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Autore: spencer_    07/06/2014    3 recensioni
[dalla storia..]
«Quando troverai quell'SI mandalo a fanculo anche da parte mia» disse prima di allontanarsi per tornare in casa.
«Athena?» La richiamò.
«Si?» si girò verso di lui.
«Ti amo» disse sorridendo.
Athena sorrise spontaneamente. Era indecisa se tornare per la sua strada o andare da lui. Una frazione di secondo dopo si era già avviata verso il ragazzo.
«Spencer, sei la più grande contraddizione vivente. Prima mi allontani, poi mi avvicini. Mi lasci credere che è finita e poi mi dici che mi ami –si avvicinò ancora di più a lui— come devo fare con te?» gli chiese sorridendo. «Sei il peggior fidanzato di questo mondo, sappilo» aggiunse prima di baciarlo.
«Forse è per questo che mi ami» disse tra un bacio e l'altro.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 9.
Esattamente come me.


 
La vita e' l'infanzia della nostra immortalità
Goethe



«Che? --disse distratta poi capì-- il mio telefono in Virginia? Ma se l'ho usato fino a poco fa!» disse lei stropicciandosi gli occhi.
«Dice di averlo usato fino a poco fa» rispose Spencer non riuscendo a capire cosa stesse davvero succedendo.
«Oh, tesoro, non è quello che mi dice il computer!» disse Garcia ma in quel esatto momento Athena mostrò il telefono a Spencer.
«Non so, vuoi che le faccia fare qualcosa?» chiese il ragazzo guardando Athena dritta negli occhi.
«No, l'SI deve aver hackerato il telefono in modo tale da farlo sembrare quello di Athena, a dopo tesorino» disse Garcia ma poi si ricordò una cosa. «Devo accedere al pc di Athena, sto per arrivare! Ricordati i miei tacos» aggiunse prima di chiudere la telefonata.
Athena alzò gli occhi al cielo e tornò a buttarsi sul letto a peso morto. «Uccidimi.»
«Stiamo facendo il possibile perché non accada» rispose Spencer stringendo le labbra in una linea dura.
«Mentre le mie amiche si» mormorò incrociando le braccia.
«Non sono morte».
«Sono morte. Sta soltanto cercando di farmi abbassare la guardia perché così potrà prendere anche me» disse lei sapendo che in fondo era la verità.
«Finché non ci sarà un corpo, nessuno è considerato morto» disse Spencer chiudendo gli occhi per poi prendere un respiro profondo.
«Spencer…».
Si voltò verso di lei.«Che c'è?».
«Lo sai» mormorò.
«No, Athena - disse - non lo so»
«Dormi, dai» sussurrò sorridendogli e tornando ad accarezzargli il viso.
«Okay»
«Ti amo» sussurrò prima di lasciarli un leggero bacio a stampo.
Spencer sorrise. «Ti amo anch'io».
Athena aspettò che Spencer si addormentasse e poi uscì dalla stanza. Voleva andare a fare un giro ma vide Penelope in salotto alle prese con il suo pc. «Ancora intenta a capire la mia password?» chiese ridacchiando.
«Usare come password Spencer Reid non è proprio il massimo della sicurezza» rispose l’analista ridacchiando.
«Da li accedi soltanto ai miei compiti --scoppiò a ridere-- l'ho messa solo per far sentire i miei fratelli intelligenti» disse per poi mettersi davanti a lei. «Questa e' la vera password» disse digitando velocemente dei tasti per poi lasciarle il pc.
«Cosa sarebbe?».
«Ho una password per ogni cosa importante nel mio pc. Sapevo che prima o poi lui sarebbe tornato» disse facendo spallucce.
«Tu pensi che sia lui?» chiese Penelope. Aveva letto il suo fascicolo appena la squadra accettò il caso.
«Chi altro saprebbe tante cose di me e le mie amiche?» chiese per poi fermarla per digitare un altra password.
«Posso continuare io con le password, tesoro - disse Garcia cominciando a digitare - tu racconta»
«Ho ventitré password tra telefono e pc e in cassaforte altre notizie. Lui non può sapere più del superficiale» disse sedendosi di fianco a lei.
«Posso installarti nuovi programmi di sicurezza e protezione» replicò Garcia sorridendole speranzosa. Aveva ideato nuovi firewall e non vedeva l’ora di sperimentarli anche su altri computer oltre il suo.
«Me lo hai già fatto il mese scorso --rise-- e poi le cose più importanti le ho in testa e da li nessuno può prendermele» Disse andando in cucina per prendere da mangiare.
«Pezzo di cioccolato, secondo te come sta Reid?» chiese Garcia voltandosi verso Morgan.
«Se non spegne quel cervello sarà di matto» rispose buttandosi su una sedia a caso. «Dammi buone notizie, tesoro» continuò Derek avvicinandosi ancora di più a Penelope.
«Gran poche ragazzo - disse - sono appena entrata nel computer di Athena».
«Solo adesso? Dov'è finito il tuo genio, luce dei miei occhi?» chiese lui ridacchiando.
«Ho interagito con Athena, mi sembrava giusto farla parlare».
«Ci stiamo provando tutti» rispose sorridendo. «JJ, Rossi, Spencer.. sembra che riesca a prevedere qualsiasi nostra domanda» commentò tamburellando le dita sul tavolo.
«È la ragazza di Reid e ha parlato per anni con Rossi, non mi stupisce» ammise Penelope alzando le spalle. «Pensi che..» continuò interrompendo il flusso di pensieri che si era impadronito del suo cervello in quel momento.
«Cosa dovrei pensare?» chiese Morgan guardandola attentamente.
«Che vada a finire come con Lila?».
«Con Lila non era neanche iniziata --disse ridacchiando ma poi ci pensò meglio-- cosa intendi Penelope?».
«Insomma era perseguitata da una pazza maniaca che per poco non ha ammazzato Spencer» disse.
«Oh dolcezza --disse abbracciandola-- sono cose diverse. Vedrai che andrà tutto bene» mormorò prima di lasciarle un bacio sulla testa.
«Promettimi che lo proteggerai, Derek» mormorò Garcia avvolgendogli la vita con le braccia per stringersi di più a lui. Morgan annuì piano con gli occhi chiusi.
«Vado a parlare con Athena» annunciò Penelope andando in cucina.
«Garcia, Spencer mi ha detto che vuoi i tacos, vanno bene per cena?» chiese Athena tenendo la testa fissa sui fornelli.
«Sarebbe fantastico mettere qualcosa sotto i denti, oltre le mie penne» ammise Penelope battendo leggermente le mani.
Athena si girò. «Oh, vuoi anche tu da mangiare?» chiese dopo aver riconosciuto Derek.
«Non sarebbe male mangiare qualcosa» rispose Derek sorridendo.
«Cosa preferisci? In questa casa c'è di tutto» commentò ridacchiando.
«Va bene quello che vuoi, potrei mangiare anche le gambe del tavolo se non c'è altro» ammise Derek ridacchiando prima di prendere posto accanto a Penelope che intanto aspettava ansiosa.
Athena tornò a fare dei panini mentre Morgan continuava ad osservarla. «Spencer parla sempre di te» mormorò lei dopo un po’.
«Davvero? - disse Morgan - tutte cose belle, spero»
«Oh si, ma non lo ammetterà mai. Tiene molto ai tuoi pensieri e giudizi» rispose sorridendo.
«E' vero, non lo ammetterà mai» disse Morgan sorridendo.
Athena finì il panino e glielo passò. «Che rimanga tra noi, ma a volte ha ammesso che in certe situazioni sei più intelligente di lui» disse.
«Ma davvero? - chiese prendendo un pezzo del meraviglioso sandwich - questa me la segno da qualche parte».
«Io non ti ho detto nulla!» esclamò prima di andare da Garcia e porgerle il cibo.
«Grazie, pasticcino» disse Garcia.
«Di nulla, trovato qualcosa del mio passato oscuro?» chiese cercando di sdrammatizzare.
«Perché hai sempre detto che tornerà a prenderti?» chiese Morgan di colpo.
Athena impallidì visibilmente è abbassò la testa. «Dopo la morte di Sandy mi arrivarono un sacco di biglietti. Tra condoglianze e auguri per il futuro uno diceva 'tornerò'» rispose mordendosi il labbro. «Una settimana dopo Rossi lo incastrò e lo mise in carcere, ma una sedicenne certe cose non le dimentica.»
«No di certo» disse Garcia. Appoggiò il piatto alla scrivania e ricominciò a digitare informazioni sul computer di Athena. Schermata dopo schermata il mistero s'infittiva sempre di più, finché la fotografia e il nome di un uomo non la fecero fermare.
«Che succede?» chiese guardandola.
«Roger Finnis - disse Garcia - è stato arrestato da Rossi per rapimento, stupro e uccisione di tredici ragazzine qui in Texas. Era prevista per lui la pena di morte, ma il giorno prima dell'esecuzione è riuscito ad evadere e non si hanno tracce di lui»
«E poi mi chiedono perché odio la mia vita» disse Athena sottovoce prima di lasciare la sala.
«Athena..» cominciò Derek, prima che Garcia lo afferrò da un braccio per trattenerlo.
Athena uscì di casa e vide JJ andarle incontro. «Ciao» disse salutandola. Jennifer le sorrise e salutò a sua volta. «Dentro trovi e Morgan e Garcia» disse indicando la porta.
«Dove stai andando?»
«Scuderie» disse indicandole in lontananza.
«Vuoi che ti accompagni?» chiese subito Jennifer. Non poteva lasciarla andare in giro come se niente fosse; né Hotch né Spence glielo avrebbero perdonato.
Athena capì subito. «Concetto afferrato --disse-- se non hai nulla di meglio da fare, sennò posso anche tornare in casa»
«Potresti presentarmi il tuo cavallo» rispose JJ sorridendo.
«Certo --disse sorridendole-- anche se a dir la verità ne ho due. La mia prima cavalla ha avuto un puledro e io lo tratto come se fosse un nipote» disse ridacchiando. «Hai mai avuto qualche esperienza con i cavalli?»
«Veramente poche in realtà – rispose JJ ridacchiando - solo quando prendo Henry sulle ginocchia».
Athena rise leggermente. «I miei mi hanno messa sopra ad un pony appena ho imparato a stare in equilibrio» commentò.
«La passione di una vita, allora» commentò JJ sorridendo.
«Mio padre voleva cavallerizza mentre mia madre ginnasta. Alla fine ho fatto entrambe, con un bel contorno di lezioni di corpo a corpo e di come usare un arma -- continuò-- i miei fratelli sono molto competitivi» disse mentre entrava nella scuderia.
«Mi hanno assegnato il corpo a corpo alla BAU, il mio insegnate è Morgan - disse sorridendo - il migliore che abbia mai avuto».
«Tutto può essere meglio di mio fratello Justin dopo una litigata con la sua ragazza!» disse scoppiando a ridere.
JJ la seguì. Per un attimo riuscì a capire perché Spence avesse scelto proprio lei tra tante. Era intelligente, simpatica, affettuosa. Era come una barretta al cioccolato. Dura fuori, tenera dentro.
«Questo è Baylor, il mio cavallo --disse avvicinandosi al puledro marroncino-- è dolce e innocuo, quindi non dovrebbe darti problemi»
«Lo spero» mormorò JJ ridacchiando.
«Non devi fargli vedere che lo temi, loro sono molto più bravi di noi a fiutare il pericolo. Tendi leggermente la mano verso il muso. Se l'annusa gli piaci, se non si avvicina vuol dire che ha la luna storta» le spiegò mostrandole come si faceva.
JJ fece come Athena gli aveva detto. Tese il braccio verso il muso del cavallo e aspettò. Baylor si avvicinò piano a lei, cominciando ad annusarle la mano. Subito dopo cominciò a strofinarsi contro di essa. JJ accarezzò piano la striscia bianca in messo agli occhi e sorrise. «Quindi ti vado a genio, eh?»
Athena ridacchiò, conosceva bene il suo cavallo. «Come sta Hanry?» chiese dopo un po'.
«Bene, l'ho lasciato a casa con Will - disse - dovrebbero fare santo quell'uomo. Sopportare me e il mio lavoro lo rende sempre più incredibile»
Athena sorrise. «Conosco la sensazione, anche se è un po' diverso».
«Solo un pochino - disse - ma vedrai, non è poi così male. Ti fa capire quanto tieni veramente alla persona che ami».
«Già --commentò-- un po' come quando Spencer inizia a parlare e non si ferma neanche a pagarlo» ironizzò pensando a tutte le volte che gli avrebbe tappato la bocca con lo shock.
«E' tipico di Spence» disse JJ ovvia mentre ridacchiava.
«Ho notato» ammise Athena guardandosi attorno.
«A te sono sempre piaciuti i tipi come lui?».
«Diciamo che non mi sono mai piaciuti i ragazzi tutto fumo e niente arrosto –rispose Athena facendo spallucce-- diciamo anche che non hai avuto un 'esatto modello da seguire'»
«Quindi ti è piaciuto per la sua parlantina e l'aria da nerd?».
«La parlantina è arrivata dopo» ammise ridacchiando. «A dire il vero non so esattamente quale sia stata la cosa che mi ha colpito subito di lui, forse l'insieme nel complesso»
«Ho sempre pensato fosse l'aria da nerd - disse JJ - vestiti eleganti e converse nere».
«Per non dimenticare dei suoi occhiali!» aggiunse Athena ridendo.
«E la tracolla in cuoio» concluse Jennifer portando una mano sulla pancia.
«Guai se esce senza!» scoppiò a ridere.
«Già» rispose JJ ridendo.
«Rossi mi ha detto che mi ha messo un sacco per riuscire a possedere una pistola» disse Athena per avere la conferma di quello che aveva sentito dire dal suo vecchio amico.
«Oh si, veramente. Ha frequentato il poligono per due mesi, tra un caso e l'altro. Alla fine è riuscito ad averla anche lui. Hai visto in che modo strano la tiene?».
Athena scoppiò a ridere. «Dici che si arrabbia se gli dico che ho imparato a sparare a 12 anni? --domandò ironica-- non ho mai capito perché la tiene così».
«In realtà nemmeno noi e soprattutto perché usi un revolver e non una quarantadue come il resto della squadra».
Ma forse JJ lo ricordava. Quel caso che li aveva portati a chiudere un ospedale a causa di un marine con un crollo psicologico. Dentro con lui c'erano Hotch e Spencer. Se non fosse stato per la seconda pistola di Hotch, probabilmente non sarebbero ancora vivi.
«I revolver sono più facili da usare e hanno meno colpi. Mi ha detto che non gli è mai piaciuto sparare» disse Athena risvegliandola dai suoi pensieri.
«Lo fa solo in caso di estrema necessità» confermò JJ annuendo decisa.
«Dovevi vedere la sua faccia quando mio padre gli ha chiesto se voleva andare a caccia --disse tornando a ridere-- credo che sia stato il momento più scioccante della sua vita.»
«Reid ama gli animali, è contro la caccia. Sembra un paradosso, paragonato al lavoro che svolgiamo».
«Perché sei entrata nell'FBI?» chiese curiosa.
«All'inizio non ero una profiler - rispose - ero un'agente della BAU esperta in comunicazioni e burocrazia. Mi hanno offerto il lavoro subito dopo essermi diplomata al college e sono salita di grado. Dopo il mio ritorno dal Pentagono».
«Io impazzirei dopo il secondo caso» ammise Athena.
«Ci dividiamo i compiti, è più semplice e aiuta a non impazzire» disse JJ alzando le spalle.
«Sarà, ma credo che ci voglia una bella dose di sangue freddo...»
«Soprattutto quando si ha a che fare con i bambini» ammise Jennifer guardando dritta davanti a se.
«Già, non deve essere facile».
«La cosa più difficile è parlare con le famiglie» continuò ripensando a tutte le persone che erano passate davanti ai suoi occhi con i volti straziati dal dolore.
«So cosa si prova essere dall'altra parte» commentò.
«Lo so anch'io» disse JJ mentre abbassava lo sguardo.
«Oh, ehm --Athena voleva sotterrarsi-- mi dispiace» balbettò continuando a maledirsi mentalmente.
«Non è colpa tua, è successo tanto tempo fa».
«Anche tu hai studiato il 'mio' caso, vero?» chiese dopo un po'.
«Tutti lo abbiamo fatto. Hotch e Rossi hanno lavorato direttamente al caso. Emily l'ha studiato successivamente insieme a me e Morgan. Reid era ancora all'accademia».
«Era questo il motivo per cui non volevo che mi conosceste. Sapevo già che Spencer mi aveva studiata e che me lo nascondeva ma… mi hanno trattata coi guanti per anni e non lo sopporto più» ammise accarezzando Bill, il cavallo a fianco a Baylor.
«Se non sei una criminale non vedo perché la squadra dovrebbe farti il profilo. E' vero, sei stata testimone in un caso e allora? Il profiling è mettere insieme tutti i pezzi come un puzzle. Spence non lo fa apposta; lui è così.» disse JJ convinta più che mai delle se parole.
«Per voi è così, ma agli occhi degli altri sono quella a cui hanno ucciso la migliore amica. O quella che ha avuto fortuna. Sai quante volte me lo hanno ripetuto? 'Dovresti essere grata, sei bionda e con gli occhi azzurri e non ti hanno preso!' Era un incubo e lo è ancora. A volte pensavo pure di tingermi i capelli ma non l'ho mai fatto.» ammise Athena abbassando di poco lo sguardo.
«Lo so e mi dispiace tanto per questo» JJ non riusciva a credere come la gente del luogo potesse aver detto una cosa del genere ad una ragazzina della sua età. Avrebbero dovuto confortarla, non dirle che aveva solamente avuto fortuna.
«Dannazione! --esclamò portandosi la mano alla testa-- Susy! Susy e' bionda naturale! Da quando hanno rapito Sandy si tinge i capelli di castano! Oddio, come ho fatto a scordarlo?» esclamò prendendosi per stupida.
«Come? Questo SI conosce la vostra infanzia?» chiese JJ.
«Susy ha eliminato tutte le sue foto possibili di quando era bionda, solo noi ragazze le possediamo.»
«Ne sei sicura?» JJ prese a camminare a passo svelto verso la casa, mentre Athena la inseguiva continuando a parlare.
«Sicurissima, le ha bruciate» disse seguendola, tanto da dover iniziare a correre.
«E' sicuramente qualcuno della comunità».
«Vado a svegliare Reid» disse Athena correndo in camera sua.
«Spencer» sussurrò la ragazza chinando la testa sul fidanzato.
«Mhmh» poi sbiascicò qualche altra parola incomprensibile.
«Dormiglione, serve il tuo cervello in sala» mormorò baciandogli la fronte.
Stropicciò gli occhi e sbatté le palpebre un paio di volte prima di mettere a fuoco la camera. Si alzò dal letto, baciò sulla fronte Athena e raggiunse i suoi colleghi in sala.
«Susy e' bionda naturale» disse JJ appena vide Spencer entrare in sala.
«L'uomo che cerchiamo le conosce dall'infanzia» disse Reid. «Probabilmente qualcuno che era in contatto con loro, che conosceva le famiglie» continuò strofinando le dita contro il mento.
«Cosa dovrei cercare?» chiede Garcia mentre JJ tornò da Athena.
«Mi faccio dare gli album di famiglia» disse prima di lasciare la stanza. Morgan guardò Garcia non sapendo cosa dirle, era un vincolo cieco.
«E' un uomo, forse tra i trenta e i quarant'anni se non di più. Cerca tra maestri elementari, middle school. Palestre, qualsiasi cosa» disse Derek facendosi venire in mente le prime cose che riusciva a collegare.
«Troppo vago, più specifico Morgan. Spencer, idee?» chiese Garcia scrivendo velocemente a computer.
«Athena faceva atletica quando era più piccola, lei e le sue amiche. Prova a vedere se qualche persona è in comune con tutte loro sotto questo profilo» disse Reid.
«No, nessuna. E' una piccola cittadina, hanno avuto stessi professori, maestri, bidelli, coach. Il dramma delle piccole città.» disse Garcia scartando un idea dopo l'altra.
«Forse è qualcuno che non è del paese, magari abita in quello accanto» disse Morgan aprendo le braccia.
«Spencer, che altro ti ha detto dell'infanzia?» chiese continuando a confrontare le informazioni.
«Niente che tu non sappia già, Garcia» rispose il ragazzo. Stava letteralmente impazzendo. Quella storia non aveva né capo né coda ed era stanco di guardare la sua ragazza vivere nel terrore.
«E se fosse un coetaneo?» chiese di colpo Morgan facendo girare di scatto Spencer.
«Probabile. Qualcuno che tutte hanno rifiutato magari» aggiunse Garcia continuando a digitare.
«Torna da lei e fai la cosa che nessun maschio vorrebbe mai fare: chiedi ad Athena ogni minimo dettaglio dei suoi ex e di quelli delle sue amiche» disse Morgan mentre Penelope stava già cercando dei precedenti tra gli adolescenti della città.
«Oppure potrei semplicemente chiederle se ha mai rifiutato un ragazzo e anche le sue amiche l'hanno fatto» disse e prima che Morgan potesse aggiungere altro, si allontanò tornando da Athena.
 
«JJ ha voluto l'album di famiglia, tu cosa vuoi?» chiese Athena dopo aver visto il ragazzo entrare in camera.
«C'è un ragazzo nel tuo passato che tu e le tue amiche avete rifiutato?»
«Che tutte abbiamo rifiutato? Non mi sembra» disse lei dopo averci pensato un attimo.
«Athena - disse - pensaci bene, ti prego. E' importante»
«Abbiamo tutte gusti diversi, quindi è impossibile. Nel bene o nel male uscivamo con i soliti ragazzi da sempre, nessun comportamento strano o cose del genere» rispose lei dopo averci riflettuto un attimo.
«Ne sei sicura?».
«Spencer, ho rifiutato solo tre ragazzi e nessuna delle mie amiche ha rifiutato questi tre, anzi, Caitlin c'è tutt'ora fidanzata» rispose posando le mani sulle sue braccia. «Non è un mio ex, mi dispiace».
«E se le tue amiche avessero tenuta nascosta questa cosa?».
«Non ci sono segreti tra noi, erano tre tipi a posto che sono venuti nel momento sbagliato.» mormorò Athena guardandolo attentamente. Sentiva le rotelle del suo cervello lavorare ad una velocità impressionante e si dispiaceva non poterlo aiutare.
Spercer annuì leggermente e tornò in sala a riferire. «Mi dispiace, non c'è nessuno».
«Giuro che lo prossima volta mi picchio da sola» disse uscendo dalla stanza per correre in sala. «Matt era il migliore amico di Caitlin e una notte si è ubriacato e ha tormentato me e le mie amiche, il giorno dopo Mike lo ha gonfiato di botte» esclamò entrando in sala per avvicinarsi agli altri.
«Tutte quante?» chiese Morgan.
«'C'erano solo le bionde'» rispose esattamente come quando chiesero a Matt chi avesse toccato.
«Il cognome?»
«Matt Bowes» rispose abbassando la testa. Garcia cominciò a digitare le informazioni. Schermate, pagine su pagine.
«Garcia?» domandò Morgan avvicinandosi.
«Odio i ragazzi senza carta di credito» disse Garcia impegnando si ancora di più.
«E’ scomparso, letteralmente --si intromise Athena alzando leggermente la voce-- i suoi genitori non hanno notizie di lui dalla notte successiva, lo avevano messo dentro solo per un giorno è rilasciato sotto cauzione» disse.
«Che cosa?» disse Morgan.
«Ha ragione la biondina, su tutto» disse Penelope.
«Quindi siamo in un vicolo cieco» disse ancora Derek
«Torno in camera mia» disse Athena ma andò fuori in giardino passando dal retro.
«Garcia scava più a fondo» disse Morgan.
«Forse sono semplicemente scappate» disse Athena per assurdo. Ormai non dava più nulla per scontato. Rossi stava guardando i cavalli correre e Athena gli sedette accanto.
«Le tue amiche non sono scappate. Non ne avrebbero avuto il motivo. Erano a casa per le vacanze dal college».
«Hai ancora una belle mira?» chiese Athena dopo aver guardato Rossi con aria di sfida.
«Sempre, tesoro mio - disse David, voltandosi verso di lei - al poligono di tiro dicono che sono ancora perfettamente abile»
«Posso sfidarti?» chiese alzandosi in piedi.
«Non sei mai stanca?» chiese sorridendo.
«Riuscirò a batterti prima o poi! Sono stanca dei pareggi» disse ridendo.
«Va bene». Nel frattempo Reid si era portato alla porta del giardino sud. Si appoggiò con una spalla allo stipite e guardò i due parlare.
Dopo aver attraversato il giardino presero le pistole e si misero in posizione. «Cinque tiri» e detto quello iniziarono a sparare.
«Ho vinto» disse David, meravigliandosi però dell'ottima mira della ragazza. «Sei diventata ancora più brava dall'ultima volta».
«Grazie --disse sorridendo-- ma in fondo non devo uccidere nessuno io!» e detto quello rise lasciando un ultimo colpo beccando esattamente il centro.
«Puoi sempre diventare un tiratore scelto».
«E sei sempre meglio di Reid» disse, accorgendosi di lui.
«Non ci vuole un genio» disse visto che non lo aveva notato.
«Oh ehm..».
«Ti hanno mai detto di non sorprendere qualcuno alle spalle che ha in mano una pistola?» disse girandosi verso il fidanzato.
«In realtà sono qui da quando la gara è iniziata».
«Non c'è un caso in atto?» chiese colpendogli leggermente il petto con la mano sinistra scherzosamente.
«Già» disse prendendo un respiro profondo. Senza guardarla un'altra volta, rientrò in casa, tornando in sala.
«Si è offeso?» chiese guardandolo allontanarsi. Non era sua intenzione, voleva solo scherzare.
«E' molto difficile trovare qualcuno che sappia fare qualcosa in cui lui è scarso. Quando succede non glielo facciamo notare, ha avuto problemi in passato».
«Non mi ha mai parlato del suo passato, tutto quello che so è grazie a te» mormorò mettendo la pistola nella sicura per poi poggiarla sul tavolo. Non le piaceva indossarla quand'era in casa e non c'erano gare in vista.
«Ha avuto problemi con un caso e il sospettato».
«E che è successo?» chiese girandosi verso di lui.
«Reid è stato rapito sul campo mentre era con JJ. Non so se posso raccontarti queste cose» rispose David scrollando le spalle.
«Capito» mormorò avviandosi verso casa. «Spencer?» chiese entrando in cucina ma non c'era, passò per la sala dove lo trovò sul divano e gli fece segno di seguirla nel giardino opposto.
«Che c'è?» chiese non appena arrivarono.
«Mi dispiace per prima» mormorò.
«Non importa».
«Mi dispiace davvero --disse prendendogli le mani-- non ci ho pensato»
Spencer si scostò. «Se non hai altro da dire, tornerei al caso».
«Spencer! Ora stai qui e mi ascolti --disse fredda fermandolo con un braccio-- non so nulla del tuo passato se non lo stretto necessario. So soltanto che hai avuto una brutta esperienza in campo. Capisco che non ne vuoi parlare e che non vuoi dirmelo ma non posso evitare di fare errori se non so dove sbaglio.»
«C-chi ti ha detto questo?» chiese spalancando gli occhi dal terrore. Spencer era sempre cauto a parlare di quello che gli fosse capitato. Se fosse stato per lui, la sua memoria avrebbe potuto cancellare quel brutto ricordo che durante la notte ancora lo perseguita. Il volto di Tobias di ripresenta e lo guarda mente infila l'ago nel suo braccio. La sofferenza di quelle ore non potrà mai cancellarla.







“L’oracolo del computer, per servirvi.” 
Ciao ragazzuoli ♥
Ho deciso che finché non mi torna il wifi a casa, aggiorneremo il sabato - Fee.
Seriamentre non so davvero che cosa dire su questo capitolo perché è tutto da scoprire e molto intenso.
Cosa succederà ora? Lo scoprirete nella prossima puntata, rimanete sintonizzati. 
Vi lasciamo i nostri account di efp:
Harriett__
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e i nostri contatti di facebook:
Harriett Efp
Feenomeniall Efp
Alla prossima, 
much love ♥
“L’oracolo chiude”
   
 
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