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Autore: Python    08/06/2014    4 recensioni
Il mondo non si muove grazie a destini già scritti o casualità. Il mondo ti offre tante vie, diramazioni e labirinti. Ogni passo che farai ti porterà ad un risultato e ciò che diverrai sarà una tua scelta.
La storia si ambienta nel continente di Eshdar, in un epoca buia e in attesa di guerra. Astryn e Jade si muoveranno in questa terra e sceglieranno la loro via.
_Questa è la mia prima storia, spero che la leggerete e criticherete a morte.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un gigantesco masso distrusse la Torre di Verthel. Il marmo del Palazzo Celeste di Bluewind franò a terra avvolto dal rosso del sole nascente e delle fiamme.
Nella piazza di fronte al Palazzo si estendeva una distesa di frantumi, pezzi di pietra ancora legati alla grandezza della città di Verthel e incapaci di credere a questa distruzione improvvisa e violenta.
Sotto il teatro della rovina di quella magnifica Torre, i Cavalieri Vyrsiani massacravano gli abitanti della città: bambini, vecchi, elfi, umani. Pareva che il solo fatto di abitare Verthel fosse un peccato divino.
Sangue scorreva tra corpi e macerie, urla di terrore riempivano la città infuocata.
Un enorme pezzo si staccò dalle mura occidentali, sotto un bambino con le mani sulla testa.
Forse pensava così di poter fermare la discesa della morte sopra il suo gracile corpo.
Un bagliore percorse l'aria tetra. Il bambino riaprì gli occhi: era vivo, il marmo si frantumò in mille e cadde innocentemente attorno. Non erano state le mani del bambino, bensì quelle di una alta figura in mezzo alla piazza.
Un elfo, capelli lunghi e chiari, indossava la tunica bianca dei maghi del Palazzo Celeste. Era giovane ma gli occhi erano gelidi. Quel giorno, quell'alba, lo avevano catapultato nella crudeltà del mondo.
L'elfo non aspettò i ringraziamenti del bambino, si girò di scatto sentendo gli zoccoli di un cavallo sulla pietra. Apparve un cavaliere in armatura argentea scintillante di rosso, dietro volava il mantello azzurro macchiato di sangue.
Il Cavaliere vyrsiano estrasse la spada, il giovane mago tese le braccia in avanti, i loro occhi si fissarono per un lungo istante.
Il cavaliere si preparò a caricare, però l'elfo fu più veloce: un lampo di luce bluastra partì dalle sue dita. Il vyrsiano spalancò gli occhi, in quel momento aveva la stessa espressione del popolo di Verthel. Tirò le redini del cavallo nel disperato tentativo di sfuggire alla magia. Il fulmine blu lo raggiunse e il cavaliere esanime cadde a terra. Il cavallo imbizzarrito lanciò un nitrito e fuggì via.
Il vincitore non sorrise perchè non era il vincitore: Verthel stava perdendo e i venti o trenta vyrsiani che aveva ucciso non erano serviti ad altro che ad esaurire la magia nel suo corpo.
Ormai era stanco, si sarebbe lasciato cadere a terra se non ci fossero la rabbia e il senso di colpa. Non poteva negare che parte di questo massacro fosse opera sua.
Quelle ricerche, quelle maledette ricerche!
Lui meritava di morire, non gli abitanti della sua amata città. L’elfo chiuse gli occhi cercando di fermare la lacrima che lottava per uscire.
Un rumore freddo alle spalle.
Il mago si girò e d'istinto lanciò una raffica di saette. Lame di magia viaggiarono in aria fischiando. Però soltanto uno dei tre cavalieri venne colpito. La sua armatura si spaccò in diversi punti e il vyrsiano si gettò a terra urlando di dolore.
Le mani del mago cercarono di accumulare altra magia per un nuovo attacco, ma non ci riuscirono. Era finita.
Il colpo arrivò con violenza: un cavaliere vyrsiano lo colpì al petto con la mazza. L'elfo sputò sangue accompagnato dal suono delle costole spezzate. Tutta l'aria uscì dal suo corpo.
Si piegò a terra dal dolore e i suoi capelli lunghi accarezzarono per l'ultima volta le strade di Verthel distrutta. Ancora gente che urlava. Quando sarebbe finito questo incubo?
Prima di morire il giovane elfo maledisse tutti i vyrsiani ed alzò gli occhi verso l'ascia che scendeva sopra di lui. Un colpo secco.
Morì tra il sangue e il fuoco, immerso nel dolce grido disperato del fratello.
-Derenin!-
Avrebbe voluto salutarlo e chiedergli perdono.

Ho modificato parzialmente questo prologo. Spero vi piaccia. Sarei felicissimo se mi lasciaste una piccola recensione dicendomi cosa ne pensate e dove ho sbagliato. Ciao e leggete i prossimi capitoli!

  
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