Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: autor1    09/06/2014    0 recensioni
[dal testo]
''Ci ho pensato a lungo, sai? E se ci fossero state anche Mami-san e le altre al nostro fianco …forse sarebbe andata diversamente…''
Dei violenti spasmi percorsero il fragile corpo della ragazza, facendole inarcare la schiena con violenza. '' Che intendi dire?'', chiese Homura, prendendole la mano con delicatezza e stringendola, incuriosita.
'' Se ci fossimo state tutte e cinque…forse..il nostro potere avrebbe potuto fermare la notte di Walpurgis e avremmo potuto vivere felici…''
Tratta dall'omonimo videogioco, ecco a voi una rivisitazione della storia che vede come protagoniste due facce della stessa medaglia: maghe e streghe. Con una tenerissima storia d'amore.
Genere: Fantasy, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: un po' di tutti | Coppie: Homura/Madoka, Kyoko/Sayaka
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Era tornata precisamente al primo aprile di quell’anno; il giorno nel quale l’avevano dimessa. Il primo giorno nella sua nuova scuola, il luogo nel quale avrebbe incontrato Madoka. Sospirò, alzandosi dallo scomodo lettino e sciogliendo le morbide trecce che imprigionavano i suoi lunghi e setosi capelli corvini. Quella volta, diversamente dalle altre, avrebbe dovuto riuscire a conciliare le cinque Maho Shoujo che aveva conosciuto nei precedenti viaggi. Ora che aveva sperimentato le loro reazioni e che poteva dire con certezza di ‘’conoscerle’’, non si sentiva affatto impaurita o ansiosa. Sarebbe andato tutto secondo i piani. O almeno lo sperava.

Indossò la colorata uniforme scolastica e uscì dal tanto odiato complesso ospedaliero nel quale aveva passato gran parte della sua infanzia e, infine, giunse ai cancelli della scuola, mescolandosi tra i normali studenti che, ignari dell’esistenza della magia, si lamentavano della monotonia della loro vita. Da lontano, la vide: Madoka che rideva e scherzava con la sua amica Miki Sayaka.Si passò una mano tra i capelli, lasciandoli ricadere con grazia sulla spalla. Quelli sarebbero stati gli ultimi momenti davvero spensierati che avrebbe vissuto. Un po’ le dispiaceva, tuttavia, quel momento era necessario. Si incamminò a passo rapido verso l’aula. Verso una nuova vita. Verso la loro ultima speranza.
                                                                                                                         ***
Un altro anno cominciava e Madoka sorrideva felice, seduta al suo banco vicino la finestra. Da quando aveva conosciuto la senpai Mami ed era diventata una Maho Shoujo, aveva l’impressione di aver trovato il suo scopo nella vita. Lei, una ragazza comune, senza particolari abilità e senza la capacità di eccellere in nessun campo, aveva il potere salvare delle vite. Non avrebbe potuto chiedere di meglio. E, infatti, non lo fece. Espresse il desiderio di diventare una Maho Shoujo. E, in cambio, aveva ottenuto dei fantastici poteri, persino superiori a quelli di Mami. Purtroppo però, non poteva dire a nessuno di questo suo ‘’dono’’. Non che desiderasse farlo sapere a mezzo mondo, ovviamente. Le bastava sentirsi utile.

Con questi pensieri, la lezione cominciò e la professoressa entrò nell’aula, presentando la nuova alunna. Appena la vide, si ritrovò a trattenere il respiro. Era identica alla ragazza che popolava i suoi sogni, da qualche giorno a quella parte: in una città devastata da una strega, vi era una Maho Shoujo viola intenta a combattere da sola.

Si scrollò rapidamente quei pensieri di dosso, dandosi delle leggere pacche sulle guancie e sorridendo allegramente alla nuova arrivata.
                                                                                                                        ***
La professoressa iniziò a fare il solito discorso di presentazione, chiedendo a tutti gli studenti di essere gentili con lei, di aiutarla nello studio e cose varie. Ma lei teneva fisso lo sguardo sulla ragazza dai capelli rosa. Anche dopo le svariate volte in cui aveva vissuto il loro incontro, si sentiva emozionata come la prima volta. Questa indossava i soliti nastri fucsia. Non le era mai piaciuto quel colore, tuttavia doveva riconoscere che le donava, e parecchio. Senza rendersene conto, si diresse verso di lei a passo spedito.

<<  Piacere di conoscerti, Kaname Madoka. Io sono Akemi Homura. >>, disse prima di chinare leggermente la testa. Dopodiché si sedette nel banco vuoto accanto a lei e aspettò che la lezione cominciasse.
                                                                                                                    ***
Era rimasta a dir poco scioccata. Chi era in realtà quella ragazza? Come sapeva il suo nome? E soprattutto, perché le sembrava così familiare? Non lo sapeva ed era anche inutile pensarci. Probabilmente la professoressa le aveva detto il suo nome perché era la capoclasse e, come tale, era incaricata di accompagnarla in infermeria. Prese ad osservarla, sperando di non essere indiscreta. Il suo sguardo scese lungo i fini lineamenti del suo viso, tracciando una linea che, dalla mandibola arrivava fino alle caviglie, passando per il ventre piatto. Era bellissima, sembrava quasi una modella.

Quasi le venne un colpo quando questa si girò dalla sua parte, probabilmente sentendosi infastidita dal suo  sguardo. Voleva saperne di più su di lei, tuttavia decise di mettere da parte la sua curiosità e di concentrarsi sulla lezione. Tutto si sarebbe svelato col tempo. Nonostante avesse deciso, anche dopo che la lezione finì, non riusciva a staccare gli occhi di dosso a quella ragazza.
                                                                                                             ***
Avrebbe voluto avvicinarla subito dopo la campanella della pausa pranzo, tuttavia era stata circondata da una schiera di ragazze, curiose di sapere tutto su di lei e non era riuscita a tirarsi indietro se non dopo una buona quindicina di minuti. Nel frattempo, Madoka era stata avvicinata da una ragazza bionda. Aveva l’aria preoccupata e sembrava agitatissima. La riconobbe subito: era Tomoe Mami. Uscì di fretta dall’aula, alla ricerca della ragazza.
                                                                                                                           ***
Si sentiva pressata dal desiderio di parlarle. In primo luogo, perché doveva assicurarsi che prendesse le medicine. E poi anche perché, da quando si era presentata, si sentiva quasi come attratta da lei. Fece per muovere un passo nella sua direzione, però,in quel esatto istante, Mami era corsa da lei. Era agitatissima e respirava a fatica. Non era assolutamente da lei. La seguì, preoccupata e quando furono abbastanza lontane, questa parlò.
<< Kaname-san, è apparsa una nuova strega nella zona attorno la scuola… >>, disse, con aria grave.

<< Cosa? Un’altra? >>, rispose lei mentre cercava di riprendersi. Non era il primo caso. Ne erano apparse parecchie nella zona ultimamente e nessuno, neppure Kyube, aveva saputo spiegare loro il perché.

Mami scosse la testa. << Questa è diversa dalle altre.. >>

<< Come sarebbe a dire diversa? >>, chiese confusa.
<< Lo vedrai con i tuoi occhi.. >>

Raggiunsero il retro dell’edificio e, in un baleno, si trasformarono, rivelando il loro potere. Poco dopo, entrarono nella strega.
Si ritrovarono in uno spazio enorme, senza inizio, né fine. Il che era abbastanza normale per una strega..se non fosse stato per la scena che si presentava loro. Non vi era assolutamente niente; solo un’infinita parete lattiginosa, simile per consistenza ad una lieve foschia.


<< Ma..dov’è la strega?! >>, chiese Madoka, guardandosi attorno nella confusione più totale. << Qui non c’è assolutamente niente… >>

<< Esatto, niente. >>, rispose Mami con fare serio. << Questo spazio è completamente vuoto, tuttavia.. >>, scioccò le dita, facendo apparire un paio di fucili a canna corta. << Faresti bene a non abbassare la guardia. >>

Quelle parole furono quasi profetiche. In quel esatto momento, le pareti cominciarono a tremare e un suono assordante riempì l’ambiente.
<< kaname-san! >>

Presa alla sprovvista, Madoka cadde a terra, tappandosi le orecchie. Non aveva mai sentito nulla di più tremendo in tutta la sua vita. Tuttavia quel suono, acuto e sgraziato, era molto diverso dal puro frastuono. Nella sua bruttezza, sembrava avere un certo equilibrio, come se fosse la strofa di una canzone. Poi, ascoltando meglio, cominciò a sentire delle voci.
‘’ Questa scuola è troppo impegnativa per te. Vola basso, Madoka..’’
‘’ Oh, non preoccuparti se non ci riesci…non è una cosa da tutti. È già tanto che sia arrivata fin qui..’’
‘’ Sicura di volerlo fare, Madoka? Fare la maratona è faticoso, richiede un allenamento costante e, senza offesa, ma tu sei davvero pigra..’’
Quelle parole, che non aveva mai rettificato e alle quali rispondeva sempre con un sorriso, erano la sua croce, i suoi demoni, i suoi fardelli. Senza neppure rendersene conto, venne avvolta tra le profonde spire della strega.
                                                                                                                       ***
Nel frattempo, Mami era impegnata su due fronti. Vedendo L’amica in difficoltà, si diresse subito da lei, cercando di liberarla dalle grinfie della strega, ma venne immediatamente respinta da una scarica elettrica che la sbalzò a terra. Tentò di reagire, appropriandosi delle proprie armi, tuttavia non le riuscì: il pavimento sotto di lei divenne immediatamente molliccio e lei perse l’equilibrio cadendo al suolo.


 

Le ritornò in mente quella volta, quando aveva rischiato di morire. Era sul sedile posteriore di una macchina e stava riposando. Aveva la febbre alta e i suoi zii correvano come pazzi verso l’ospedale. Percepiva una strana sensazione che, all’epoca, non sapeva decifrare: era un presagio di morte. Dopo pochi metri, l’auto sbandò.


Durante la caduta nel vuoto, non si sentiva spaventata o triste. Pensava ai suoi genitori, morti solo qualche settimana prima. ‘’Rivedrò mamma e papà..’’, pensava. Poi, davanti a lei, ecco la speranza. Una strana creatura, un estraneo, l’aveva salvata e lei, in cambio, decise di dedicare la sua esistenza a salvare gli estranei. Era uno di quei miracoli che accadono una sola volta nella vita. Miracolo,quello, destinato a ripetersi.
                                                                                                                          ***
Buio. Freddo. Erano le uniche cose che riusciva a percepire. La sua vita, quella che aveva vissuto fino a poco fa, sembrava lontana, mentre lei sprofondava in un abisso senza fine. Mentalmente, salutò e ringraziò tutti coloro con cui aveva riso e scherzato…e anche lei, Akemi, la ragazza nuova che avrebbe tanto voluto conoscere. Chiuse piano gli occhi, lasciandosi andare.

Poi, improvvisamente, un fascio di luce viola la investì e, davanti a lei, apparve una figura, alta e flessuosa. Questa le lanciò un breve sguardo poi, con velocità impressionante, prese a muoversi da un punto all’altro dello spazio, portando in salvo Mami, priva di sensi, e posandola fra le sue braccia.
Successivamente si voltò e ,  senza dire una parola, azionò una fitta rete di esplosivi, che fecero dissolvere il tutto nel vuoto. Erano tornate nel giardino della scuola. Di Grief Seed non vi era traccia.

<< Era solo un misero famiglio. La strega vera e propria è ancora nei paraggi… >>. Come se le avesse letto nel pensiero, la ragazza rispose alla sua domanda, voltandosi lentamente.

Non aveva più dubbi. Era lei, la ragazza del suo sogno! E non solo…

<< Homura….chan? >>, chiese,trattenendo il fiato e spalancando gli occhi.



<< Sì.. >>, disse la ragazza. <<  Il mio nome è Akemi Homura… >>. Si passò una mano fra i capelli corvini.<< E sono una Maho Shoujo >>.

  
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