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Autore: Fireflyxoxo    07/06/2014    2 recensioni
"Non devi temere la notte, piccolo mio"...
Scritto per il Shakespearian Quotations Contest indetto da _juliet.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Citazione utilizzata: 
3. "E quando egli morirà, tu, notte, prendilo 
e ritaglialo in mille pezzettini da farne tante piccole stelle: 
renderà tanto bella la faccia del cielo 
che tutto il mondo non avrà occhi che per te, notte, 
e non farà più omaggio d’adorazione al risplendente sole..."
Romeo and Juliet, III, II, 22-24

Ogni volta che il dì si esauriva, il bosco cedeva al silenzio. La vita diveniva un sussurro e l'unico eco era quello dei dormienti cullati dal sonno. Il bosco taceva sotto la volta notturna e riposava sorvegliato dalla Luna. 
Il piccolo Orione non gradiva molto la quiete della notte per via della sua paura: il buio. L'assenza di luce lo spaventava perché non sapeva cosa sarebbe potuto emergere dall'oscurità. Era comprensibile che temesse la notte: Orione era solo un cucciolo di cervo, piccolo e innocente. Sua madre lo faceva dormire al suo fianco, con il musetto adagiato sul ventre materno così che il calore del suo corpo cullasse il sonno del cucciolo. 
"Mamma, perché il signor Sole deve sempre andare via?" chiese il piccolo Orione.
"Perché è necessario che le creature riposino per essere attive ed energiche durante la giornata." spiegò con tono amorevole la madre del cucciolo.
"Ma quando il Sole va via arriva la notte che porta solo buio e silenzio. La notte è spaventosa!" esclamò Orione.
"Non devi temere la notte, piccolo mio. Sai, quand'ero una cucciola come te la mia mamma mi narrava molti racconti sulla Luna e le stelle e mi ha rivelato che la notte è magica!" 
"Magica?!" ripeté incredulo Orione.
"Proprio così! Quando giunge la notte, il cielo si veste di piccole luci che guidano i viaggiatori e sopra di noi si erge la splendida Luna che protegge le sue stelle. Insieme accendono il cielo per tutti i cuccioli che, come te, sono spaventati dal buio." disse dolcemente.
"Quindi le stelle sono lì per me?" domandò Orione alla madre.
"Certo piccolo mio, e saranno lì a vegliare su di te sempre perché nessuno potrà mai spegnere la loro luce."
"Ma il Sole è più luminoso! Perché non può essere lui a vegliare su di me?"
"Il Sole illumina il giorno, Orione. Le stelle, invece, devono cullare i sonni dei cuccioli e stare bene attenti che nulla turbi il loro riposo, mentre la Luna ci protegge dalle insidie che si celano nel buio."
"Perciò non dovrei avere paura!" esclamò il cucciolo.
"Non c'è alcun motivo per essere spaventati. La tua costellazione illuminerà le notti buie allontanando tutto ciò di cui hai paura." 
"Cos'è una costellazione, mamma?" chiese incuriosito il piccolo.
"Sono tante piccole stelle che si uniscono per dare vita ad una luce più intensa. C'è una costellazione che prende il nome di Orione e tu ti chiami così proprio perché la sua luce ha vegliato su di noi in due occasioni: quando nascesti e quando perdemmo tuo padre."
"Davvero?" il cucciolo quasi non credeva a ciò che stava ascoltando dalla madre.
"Certo, la notte è magica. Ricordatelo, Orione!"
                                                                       * * *
Il Sole era alto nel cielo e i suoi raggi filtravano tra i rami degli alberi. Quello sparo così acuto aveva allarmato tutti nel bosco lasciandosi alle spalle, come fosse l'eco dell'esplosione, molta agitazione. I cuccioli percepivano il turbamento negli occhi dei loro genitori e l'aria di forte tensione, li spaventava. 
Orione cercava di informarsi su ciò che stava accadendo ma la mamma era così preoccupata che ad ogni domanda rispondeva con fare evasivo. 
Il crepuscolo si avvicinava sempre più e la tensione di molti si scioglieva in sollievo. Anche la madre di Orione era più tranquilla perché la consapevolezza che i cacciatori non si sarebbero addentrati nel bosco a tarda ora, la faceva sentire al sicuro. Decise così, di recarsi al ruscello per dissetarsi e Orione insisté molto per accompagnare la sua mamma. 
Giunti alla sorgente d'acqua, il cucciolo venne distratto dal volo giocoso e leggiadro di una farfalla e cominciò ad inseguirla tra i verdi fili d'erba come fossero compagni di volo. Orione correva libero lungo il ruscello, leggero e veloce, quando all'improvviso uno sparo, simile a quello udito la mattina, fece infrangere il gioco innocente del cucciolo come vetro. Spaventato Orione raggiunse la madre: "Mamma! Mamma!" gridava spaventato, ma senza alcuna risposta.
"Mamma." questa volta però solo con un filo di voce.
"Cos'hai, mamma?" domandò, assordito dall'eco dello sparo che si ripeteva nel suo orecchio e accecato dall'immagine della madre accasciata a terra che si proiettava confusamente nella sua testa.
"Orione, piccolo mio. Vado via, fra le stelle per vegliare su di te." disse la madre morente con voce tremante. 
"No! Ho paura senza di te! Rimani nella luce del giorno, mamma, con me!" gridò in lacrime. "Qui." aggiunse con il tono di voce indebolito dal pianto.
"Ti prometto che splenderò di una luce così intensa da rendere la notte più luminosa del giorno! Devi solo credere nella mia magia, piccolo." 
E così il Sole la portò via, per tramutarla in stella. 

                                                                
  
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