TRA IL GIUSTO E LO SBAGLIATO
Non poteva essere vero. Non doveva essere vero! Eppure Silente continuava a ripeterlo in continuazione dalla fine del Torneo Tre Maghi. E come dargli torto? Tutto sembrava avvalorare la sua tesi. Ma era così orribile quello che il suo amico Albus gli raccontava! Orribile e terrificante.
-Cornelius! Ritorna in te! La prova che Voldemort è
tornato è evidente! Come sarebbe morto Cedric Diggory secondo te? Per gioco?
Per sbaglio? No! È stato il signore Oscuro. E c’è la testimonianza di Harry…
-No Silente! Harry è solo
sconvolto per quello che è accaduto al suo amico e compagno di scuola! Colui
che non deve essere nominato è morto! 14 anni fa! E’ morto e non tornerà mai
più! Non possiamo dare retta a un ragazzino…soprattutto
se è Potter! Quel ragazzo ha manie di grandezza! Ama mettersi al centro
dell’attenzione! Nessuno può confutare quanto ha raccontato giusto? Ti dirò io
come è andata Silente:per vincere il Torneo, Harry ha ucciso Diggory. Oh per
sbaglio sicuramente! La sua mente era deformata dal labirinto, che come sai è
creato per far smarrire la propria anima e la propria ragione. E allora per
proteggersi ha creato tutta questa bella storia…chi
mai gli crederebbe? Andiamo! Sono tutte assurdità!
-IO gli credo Cornelius! E dovresti farlo anche tu!
Cornelius Caramell rise:ma
nella sua risata c’era qualcosa di strano. Paura. Paura che quello che Silente
stava dicendo fosse vero. Ma lui non voleva crederci!
-E sentiamo…come
mai Barthy Crouch Junior
avrebbe confessato?- chiese Silente cercando di far crollare il Ministro.
-Quel ragazzo è impazzito ad Azkaban, Silente! La sua testimonianza non ha valore!- Cornelius cercava di auto convincersi che Harry stava
mentendo. Ma nella sua mente un’idea prese forma all’improvviso:un fulmine a
ciel sereno. Gli vennero in mente le parole di Lucius
Malfoy e Dolores Umbridge. Si voltò di scatto verso il suo interlocutore che
continuava a fissarlo calmo accarezzandosi la lunga barba bianca.
-Tu! Non è Potter…sei
tu!- disse alla fine guardando Silente con occhi nuovi e avvelenati dalla
rabbia.
-Come prego?- rispose il preside
calmo. Sembrava che si aspettasse quel mutamento del Ministro. Aveva forse
capito cosa stava pensando?
-Ma certo! Ora mi è tutto
chiaro! Tu hai congeniato tutto…ma sì! Per prendere
il mio posto! Tu vuoi farmi passare per stupido Silente, ti ho capito! Semini
il terrore spingendo la gente a credere alla tua versione dei fatti…così non mi vorranno più come Ministro e tu avrai la
strada spianata!
Silente sorrideva dietro i suoi
occhiali a mezzaluna.
-Ma davvero Cornelius?
E perché dovrei? Sai bene che tutto il mondo magico mi vorrebbe già al tuo posto…
Quella affermazione fece
infuriare ancora di più Caramell:era la verità, ma
non amava certo sentirsi dire che Silente era preferito a lui!
-Tu e quel Potter! Siete solo
due arrampicatori! Cosa gli hai promesso? Qualche incarico importante? Soldi?
Potere?
-Ci sottovaluti Cornelius!
-Sì…l’ho fatto fino ad ora! Ma non sarò così
stupido di nuovo!
-Mi riesce difficile crederlo!-
commentò sprezzante Silente. Oramai il suo ennesimo tentativo di convincere Caramell del ritorno di Voldemort era fallito. Tanto valeva
dirgli quello che pensava,una volta per tutte.
-Hai superato ogni limite
Silente!
-E cosa farai? Mi farai mettere
ad Azkaban? E con quale accusa?
-Sedizione e cospirazione!
-Capisco…ma vedi…non hai
nessuna prova. E onestamente credo che il Wizengamot
sia più dalla mia parte che dalla tua!- rispose Silente alle accuse.
-Perfetto…allora colpirò chi più ami!- queste parole di Cornelius Caramell avevano
spaventato Silente come mai prima. Nemmeno Grindelwald
o Voldemort lo avevano terrorizzato tanto.
-Che vuoi dire?
-Dico che se non posso fare
fuori te…farò fuori Potter!
-Tu non puoi fare questo!
-IO posso Silente! E lo farò!
Giusto ieri mi è arrivata comunicazione che ha usato l’Incanto Patronus alla presenza di un babbano,
giusto?
-Sì, ma…è
suo cugino e sa che è un mago. E l’ha fatto per difendersi e difenderlo.
-Non mi importa! Convocherò
l’intero Wizengamot…
-Un processo penale per la magia
minorile? Ma sei impazzito? Che vuoi fare? Metterlo ad Azkaban
perché voleva salvarsi la pelle? Stai delirando Cornelius!
-Io non credo sai! Con Potter
fuori dai piedi nessuno ti crederà più! E la tua corsa alla mia poltrona si
fermerà!
-Ma a me non interessa diventare
Ministro! Ti sto solo dicendo che se Voldemort è tornato l’unico che lo può sconfiggere
è Harry! Dannazione Caramell!
-Ora basta!- urlò il Ministro.
-Questa discussione è finita! Vattene Silente!
Nella mente di Cornelius Caramell quel ricordo era ancora vivo:non aveva mai discusso così con Silente. Avevano sempre collaborato per il bene di tutti. Ma Dolores Umbridge e Lucius Malfoy avevano instillato in lui il dubbio. Silente voleva davvero farlo fuori? Non poteva crederci. Ma se era vero doveva fermarlo ad ogni costo. E anche se non era così doveva proteggere il mondo magico da quella notizia:perché diffondere il panico inutilmente?
Chiamò Percy Weasley nel suo ufficio, che entrò velocemente tutto impettito come sempre.
-Signor Weasley…ho bisogno del suo aiuto. E della sua discrezione.
-Sa che può contare su entrambe Ministro!
-Perfetto, signor Weasley! Era quello che volevo sentirmi dire! La prego di prendere nota di quello che sto per dire. Dovrà comunicarlo al miglior giornalista della Gazzetta, il più letto! E assicurarsi che venga pubblicato in prima pagina. Sono stato chiaro?
-Chiarissimo, signor Ministro. Cominci pure- Percy aveva preso la sua pergamena e la sua piuma ed era pronto a stenografare ogni parola dell’uomo davanti a lui. Ma rimase a bocca aperta quando ne comprese il contenuto. Voleva che scrivesse che Albus Silente era un bugiardo, che stava tentando di seminare il terrore nel mondo magico per impossessarsi del Ministero. Percy non poteva credere alle sue orecchie:la sua mano aveva smesso di muoversi sul foglio.
-Qualcosa non va signor Weasley?- chiese Caramell vedendo che il ragazzo aveva smesso di scrivere.
-Io…signore…lei crede davvero..- ma non fece in tempo a terminare la frase perché il Ministro lo interruppe.
-Non ho intenzione di stare a discutere con lei signor Weasley. Pensa forse che scriverei cose di questo genere sulla Gazzetta del Profeta se non ne avessi le prove? Non sono uno sciocco!
-Non intendevo questo, Ministro. È solo che…Silente è il mago più potente del nostro mondo e ha fatto grandi cose per tutti. Io non penso…
-Non le ho chiesto di pensare mi sembra, ma solo di scrivere! O è così difficile per lei?
-Certo che no, signor Ministro- Percy era abituato ad obbedire all’autorità. E Caramell era l’autorità massima! Ma quello che stava dicendo era così assurdo che per la prima volta nella sua vita credette che l’autorità forse non era sinonimo di saggezza.
-Senta signor Weasley. Le assicuro che ogni cosa è vera e che se svolgerà bene il suo compito avrà una promozione- Cornelius si era accorto che non aveva convinto il ragazzo, o meglio che gli serviva un ulteriore incentivo. Percy sembrò convincersi:in fondo doveva esserci una ragione più che valida se il Ministro della Magia agiva in quel modo.
Continuò a scrivere quello che Caramell gli dettava, anche sul conto di Harry Potter, e quando terminò si ritirò nel suo ufficio per ricopiare gli appunti e poi portarli alla Gazzetta.
Ma più rileggeva quelle parole, più non capiva:lui conosceva Silente, era stato il suo preside per anni e mai una volta si era dimostrato scorretto, con nessuno! Come poteva ora fare quello che Caramell sosteneva! E Harry? Harry era come un fratello per lui:lo conosceva quasi come conosceva Ron e sapeva che non era capace di mentire. Percy era confuso:da un lato il Ministro che sosteneva la sua tesi asserendo di avere delle prove;dall’altro il suo cuore:non poteva essersi sbagliato tanto. E non poteva nemmeno credere che suo padre e sua madre, che lui stimava moltissimo, si fossero sbagliati tanto! Loro difendevano Harry e Silente a spada tratta. Anche loro erano complici di quella congiura contro il Ministro?
Con un gran mal di testa Percy si appoggiò sullo schienale della sua sedia, dietro la sua scrivania perfettamente in ordine. Cercava di mettere un po’ di chiarezza dentro di lui, ma proprio non ci riusciva. Il suo sguardo perso vagava per il suo ufficio alla ricerca di qualche risposta che non arrivava. Doveva seguire il Ministro, fare carriera e rovinare due persone a cui voleva bene, rischiando anche di perdere l’affetto della sua famiglia? O doveva dare retta al suo cuore e convincersi che anche un Ministro può sbagliare? Per la prima volta Percy si pentiva di aver intrapreso quella carriera:forse non era tagliato per simili responsabilità!
In quell’istante entrò il Ministro.
-Allora signor Weasley! È pronto il comunicato per la Gazzetta?- ma mentre diceva questo si accorse del libro sulla scrivania. Probabilmente Caramell si rese conto di quello che Percy doveva aver fatto. Si sedette davanti al ragazzo dai capelli rossi e con il tono più accomodante che conosceva ricominciò a parlare.
-Vede signor Weasley…io non dubito che Harry Potter dica la verità. Magari lui è davvero convinto di quello che dice, magari no! Ma non è questo che conta mi capisce?
Percy scosse la testa:no, non capiva! Perché doveva far passare quel ragazzo per un bugiardo? Non aveva già sofferto a sufficienza?
-Lo so cosa pensa! Che l’unica cosa che conta è la verità…ma non è così! E se vuole fare carriera lo deve capire. Crede che sia saggio mettere in allarme il mondo magico senza prove? Ha idea del caos che tutto questo provocherebbe? E se poi si rivelasse tutta una grande menzogna? I danni sarebbero incalcolabili! Terrore, paura…tutto quello che potrebbe alimentare le speranze dei Mangiamorte, dei Dissennatori e di tutti i maghi Oscuri…che non si farebbero problemi ad approfittare della situazione di panico diffusasi. Se invece aspettiamo e raccogliamo prove, se ( e sottolineo se) scopriremo che è tutto vero, saremo pronti per affrontare ogni evenienza. Le assicuro che sto pensando al bene di tutti e non al mio- Caramell concluse il suo discorso con un sorriso. Sembrava che il suo ragionamento filasse e che Percy ne fosse convinto. Il Ministro si alzò e si diresse di nuovo alla porta dell’ufficio, ma prima di uscire si voltò verso il ragazzo e gli disse:
-Non tutto si trova nei libri signor Weasley. Esistono fattori che bisogna considerare nella realtà e che non troverà in nessuna biblioteca! Se lo rammenti in futuro!
Percy lasciò che il Ministro se ne andasse e si alzò dalla sedia. Sospirò profondamente:c’erano ancora troppe cose che non conosceva per poter giudicare l’operato del Ministro. Doveva obbedire. Questo era quanto. Così si smaterializzò e riapparve nell’atrio della redazione della Gazzetta.
-Vorrei parlare con Rita Skeeter. Mi manda il Ministro in persona.
Questa è la mia particolare visione di un momento mancante. Percy che si interroga su quello che sta facendo. È giusto o sbagliato? Io non credo che per lui sia stata una scelta facile. Una storia breve per riabilitare un personaggio molto odiato!
Ciao a tutti! E lasciate un commentino!