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Autore: Clotild    07/06/2014    0 recensioni
Blaine ha 20 anni, è arrivato il momento di andare al'università. Così lui e la sua migliore amica si trasferiscono in un'altra città per poter studiare. Blaine non vuole vivere solo, quindi si trova un coinquilino con cui dividere un appartamento. Ma questo coinquilino non è un ragazzo qualsiasi...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Capitolo 2 – Giorno 2 Uscii dalla doccia, mi infilai l'accappatoio e andai in camera. Corsi lungo il corridoio pregando perché George non mi vedesse. Invano. “Hey, bello. Hai qualcosa lì sotto?” “Certo” dissi arrossendo. Non era vero. “Fa' vedere!” “Scordatelo!” Corsi in camera. Iniziavo a innervosirmi. E spaventarmi. Non volevo vivere con quel maniaco! E se mi avesse stuprato? Ok, basta, stavo esagerando. Mi infilai in fretta un paio di boxer e una canottiera bianca. “Bel culetto” sentii il suo respiro sul mio collo e mi irrigidii. Quando era entrato? Mi spostai di colpo e mi coprii con l'accappatoio. “Ma guardalo! Ti vergogni? Lo so che ti piaccio... Cioè, io piaccio a tutti.” disse. I suoi occhi percorsero il mio corpo. “Piantala!” sibilai. “Perché non lo ammetti?” chiese spalancando le braccia. “Ammettere cosa?” chiesi confuso. “Che sei gay” concluse con semplicità. “Non sono gay! E ora basta!” Lo spinsi fuori e chiusi a chiave la porta. Ero scombussolato. Perché mi faceva certe domande? La verità? Non lo sapevo, ero confuso. Penso proprio che i ragazzi mi piacciano, ma allora perché mi immagino mentre bacio delle ragazze? Era strano. Con Kate era diverso però, lei era una modella, una ragazza bellissima, eppure... non ho mai desiderato di baciarla o... altro. Non mi facevo questo discorso dalla seconda liceo. Dovevo smetterla. Mi infilai un paio di jeans chiari e una maglietta. Tornai in salotto. George era seduto sul divano con un bicchiere del suo intruglio alcolico in mano. Quando entrai si girò dall'altra parte. “George” lo chiamai. Si girò lentamente. “Possiamo parlare?” Non rispose. Lo interpretai come un segno affermativo. “Perché ti importa il mio orientamento sessuale?” Volevo saperlo. “Non mi importa il tuo orientamento sessuale, mi importa se ti piaccio o no. Io normalmente piaccio a tutti e non posso accettare di non piacere a qualcuno. Se non sei gay con me in casa lo diventerai.” disse. Si avvicinò e mi sussurrò: “Lo diventerai.” Rabbrividii sentendo il suo respiro solleticarmi l'orecchio. “No, non mi piaci. Non come intendi tu. Saremo amici e basta.” dissi allontanandomi. “Ah, sì? E che tipo di amici?” chiese. “Amici normali.” risposi arrossendo. Perché qualunque cosa dicessi la interpretava a scopo sessuale?! “Comunque, è ora di cena. C'è qualcosa in frigo?” “Ristorante cinese” rispose. “Cosa?” Ma era ubriaco? “Quando mi dimentico di fare la spesa ordino da mangiare al ristorante cinese.” spiegò. “Oh, ok. E la spesa?” “La faremo domani, calmo.” Rimasi spiazzato. Poi sorrisi. George ordinò da mangiare e io mi misi seduto sul divano a guardare la televisione. Lui si sedette vicino a me. Molto vicino. Tanto da sentire il suo respiro sul mio collo. Suonò il campanello. Colsi l'occasione al volo e per sfuggire alle sue grinfie e andai ad aprire la porta. Come mi aspettavo, era il fattorino che consegnava il cibo take-away. Pagai e portai i sacchetti in cucina. George mi arrivò alle spalle e mi infilò una banconota nella tasca posteriore dei pantaloni, indugiando con la mano sul mio sedere. “Cosa fai?” urlai ritraendomi al suo tocco. “Sono i soldi che ti devo per il cibo. Hai pagato tu, no?” Annuii. Con la scusa di darmi la sua parte di soldi mi aveva palpato! Ero disgustato. Anche se avere la sua mano sul mio sedere era stato davvero eccitante. No, Blaine, non pensarci! Mangiammo in cucina, con la televisione accesa su Mtv per ascoltare le nuove canzoni uscite. Iniziò la mia canzone preferita e George iniziò a canticchiarla. Cantava molto bene, con voce bassa e melodiosa. “Canti molto bene.” gli feci notare. “Ovviamente” disse lui. Evidentemente per lui il concetto di umiltà era molto astruso. “Frequento l'accademia teatrale e seguo un corso di canto. E tu?” Interessante, non lo sapevo. “Io...cosa?” chiesi. Mi guardò sbuffando. “Tu farai degli studi immagino...” Avevo frainteso. “Oh, ehm, sì. A Settembre inizierò i corsi di letteratura e filosofia all'università.” dissi. “Parecchio noioso.” commentò senza la minima preoccupazione di offendermi. “E Kate? Cosa fa quella smorfiosa?” “Accademia per modelle.” “Sono serio.” “Anche io” dissi infilandomi una forchettata di spaghetti di soia in bocca e annuendo. “Stai mentendo, sicuramente. È troppo poco bella!” “Kate è bellissima.” dissi. E lo era davvero. Corpo favoloso, magro ma tonico, pelle morbida, capelli castani con riflessi più chiari e occhi grandi e verdi. Occhi che ti catturavano subito lo sguardo. Non a caso nel nostro vecchio liceo tutti erano innamorati di lei. Tranne me. Per questo siamo diventati migliori amici, ero l'unico in grado di ascoltarla e darle consigli senza sbavare tutto il tempo. “E il suo ragazzo? Quel Brian... cosa fa?” “Non lo so. Perché?” “E' carino ma anche un po' stronzo.” Lo interruppi. “Lo conosci?” chiesi. Arrossì leggermente e si divincolò a disagio. “Non proprio.” “Allora come fai a dire...” Fu lui a interrompere me. “Lo so e basta.” “Se provi a rubarle il ragazzo giuro che..” tentai di dire. “Stai zitto, ti prego.” Era la prima volta che diceva “per favore” e ubbidii. Finii di mangiare e me ne andai. “Dove stai andando?” chiese proprio mentre stavo per uscire dalla stanza. “In camera mia, problemi?” “Sii più gentile, Blaine.” “Dovresti esserlo tu! Mi tratti malissimo!” “Solo quando lo meriti.” puntualizzò lui. Mi zittii di nuovo. Riusciva sempre a farmi stare zitto! “Comunque ripeto: vado in camera mia.” dissi. “No.” “Come, scusa?” Pensava pure di comandarmi ora! “Non ci vai. Stasera viene Kate a trovarti quindi rimarrai con me finché non arriverà. Non ho alcuna intenzione di parlarle.” spiegò. “Perché viene qui? Ci vedremo domani.” chiesi. “Hai ragione, neanche io la voglio. Abbiamo bisogno di intimità.” disse accarezzandomi il collo. Mi scansai da lui anche se il tocco delle sue dita sulla mia pelle mi piaceva. “Stai tremando Blaine?” “Ti piacerebbe” risposi. “A te è piaciuto.” disse lui. “Piccolo Blaine” aggiunse sussurrandomi in un orecchio. Chiusi gli occhi cercando di ignorarlo. Lo immaginai mentre appoggiava le sue labbra rosse sulle mie. Riaprii gli occhi giusto in tempo per vederlo mentre si sfilava la maglietta. Si passò una mano sugli addominali leggermente accentuati, facendomi l'occhiolino per poi lanciarmi la sua maglietta in faccia. “Hai gli occhi fuori dalle orbite ormai, piccolo Blaine.” Arrossii cercando di negare. “Vado a farmi una doccia.” disse poi. “Un'altra?” chiesi. “Io ne faccio sempre due, una al mattino e una alla sera.” mi spiegò e poi se ne andò. Blaine! Cerca di tenere a freno gli ormoni o finirai per diventare seriamente il suo schiavetto! Certo che era veramente bello... Scossi la testa per scacciare dalla mia mente la sua immagine. Entrai su Facebook e vidi il suo nuovo stato: “Nuovo coinquilino! :)” Sorrisi e schiacciai sul tasto del “mi piace”. Curiosai sulla sua bacheca e su quella di Brian. Erano amici. Chissà come facevano a conoscersi... Il campanello mi riscosse dai miei pensieri. Andai ad aprire. Erano Kate ed Annah. Annah era un'amica di Kate, più grande di noi di 2 anni, e frequentava la sua stessa accademia. Le feci entrare e sedere in salotto. Mi ringraziarono. “Guarda qui Blaine!” disse Kate estraendo dalla sua borsa due enormi barattoli di gelato Ben & Gerry al caramello. Il mio preferito! “Oh, che gentile! Grazie!” le diedi un bacio sulla guancia. “Molto gentile, davvero. Bene, ora puoi andartene.” Ovviamente fu George a parlare. Io e Kate lo guardammo male ma Annah rise. Che gallina. Lui le sorrise e si presentò. Aveva fatto colpo, che strano. “Vedo che ti sei vestito, al contrario di ieri mattina.” gli disse Kate. “Ma ieri mattina ero così per Blaine.” disse accarezzandomi una guancia. “Smettila.” gli sibilai. Lui in risposta mi accarezzò di nuovo la guancia. “Perché com'eri ieri mattina, George?” chiese Annah. “Nudo. Solo una salvietta in vita.” rispose. Lei spalancò gli occhi. Si stava immaginando la scena mentalmente. “Oooh! Davvero? Che peccato che ora ti sia vestito!” Ma che sfacciata! “Lo so, sono bellissimo.” disse lui. Lei gli sorrise. “Ok, arrivo subito.” dissi all'improvviso, alzandomi per andare in cucina. George mi seguì. “Prendiamo i cucchiai!” lo sentii dire. “Ma che zoccola!” disse chiudendosi la porta alle spalle. “Sembrava ti piacesse.” commentai risoluto. “Come no!” sbuffò. Certo che era un bravo attore, prima faceva il gentile e le dava retta... “Era un po' sfacciata...” “Sei geloso, Blaine?” mi chiese. Mi irrigidii. Ero di spalle, davanti agli armadietti della cucina, così sperai che non se ne fosse accorto. Sentii che era dietro di me. Appoggiò le mani sui miei fianchi e mi diede un bacio, sul collo, dietro. “Non essere geloso.” mi sussurrò. Prese i cucchiai dalle mie mani e ritornò dalle ragazze. Lo seguii. Mangiammo direttamente dai barattoli, io da quello di Kate e lui da quello di Annah. Lei continuava a fare la stupida e sì, un po' mi scocciava perché se lui fosse così tanto gay come affermava non si sarebbe comportato così. Iniziarono ad imboccarsi a vicenda e ridacchiare. Kate si accorse che qualcosa non andava da miei movimenti rigidi e mi sussurrò: “Stai al gioco!” Iniziammo ad imboccarci pure noi e quando mi sporcai la guancia di gelato mi ripulì con un bacio. Ora era George ad avere movimenti rigidi. “Annah, Blaine, vi conosco ancora da troppo poco tempo, soprattutto tu Annah, dato che è la prima volta che ti vedo, quindi facciamo un gioco per conoscerci meglio.” disse lui. “Cosa?” chiese Kate sollevando le sopracciglia. “Obbligo o verità.” disse sorridendo. Che idiozia. Sicuramente lo faceva per potermi porre domande scomode. “No.” dissi. “Sì, invece.” mi rimbeccò Annah “E' divertente!” “Inizia tu” le disse allora Kate. “George,” iniziò lei “quando hai dato il tuo primo bacio?” Chissà perché ma mi aspettavo una domanda simile. “Verità” rispose lui. “Quando?” chiese lei, pendendo dalle sue labbra. “13 anni” rispose. “Ok, tocca a me. Kate, quanto hai dovuto pagare per essere ammessa all'accademia di modelle?” chiese lui. “Fottiti.” gli rispose. Annah (ovviamente) rise. “Obbligo o verità?” insistette. “Obbligo” rispose lei stando al gioco. “Bacia Blaine.” la sfidò lui. “No” rispondemmo entrambi in coro. “Sono fidanzata.” disse lei. “Non voglio farmi baciare dalla mia migliore amica.” dissi io. “Sicuro che sia per quello?” replicò. Lo guardai male. “Ok,un succhiotto allora.” propose. “Piantala!” dissi. “Ma è un obbligo!” rispose. “OK, basta. Vieni qui, Blaine.” disse Kate decisa. Mi avvicinai, lei mi prese il polso e mi fece un succhiotto piccolissimo. “Contenti?” chiese poi. Gli altri due annuirono. “Tocca a me. Blaine, ti piace vivere con quello psicopatico di George?” mi chiese Kate. Risi. “Verità, solo quando si comporta bene.” Sapevamo entrambi cosa intendevo dire e lui sorrise. “Sono un cattivo ragazzo.” disse. Passammo tutta la sera così finché Annah chiese a George se gli piaceva e lui rispose: “Beh, tesoro, c'è un feeling innegabile!” Lo fulminai con lo sguardo. Era mezzanotte passata e volevo che Annah se ne andasse. “Molto teneri. Io però sono molto stanco. Vi dispiace se vado?” chiesi. “No, tranquillo. Ora andiamo anche noi” disse Kate. E così fecero. Prima di andarsene Kate mi diede un bacio sulla guancia e Annah ne diede uno sul collo di George. Mi fiondai in camera e mi infilai il pigiama (ossia una canottiera bianca e dei pantaloncini azzurri). George entrò in camera mia. “Blaine, la smetti di fare il geloso?” chiese. “Non sono geloso!” risposi. “Sei geloso e bugiardo!” Mi avvolse in un abbraccio da dietro, stringendomi al suo petto. “Anche tu eri geloso.” dissi spostandomi. “Di cosa, scusa?” chiese. “Di me e Kate” dissi. “Ma se lei è fidanzata!” Non seppi ribattere così mi infilai a letto. “Esci e chiudi la porta.” “Vuoi davvero che me ne vada?” Non risposi di nuovo. Si infilò sotto le coperte. Si avvicinò e mi appoggiò il mento sulla spalla. “Dormiamo, dai.” propose. “Dormi nel tuo letto!” urlai. “Rimarrò qui due minuti e vedrai che non mi lascerai più andare via.” sussurrò. Mi baciò la spalla (solo quella!) e già volevo farlo rimanere, ma non potevo. “Vai nel tuo letto!” esclamai. “Cambierai presto idea, piccolo.” rispose. Mi diede un bacio sul collo e se ne andò. Strinsi forte il cuscino annusando il suo buon profumo.
  
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