Questa volta, al telefono aveva risposto Tai. Dopo due settimane la sua voce era ancora spenta, sembrava provenire da miglia e miglia di distanza... e invece erano solo a un paio di isolati.
Quando Matt aveva telefonato, quel sabato mattina, per chiedere all’amico se aveva voglia di uscire, quasi si aspettava che Tai avrebbe risposto – no-, e invece aveva accettato; probabilmente perchè Kari l’aveva obbligato, ma era pur sempre qualcosa.
Si erano dati appuntamento sotto casa del biondino, nel primo pomeriggio.
Tai non aveva molta voglia di uscire, ma dopo due settimane, capiva bene che Matt era in pensiero per lui e che quindi doveva fargli questo favore, anche se la sua mente vagava da ben altra parte. Negli ultimi giorni non faceva ch pensare a Sora, ai momenti trascorsi insieme e soprattutto al fatto che quando si sentivano al telefono, lei sembrava sempre più distante... si stava dimenticando. Salutò sua sorella, infilò il giubbino e scesa in strada, coprendosi istintivamente il viso, sorpreso da una folata di vento.
Non ci mise molto ad arrivare sotto casa di Matt, e non vedendo nessuno ad aspettarlo, allungò una mano verso il campanello; dall’interno dell’abitazione arrivò l’inconfondibile rumore di scarpe sul marmo, un suono che ormai Tai conosceva come le sue tasche. 
Aspettando l’amico, il ragazzo si chinò a raccogliere una lattina che era rotolata sul pianerottolo: Matt dovrebbe darci dentro con la raccolta differenziata pensò, mentre la porta si apriva.
Sulle prime restò immobile, quasi avesse visto un fantasma; una ragazzina, sui 16 anni, bionda, molto carina, stava ferma sulla soglia sorridendogli e facendogli segno di entrare in casa.
Pensando di aver sbagliato appartamento, Tai stava quasi per chiederle informazioni, quando alle spalle di lei, apparve Matt, più allegro che mai.
- Oh, finalmente sei arrivato! Da quanto tempo che nn ci si vedeva eh? Avanti entre, che ci fai lì sulla porta? Sbrigati che fa freddo! – 
- Ehm... Ciao anche a te Matt... ma.... lei...?! –
- Se entri dentro ti spiego tutto, datti una mossa!-
Entrando in casa, Tai non potè evitare di lanciare diverse occhiate alla ragazza, che per tutto il tempo era rimasta ad osservarlo, con i suoi occhi verdi e sorridente. Quando anche lui cercò di sorriderle, gli occhi di lei si illuminarono e dalla sua bocca uscì un saluto e un nome: - ben arrivato Tai, io mi chiamo Rei, piacere di conoscerti! –
E Tai ancora non riusciva a capire cos’era quello strano dolore allo stomaco che avvertiva da quando l’aveva vista.