cielo grigio sopra di loro.
Il suo sguardo si soffermò su Max, che percependolo
abbassò gli occhi a terra.
«Buongiorno.» esordì lei «Come
posso esservi utili?».
«Polizia autostradale, buongiorno.» si
presentò Ben.
«Autostradale?».
«Esatto. Senta, dovremmo eseguire un controllo.».
Rebecca sorrise «Un controllo? E per cosa? Avete un
mandato?».
Parlava perfettamente in tedesco.
«Chi abita in questo edificio?» continuò
Ben ignorando le domande della
ragazza.
«A quanto pare non l’avete, il mandato. E io non
sono tenuta a rispondere, o
sbaglio?».
Semir intervenne cominciando a spazientirsi «Come vuole. Ma
sappia che ci è
giunta voce di un certo traffico d’organi che avrebbe sede in
questo palazzo e
che presto avremo il mandato di perquisizione.».
Rebecca sorrise ancora «Traffico d’organi.
Importante come accusa, spero che la
polizia tedesca non si debba ritrovare a compiere un così
grande errore,
risentirebbe delle conseguenze.».
«Non ci conti.» rispose Ben «Ci rivedremo
presto.».
I tre si allontanarono ma Max non perse l’occasione per
lanciare una rapida
occhiata alla donna sull’uscio.
E i loro sguardi si incontrarono ancora.
«Capo,
hanno
fatto un buco nell’acqua, come volevasi
dimostrare.» annunciò il suo sottoposto
al commissario dell’LKA.
«Molto bene. Dobbiamo ottenere il mandato prima di loro,
manda subito la
richiesta in Germania, Füdger.»
rispose Bronte, agitato.
«Subito. Vado dalla polizia turca, vedo se la scientifica ha
trovato qualcosa,
magari li precedessimo anche in questo!» esclamò
Sebastian.
«Già, magari.».
~~~
Commissario?
Commissario, mi sente?
Non è ancora cosciente, vi chiamerò non appena ci
saranno novità.
Commissario? Commissario...
Buio, buio, buio, solo e sempre buio. Ma come poteva Kim Kruger
liberarsi da
questo buio che la opprimeva? Perché non riusciva ad aprire
gli occhi?
Si è mossa, dottore!
Sono riflessi incondizionati... riflessi incondizionati...
Un’eco lontana... eppure lei sentiva!
Ancora uno sforzo...
… ma ricadde di nuovo nel buio.
Commissario... ?
~~~
Rebecca
chiuse
la portiera della macchina e si avviò a passo spedito verso
il furgoncino
parcheggiato lì accanto. Ne scese un uomo che la
salutò con un cenno della mano
per poi raggiungere il retro del mezzo e aprire le porte del grande
bagagliaio.
La donna gli si collocò accanto e non si stupì
affatto del carico che avrebbe
impressionato mille altre persone, ormai vi era abituata, arrivava
periodicamente.
Aiutò l’uomo a scaricare, facendo scendere i
bambini legati dal furgone e
prendendo in braccio per fare prima quelli più piccoli.
Insieme li portarono
nell’edificio al piano di sopra, dove questi dopo poco si
sarebbero svegliati,
passato l’effetto del sonnifero utilizzato per la loro
cattura.
«Sono sette, tra i cinque e i tredici anni, tutti in perfetta
salute.» spiegò
l’uomo «Qui ci sono i fogli con tutte le
informazioni, aspetto il pagamento da
parte di Igor.».
«Va bene.» la ragazza annuì sistemando
con delicatezza l’ultimo bambino.
«Va bene?» continuò il criminale
«Solo “va bene”? Non mi ricompensi mai in
altro modo, vero bellezza?».
«Non fai certo un favore a me portandomi i bambini, Eric,
spetta a Igor
ricompensarti.».
«Eppure io una ricompensa da te la vorrei...» fece
l’uomo con voce invadente,
avvicinandosi a Rebecca e cingendole il fianco con un braccio.
«Sta lontano da me.» gli intimò lei.
L’uomo le fece il verso, prendendola in giro davanti
all’ennesimo suo rifiuto,
ma la ragazza si era già chiusa la porta alle spalle.
Quando Max uscì con la scusa di fare una telefonata, la discussione riprese animata tra i due superstiti.
«Ecco, vedi? Sarà andato a chiamare l’uomo per cui lavora, ci metterei la mano sul fuoco.» ribadì Ben girando nervoso per la stanza.
Semir lo fulminò con lo sguardo «Attento a non bruciarti.».
«Semir,
ragiona, quell’uomo non mi piace nemmeno un po’, un
motivo ci sarà!».
«E cosa sei diventato, un mago? Ma come fai ad accusare una
persona di una
colpa così grave senza nemmeno conoscerla?».
«Io non capisco proprio come questo Max possa piacerti
tanto.» affermò Ben,
finalmente fermandosi e guardando l’amico negli occhi.
«È professionale, educato, ordinato
e...».
«Già, certo, esattamente il mio
opposto!» lo interruppe il più giovane in
quello che risultò poco più di un sussurro.
«Dai Ben, non ho detto questo, ma si può sapere
che diavolo ti prende?» domandò
Semir prima di essere interrotto nuovamente, questa volta dallo squillo
del suo
cellulare.
Era Andrea.
«Pronto? Ciao Andrea... si, tutto bene. No, stai tranquilla,
sta bene anche
Ben. Le bambine? Ah va bene, allora le saluto domani mattina.
Sì, tranquilla,
ciao.».
La telefonata fu breve e Ben se ne sorprese. Da un po’ di
tempo si era accorto
che tra l’amico e la moglie qualcosa non andava, che il
loro rapporto stava
lentamente cambiando. Tuttavia non gli domandò nulla, non
era assolutamente
dell’umore giusto quella sera.
Ancora una volta la questione sulla talpa venne bruscamente troncata a
metà.
Era
buio
pesto quando Rebecca uscì nuovamente su richiesta di Igor,
per assicurarsi che
gli sbirri non stessero controllando l’edificio.
Si voltò dopo un rapido giro del palazzo per rientrare,
quando venne sorpresa
da qualcuno alle spalle.
«Shh!»
le
intimò Max, tappandole prontamente la bocca per impedirle di
urlare.
«Lei? Vada via, le ho già detto che senza un
mandato io non...».
«Non sono qui per questo, ma per proporti un
affare.».
Rebecca lo guardò con odio «Non faccio affari con
gli sbirri.».
Max scosse il capo «Non sono uno di loro. Sono una talpa
nella polizia tedesca,
non sono uno di loro.».
Ed
ecco che stiamo risolvendo il
mistero della talpa...
Grazie a chi continua a seguirmi, al prossimo ;)
Sophie :D