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Autore: ssplinter    09/06/2014    0 recensioni
L'amore è forte, certo, ma il desiderio di fuggire lo è sempre stato di più.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ennesima litigio, l'ennesima perdita di voce.
Per nulla.
Ci siamo sputati contro le parole peggiori di questo mondo, i peggiori insulti, le peggiori verità. Che bruciano e fanno male, lo sappiamo.
Abbiamo sperimentato lacrime calde e salate, piene di rabbia ma mai di rassegnazione.
Abbiamo provato l'emozione della prima volta, del primo bacio, della prima carezza. Insieme, abbiamo scoperto cosa significa avere un cuore, ma sentirlo allo stesso tempo ricoperto di mille lame.
Abbiamo amato, sofferto, gioito, pianto, amato ancora una volta. Ma cosa importa ormai?
L'amore è forte, certo, ma il desiderio di fuggire lo è sempre stato di più.
E ora, seduta sui luridi gradini di una stazione, il desiderio di fuggire e non tornare mai più è più impellente che mai. Andarmene, ricominciare da capo, essere me stessa e nessun altro.
Sola, e con nessun altro.
Forse col suo sorriso stampato tra i miei pensieri e il segno delle sue dita tra le mie.
Forse, col suo respiro caldo ancora sul collo e l'eco delle sue parole nella mia mente. E il rumore dei suoi passi; quel rumore così amato e odiato allo stesso tempo che mi porta ad alzare la testa di scatto, quasi fosse un richiamo.
E lui è ancora una volta qui davanti ai miei occhi, vestito dei suoi sbagli, con le mani nei pantaloni.
"E tu?" Chiede.
Come mi era mancata la sua voce, così roca e profonda, come i suoi occhi. Profondi più del mare.
"E io cosa?"
"Cosa ci fai qui?"
"Sto fumando, non ci vedi?"
"Sempre con quella sigaretta in mano." Dice, e quasi per dispetto la porto alla bocca e aspiro, il tiro più lungo.
"Mi piace."
"Fa male."
"Tu di più." Sono parole che feriscono, le mie, ma sono sicura che il mio sguardo lo trafigge peggio di mille lame.
"Io non cerco di ammazzarti."
"No, tu l'hai già fatto."
Silenzio.
Le nostre parole fanno male, ma non riusciamo a farne a meno.
"Allora te ne vai?" Chiede, e la sua voce vacilla.
"Forse."
"Ti mancherò" La sua non è una domanda, ma un'affermazione. Ne è davvero così sicuro? Certo.
"Forse"
"Perche non mi chiedi di venire con te?"
"Anche tu te ne vai"
"Ovvio"
"Perche non mi chiedi di venire con te?"
Silenzio.
Le nostre parole fanno male, ma non vogliamo davvero ferirci. Ne sentiamo il dovere, quasi il bisogno, ma non lo vogliamo davvero.
Per questo rimaniamo in silenzio.
Solo il fischio del treno in arrivo riesce a smuoverci, a riempirci di una nuova forza scatenata dalla paura di perderci per sempre.
"Smettila di fare la bambina" dice, e io per dispetto mi alzo e mi dirigo verso il treno.
"Smettila di trattarmi come una bambina, non lo sono. E non sono tua."
Lui scatta, le sue mani mi circondano il braccio e mi fermano. Non provo ad allontanarmi, non voglio. Ho sempre amato il suo tocco.
"Ti prego" dice. "Non andartene." Il cuore che batte a mille e il suo respiro caldo sul mio collo.
Cosa cerca di dirmi questo cuore? Sembra essere impazzito, con la paura che possa prendere la decisione sbagliata.
Corre, batte, picchia dentro la cassa toracica. Cerca di farsi sentire, ma io non lo sento.
Lui si, invece.
"Partiamo insieme" mi dice. "Andiamocene una volta per tutte, e chi ci vuole ci segua. Io ti voglio, e tu?"
E quando saliamo sul treno e le porte si chiudono alle nostre spalle, il cuore rallenta e il mondo prende finalmente colore.
   
 
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