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Autore: block56    08/06/2014    1 recensioni
Marianna è una ragazzina molto seria, diversa dalle altre. E' famosa per la sua fama da "sfigatella" della 5 D del liceo classico di Roma. Conosce il suo primo amore solo quando un ragazzino di nome Lorenzo, che tormentava sin dal primo giorno Marianna, si accorge di chi è lei veramente. Dopo lunghe liti, incomprensioni e attese, i due riescono finalmente a fidanzarsi.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Settembre

La scuola è cominciata già da un paio di settimane ma il caldo è ancora insopportabile. La ventola sopra le nostre teste "rinfresca" l'aria, ma le mie ascelle sono sempre più sudate. Secondo me, quella ventola non rende il caldo più sopportabile, ma in un certo modo rende l'aria respirabile. La classe più calda di tutto l'istituto è la nostra ma il preside non ancora prende provvedimenti. Un giorno andrò a parlare di persona.
La professoressa va verso la lavagna e mentre scrive il mio sguardo cade su Lorenzo, il solito ragazzo riccio che fa impazzire le ragazze, che fa impazzire me. Forse, però, non è l'unico, forse provavo davvero qualcosa per Giuseppe. Certo, l'ho rifiutato alla sua prima proposta, ma questo non vuol dire che lo rifiuterò sempre. Forse un giorno penserò di più a lui che a Lorenzo. Forse. 
Il mio sguardo si è perso lentamente nella stanza e mi sono ritrovata a guardare la luce a neon che lampeggia sopra la testa di Emanuela. Che ragazza strana; un giorno eravamo migliori amiche, e ora a stento ci salutiamo. Non abbiamo più il rapporto di una volta, ma per me è sempre un'amica. 
Ok, tutto ciò a cui sto pensando è molto stupido. 
Il mio sguardo passa lentamente alla professoressa e cerco di ascoltare tutte le nozioni di sopravvivenza per questo terzo anno di liceo classico. 

"...non sarà di sicuro una passeggiata. Le distrazioni non saranno più ammesse, e se una volta trascuravamo alcuni vostri comportamenti banali... Be', ora non possiamo più."

Sto tremando! Mi metteranno una nota ogni giorno perché sono troppo distratta! 

Il mio sguardo passa dopo al cellulare: un nuovo messaggio da GIUSEPPE.
'Oh no' penso 'che vuole ancora questo! Non gli basta il no di quella sera, quando è andato a casa sua in lacrime?'

"Sorpresa per le 13.20!" Leggo. Alle 13.20 esco di scuola e spero solo di non trovarlo qui fuori.
"Ora non è più una sorpresa, stupido!" Rispondo.
13.05.
Mancano solo quindici minuti e anche questa giornata è andata. 
Una goccia di sudore cade dalla fronte e arriva lentamente sotto il mio mento mentre le pale della ventola sembrano girare più velocemente. L'ansia sale e l'afa è insopportabile. La professoressa si sventola con uno stupido giornale ricavato da non so chi. La luce a neon mi tiene compagnia, e in un certo senso mi tranquillizza.
13.15.
Solo cinque minuti. Solo cinque minuti. Solo cinque minuti!
La fronte della professoressa è completamente bagnata e la sua frangetta, mezza nera mezza bianca per la vecchiaia, è sollevata da una pinza a forma di farfalla. 
13.20. La campanella comincia a suonare. 
Mi dirigo verso l'uscita e di corsa scendo le scale che separano il primo piano dall'atrio. Sono proprio curiosa di vedere cosa ha in serbo per me Giuseppe. 
Le gocce di sudore continuano a scendere ininterrottamente dalla mia fronte quando ad un certo punto mi ritrovo davanti Giuseppe in camicia e cravatta con un mazzo di rose rosse in mano.

"Giuseppe" dico prima che possa aprire bocca "sta' zitto"

"Cos...?"

"Sta' zitto" ripeto lentamente.

Intorno a noi si è creata lentamente una folla di gente che aspetta un mio 'si' o qualche altra mia mossa, ma la mia mano protesa verso di lui fa capire a molti che non voglio creare ulteriori problemi. 

"Marianna" dice inginocchiandosi "vuoi essere la mia fidanzata?"
Il mio 'no' viene interrotto da Lorenzo. Si fa spazio tra la folla, supera gente a spintoni e una volta averci raggiunto prende Giuseppe per la cravatta, rimettendolo in piedi.

"Cosa hai detto?" Dice a pochi centimetri di distanza da lui. "Ripetilo se hai il coraggio"

"Vuoi mett..." le parole di Giuseppe vengono interrotte da Lorenzo che gli tira un pugno dritto in faccia pur di ammutolirlo. 

"Lorenzo!" Grido. 

Le rose volano sulle scale che separano l'atrio dalla strada e Giuseppe cade a terra, con il naso insanguinato. La sua caduta viene accompagnata da un frastuono provocato dallo stupore della gente che si avvicina lentamente al suo corpo. 
Prima che possa arrivare il 118 scappo verso casa cercando un rifugio. Mi guardo alle spalle, ancora impaurita, e vedo il preside che porta Lorenzo in presidenza. Lo sospenderanno?

      -

Dopo pranzo ripenso a ciò che è successo questa mattina e mi sdraio sul letto ascoltando della buona musica. 
Perché lo ha fatto? Perché lo hanno fatto entrambi?!  Mi sembrava più che chiaro che Giuseppe avrebbe ricevuto un altro 'no' da parte mia e avrei potuto rispondere a voce, senza l'intervento di Lorenzo. Mi da fastidio il fatto che mi debba sempre proteggere. Non sono sua. Non lo sono mai stata. 

"Alle 15.00 a casa?" Leggo sul mio telefono. 

Emanuela. Che strana ragazza. Non si è fatta sentire per mesi ed ora mi invita a casa sua.

"Certo!" Rispondo. Mi sento davvero un'ipocrita. 

14.47. Fra poco devo prepararmi per andare da Emanuela. Che scocciatura. Con questo caldo non ho seriamente più le forze.
Entro nel bagno, mi rinfresco velocemente, mi metto le scarpe e scendo di casa. 

"Vado da Emanuela!" Urlo a mia madre. "Vuoi accompagnarmi?" 

Nessuna risposta. 

"Ok, non importa" dico uscendo dalla porta. 

Mi metto le cuffiette nelle orecchie e metto un po' di musica. Non parto come mio solito da 'Fix You' ma parto da 'Atlas' sempre dei Coldplay. 'Fix You' mi ricorda momenti davvero brutti che vorrei eliminare definitivamente dalla mia testa. 
Mi incammino verso casa di Emanuela, un po' troppo lontana da casa mia, che con questo sole sembra ancora più lontana. 
Dopo una decina di minuti arrivo al corso, sul quale cammina molta gente. 
'Strano' penso fra me e me 'il corso non è mai stato così pieno, a quest'ora'. Davvero molto strano. Sarà che fa molto caldo e la gente preferisce stare all'aria aperta, ma in giro c'è un'atmosfera molto diversa dal solito. C'è un clima sereno, è come se tutta questa gente non abbia problemi per la testa. 
Dopo altri dieci minuti arrivo alla gelateria St. Eustachio, una gelateria davvero maledetta. In questa piazza ci sono stati i momenti più brutti fra me e Lorenzo che preferirei non ricordare. 
Casualmente, appena arrivata qui, comincia la canzone 'Fix You', quella canzone che odio per colpa di Lorenzo. Ascoltavo sempre questa canzone quando litigavamo e quando ero triste a causa sua, e adesso sinceramente mi fa vomitare. 
Caccio leggermente il telefono dalla tasca e cambio canzone, trovandone una più carina:'Addicted to You-Avicii'.
Alzo la testa e un ragazzino maldestro mi macchia la maglia con un gelato al pistacchio. Prima che possa accorgermi di chi sia sento sulle mie labbra l'odore di pistacchio, tipico di Lorenzo.
Mi prende per le guance e mi stringe ancora più vicino a lui, come se non si volesse staccare dalle mie labbra.
"Ti amo" dice staccandosi lentamente. 
Ancora con gli occhi chiusi rifletto alle sue ultime parole. Ti amo. Amare. Che strano verbo. Composto da sole cinque lettere ed ha significati così importati. Per alcune persone questo verbo è addirittura molto importante e quando l'amare non è corrisposto... Be', si perde completamente la testa. 
Apro gli occhi e noto che la sua fronte corrugata aspetta una risposta. 
Lo prendo per le spalle e lo guardo dritto negli occhi e dico fra me e me:'mai ripetere uno sbaglio due volte'.
"Ti amo anch'io".
 
  
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