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Autore: Cara_Sconosciuta    08/08/2008    3 recensioni
Family Troubles è una raccolta di OneShot che parlano della vita in famiglia, dei guai e delle gioie che amicizia e primi amori possono portare all'interno di un nucleo famigliare. La prima storia è l'ultima in ordine cronologico ma, scherzo del destino, la prima ad essere scritta.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Kelsi Nielsen, Ryan Evans
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Api e Fiori

Api e Fiori

 

“Ahi!”

“Che c’è?”

“Mi hai dato una gomitata!”

“Scusa… ma sei tu che mi hai detto di spegnere la luce!”

“Beh, potevi stare più attento.”

Ryan alzò gli occhi al cielo, sbuffando, tra il divertito e il seccato.

“Non ti farò mai più un favore, finché vivrò, lo giuro!”

“Quindi non mi darai un bacio?”

“Ho detto che non farò piaceri a te,non che non concederò più piacere a me.” Replicò il ragazzo con un sorriso beffardo, chinandosi a baciare Kelsi, che gli gettò le braccia al collo in un accesso d’entusiasmo, rischiando che il giovane le cadesse rovinosamente addosso.

“Fti pttnt!”

“Cosa?” Domandò la ragazza, separandosi per un istante da lui.

“Stai attenta! Non sono Ercole, le mie braccia cedono!”

“Stai dicendo che peso troppo?”

“Sto dicendo che se ti cado sopra ti faccio male.”

“Tu ti rendi conto che siamo l’unica coppia al mondo che riesce a sprecare ore chiacchierando anche a letto?”

“A che ora torna tua zia?”

“Alle undici, ma….”

“Ecco, sono le otto, quindi abbiamo tutto il tempo.”

“Erano le otto due ore fa.”

“Beh, allora sarà meglio darsi da fare…” Ribatté Ryan, lasciando scivolare come per caso una mano sotto alla camicia da notte di lei.

“Kelsi, tesoro, sono a casa!”

La voce, proveniente dal piano di sotto, fece letteralmente gelare il sangue nelle vene di Kelsi. Che ci faceva sua zia a casa a quell’ora?!

“Ma non doveva rientrare tra un’ora?”

“Ne so quanto te… Ma tu non dovresti essere qui, accidenti…

“E che faccio, non posso mica uscire dalla finestra?” Si lamentò Ryan, alzandosi in piedi e recuperando camicia e pantaloni.

“Perché no?” Domandò Kelsi, colta dal panico all’udire i passi della zia sulle scale.

“Perché stai al quinto piano!”

“Kelsi, posso entrare?”

I due ragazzi si guardarono per un momento negli occhi, poi Kelsi spinse in fretta e furia Ryan dentro l’armadio e richiuse le ante, affrettandosi a nascondere scarpe e cappello sotto al letto.

Quando fu sicura che niente fosse in vista, si decise a lasciar entrare la zia.

“Vieni pure! Stavo…ehm… mettendo in ordine.” Ok, pessima bugia. Ma che ci poteva fare? Sotto pressione il suo cervello non funzionava mai come avrebbe dovuto…

“Wow…sono colpita. Non ti disturba, vero, che io sia tornata un po’ prima? È che volevo parlarti…”

“No, certo che non mi dai fastidio. Che volevi dirmi?” Chiese la ragazza, facendo cenno alla zia di sedersi sul letto accanto a lei e spingendo con un calcio una delle scarpe di Ryan ancora più sotto al mobile.

“Vedi… è un discorso un po’ imbarazzante…” Cominciò Megan Nielsen, torturandosi le mani e Kelsi pensò con sollievo che in quella stanza c’era qualcuno più nervoso di lei. Il perché di questa agitazione la spaventava un po’, doveva ammetterlo, ma almeno Meg non era serafica e divertita come era sicura fosse Ryan, che, probabilmente, in quel momento se la stava ridendo, spiandole dalla fessura tra le ante dell’armadio.

“Da quanto tempo tu e Ryan state insieme? Tre mesi?” Fu l’inaspettata domanda della zia.

“Sette, zia. Sette mesi e mezzo, perché?”

“Vedi…io sono sicura che voi vi amate…e ormai hai diciassette anni…credo sia ora di parlarti di una cosa…”

“Cosa?” Domandò Kelsi, il terrore negli occhi, immaginando dove Meg volesse andare a parare.

Anche Ryan lo intuì e dovette usare tutto il suo self control per non scoppiare a ridere, rivelando la propria presenza.

“Ecco, io volevo dirti che…ad un certo punto di una relazione è normale…ecco…fare…

“…sesso?” Suggerì Kelsi, tentando di abbreviare l’agonia della zia.

“Sì, esattamente. So che dovrebbe essere tua madre a farti questo discorso, ma dato che lei non c’è ho pensato di essere la persona più indicata…”

“Guarda, non credo sia necessario che tu mi spieghi niente.” Esclamò Kelsi, forse un po’ troppo in fretta, mentre Ryan veniva colto da un quasi incontenibile attacco d’ilarità. Riuscì comunque a controllarsi, pensando che la situazione fosse già abbastanza imbarazzante per la sua ragazza anche senza che sua zia si rendesse conto che lui era nascosto in mutande nell’armadio.

“Lo so, tesoro, che voi giovani credete di sapere tutto grazie a quella specie di educazione sessuale che fate a scuola, ma posso assicurarti che non è così.”

“Zia, io non…”

“No, no,no. Capisco che non sia un argomento proprio semplice da affrontare, ma è necessario.

°Già, peccato che sia arrivata un po’ in ritardo.° Pensò Ryan, mentre il viso di Kelsi assumeva un’adorabile tinta ciclamino che la zia interpretò come giovanile imbarazzo dovuto al trattare di un tema ritenuto taboo.

“A scuola vi avranno spiegato gli aspetti più tecnici, no? Di certo non vi hanno parlato di cose come i preliminari o del piacere sia fisico che psicologico che si prova…

Ma perché sua zia doveva essere psicologa anche fuori dal lavoro?

“Sì, zia, ma io…”

“Ecco e secondo me sbagliano, dato che questi sono alcuni degli aspetti più importanti del sesso e i ragazzi arrivano alla loro prima volta impreparati e hanno paura quando non dovrebbero assolutamente.” Non le sembrava che la sua mancanza di educazione sessuale fosse stato un handicap particolarmente ingombrante…avevano imparato insieme, lei e Ryan, no? Senza che nessuno facesse loro discorsi imbarazzanti. “Quindi, immagina che tu e il tuo ragazzo siate pronti per farlo per la prima volta. Che cosa fareste per rompere l’imbarazzo?

“Beh…” Iniziò Kelsi, pensando di cambiare tattica. “chiacchieriamo, di base…di scemenze, non di cose importanti. Credo che parlare sia qualcosa di indispensabile per noi, come per altri lo sono baci e coccole. Non che noi non ci baciamo, però credo che le parole contino di più, non so se mi spiego.

“Perfettamente, piccola.” Replicò la donna, felice che la nipote avesse deciso di collaborare. “Però non mi darebbe fastidio se tu usassi qualche condizionale, sai? So che voi giovani tendete a trasformare tutto in indicativo, ma a volte mi sembra che esageriate anche un po’…

“Zia, io ho usato il modo verbale giusto.” Rispose Kelsi, dopo aver preso un profondo respiro. Non era certo nei suoi piani parlare della propria intimità con sua zia, ma se questo poteva salvarla da un saggio completo su sesso e simili, beh, lo avrebbe fatto con sommo piacere.

“Prego?”

“Quello che ti ho detto non andava espresso al condizionale, ma all’indicativo, perché non è quello che io e Ryan faremmo… è quello che effettivamente facciamo.”

Meg rimase per un momento in silenzio, elaborando l’informazione ricevuta.

“Che…fate?”

“Sì, zia.”

“Quindi vuoi dire che voi…che tu…?”

“Che io non sono vergine, esattamente.” Accorse di nuovo Kelsi in aiuto alla zia.

“Oh.” Fu la semplice risposta e Ryan ebbe per un attimo la tentazione di uscire dall’armadio, visto che oramai le cose si erano evolute in quel modo. Tuttavia, ancora non credeva che sarebbe stato veramente opportuno.

“E…da quando?”

“Due mesi.”

“Due mesi…”

“Già.”

Attimo di riflessione in cui Ryan temette che fosse possibile udire il suo respiro, tale era il silenzio calato improvvisamente.

“Beh…e come è stato?” Domandò Meg, più per non piantare una conversazione a metà che per altro.

Questo sì che gli interessava…che cosa pensava Kelsi della loro prima volta? Non avrebbe mentito a sua zia dicendo che le era piaciuto se in realtà era stata tremenda, vero?

“È stato….” Come era stato? Non ci aveva mai pensato… “…strano. Sì, credo che strano sia la definizione giusta.

“Strano?”

Kelsi annuì lentamente, lanciando un’occhiata fugace all’armadio.

“Sì…strano, però di una stranezza positiva. Le altre volte è stato sempre meglio, sai, con meno dolore e più esperienza, però la prima è stata…speciale. Un po’ come essere per la prima volta una cosa sola.

“Ne sono felice…” Commentò la zia, accarezzando con fare materno i capelli di Kelsi, mentre lo sguardo di Ryan, all’interno dell’armadio, passava dal divertito al dolce barra innamorato.

“Tutto sommato, sono sollevata di non averti dovuto spiegare tutto…credo che Ryan l’abbia fatto molto meglio.”

Sorridendo, Kelsi abbracciò forte la zia che, un attimo dopo, si alzò con uno sbadiglio di dimensioni notevoli.

“Beh, ti ho già dato anche troppa noia questa sera…e poi ho sonno, vado a nanna. Buona notte, piccola donna.”

“’notte, zia.”

 

Non appena la porta si chiuse, Kelsi si lasciò cadere sul letto, concedendosi un sospiro di sollievo. Dopotutto, non era andata poi così male.

“Puoi uscire, ora.” Sussurrò e, un secondo dopo, le ante dell’armadio si aprirono e Ryan la raggiunse sul letto, i vestiti ancora in mano.

“Conversazione…interessante, quantomeno.” Commentò, cominciando ad infilarsi i pantaloni.

“Un po’troppo imbarazzante per i miei gusti.”

“Se fossi stata una brava ragazza, avresti detto tutto a tua zia la sera stessa.”

“Certo, perché i tuoi lo sanno no? L’ultima volta che ne abbiamo parlato, mi sembrava di aver capito che tua madre nemmeno fosse cosciente del fatto che esci con qualcuno…

“In effetti… Speciale, eh?” Domandò Ryan, sviando il discorso.

“Speciale cosa?”

“La nostra prima volta.”

“Non ti montare la testa; l’ho detto solo per non far preoccupare mia zia. Ti immagini la sua reazione se le avessi detto che è stato un totale fiasco?

“Scema.” Commentò Ryan con un buffetto, chinandosi poi a darle un bacio.

“Sarà meglio che tu vada, prima che a mia zia venga in mente di mettermi in guardia sui metodi anticoncezionali.”

 

Fine

 

 

   
 
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