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Autore: ElyDirectioner_mantovani    09/06/2014    0 recensioni
“Quegli occhi. Come le note di una canzone che non riuscivo a dimenticare.
Che bella melodia. Il mondo sembra non esistere più.”
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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~-Forza!- mi urlò mio padre dal salotto -Prendi le valigie,dobbiamo andare!
-Ok,ok arrivo!- non avevo nessuna intenzione di partire quell'estate. Quell'estate dovevamo fare una "vacanza" (o meglio tortura) tipo padre-figlia e la nostra meta era un paese in campagna, di cui mi sfugge il nome, sperduto nel nulla, del quale probabilmente neanche gli dèi supremi sanno che esiste. Passeremo due mesi a casa di mia nonna e dovrò aiutare in campagna a "lavorare", di sicuro starò nascosta sull' albero di ciliegie che c'è in giardino della casa.
-Datti una mossa! Ci stanno aspettando!-continuò a insistere. Dopo poco raggiunsi la macchina con due valigie fucsia enormi in mano e uno zainetto sulle spalle.
-Poche valigie insomma...- osservò -ma.. come ti sei conciata! Dobbiamo andare in campagna, non ad un matrimonio!- commentò lui, prendendomi in giro per come ero vestita. Avevo un vestito bianco a pois neri, molto anni Cinquanta, abbinato con un cappello bianco e un paio di sandali bianchi con qualche centimetro di zeppa.
Gli risposi con una smorfia e mi sedetti in macchina per poi partire.

Per tutto il viaggio non pronunciai una parola e mio padre intuì che non ero affatto contenta di dover fare questa "vacnza-tortura".
Dopo due ore circa arrivammo e i miei parenti mi salutarono e mi fecero delle domande, come se non mi avessero mai vista prima d'ora, per esempio, ciò che mi rimase più impresso è stato: mia nonna:-Ma ciao bella! Quanti hanni hai?
Ho 14 anni.
Mi guardai un po'intorno, era da un molto tempo che non andavo in quel posto, mi ero quasi dimenticata com'era quel bellissimo paesaggio di campagna e l'aria pulita che ci circondava. Il cielo era molto scuro e dedussi che aveva appena finito di piovere. Mi ricordo la casa di mia nonna, era bianca, ma avevano cominciato a dipingerla di rosa, già quando ero piccola e il lavoro rimase incompleto, ricordo l'albero di ciliegie, oh se lo ricordo... quando ero piccola mi arrampicavo sempre e mi sedevo su un ramo per non farmi trovare dai miei genitori, ricordo il capanno degli attrezzi del nonno e il suo grande trattore, sul quale mi faceva sempre fare un giro, ma non mi ricordavo come fosse l'ambiente intorno a tutto ciò: una vastissima area di campi coltivati e tanta natura, scorsi anche un boschetto in lontananza (decisi di andarci prima della fine dei due mesi), rimasi praticamente imbambolata a guardare il magnifico paesaggio, senza accorgermi che mio padre mi stava chiamando per portare in stanza le enormi e pesanti valigie.

Svogliatamente distolsi lo sguardo da quella magnifica visione e presi le mie valigie ed entrai in casa, la mia stanza era al secondo piano della casa e non sapevo come raggiungerla portando le valigie. Feci molti tentativi, ma tutti fallirono, come quello di spingere le valigie mentre salivo, oppure tirarle mentre salivo, anche portarle a mano, ma era impossibile. Infine decisi di svuotarne metà e intanto portare le cose tolte direttamente in camera e poi portare dentro le valigie, per poi ri-riempirle e metterle definitivamente dentro l' armadio.
Funzionò
ALLELUIA!
Dopo questo "grande sforzo" mi buttai sul letto e mi riposai un po', pensando anche a come poter evadere da quella prigione: magari potevo farmi degli amici, come avevo tentato in passato, ma senza risultati, oppure potevo comunque andare nella biblioteca e affittare dei libri, dato che la TV era inesistente in quel "mondo", stessa cosa vale per Internet. Che mondo arretrato... non posso pensare di stare due mesi senza Internet o televisone! Dovevo trovare qualcos'altro da fare... ma cosa?

Alla fine decisi di uscire e fare un giro, per i terreni posseduti da mia nonna, dato che per quel giorno e quelli che seguivano mi era proibito uscire da sola.
Mi avviai verso la campagna, passando davanti al capanno degli attrezzi, rimasi lì a guardarlo, come solo un pesce lesso sa fare. Quanti ricordi...
Notai che il trattore non c'era.. com'era possibile, prima c'era... "lo avrà preso qualcuno" pensai... ma chi? Papà era in casa con il nonno, la nonna, mia zia e mia cugina, io ero fuori.. e che io sapessi c'eravamo solo noi in casa..
Lo avrei comunque scoperto.
Mentre passeggiavo con i miei sandali in mano per non sporcarli dato che era appena piovuto, rividi quel boschetto, cercai di avvicinarmi, ma qualcosa (o meglio, qualcuno) mi sfrecciò vicino, inzuppandomi dalla testa ai piedi di fango, riconobbi il trattore e mi innervosii in una frazione di secondo, iniziando ad insegurlo.

Dopo una lunga corsa fui abbastanza vicina perchè il conducente mi sentisse: -Hey! Ma che cavolo!- gli urlai per farmi sentire meglio.
-Che c'è?- disse lui con tono abastanza arrogante, voltandosi verso di me -Sto lavorando!-
-Se non hai notato, mi hai appena inzuppata di fango!- non mi considerò-Hey! Sei pregato di considerarmi!-
Lui spense il motore e iniziò ad avvicinarsi a me: era alto, abbastanza magro, non lo vidi in faccia, perchè il suo viso era coperto da un cappello di paglia e da un paio di occhiali da sole, indossava un paio di jeans neri e una camicia a quadri rossi... riconoscevo che aveva circa la mia età, ma certo che, se fosse stato anche carino, io non ero il massimo della bellezza conciata com'ero.
-Che cosa vuoi?- disse lui a bassa voce;
-Scusami, se ti ho disturbato, ma portesti anche scusarti...-
-Per..-
-Avermi inzuppata di fango forse?!-
-Ah, e ti lamenti per un po'di fango?-
-Eh... si!-
-Beh, allora scusaa!- disse alzando le mani in segno di resa, prendendomi evidentemente in giro -Non sei di queste parti vero?-
-No.. non sono abituata a questo- dissi indicando il mio vestito inzuppato di fango
-Immagino,- disse ridendo -come ti chiami?-
-Elisa-dissi- e tu?-
-Io sono...
 
   
 
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